L’antroposofia è una via della conoscenza

O.O. 26 – Massime antroposofiche – n° 1, 2, 5


 

1L’antroposofia è una via della conoscenza

che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nell’universo.

Sorge nell’uomo come un bisogno del cuore e del sentimento.

Deve trovare la sua giustificazione nel fatto che essa è in grado di offrire a questo bisogno un soddisfacimento.

Può riconoscere l’antroposofia solo chi trova in essa quel che deve cercare per una sua esigenza interiore.

Possono perciò essere antroposofi soltanto quegli uomini

che sentono certi problemi sull’essere dell’uomo e del mondo

come una necessità vitale, come si sente fame e sete.

 

2L’antroposofia è mediatrice di conoscenze ottenute per via spirituale.

Ma lo è solo perché la vita quotidiana e la scienza fondata sulla percezione dei sensi e sull’attività dell’intelletto

conducono ad un limite del sentiero della vita, raggiunto il quale

l’esistenza animica umana dovrebbe perire, se non fosse in grado di varcare il limite.

La vita quotidiana e la scienza non conducono al limite in modo che sia necessario arrestarvisi,

ma, a quel limite della percezione dei sensi,

attraverso l’anima umana stessa si apre la vista sul mondo spirituale. 

 

5Per la quiete interiore l’uomo ha bisogno di conoscere se stesso nello spirito.

Egli trova se stesso nel suo pensare, sentire e volere.

Vede come pensare, sentire e volere dipendano dall’essere naturale dell’uomo.

Nelle loro esplicazioni devono seguire la salute, la malattia, il rinvigorimento e il deperimento del corpo.

Ogni sonno li estingue.

L’esperienza comune della vita

mostra la massima dipendenza della vita spirituale dell’uomo dall’esistenza corporea.

Qui si sveglia nell’uomo la coscienza

che nell’esperienza comune della vita l’autoconoscenza potrebbe essere andata perduta.

Sorge allora l’ansiosa domanda se possa esservi un’autoconoscenza

che trascenda l’esperienza comune della vita e arrivi alla certezza intorno ad un vero sé.

L’antroposofia vuol dare una risposta a questa domanda sulla base di una sicura esperienza dello spirito.

Per tanto non si fonda su opinioni o credenze,

ma su esperienze nello spirito le quali, nella loro entità,

non sono meno certe di quelle vissute nel corpo.