L’attività dell’anima nel sistema nervoso è un’attività demolitrice, durante la nostra coscienza di veglia.

O.O. 178 – Il mistero del doppio – 15.11.1917


 

Solo perché il sistema nervoso è disposto in noi

in modo da essere di continuo rinfrescato e rinnovato dal restante organismo,

l’attività demolitrice, dissolvente e distruttiva, che col pensare penetra nel nostro sistema nervoso,

può essere sempre di nuovo compensata.

 

L’attività distruttiva è sempre presente ed è qualitativamente uguale

a quella che si sperimenta in una sola volta, quando si muore, quando l’organismo si dissolve del tutto.

In quanto pensiamo, la morte vive di continuo in noi.

 

Si potrebbe dire: la morte vive in noi di continuo, distribuita in tutti i nostri atomi, e quella che ci prende in un’unica volta è soltanto la somma di quanto continua in noi a produrre demolizioni; d’altra parte viene poi pareggiato, ma i pareggi sono tali che alla fine si ha appunto la morte spontanea.

 

• Occorre intendere la morte come una forza che agisce nell’organismo, come si intendono le forze vitali.

Se tuttavia oggi si guarda alla scienza ufficiale, senz’altro giustificata nel suo campo,

si trova che essa cerca soltanto forze costruttive.

 

Le sfugge ciò che demolisce.

Di conseguenza, quel che risorge a nuovo dalla demolizione,

che di continuo si riedifica non nel corpo, perché esso viene appunto demolito, ma nello spirito e nell’anima,

non viene osservato dalla scienza, perché sfugge sempre alla sua osservazione

ed è accessibile soltanto al genere di osservazione che procede nel modo da me prima descritto.

 

Allora risulta davvero che durante il corso della vita

la nostra complessiva attività animica non è correlata soltanto al terreno,

al suolo su cui deve svolgersi e che persino distrugge in quanto pensa, in quanto è attiva,

ma che l’attività animica complessiva fa anche parte di un mondo spirituale che ci circonda sempre,

entro il quale siamo con la nostra parte animico-spirituale, come col corpo fisico siamo nel mondo fisico-sensibile.

 

• Con la scienza dello spirito si aspira dunque

a un rapporto reale dell’uomo col mondo spirituale che compenetra tutto quanto è fisico,

si aspira a un rapporto col vero, concreto e reale mondo spirituale.

 

Così di certo si acquista la possibilità di osservare

come in un tutto omogeneo l’anima agisca e operi in noi da un lato,

e come dall’altro demolisca entro i limiti da me descritti.

 

Quello che ho chiamato sviluppo dell’anima progredisce dalla coscienza ordinaria a quella veggente.

Ne ho parlato nel mio libro Gli enigmi dell’essere umano.