L’avvento del Cristo nel mondo eterico

O.O. 118 – Sulla via di Damasco – 25.01.1910


 

L‘evento della comparsa del Cristo sulla Terra

sarebbe potuto passare dappertutto inosservato, come per esempio avvenne a Roma.

 

Colà si parlava di una setta che viveva in una certa sudicia contrada fuori mano. Si trattava di persone orribili – e, tra loro, un orrendo spirito chiamato Gesù di Nazareth, il quale predicava alla gente ogni sorta di cose, inducendole alle azioni più malvage. In una certa epoca, a Roma, solo questo si sapeva del Cristo! E forse vi è noto che era stato il grande storico romano Tacito a scrivere cose simili, circa un secolo dopo gli eventi di Palestina.

 

Non tutti gli uomini, dunque, si resero conto che in quel tempo si era attuato qualcosa di decisivo che poteva far superare agli uomini il Kali Yuga e che aveva acceso la luce divina che risplende nelle tenebre terrestri. La possibilità di una ulteriore evoluzione fu data all’umanità dal fatto che ci furono anime, le quali compresero la decisiva importanza di quel momento storico, sperimentando che cosa significasse che il Cristo dimorava sulla Terra.

 

Provate a trasferirvi immaginativamente in quell’epoca, e potrete avere facilmente una conferma che allora si poteva vivere senza sapere nulla della comparsa del Cristo Gesù sul piano fisico. Si poteva vivere sulla Terra senza accogliere nella propria coscienza questo importantissimo evento.

Ma non potrebbe darsi che anche oggi accada qualcosa di infinitamente importante senza che gli uomini se ne accorgano? Non potrebbe darsi che i nostri contemporanei non abbiano la minima idea della estrema importanza di ciò che avviene nel mondo, di ciò che sta avvenendo ora? Eppure, è così.

 

L’evento più importante sta attuandosi ma è osservabile soltanto grazie allo sguardo spirituale. Si parla tanto di epoche di transizione: noi ne attraversiamo una decisiva. Ciò che conta è che noi viviamo appunto nell’epoca in cui l’età oscura è trascorsa; ora principia un’epoca in cui gli uomini progressivamente e lentamente, svilupperanno nuove facoltà e le loro anime gradualmente si trasformeranno.

Che la maggioranza degli uomini non se ne accorga non deve destar meraviglia; che, anche all’inizio della nostra èra, i più non si sono resi conto dell’evento del Cristo. Nel 1899 si è concluso il Kali-Yuga ed ora viviamo in una nuova epoca, la cui caratteristica è quella di preparare lentamente gli uomini a nuove facoltà animiche.

 

I primi segni di queste nuove facoltà dell’anima si renderanno visibili in singole anime abbastanza presto. E saranno più evidenti verso la metà degli anni ’30, nel periodo che va, all’incirca, dal 1930 al 1940. Gli anni 1933, 1935 e 1937 saranno particolarmente importanti. Allora appariranno negli uomini, come doti naturali, facoltà del tutto peculiari. In questo periodo grandi mutamenti e profezie bibliche si avvereranno. Tutto si trasformerà per le anime che dimoreranno sulla Terrai ma anche per coloro che la avranno già lasciata, Queste anime, e ovunque esse saranno, andranno incontro allo sviluppo di facoltà affatto nuove. Tutto si trasforma: l’evento più importante della nostra èra segna un mutamento decisivo nelle facoltà dell’anima umana.

 

II Kali Yuga è ormai trascorso e le anime umane cominciano a sviluppare nuove facoltà; facoltà che — essendo il tempo maturo — susciteranno quasi spontaneamente nelle anime determinate forze chiaroveggenti; quelle forze chiaroveggenti che durante il Kali Yuga rimasero inconsce. Così alcune anime potranno fare una singolare esperienza: avranno cioè la coscienza dell’Io, ma, accanto a questa, sarà per loro come se vivessero in un mondo affatto diverso da quello della loro coscienza ordinaria: sarà come il barlume di un altro mondo, come un presagio; sarà come quando un cieco nato viene operato. Queste facoltà chiaroveggenti si potranno naturalmente conseguire più efficacemente con quella che noi chiamiamo la disciplina esoterica. Ma queste facoltà compariranno, nei loro primissimi esordi, ad un livello molto elementare, per via dello stesso sviluppo naturale dell’umanità.

 

Potrebbe però facilmente avvenire — e assai più facilmente oggi che prima — che gli uomini in genere non siano in grado, nella nostra epoca, di comprendere questo evento tanto importante per l’umanità. Potrebbe darsi che gli uomini non siano in genere affatto in grado di comprendere che si tratta di un vero guardare dentro un mondo spirituale, seppure ancora in forma di tenue barlume… Potrebbe per esempio darsi che la malignità, che il materialismo siano così grandi sulla Terra, che la maggioranza degli uomini non mostrerà comprensione alcuna per coloro che avranno questa chiaroveggenza, che li considereranno pazzi, che li rinchiuderanno nei manicomi fra altri individui affetti da confusione mentale. Quest’epoca potrebbe dunque, per così dire, passare senza lasciar traccia negli uomini, sebbene anche oggi noi lanciamo un appello, come lo lanciarono allora Giovanni Battista, precursore del Cristo e il Cristo stesso: una nuova èra si avvicina, in cui le anime dovranno fare un passo in avanti verso il regno dei cieli.

 

Potrebbe darsi però facilmente che questo qualcosa di grandioso avvenga senza essere compreso dagli uomini. Se allora, fra il 1930 e il 1940, i materialisti dovessero trionfare e dicessero: «ecco, c’è stato sì un certo numero di pazzi, ma nulla c’è stato dell’atteso grande evento…», questa non sarebbe affatto una prova contro quanto abbiamo detto or ora. Se i materialisti trionfassero, e gli uomini non si accorgessero di quanto accade, questa sarebbe una sciagura per l’umanità. Ma anche se gli uomini non potranno accorgersi del grande fatto che avverrà, esso tuttavia avverrà.

 

Questo nuovo evento consisterà nel fatto che gli uomini potranno conseguire una nuova facoltà di percezione nell’eterico. In un primo tempo, ciò avverrà solo per un certo numero di individui; gli altri poi seguiranno sempre più, perché l’umanità avrà 2500 anni di tempo per sviluppare via via, sempre più questa facoltà.

Nella nostra èra gli uomini non devono perdere questa occasione. Il perderla sarebbe una grande sventura, e l’umanità dovrebbe allora attendere un’altra occasione per riconquistare quanto si è perso e sviluppare, in ritardo, queste nuove facoltà.

 

Gli uomini avranno la facoltà di scorgere, nel loro ambiente, qualcosa di eterico che finora normalmente non potevano scorgere. Oggi l’uomo vede soltanto il corpo fisico umano, ma allora sarà in grado di vedere il corpo eterico, seppur solo in forma di tenuissima immagine, e anche di sperimentare ogni nesso di profondi eventi entro l’eterico.

Gli uomini avranno immagini e intuizioni di fatti del mondo spirituale e sperimenteranno che, dopo tre o quattro giorni, questi fatti si saranno attuati sul piano fisico. Vedranno in immagini eteriche determinate cose e sapranno che l’indomani, o alcuni giorni dopo, questo o quel fatto accadrà.

 

Si avranno siffatte trasformazioni nelle facoltà umane, verrà qualcosa che possiamo designare come una veggenza eterica. E che cosa mai vi sarà connesso? Vi sarà connessa quell’entità che noi chiamiamo Cristo, che una volta, all’inizio della nostra èra, dimorò sulla Terra in carne e ossa.

Quest’entità non tornerà più in un corpo fisico, perché quello è stato un evento unico. Ma nel periodo di tempo summenzionato il Cristo tornerà in forma eterica. E allora gli uomini impareranno a percepire il Cristo; e mediante questa veggenza eterica si eleveranno fino a Lui, che ora non discende più fino al corpo fisico, ma soltanto fino all’eterico. Gli uomini dunque si solleveranno ad una percezione del Cristo.

 

È vero quello che il Cristo ha detto: «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dei secoli». Egli è qui, nel nostro mondo spirituale vi sono taluni che hanno la grazia di percepirlo, sempre in questo mondo spirituale-eterico.

Nell’evento di Damasco, Paolo fu particolarmente convinto da una siffatta percezione. Ma questa veggenza eterica si svilupperà nei singoli individui come facoltà naturale, e agli uomini dell’avvenire diventerà sempre più possibile vivere l’evento di Damasco, l’evento di Paolo.

Così noi ora guardiamo alla Scienza dello Spirito in tutt’altro senso. Apprendiamo che essa è qualcosa che ci impone una responsabilità immensa, in quanto è una preparazione all’evento assolutamente concreto della ricomparsa del Cristo.

Il Cristo ricomparirà in quanto gli uomini si innalzeranno a Lui nella veggenza eterica.

 

Se comprendiamo ciò, allora la Scienza dello Spirito ci appare come la preparazione degli uomini al ritorno del Cristo, affinché non avvenga la sciagura che questo grande evento sfugga loro, ma divengano maturi per comprendere questo significativo momento dell’evoluzione, che possiamo designare come il ritorno del Cristo.

L’uomo diventerà atto a vedere i corpi eterici, e fra questi sarà in grado di vedere anche il corpo eterico del Cristo, ossia di sollevarsi ad un mondo in cui, per le sue nuove facoltà, il Cristo gli apparirà.

 

Allora non occorrerà più dimostrare l’esistenza del Cristo con ogni sorta di documenti, ma ci saranno testimoni oculari della presenza del Cristo vivente, testimoni che Lo sperimenteranno nel Suo corpo eterico. E da questa esperienza essi apprenderanno che questa entità è la medesima che al principio della nostra èra operò il Mistero del Golgotha, che è il Cristo. Come Paolo a Damasco si convinse che quello era il Cristo, così ci saranno uomini convinti, per la loro esperienza nell’eterico, che il Cristo realmente vive.

 

Il maggior mistero della nostra epoca è quello del ritorno del Cristo; e noi lo abbiamo presentato nella sua vera figura. Ma la mentalità materialistica s’impadronirà in certo modo di questo evento. Ciò di cui abbiamo parlato ora, ossia l’importanza della nostra epoca, confermata da ogni vera conoscenza spirituale, verrà bensì spesso annunciato anche nei prossimi anni; ma la attuale mentalità materialistica rovina tutto, così ch’essa non sarà in grado di rappresentarsi che le anime degli uomini dovranno innalzarsi alla veggenza eterica e di conseguenza al Cristo nel suo corpo eterico.

 

La mentalità materialistica si rappresenterà questo evento come se il Cristo dovrà discendere nella carne, dovrà incarnarsi in un corpo. Ci saranno degli uomini che, nel loro smisurato orgoglio, approfitteranno di ciò e si faranno passare fra gli uomini per il Cristo reincarnato. Perciò il prossimo tempo potrà portarci dei falsi Cristi.

Ma gli antroposofi dovrebbero essere uomini così maturi per la vita spirituale da non scambiare il ritorno del Cristo in un corpo spirituale, percepibile soltanto ad una veggenza superiore, con un Suo ritorno nel corpo fisico. Questa sarà una delle più tremende tentazioni per gli uomini.

 

Far superare all’umanità questa tentazione sarà il compito di coloro che apprendono, grazie alla Scienza dello Spirito, a sollevarsi realmente alla comprensione dello spirito, che non vogliono attirare lo spirito giù nella materia, ma vogliono essi stessi ascendere nel mondo spirituale. Possiamo dunque parlare di un ritorno del Cristo, e di un nostro innalzarci al Cristo nel mondo spirituale, per mezzo della veggenza eterica.

Il Cristo è sempre presente, ma è nel mondo spirituale.

E noi possiamo raggiungerlo se ci innalziamo in quel mondo.

 

Tutti gli insegnamenti dell’Antroposofia dovrebbero trasformarsi in noi nell’intenso desiderio di non lasciare che questo evento passi inosservato davanti all’umanità, ma di educare questa a poco a poco, nel tempo che abbiamo a disposizione, affinché essa possa maturarsi e sviluppare in sé queste nuove facoltà, rinnovando così la sua unione col Cristo. Se così non fosse, l’umanità dovrebbe attendere poi a lungo, molto a lungo, finché le possa essere data di nuovo una tale occasione; dovrebbe attendere a lungo, fino ad una nuova incarnazione della Terra.

 

Se l’umanità non si avvedesse di questo ritorno del Cristo, allora la visione del Cristo eterico dovrebbe limitarsi a coloro che dimostrassero di volersi innalzare, mediante una disciplina esoterica, ad una siffatta esperienza. In tal caso tutta la grandiosità di questo fatto, ossia che queste facoltà vengano acquisite da tutta l’umanità, da tutti gli uomini, che questo evento sublime sia comprensibile alle facoltà di tutti gli uomini, diventerebbe inattuabile per un lungo, lunghissimo tempo.

 

Vedete dunque che nella nostra epoca già esiste qualcosa che giustifica nel mondo l’esistenza e l’opera della Scienza dello Spirito. In questa scienza non si tratta soltanto di dar soddisfazione a certe esigenze teoretiche, a certe curiosità scientifiche. Quello che conta è che la Scienza dello Spirito prepara gli uomini al ritorno del Cristo, li prepara a prendere la giusta posizione rispetto al nostro tempo, li prepara a vedere con maggiore chiarezza dell’intelletto e della conoscenza ciò che è realmente presente, ma che potrebbe passare inosservato agli uomini, senza che essi ne traggano frutto.

 

E sarà estremamente importante comprendere questo evento della comparsa del Cristo, perché ad esso ne seguiranno altri, come l’evento di Palestina fu preceduto da altri. Così coloro che annunziarono profeticamente il Cristo, diventeranno suoi seguaci anche dopo l’epoca che abbiamo caratterizzato, dopo ch’Egli stesso sarà di nuovo divenuto visibile all’umanità nel corpo eterico.

Tutti coloro che sono stati Suoi precursori potranno essere riconosciuti in una nuova figura da chi avrà sperimentato il nuovo evento del Cristo. Saranno nuovamente riconoscibili quelle entità che hanno vissuto sulla Terra come Mosè, Abramo e i profeti. E si apprenderà che come Abramo precedette il Cristo, preparandone la venuta, così dopo di Lui egli si assumerà la missione di aiutarne l’opera.

 

In tal modo, se non lascerà inosservato il più importante avvenimento del prossimo futuro, l’uomo entrerà via via sempre più in comunione con tutti i patriarchi che hanno preceduto il Cristo, si congiungerà con essi. E l’intero coro di coloro a cui noi saremo in grado di innalzarci, riapparirà. Apparirà nuovamente, dopo il Cristo, chi ha portato l’umanità sul piano fisico e riporterà allora gli uomini verso l’alto, ricongiungendoli di nuovo con il mondo spirituale.

Se risaliamo ai primordi dell’evoluzione umana, incontriamo quel momento di cui possiamo dire: da allora l’umanità è discesa sempre più da una comunione col mondo spirituale entro il mondo materiale.

 

Potremo usare la seguente immagine, sebbene abbia un aspetto materiale: l’uomo era un tempo compagno di entità spirituali. Il suo spirito era nel mondo spirituale; in quanto viveva nel mondo spirituale egli era un figlio degli dèi. Ma l’anima che sempre più andava incarnandosi, partecipò via via sempre più al mondo esteriore. E il figlio degli dèi nell’uomo provò compiacimento nelle figlie della Terra, ossia in quelle anime che avevano simpatia per il mondo fisico.

Ciò significa: lo spirito umano, dapprima pervaso di spiritualità divina, si immerse nel mondo fisico sensibile; strinse connubio con l’intelletto collegato al cervello, che lo impigliò nel mondo sensibile.

Ora l’uomo deve risalire la via per cui è disceso e deve ridiventare figlio degli dèi.

 

Lo spirito umano, divenuto figlio dell’uomo, finirebbe per perire, quaggiù nel mondo fisico, se in quanto figlio dell’uomo non salisse alle entità divine, alla luce del mondo spirituale, se in futuro non trovasse il suo compiacimento nelle figlie degli dèi.

Per l’evoluzione dell’umanità fu necessarie che i figli degli dèi si unissero con le figlie degli uomini, ossia con le anime che sono incatenate al mondo fisico, affinché in quanto figlio dell’uomo, l’uomo apprendesse a dominare il Mondo fisico.

Ma per l’uomo dell’avvenire è necessario che, in quanto figlio dell’uomo, egli trovi compiacimento nelle figlie degli dèi, nella luce divino-spirituale della saggezza con cui deve congiungersi per poi di nuovo ascendere al mondo degli dèi.

 

La volontà si accenderà per la saggezza divina; e il più possente impulso a ciò sarà dato quando la gloriosa figura eterica del Cristo Gesù diventerà percepibile a chi vi si sarà preparato.

Per l’uomo che si sia naturalmente sviluppato alla chiaroveggenza sarà come una ricomparsa del Cristo Gesù: sarà come quando a Paolo il Cristo eterico apparve quale entità spirituale. Il Cristo riapparirà agli uomini, quando essi comprenderanno di potersi valere, a tal fine, di quelle facoltà che, con l’evoluzione, saranno date all’anima.

Dobbiamo perciò valerci della Scienza dello Spirito non solo per soddisfare la nostra curiosità, ma perché essa ci sia di preparazione ai grandi compiti del genere umano, alla grande missione a cui sempre più noi ci sentiremo chiamati.

 

Aggiunta alla conferenza tenuta a Karlsruhe il 25 gennaio 1910

 

Se penetriamo, per illuminarli — come abbiamo fatto oggi — nei segreti più intimi dell’evoluzione, non intendiamo farlo superficialmente, come per lo più si usa fare oggigiorno; vogliamo bensì renderci conto chiaramente che l’Antroposofia deve diventare per noi veramente qualcosa di diverso da una teoria. L’insegnamento dell’Antroposofia deve, naturalmente, esserci; come ci si potrebbe, infatti, altrimenti, innalzare a quei pensieri, se non si potessero ricevere in forma teorica?

L’essenziale è però che essi non rimangano una teoria, ma vengano rifusi entro di noi, diventino qualità della nostra anima e del nostro carattere, e trasformino interamente il nostro modo di pensare, rendendoci del tutto diversi da prima. L’Antroposofia deve aiutarci ad usare le nostre incarnazioni proprio nel modo adatto, cosicché, nel corso di questa nostra vita, noi possiamo trasformarci interamente.

 

Nelle mie esposizioni ho cercato di non dire né una parola di troppo, né di troppo poco; ho cercato di accennare brevemente a cose importanti. Ma quel che ho detto è importante non solo per le anime che saranno incarnate sul piano fisico fra il 1930 e il 1940, ma anche per coloro che dimoreranno allora, fra la morte ed una nuova nascita, nel mondo spirituale; quel che conta, infatti, è che dal mondo spirituale le anime agiscano entro il mondo dei vivi, anche se questi non ne sono consapevoli.

 

Col nuovo avvento del Cristo nel mondo eterico, anche la comunione tra quelli che sono incarnati qui sul piano fisico e le anime che già dimorano nel mondo spirituale sarà sperimentata sempre più coscientemente. Sarà resa possibile, allora, una collaborazione fra uomini incarnati fisicamente ed esseri spirituali; lo abbiamo già mostrato usando l’immagine dei profeti che riappariranno per gli uomini sulla Terra.

 

Cosicché dovete rappresentarvi che quando questi tempi saranno venuti, anche gli uomini collaboreranno vicendevolmente, in modo più cosciente, nel mondo fisico e nel mondo spirituale. Oggi ciò non è possibile, perché manca un linguaggio comune.

Nel mondo fisico gli uomini pronunciano soltanto parole nelle loro lingue, parole con cui vengono designate cose fisiche e condizioni fisiche.

Fra la morte ed una nuova nascita, gli uomini vivono in un mondo che si rivela del tutto differente dal nostro mondo qui, e parlano un altro linguaggio. Di tutto quanto è detto nel nostro mondo, i morti possono comprendere soltanto quello che si dice nella Scienza dello Spirito.

 

Cosicché noi, nell’Antroposofia, coltiviamo qualcosa che sta diventando sempre più comprensibile ai morti, e che pronunciamo su questo piano appunto per coloro che stanno tra la morte ed una nuova nascita.

L’umanità è entrata in un’epoca in cui gli influssi del mondo spirituale stanno diventando sempre più forti. I grandi eventi del futuro si renderanno evidenti in tutti i mondi.

 

Anche gli uomini fra la morte ed una nuova nascita avranno nell’altro mondo nuove esperienze, in conseguenza della ricomparsa del Cristo nel mondo eterico. Ma se essi non vi si saranno preparati sulla Terra, non potranno comprendere questo fatto, proprio come gli uomini, incarnati qui sulla Terra, dovranno prepararsi per poter accogliere realmente gli eventi di questo momento significativo.

È importante per tutte le anime incarnate di oggi — siano esse ancora fisicamente incarnate, o ormai non più — che, accogliendo le verità antroposofiche, si preparino per questi importanti eventi futuri. Se non lo facessero, dovrebbero poi attendere.

 

Se non avranno accolto con la coscienza terrena quello che l’Antroposofia o Scienza dello Spirito ha da offrire, essi dovranno attendere una nuova incarnazione, per avere allora la possibilità di comprenderne, qui sulla Terra, le relative nozioni.

Vi sono infatti cose che si possono sperimentare ed apprendere soltanto qui sulla Terra. Perciò diciamo: nel mondo spirituale non esiste, per esempio, possibilità alcuna di imparare a conoscere la morte; e un Dio è dovuto discendere nel mondo fisico per poter morire. E quello che è veramente il Mistero del Golgotha, non lo possiamo comprendere in nessun altro mondo, se non lo comprendiamo qui nel mondo fisico.

 

Noi siamo stati portati giù nel mondo fisico, per acquisire qualcosa che soltanto qui può essere acquisito. E il Cristo è disceso fra gli uomini, perché soltanto qui nel mondo fisico poteva mostrare agli uomini, poteva far sperimentare agli uomini, nel Mistero del Golgotha, ciò che poi fa maturare i suoi frutti nel mondo spirituale e li trasporta oltre. I semi però devono esser posti e seminati qui nel mondo fisico.