Le esperienze tra la morte e una nuova nascita come conseguenze del Karma

O.O. 218 – Entità Ostacolatrici – 19-11-1922


 

Sommario: Dissoluzione del corpo eterico dopo la morte.  Forze lunari di nascita e di morte. Il “Portatore del Karma”. L’esperienza retrospettiva dopo la morte. Giudizio terrestre e giudizio post-mortem. L’aiuto di Cristo. Il Paese degli spiriti. Mezzanotte dei mondi; desiderio di nuove vite compensatrici.  Azione di Michele-Cristo. Preparazione del futuro corpo fisico e suo scambio con altre individualità.

 

Oggi vorrei continuare e portare a termine,

le considerazioni che ho svolto in questo luogo, durante gli ultimi giorni.

 

Sapete già qual è l’immediato destino dell’uomo dopo la morte.

Inizialmente, l’uomo lascia il suo corpo fisico ed è in una situazione

nella quale non può trovarsi mai, durante la sua vita terrestre, con la sua coscienza ordinaria.

Egli possiede ancora il suo Io, il suo corpo astrale e il suo corpo eterico.

Fino ad allora, dalla nascita alla morte, il suo corpo eterico era sempre stato unito al suo corpo fisico.

Sapete che durante il suo sonno l’uomo non libera, in qualche modo, che il suo Io e il suo corpo astrale.

Il corpo eterico resta con il corpo fisico.

Dopo la morte, durante un breve lasso di tempo – qualche giorno –

l’uomo continua ad avere in sé il corpo eterico, il corpo di forze plasmatrici,

e grazie a questo corpo, può avere ancora una visione retrospettiva della sua vita terrestre trascorsa.

Questa visione, questo svolgersi di visione, è contenuto nel corpo eterico.

 

Ho anche detto, nelle mie conferenze pubbliche che l’uomo, quando libera il corpo eterico attraverso i processi dell’iniziazione, può ugualmente rivivere lo svolgimento del suo passato terrestre.

 

Ma dopo la morte, non si può mantenere in sé lungamente il corpo eterico,

perché questo dipende, in realtà, dall’intero cosmo, e tende senza posa ad espandervisi.

Si, nella vita terrestre, se perdiamo per un istante il nostro corpo fisico,

il corpo eterico sarà subito portato come per forza elastica, a espandersi, a dissolversi nel cosmo.

È solamente grazie al corpo fisico, nel quale senza tregua è trattenuto,

che il corpo eterico conserva la sua coesione.

Quando le forze di coesione date dal corpo fisico vengono a mancare

il corpo eterico comincia a diluirsi, a volatilizzarsi.

Allo scorrere di qualche giorno, non esiste più per noi.

 

Sapete che una piccola goccia d’acqua, quando la riscaldate si dilata in ogni senso e finisce per sparire.

Non la si scorge più. È quanto accade al corpo eterico dopo la morte.

 

La scienza iniziatica c’insegna che ciò non dura che pochi giorni.

Essa conosce dei mezzi per liberare artificialmente il corpo eterico durante la vita terrestre;

questo resta allora all’interno del corpo fìsico, ma si perviene ad utilizzarlo indipendentemente da questo corpo.

Si ottiene così la visione retrospettiva dell’esistenza terrestre trascorsa.

E nel medesimo tempo in cui avviene tanta visione,

si vede brillare questo corpo eterico come un riflesso dell’intero universo.

Tutto il cielo stellato appare allora nel corpo eterico.

Non si può mai guardare un corpo eterico separato dal suo corpo fisico

senza vedervi brillare il mondo delle stelle e dei pianeti.  Questi astri, infine, assorbono il corpo eterico.

 

Per questo la scienza iniziatica non può trattenere che per tre o quattro giorni, tutt’al più,

le visioni che sorgono in tal modo nel corpo eterico.

In seguito, esse dispaiono ed è necessario che l’uomo ritorni nel suo corpo fisico,

affinché il corpo eterico resti coerente.

Dopo la morte, il corpo eterico svanisce dopo qualche giorno,

ma grazie a ciò, l’uomo disincarnato s’integra meglio nel mondo degli astri.

Quando si ha così perduto il proprio corpo eterico, ci si sente inizialmente un estraneo nel mondo degli astri.

Solo le forze lunari ci appaiono relativamente familiari.

 

La Luna, ci appare come un “doppio”, una copia di ciò ch’era per noi nel mondo fìsico, ma si percepiscono anche per una presa di coscienza sempre più esatta, le forze spirituali che sono legate a questo corpo celeste.

Si apprende positivamente che la forza di Jèhova, o Jahvé, è legata alla Luna, come vi ho spiegato nella mia ultima conferenza. La Luna si trasforma in qualche modo, per colui che ha superato la porta della morte, in una colonia d’entità spirituali a cui capo è Jahvé.

In seguito, l’uomo apprende che cosa significhi veramente, sulla Terra, il fatto che ciascuno debba morire. La scienza iniziatica, può parlarne perché essa recepisce nella vita terrestre delle immagini di queste realtà: apprendiamo il significato della morte grazie alle forze di Jahvé.

 

Quando consideriamo la morte dal punto di vista della Terra, vediamo il corpo fisico privo di vita. L’eterico, l’anima e lo spirito, tutto è scomparso, e il corpo fisico cade in potere delle forze della Terra e dell’acqua se lo si seppellisce, delle forze dell’aria e del fuoco, se lo s’incenerisce. In ogni caso, non appartiene che alle sole forze terrestri. Cosa significa questo?

• Quando l’uomo nasce, e fin tanto che possiede ancora in sé le forze di crescita dell’infanzia, o anche finché come embrione fa ancora fisicamente parte del corpo materno, le forze che lo fanno crescere sono le stesse che lo distruggono fisicamente subito dopo la morte.

Quando il corpo fisico si disgrega, le stesse forze fisiche che l’avevano precedentemente edificato si trasformano in un mondo spirituale, grazie alle esperienze dell’eterico e dell’astrale che l’uomo può fare, nell’intero corso della sua vita; ma sulla Terra, qualcosa si distacca poco a poco dal corpo fisico.

 

Si può parlare di un essere o d’un elemento sovrasensibile, sorto dal corpo fisico:

• da un lato, l’uomo vero s’allontana dopo la morte,

• e dall’altro lato, un essere sorge dal suo corpo fisico defunto

– da questo corpo senza vita che l’uomo stesso abbandona.

 

Questo corpo è composto dalle forze lunari che vivono sulla Terra, perché le forze lunari sono concentrate, certamente, nella Luna cosmica, ma estendono lontano la loro influenza. Sulla Terra esse sono forze di morte, nello stesso tempo in cui sono forze di nascita. Sono queste che introducono l’uomo nella vita terrestre e sono le medesime che lo aiutano a liberarsene.

Meditando queste circostanze, si ottiene una certa comprensione dei rapporti che esistono tra la nascita e la morte. E se si considerano tutti gli esseri umani che muoiono durante un dato periodo, si vede che per ogni decesso emerge, per così dire, un’immagine della morte, e che tali immagini fondendosi, creano una atmosfera spirituale che circonda la Terra.

 

Là si trova tutto ciò che la morte dona e tutto ciò che la nascita riceve.

Degli esseri umani possono nascere grazie alle forze che lievitano dai cadaveri umani.

Sì, le nostre forze di crescita sono strettamente legate a delle forze di morte.

 

Considerate ora, che le forze di morte, che sono anche le forze di nascita, sono lunari.

In queste forze si trova tutto ciò che l’uomo ha potuto accumulare in valore morale tra la sua nascita e la sua morte. Se egli è stato “buono”, in una maniera o nell’altra, si trova nell’atmosfera di cui vi ho detto un essere nato dalla nostra bontà. Quest’essere ha ugualmente in sé, eventualmente, tutte le vestigia spirituali delle nostre mancanze. Abbiamo accudito questo essere, mano a mano, nella nostra vita terrestre.

La conoscenza ordinaria non ne sa nulla, ma noi portiamo questo essere in noi – l’abbandoniamo temporaneamente, ogni notte, quando dormiamo, ma esso dimora nel nostro corpo fisico. Vi ho già detto che i sentimenti morali e religiosi restano nel corpo fisico e nel corpo eterico dell’uomo che dorme. Anche l’essere di cui vi parlo vi resta. Lo si può chiamare “il portatore del nostro Karma”. Lo custodiamo durante la nostra vita terrestre.

 

Dopo la morte, questo essere resta in rapporto con noi, fin tanto che permaniamo nella sfera lunare. Ci tratteniamo in questa sfera, dunque in prossimità della Terra, e questo perché nei primi tempi dopo la morte, siamo legati alla sfera lunare, ma anche al nostro stesso Karma. Vi permaniamo dunque, anche perché dobbiamo vivere retrospettivamente, in questa sfera, tutte le azioni che abbiamo compiuto sulla Terra tra la nostra nascita e la nostra morte. Facciamo in qualche modo, un esame spirituale, con una velocità tripla dell’originale, come ho detto nella mia conferenza pubblica.

Dobbiamo allora rivivere tutto, ma al contrario, in senso inverso, e tre volte più velocemente. In questo momento avendo lasciato il corpo fisico, non agiamo più in quanto anime e spiriti, ma quello che facciamo resta strettamente in rapporto con le nostre azioni terrestri. Lo ripeto, riviviamo la nostra esistenza terrestre al contrario, e così facendo prendiamo chiaramente coscienza del nostro Karma.

 

È necessario che voi apprendiate ad interpretare in modo spirituale quella che è, la natura dello spirito! Quando sulla Terra avete amato un essere umano che poi è morto, voi dite forse con tristezza: – “Ah! Questo essere deve ora rivivere tutto ciò che forse, ha compiuto di malvagio o d’imperfetto!” Potete provare un certo rifiuto. Ma se poteste interrogare quest’essere, egli vi risponderebbe: “No! Io non vorrei vivere diversamente questa vita dopo la morte, perché rivivo, con rinnovate forze di giudizio, quanto ho compiuto sulla Terra, affinché questo giudicare s’approfondisca nella mia anima. Se non potessi far questo, non proverei neppure il bisogno di riparare quanto è necessario riparare, e affrancarmi dalle mie imperfezioni.” Il defunto non vorrebbe a nessun costo, sottrarsi ad ognuna di queste prove. Esse gli danno la forza di raggiungere la pienezza della sua umanità! Rendetevi ben conto che già qui sulla Terra, una circostanza appare diversamente a seconda se si è in questo mondo o nell’altro! E si può dire che i viventi non interpretano giustamente la vita sovrasensibile che segue alla morte.

 

Prendiamo un altro caso: diciamo che siete un eccellente antroposofo, che siete colmi d’entusiasmo per l’Antroposofia. Ma avete un membro della vostra famiglia che odia l’Antroposofia. Deplorate questo infinitamente e vi dispiace causare un vivo dolore a questa persona coltivando l’Antroposofia. Tutto ciò è forse ben ponderato dal punto di vista terrestre, ma molto spesso, le cose viste dall’altro lato sono differenti. Appare allora, che questa persona è nell’impossibilità assoluta di pervenire all’Antroposofia, a causa delle resistenze che ha portato dalla sua vita precedente e che hanno modellato il suo capo in modo tale da farne un detrattore di questa conoscenza. La sua testa non può tollerare l’Antroposofia! La persona in questione s’agita, s’irrita quando ne sente parlare! Questo non significa che il suo cuore ne sia distaccato. Quando questa persona muore, può accadere ch’essa sperimenti dopo la sua morte una viva attrazione verso l’Antroposofia. E quando qualcuno detesta l’Antroposofia durante questa esistenza, agirete giudiziosamente indirizzandogli, dopo la morte, dei pensieri antroposofici che l’arricchiscano.

 

Per singolare, per paradossale che appaia, sono frequenti le persone che “tempestano” contro l’Antroposofia divenendone, dopo la loro morte, dei fervidi aderenti. È necessario dunque che voi assumiate seriamente quanto vi ho detto, al tempo del mio passato soggiorno in questa città: dall’al di là, si deve giudicare la vita altrimenti da quanto si fa quaggiù.

 

Vediamo anche come l’essere umano disincarnato differisca dall’essere umano incarnato. Qui sulla Terra avete un cervello racchiuso in una scatola cranica, poi dei polmoni, degli altri organi e all’esterno, i sensi. Tutto questo vi serve a percepire il mondo. Ma se avete oltrepassato la porta della morte, ogni cosa cambia. Le stelle non brillano più che per il vostro corpo eterico. E poi, quando avete abbandonato quest’ultimo, vi identificate con gli astri.

A posto d’avere un cervello, avete ora in voi delle entità spirituali di Venere, di Mercurio, del Sole e così di seguito. E invece d’avere un cuore, un rene, etc…, trovate in voi le entità di questi astri. Siete divenuti interiormente identici all’universo.

Ben inteso, l’universo non vi procura, a questo stadio, un’intelligenza analoga a quella del vostro cervello! No, vedete il mondo del tutto altrimenti. La Terra vista dal Sole, ad esempio, è tutt’altra cosa da quella che conosciamo. Nel restare completamente legati alla Luna, poi a Mercurio e a Venere, fate una revisione; quel procedere a ritroso di cui vi ho parlato. A questo livello, avete scarsi rapporti con i pianeti lontani; detti in senso esteriore: Marte, Giove, e Saturno. E ne avete ancor meno con le stelle fisse.

 

Quando si siano ripercorse a ritroso tutte le proprie azioni terrestri ci si ritrova al momento della propria nascita e si ha già un giudizio su queste azioni, è un giudizio cosmico, e non terrestre. Ora, si può procedere e agire per riparare, compensare quanto si è fatto di male. Si realizza quest’esperienza durante i venti o trenta anni seguenti nella vita post-mortem. Questa durata dipende dall’età che si era raggiunta sulla Terra.

Essa è di circa un terzo del tempo terrestre. Coloro che sono morti durante l’infanzia attraversano molto rapidamente questa fase. Per i nati morti non è questione.

 

Quando si ritrova il momento della propria nascita, si ha ancora un ricordo molto vivace di tutto quello che si ha vissuto e di tutto ciò che si è attraversato, ma é necessario strapparsi da questo ricordo, è come se si dovesse, nuovamente, abbandonare un corpo! Si dice normalmente che in questo momento l’uomo abbandona il suo corpo astrale.

Quello che accade in realtà, è più complesso: un pensare immaginativo viene a rimpiazzare in noi l’attività precedente che era piena di vita. Ora, il pensare prende la via delle altezze, un pensare il cui substrato è cosmico, stellare, e non più terrestre, come era quello che pensiamo quaggiù!

 

Adesso, voi continuate il vostro cammino nel mondo spirituale. Vivete con gli esseri di cui il Sole, la Luna e i pianeti sono quaggiù i riflessi fisici. Vi familiarizzate anche con gli spiriti delle stelle fisse. È allora che introducete in queste sfere il ricordo che avete conquistato del “portatore del Karma”, benché lo abbiate abbandonato con il vostro corpo astrale. Non ne avete più che un ricordo ed entrate in un mondo puramente spirituale, ma siete accompagnati da una sorta di “bagaglio” fatto di ricordo.

 

Vi ho mostrato l’uomo disincarnato che rivive la sua precedente vita terrestre, risalendo attraverso le sfere dei pianeti, dopo Mercurio e Venere, fino a Saturno. Il cosmo planetario va realmente dalla Luna a Saturno. Vi ho anche detto, nei giorni scorsi, che le forze della Luna sono antagoniste a quelle di Saturno. La Luna custodisce delle forze che riconducono perpetuamente l’anima alla Terra ch’essa ha lasciato e vorrebbero fissarvela. Al contrario, Saturno tende a fare salire fino all’universo delle stelle fisse, ma in maniera tale che non si percepisca più lo splendore degli astri: niente più che la loro essenza spirituale.

 

Quando abbiamo oltrepassato la sfera di Saturno, partecipiamo alla vita d’un mondo puramente spirituale. Nel mio libro “Teosofia”, ho chiamato questo il passaggio dal Paese delle anime al Paese dello spirito, ma l’uomo non può superare questo passaggio con l’aiuto delle sue sole forze. Il ricordo della vita terrestre aderisce troppo a lui. Ha bisogno d’un aiuto.

Anche di questo ho qui detto, e ho riferito di questo aiuto sublime.

 

Prima dell’epoca del Mistero del Golgota, gli iniziati dei Misteri potevano parlare come segue ai loro discepoli: – “Se avete votato al mondo spirituale molte forze di sacrificio, potrete trovarvi l’alta Entità Solare che vi accompagnerà quando uscirete dalla sfera del Sole, quando vi dirigerete verso il lato del mondo dove il Sole non brilla più che spiritualmente nello spazio universale. Quest’alta Entità Solare vi porterà fino alla sfera di Saturno, poi ancora più lontano, fino alle stelle! In un certo modo, il Sole spirituale v’illuminerà per aiutarvi a superare la frontiera tra il Paese delle anime e il Paese degli spiriti.”

 

Il Mistero del Golgota

s’è realizzato in modo che l’alta Entità Solare è discesa sulla Terra, incarnandosi in Gesù di Nazareth.

Un’anima che, nella sua vita terrestre, ha votato tutto il suo cuore al Cristo, al Mistero del Golgota,

ha ricevuto la forza necessaria per entrare, dopo la morte, nel Paese degli spiriti,

vale a dire, più lontano della sfera solare e della sfera saturnia, fin nel mondo delle stelle fisse.

L’anima è allora in uno stato sublime che non può realizzare che grazie alla forza del Cristo,

da quando il Mistero del Golgota s’è compiuto.

 

Prima di descrivervi questo stato sublime al quale l’anima umana può accedere quando ha ricevuto la forza del Mistero del Golgota, vorrei farvi presentire ciò che implica realmente trovarsi lassù, nel mondo delle stelle, e “conservare un ricordo della propria vita terrestre”.

Quando si è usciti dalla sfera di Saturno, si penetra in quello che le scienze antiche chiamavano lo Zodiaco. Questo non è che il rappresentante del cielo delle stelle fisse, dunque del Paese degli spiriti, in generale. Ma è nel considerare le innumerevoli stelle che compongono lo Zodiaco che ci si può fare un’idea del cammino che l’anima umana percorre a questo stadio. Lo scopo del suo cammino, è di costruire il germe spirituale della sua prossima incarnazione. Deve farlo a partire dal Cosmo intero e con l’aiuto delle Gerarchie spirituali.

 

Potete dire, forse: – “Qui, sulla Terra, abbiamo degli scopi interessanti; possiamo favorire la cultura, lavorare per l’umanità, etc… ma quanto compiamo lassù dev’essere estremamente monotono, se non facciamo altro che costruire il nostro corpo futuro!” Sareste nel più completo errore. Perché niente di quello che potreste compiere sulla Terra ha l’ampiezza e la diversità di scopi che sono i vostri quando, dall’alto delle sfere stellari, edificate il corpo umano, questo “tempio degli dei”. È un’opera molto più grandiosa ed estremamente varia, perché formate, come avete visto poco fa, un corpo connesso con tutta l’umanità: in effetti il Karma vi ha legato a questo o a quell’essere umano e voi introducete nel vostro nuovo corpo il bisogno di rimettervi in rapporto con questi esseri, di “saldare” fronteggiandoli i vostri debiti karmici. Così lavorate per l’umanità in ben più grande misura di quello che potreste fare quaggiù sulla Terra.

E come lavorate?

Voglio spiegarvelo in dettagli; vi domando soltanto di rendervi ben conto che sono obbligato ad esprimermi simbolicamente come vi ho già spiegato l’ultima volta: quando si vuole parlare di questi mondi sublimi, i nostri concetti attuali sono tali che non si possano esprimere altrimenti che per immagini! Avete dunque il compito di costruire il germe spirituale del vostro futuro corpo fisico, esso s’edifica a partire da numerosi dettagli cosmici. Ad esempio, quando vivete con le entità spirituali delle quali il riflesso fisico è la costellazione dell’Ariete, lavorate a quella che sarà la vostra testa, la quale è, realmente, tutto un cosmo che si condenserà più tardi.

Nella vostra testa, portate il cosmo, così come lo vedete a partire dall’Ariete.

 

Durante tutto questo lavoro, si percepiscono i pianeti dal loro lato spirituale, opposto al lato sensibile che vedono gli esseri terrestri. In seguito, passate ad esempio, dall’Ariete al Toro. Lavorate con le Gerarchie del Toro. Quello che formate, è la vostra laringe, con la parte dei polmoni che vi si ricollega. Può accadere allora che il pianeta Marte invii delle forze nella sfera del Toro. E vedete esprimersi nei movimenti di Marte tutte le azioni giuste o ingiuste che avete compiuto sulla Terra per mezzo del vostro apparecchio vocale – in breve, per mezzo del linguaggio – del Verbo.

Ogni menzogna che l’uomo ha pronunciato, Marte la rapporta spiritualmente nella sfera del Toro, quando l’uomo l’attraversa dopo la morte. Rappresentatevi, se possibile, questo ricordo che abbiamo delle nostre mancanze e delle nostre falsità: troveremo questo ricordo, iscritto nell’universo. Là, è il Logos universale che ci parla. E siamo condotti a modellare la nostra futura laringe, i nostri organi vocali, con la coscienza esatta delle verità e delle menzogne che abbiamo pronunciato nella precedente vita terrestre.

 

Quando attraversate la costellazione del Leone, vi vedete tutte le imperfezioni rischiarate dal Sole così come specificatamente, le mancanze di cui ci siamo resi colpevoli nella nostra vita affettiva, con il cuore: sia ciò ch’è rimasto troppo superficiale, sia quello che al contrario è stato troppo profondo. Si tratta in quel caso delle nostre simpatie e delle nostre antipatie, che dipendono sulla Terra dal nostro temperamento e dalla nostra circolazione sanguinea.

È così che edifichiamo tutto il nostro corpo futuro “ascoltando” il ricordo della nostra precedente vita terrestre trattenuta attraverso il cosmo, nel linguaggio dei pianeti. Ed è così, per strano che possa apparire dal punto di vista terrestre!

 

Quando, quaggiù, vediamo muoversi i pianeti, quando, per esempio, vediamo Marte dirigersi verso il Toro, questi movimenti sono come una scrittura, ma questa scrittura nel medesimo tempo, è sonorità. È la biografia stellare nella quale i nostri propri atti sono iscritti. Niente di strano, allora, se prepariamo il nostro corpo futuro in piena conformità con il nostro Karma. Non possiamo preparalo che ascoltando continuamente questo linguaggio, questo Verbo cosmico.

 

Come ho detto nella mia conferenza pubblica, il tempo che consacriamo a questo lavoro è proporzionale alla durata che ebbe la nostra coscienza terrestre d’adulti, perché finché siamo bambini, abbiamo un’altra coscienza, meno chiara, una coscienza sognante in qualche modo. Quando l’uomo ha trent’anni, è necessario sottrarre cinque anni di coscienza infantile, quanto un sesto del tempo vissuto… ma egli vive, con la coscienza di molto superiore che ha nel mondo stellare, per un tempo sei volte maggiore.

Quando un uomo muore in età infantile, resta pochissimo nel mondo spirituale, ma più un uomo ha vissuto, più vi permane perché il ricordo ch’egli aveva della sua vita prenatale, prima della sua ultima nascita, ha avuto molto tempo per oscurarsi in conseguenza del suo lungo soggiorno sulla Terra.

Gli è dunque necessario, al presente molto più tempo per rischiararsi. Ora, noi dobbiamo accedere dopo la morte, ad una chiarezza assoluta.

 

Tra la morte e una nuova nascita, arriva il momento in cui ci troviamo nella chiarezza più totale.

È l’istante che ho già chiamato, nei miei drammi misteri, la mezzanotte dei mondi, o la mezzanotte dell’esistenza spirituale dell’uomo. Quest’istante si situa press’a poco a metà della durata che separa la morte da una nuova nascita.

 

È in quel momento che abbiamo la più piena coscienza di vivere fra le Gerarchie spirituali.

Sappiamo che al di sotto, nella sfera dei pianeti, si trova il ricordo dei nostri atti passati.

È come un “bagaglio” del quale sentiamo di non aver diritto ad abbandonarlo.

Nulla si può cambiare di questo “bagaglio” prima d’essere ridiscesi sulla Terra.

È in questo istante che si fa sentire il bisogno, l’impulso di ritornare a Terra.

Possiamo scegliere d’aderire con docilità alle forze di Saturno e ugualmente alle forze della Luna.

E cediamo alle forze della Luna, che s’innalzano in noi, nuovamente per ricondurci alla Terra.

 

Per un uomo che, nella sua precedente vita terrestre, aveva raggiunto l’età adulta, la fase che vi descriverò dura dei secoli…

 

Nella misura in cui discendiamo nella sfera planetaria, e specificatamente nelle sfere delle Luna, di Mercurio e di Venere, la coscienza di comunicare con le Gerarchie spirituali s’estende progressivamente; abbiamo allora una coscienza che non contiene che la manifestazione di queste Gerarchie. Precedentemente ci sentivamo fondati in quelle. Collaboriamo con esse a preparare, ad esempio la nostra testa umana per la prossima incarnazione. Ora, esse non ci appaiono che in immagine. Riprendiamo una tendenza a vivere nell’interiorità di noi stessi. Abbiamo il presentimento di ciò che sarà la vita tutta interiorizzata dell’uomo terrestre e dell’esteriorizzazione del cosmo in rapporto a lui. In un certo senso, non vediamo più le entità spirituali, ma solamente i loro riflessi e le loro impronte.

 

A questo stadio, il germe spirituale del nostro organismo fisico che abbiamo edificato, sfugge sempre di più alla nostra coscienza. Presentiamo che questo germe spirituale è disceso sulla Terra, presso la coppia umana che ci genererà. Questo germe vive ora nella corrente riproduttiva, sulla Terra fisica. S’oscura, in qualche modo, nella corrente del nostro lignaggio, nella nostra linea ereditaria. Sentiamo che c’appartiene, ma non possiamo unirci a lui direttamente. Ciò non diviene possibile che quando acquisteremo un corpo eterico raccogliendo le forze eteriche del cosmo.

Il germe spirituale prepara il nostro corpo fisico nel corpo di nostra madre. Dal canto nostro, raccogliamo delle forze eteriche, per farne un corpo eterico, al quale ci uniamo quando il germe spirituale ha già soggiornato per un certo tempo, nel corpo materno.

Questo è il processo di ritorno alla vita terrestre. Nell’epoca in cui non abbiamo che le immagini delle entità spirituali, riprendiamo in custodia il nostro “bagaglio karmico”. Solo le forze lunari possono rendercelo. Ci riappropriamo di questo “bagaglio” sotto forma di tendenze affettive, quando c’integriamo nuovamente in un corpo eterico.

 

Durante questo riattraversamento della sfera lunare, sviluppiamo in noi il desiderio di adempiere sulla Terra al nostro Karma. Questa nostalgia ci seguirà nella nostra vita terrestre.

 

Questo è il doppio tragitto che l’uomo percorre, dalla morte alla nascita.

• Inizialmente, una ascesa nelle sfere spirituali fino ad una conoscenza chiara e autonoma,

• poi il crepuscolo e l’estinzione di questa coscienza, che diventa un semplice tessuto d’immagini.

 

L’uomo volge allora le sue forze volontarie alla realizzazione del suo Karma, ritorna sulla Terra, ricomincia a lavorarvi in un corpo fisico – affinché, avendo vissuto una serie d’esistenze terrestri, sia maturo per una nuova metamorfosi d’essere. Questi sono i processi, durante la fase evolutiva attuale sulla nostra Terra. Ma siamo attualmente in un periodo molto importante della storia terrestre! Lo comprenderemo meglio; quando avremo compreso tutto ciò che ci ha preceduto. Ma su questo punto qualcosa d’essenziale si prepara fin dalla nostra epoca.

 

Ho spesso attirato la vostra attenzione sul fatto che nella terza parte del secolo diciannovesimo,

dei cambiamenti sono intervenuti, a partire dal mondo spirituale, nello svolgimento dell’esistenza umana.

La porta della conoscenza sovrasensibile s’è, in qualche modo socchiusa

e se si compie da sé lo sforzo necessario, si può ora entrare, in piena coscienza, nel mondo spirituale,

ciò ch’era impossibile da numerosi secoli, perché l’umanità doveva acquisire la conoscenza della materia.

 

Questi cambiamenti sono sopravvenuti nel mondo spirituale da quando al posto delle entità conduttrici d’un tempo, una nuova entità è entrata in atto. La si chiama Michele, a causa della similitudine dei suoi attributi con le caratteristiche tradizionali dell’Arcangelo che porta questo nome. Si può dire che Michele ha assunto la signoria delle coorti spirituali e ch’egli è divenuto il Conduttore dell’umanità.

Quaggiù sulla Terra, Michele interviene nella vita animica e spirituale dell’umanità. La risultante è che parecchie persone, sempre più numerose, sono al presente convinte che l’uomo non sia solamente relegato all’ambito terrestre, ma ch’egli sia, per la sua anima e il suo spirito, in rapporto permanente con il mondo spirituale.

 

Così, l’accensione del pensiero umano alla conoscenza dello spirito

è uno degli aspetti della nuova sovranità di Michele.

L’altro aspetto, è che l’anima, i sentimenti dell’essere umano si sono trasformati

in tutti coloro che aspirano sinceramente alla conoscenza spirituale.

 

È certo che la luce di questa conoscenza si spanderà sempre di più, e che non resterà teorica: essa si propagherà nelle anime e vi farà nascere l’amore spirituale degli uomini gli uni per gli altri.

Quanto si è accumulato durante questi ultimi secoli non è che un sapere celebrale, che non raggia in tutto l’essere dell’uomo. Si può ugualmente parlare – a proposito, d’un tumore animico – d’un insieme che indurisce a poco a poco, perché esso non riceve nessun nutrimento dal resto dell’organismo.

Se diveniamo cerebralmente sempre più intelligenti, senza nutrire quest’intelligenza dei sentimenti sorti dal resto dell’organismo, allora noi cominciamo ad assomigliare a dei tumori animici! La testa, anch’essa, non può restare spiritualmente sana quando il resto dell’essere umano si rifiuta d’amare e di volere ciò che ama.

 

L’uomo comprende ciò che la potenza micaelita vuole realizzare in lui

quando si offre e si consacra all’opera di questa potenza.

Essendo allora rischiarato spiritualmente, si colma d’un amore universale.

Perché questo amore è il frutto della luce spirituale.

Allora, comprende sempre meglio la missione di Michele.

 

Il popolo ebraico dell’Antico Testamento ha già parlato di un regno di Michele: Michele era allora considerato come il rappresentante e il servitore di Jahvé. In quel tempo, Michele agiva nel seno stesso delle forze di Jahvé. Michele ha combattuto, con Jahvé, le potenze arimaniche.

Nel nostro tempo, Michele è destinato a diventare sempre di più l’ausiliario del Cristo.

Quando si dice: “La sovranità di Michele interviene come regolatrice dei destini umani”,

questo pronuncia nel medesimo tempo, che la sovranità del Cristo

deve affermarsi e propagarsi sempre di più sulla Terra.

 

Michele apporta, come precursore, la luce della conoscenza spirituale.

Il Cristo v’aggiunge il calore dell’amore umano universale.

In ragione di questi apporti, qualcosa cambia, non solamente per gli uomini terrestri incarnati,

ma ancora per quelli che si trovano tra la morte e una nuova nascita.

 

Da tempi immemorabili, l’uomo prepara prima di ciascuna nascita, come vi ho detto precedentemente, un germe spirituale del suo corpo fisico, ch’egli unirà al suo intero essere quando entrerà nell’esistenza terrestre. Ma dopo la sovranità del Cristo e di Michele l’uomo che s’incarna è obbligato a scegliere, a prendere una decisione. Perché la luce della conoscenza spirituale rischiara nello steso tempo il nostro mondo terrestre e l’ambito sovrasensibile. L’uomo apprende a scegliere il momento in cui, in virtù delle forze di Michele, egli riprende il suo Karma nel suo corpo eterico, e si dirige verso il suo corpo fisico. Se la conoscenza spirituale s’espanderà sempre più e se l’uomo sperimenterà in sé l’amore per gli altri esseri umani, allora una nuova possibilità si presenterà all’umanità futura. L’uomo potrà dirsi: “Ho preparato questo corpo, l’ho inviato, in germe, sulla Terra, e ho ripreso il mio Karma nel mio corpo eterico. Sono consapevole che ho nelle mie vite terrestri anteriori, gravemente nuociuto a questo o a quell’essere umano.”

In effetti, siamo, sulla Terra, continuamente esposti al rischio di nuocere agli altri, attraverso i nostri atti. Il criterio che porta questa pregiudiziale si chiarisce del tutto particolarmente quando siamo già nel nostro corpo eterico, senza avere ancora rivestito il nostro corpo fisico. È allora che agirà, in avvenire, la luce di Michele e l’amore del Cristo. Saremmo allora incitati ad un brusco cambiamento: cedere all’altro individuo umano, che abbiamo leso, il corpo fisico che avevamo preparato per noi stessi e rivestire il corpo che egli s’era preparato. Questo cambiamento importante s’annuncia appena nei nostri giorni, ma s’accentuerà in un prossimo avvenire.

 

È così che potremmo essere condotti ad incarnarci in un corpo che non è stato preparato per noi, ma per un’altra persona, che s’incarna essa stessa nel corpo preparato per noi stessi. Il Karma si compenserà allora molto più fortemente e in una maniera nuova. Scambieremo i nostri corpi fisici! Se non accadesse così, la Terra non potrebbe mai raggiungere il suo scopo cosmico: mai la sua umanità si conformerebbe in un tutto. È assolutamente necessario che la Terra divenga un tutto.

Bisogna che si preparino gli stadi evolutivi futuri, Giove e Venere, nei quali sarà impossibile che un individuo si avvantaggi a scapito di un altro. Nello stesso modo in cui una foglia o un petalo – questa non è che un’immagine – partecipano alla felicità e alla sofferenza di tutta una pianta, ugualmente, sulla Terra futura, nessun individuo vorrà ricevere un beneficio a scapito della comunità terrestre, dell’umanità. È per questo che dobbiamo apprendere a preparare un corpo fisico per il nostro simile e non per noi.

 

Usciamo da un periodo in cui questo non era possibile: il nostro corpo fisico era dotato di una continuità assoluta. Ma entriamo in un periodo inaugurato dall’ascensione di Michele alla sovranità, in cui potremo lavorare, nei mondi spirituali, alla preparazione del corpo fisico dei nostri simili. Grazie a questo scambio, preludiamo, nel corso delle nostre incarnazioni, ad un’era più lontana… La Terra stessa entrerà in uno stato planetario superiore. Quanto ho voluto spigarvi, a proposito è solo uno degli aspetti risultanti dalla signoria di Michele, e non esiste che in abbozzo.

Quest’esempio vi aiuterà forse a comprendere quella che ho chiamato talvolta la “Magia ideale”.

 

Quando quaggiù, lasciate agire in voi l’illuminazione che emana dalla Scienza spirituale, favorite la sovranità di Michele; detto altrimenti, le forze che preparano lo scambio di forze di cui vi ho parlato. Voi vi lavorate attraverso la saggezza umana e per amore umano. Quello che fate così è “reale”. E’ in questo senso, una “Magia ideale”, ciò che si chiamava un tempo “ Magia bianca”. L’umanità dovrà accedervi.

 

Quando si tratta di svolgere tali fatti spirituali, non bisogna spaventarsi e perdere coraggio.

L’uomo dovrà imparare a vivere con il mondo spirituale, come vive quaggiù con il mondo fisico. L’umanità dovrà ritrovare nel mondo spirituale la sua vera patria, come in tempi remoti, originari.

Così è necessario comprendere le parole del Cristo: – “Il mio regno non è di questo mondo!” E tuttavia, il Cristo è disceso sulla Terra. Voleva dire forse: – “Il mio regno è di questo mondo?” – No, non ha voluto dire questo. Perché egli desiderava fare, a poco a poco, della Terra un mondo che non germinasse nella natura, ma nello spirito. Il suo Regno non è quello che era prima del Mistero del Golgota, nè quella che s’è conservato in seguito, per qualche secolo oltre, in virtù d’una certa forza d’inerzia. Il suo regno è il trionfo dello spirito, sulla Terra. È condizionato dalla sovranità di Michele, liberamente ammessa e consentita dagli uomini, e grazie all’illuminazione spirituale accoppiata ad un veritiero amore cristico.