Le forze del karma (passato-futuro)

O.O. 207 – Cosmosofia I – 30.09.21


 

E’ possibile, mantenendo presenza di spirito al momento del risveglio e quando si passa attraverso il corpo eterico,

osservare l’intreccio dei pensieri che è di natura oggettiva. È quello che si percepisce a tutta prima.

 

Possiamo ben distinguerlo dai sogni e dai pensieri quotidiani, di natura soggettiva, poiché esso è congiunto con la crescita, con il divenire. Si tratta in effetti di una organizzazione vera e propria. Se però si afferra il movimento percepito come intreccio di pensieri, quando lo si scruta, quando lo si sente, lo si sfiora intimamente, lo si percepisce allora come forza di crescita, forza di sostentamento, come l’uomo in divenire. È qualcosa di estraneo a tutta prima, ma è un mondo di pensieri.

 

Potendolo esaminare con maggiore precisione, si rivela essere l’intreccio di pensieri attivo in noi. Lo cogliamo alla periferia del nostro corpo fìsico, prima di arrivare alla percezione sensibile. Se impariamo a comprenderlo con maggior esattezza, quando sperimentiamo la sua estraneità nei confronti del nostro pensiero soggettivo, lo riconosciamo come ciò che delle esperienze precedenti la nostra nascita, oppure il concepimento, abbiamo portato con noi in questa vita.

 

Percepiamo la realtà oggettiva dello spirito che tiene insieme tutto il nostro organismo.

Il pensiero della preesistenza acquista oggettività, diventa concezione oggettiva.

Con interiore comprensione possiamo dire di essere intessuti dal mondo dello spirito grazie a pensieri.

I pensieri soggettivi che aggiungiamo a quelli fanno parte della nostra libertà.

Quelli che ravvisiamo come oggettivi ci formano, costruiscono il nostro corpo grazie al loro intrecciarsi.

Costituiscono il nostro karma passato (vedi schema seguente),

che noi percepiamo prima di arrivare alle percezioni sensibili.

 

Quando ci addormentiamo, per chi è capace di conoscenza oggettiva questo momento racchiude qualcosa di simile alla volontà. Se ne diventiamo pienamente consapevoli, ci accorgiamo di dormire nel nostro organismo. Allo stesso modo dei sogni, gli impulsi volitivi penetrano nella nostra organizzazione.

Dormiamo nel nostro organismo e impariamo ad individuare questo sonno, che si esplica anzitutto nelle azioni consuete che compiamo nel mondo esterno tra il risveglio e il momento in cui ci addormentiamo.

Tuttavia non tutto il contenuto della vita di sentimento si manifesta nelle nostre azioni. Abbiamo una vita anche fra l’addormentarci e lo svegliarci.

 

Quel che al risveglio porteremmo nelle azioni diurne, viene in modo analogo trasferito da noi al sonno.

Portiamo nel puro mondo spirituale l’insieme degli impulsi volitivi

da cui siamo circondati tra il momento in cui ci addormentiamo e il risveglio.

Essi si trasmettono all’esistenza spirituale che conduciamo durante il sonno:

se impariamo ad osservarli attraverso la conoscenza immaginativa,

percepiamo in essi quanto dell’orientamento che vorremmo imprimere alle nostre azioni ci accompagna oltre la morte.

 

La volontà si sviluppa dunque tra il corpo astrale e l’io e si trasforma in azioni,

mentre giunge fino al punto del mondo esterno dal quale provengono le impressioni sensoriali.

Nel sonno tuttavia si trasferiscono in gran quantità le intenzioni all’agire, che non diventeranno azioni,

ma che rimarranno legate all’io  quando questo attraverso la morte passerà nel mondo spirituale.

 

Si può vedere che dall’altro lato sperimentiamo il nostro futuro karma (vedi schema seguente),

e lo sperimentiamo tra la volontà e l’azione che si riuniscono poi nella coscienza immaginativa:

il karma passato e quello futuro, ovvero tutto quello che in noi si muove, vive ed è tale

per cui continua il proprio movimento al di sotto della soglia oltre la quale

avvengono le azioni libere che compiamo tra nascita e morte.

 

Tra nascita e morte viviamo liberi.

Tuttavia al di sotto della regione della volontà libera, che si esplica solo tra nascita e morte,

si tesse la realtà vivente del karma, della quale percepiremmo effetti provenienti dal passato

se con l’io e il corpo astrale fossimo in grado di arrestarci nel corpo eterico

proprio nel momento prima di entrare nel corpo fìsico.

 

Dall’altro lato percepiamo il karma futuro

se possiamo fermarci nella regione tra il volere e l’agire,

se possiamo con l’esercizio conseguire autodisciplina sufficiente a sviluppare in noi

una sensibilità analoga a quella che, con l’aiuto del corpo, sviluppiamo nell’azione;

se possiamo spiritualmente attivarci nel sentimento, se cioè tratteniamo un’azione nell’io;

così possiamo nell’interiorità attivarci in un sentimento come direi che lo facciamo aiutandoci con il corpo.

 

Immaginiamo per bene tutto ciò: è possibile entusiasmarsi,

essere intimamente conquistati da ciò che nasce dal sentimento come lo siamo dall’impulso che ci spinge all’azione.

Occorre però trattenerlo: allora risplende nell’immaginazione in qualità di karma futuro.

 

Quello che ho descritto è naturalmente sempre presente nell’uomo.

• Ogni mattina al risveglio attraversiamo la regione del karma passato;

• ogni sera quando ci addormentiamo la regione del karma futuro.

 

Con una certa attenzione, con presenza di spirito, anche senza un addestramento particolare,

riusciamo ad afferrare il passato nella sua oggettività, anche se però non in tutta chiarezza, come ho spiegato.

Tuttavia è possibile percepirlo, è lì.

Ed è lì anche tutto il bene e il male che portiamo in noi, nei nostri impulsi morali.

 

Attraverso ciò impariamo a conoscerci meglio di quando, al momento del risveglio,

ci accorgiamo dell’intreccio di pensieri che ci forma.

La percezione di quanto si colloca tra la volontà e l’azione, che è possibile trattenere, è però tale da incutere timore.

Qui si impara a conoscere il grado di evoluzione raggiunto in questa vita,

l’intima essenza che portiamo oltre la morte come karma futuro.

 

Oggi ho voluto mostrare come si possa parlare di queste cose recependone la vita,

come l’antroposofia non si esaurisca in schemi, ma riesca a descrivere gli eventi con vivezza.

 

Domani proseguirò in questa riflessione,

passando a una comprensione ancora più profonda dell’essenza umana, sulla base di quanto ho esposto oggi.