Le forze del sole e della luna agiscono sull’uomo

O.O. 106 – Miti e misteri dell’Egitto – 08.09.1908


 

Sommario: Le forze del sole e della luna agiscono sull’uomo. Il mito di Osiride. La luce solare e i 14 fasci di nervi. L’azione di Osiride e di Iside nelle fasi lunari. Gli altri 14 fasci di nervi. La differenziazione fra maschio e femmina. Formazione di polmoni, laringe e cuore per l’azione di Oro.

 

Ripensando alle considerazioni fatte negli ultimi giorni, riguardo all’evoluzione della terra e, in senso più ampio, del nostro sistema solare in connessione con l’uomo, forse qualcuno si sarà urtato in una strana apparente contraddizione con certe idee che ci sono familiari, e si sarà detto: ieri abbiamo sentito che le forze peggiori dell’evoluzione sono legate alla luna, e che solo con l’uscita della luna dalla terra questa potè liberarsi da quelle forze malvagie e formarsi le condizioni per le quali l’uomo potesse procedere nella sua evoluzione. Ma dove se ne va tutto il lato romantico della luna, tutta la poesia, pure sorta da sentimenti veraci, sul fascino magico che la luna esercita sull’uomo?

 

La contraddizione è solo apparente, e si dilegua se non consideriamo i fatti solo unilateralmente, ma abbracciamo con l’anima tutto il complesso. Se oggi esaminassimo la luna nella sua massa fisica, essa ci apparirebbe inadatta ad albergare una vita quale adesso esiste sulla terra. Al tempo stesso dobbiamo pur dire che anche tutto l’eterico congiunto con la luna e con le sue sostanze fisiche è in gran parte di natura realmente decadente, scadentissima in confronto con l’eterico che vive nella nostra corporeità. Se poi osservassimo con la chiaroveggenza l’astralità esistente nei singoli esseri lunari (dei quali si può senz’altro parlare come di realtà) potremmo persuaderci che in essi vivono sentimenti molto più malvagi e più bassi di quanto di peggiore può trovarsi a questo riguardo sulla nostra terra. È dunque lecito parlare di esseri e di elementi lunari che per l’aspetto astrale, eterico e fisico dovettero venir espulsi affinché la nostra terra potesse seguire la propria via, libera da influssi dannosi.

 

Ora però dobbiamo renderci conto di un altro fatto: non dobbiamo mai fermarci alla constatazione che qualcosa è cattivo, è male, poiché tutto ciò che nell’evoluzione è basso, maligno, soggiace a una fatto molto importante.

Fin dove è possibile, tutto ciò che è disceso in sfere inferiori, deve venir rialzato, purificato da altri esseri più perfetti, sì da poter essere di nuovo adoperato nell’insieme dell’universo.

Se in un punto qualsiasi del mondo troviamo entità particolarmente basse, possiamo esser sicuri che ad esse sono congiunte altre entità superiori che possiedono una forza tanto grande da operare il bene e il bello da essere capaci persino di condurre al bene anche le forze peggiori.

Perciò è vero che tutte le forze inferiori sono unite con l’esistenza della luna, ma d’altro canto sono unite con essa anche entità elevatissime. Ad esempio sappiamo già che sulla luna dimora l’alta entità spirituale di Jahvé. Un’entità così sublime, dotata di tanta forza e magnificenza, ha sotto di sé vaste schiere di esseri aiutatori.

Dobbiamo dunque pensare che mentre le forze inferiori sono uscite dalla terra con la luna, gli esseri che sono in grado di mutare il male in bene, il brutto in bello, sono pure rimasti congiunti con la luna. Non avrebbero potuto mutare il brutto se l’avessero lasciato nella terra; perciò dovettero estrarlo.

 

Ma perché mai devono esistere il brutto e il cattivo?

Perché senza gli influssi del male, l’uomo non sarebbe mai potuto diventare un essere in sé completo e conchiuso.

Ricordiamoci della conferenza precedente.

Abbiamo veduto come la natura inferiore umana avesse radice nell’acqua, come vivesse immersa per metà nell’oscura terra acquea. Non esisteva allora né scheletro, né una forma umana solida. Vi era una forma umana vegetale, simile a un fiore, in via di continua metamorfosi. Tale l’uomo sarebbe rimasto, senza l’azione delle forze che si separarono con la luna.

Se la terra fosse rimasta esposta soltanto agli influssi del sole, la mobilità dell’essere umano si sarebbe evoluta con una rapidità che l’uomo non avrebbe potuto sopportare, sicché egli non avrebbe mai potuto raggiungere la sua forma attuale. Se invece avessero agito solo le forze della luna, l’uomo si sarebbe subito irrigidito; la sua figura si sarebbe consolidata nel momento stesso della nascita, sarebbe diventato una mummia e rimasto tale per sempre. Oggi l’uomo si sviluppa tra questi due estremi; tra una mobilità illimitata e l’irrigidimento nella forma.

 

La luna fisica è divenuta scoria, perché in essa sono contenute le forze formatrici;

solo gli alti e possenti esseri congiunti con la luna possono agire in quelle forme.

Così sulla terra agiscono due forze: le forze solari e le forze lunari;

• le prime stimolanti, • le seconde mummificanti.

 

Immaginando che un essere gigantesco trascinasse via il sole, in quel momento stesso noi tutti ci irrigidiremmo come mummie, al punto da non poter mai più perdere quella forma. Se invece immaginiamo un gigante che porti via la luna, tutti i bei gesti misurati e armoniosi che siamo ora in grado di fare, diverrebbero disordinati. Saremmo troppo mobili nella nostra interiorità; vedremmo le nostre mani allungarsi a dismisura e poi di nuovo rattrappirsi; la forza metamorfosatrice si accrescerebbe in modo inaudito. Ora invece l’uomo è situato tra queste due forze.

Il cosmo però è ordinato secondo un’immensa saggezza, non solo riguardo alle forme e alle sostanze, ma anche ai reciproci rapporti tra le cose. Per evocare davanti alla nostra anima l’infinita sapienza che tutto pervade, considereremo ora un rapporto che si collega alla figura di Osiride.

Nella figura di Osiride l’egizio vedeva gli influssi dell’astro solare sulla nostra terra al tempo in cui le fluttuavano intorno ancora nebbie e vapori, e l’aria non esisteva ancora; egli sapeva che quando nell’uomo era cominciata la respirazione dell’aria, l’entità unitaria Osiride-Set si era scissa.

Set o Tifone fa sì che in noi penetri il soffio dell’aria.

Tifone, il soffio del vento, si era separato dalla luce del sole, e Osiride agisce soltanto come luce solare. È però anche il momento in cui nell’essere umano fecero il loro ingresso la nascita e la morte.

 

Ciò che un tempo era stato un mutamento di forma, come l’indossare e togliersi un vestito, si era a fondo trasformato. Al tempo in cui le azioni emananti dal sole non avevano ancora lasciato la terra, se l’uomo avesse potuto sentire gli effetti che promanavano da quegli altissimi esseri che più tardi uscirono col sole, avrebbe innalzato con gratitudine gli sguardi ad essi. Quando però il sole si separò dalla terra, e la nebbia in cui risiedeva la natura umana superiore andò diradandosi, l’uomo, che sempre meno poteva percepire l’influsso diretto del sole, acquistò la coscienza delle forze della sua natura inferiore, e afferrò là il suo io. Diveniva cosciente di sé quando s’immergeva nella sua natura inferiore.

Ma perché l’essere che conosciamo come Osiride fu ottenebrato?

Con l’uscita del sole, la luce cessò di agire, ma Jahvé restò sulla terra finché non ne uscì la luna. Osiride era lo spirito che portava in sé la forza della luce solare, e quando più tardi la luna si separò dalla terra, egli andò con la luna ed ebbe la missione di dirigere dalla luna sulla la terra la luce solare.

 

Abbiamo dunque visto in un primo tempo separarsi il sole, mentre Jahvé con i suoi e con Osiride resta sulla terra. L’uomo impara a respirare.

Poi però si stacca la luna, Osiride l’accompagna e riceve il compito di riflettere dalla luna sulla terra la luce del sole. Osiride viene rinchiuso in una cassa, vale a dire si ritira con la luna.

Prima l’uomo riceveva l’azione di Osiride dal sole; ora ha l’impressione che quel che prima gli veniva dal sole, gli affluisca adesso dalla luna. Quando la luce della luna irradiava sull’uomo, questi esclamava: «Osiride, sei tu che dalla luna irradi su di me la luce del sole, essenza del tuo essere!».

La luce del sole viene però riflessa ogni giorno in un’altra forma. La prima forma si ha quando la luna appare in cielo come una falce sottile; quando poi il secondo giorno essa è cresciuta, si ha la seconda forma, e così per quattordici giorni abbiamo quattordici differenti figure, fino al plenilunio.

Per quattordici giorni Osiride si rivolge alla terra nelle quattordici forme diverse che ci presenta il disco lunare.

Hanno una profonda importanza queste quattordici figure, queste fasi di crescita della luna, cioè di Osiride, assunte per rimandarci la luce del sole. Nel cosmo, esse sono unite all’aver l’uomo imparato a respirare. Solo quando nel cielo questo fenomeno si fu svolto appieno, l’uomo potè respirare e così unirsi col mondo fisico; potè nascere allora il primo germe dell’io nell’entità umana.

 

La conoscenza egizia sentiva tutto quanto abbiamo esposto sin qui, e lo narrava così:

• un tempo Osiride regnava sulla terra, più tardi sorse Tifone, il vento; era il tempo in cui le acque discendono sino a che l’aria si forma, e l’uomo la respira. Tifone vince la coscienza di Osiride e lo uccide, lo mette in una cassa e lo getta in mare.

Come si potrebbe esprimere l’evento cosmico con un’immagine più densa di significato? Prima regna il dio solare Osiride, poi viene inviato nella luna. La luna è la cassa che viene spinta nel mare dello spazio cosmico; ora Osiride è nello spazio cosmico.

Ricordiamo però anche che la leggenda dice che quando Osiride viene ritrovato, quando affiora nello spazio cosmico, appare in quattordici forme. La saga racconta che egli è stato tagliato in quattordici pezzi e sepolto in quattordici tombe. Si ha nella leggenda un mirabile accenno al processo cosmico: le quattordici forme della luna, le quattordici fasi lunari, sono i quattordici frammenti di Osiride dilaniato L’Osiride intero è tutto il disco lunare.

 

Tutto ciò appare a prima vista come se fosse soltanto un simbolo, ma vediamo già che ha una reale importanza; arriviamo a eventi senza i quali i misteri del cosmo non potrebbero mai apparirci chiari.

Se non si fosse stabilita la costellazione citata tra sole, luna e terra, se la luna non fosse apparsa nei suoi quattordici differenti aspetti, altri fatti non sarebbero intervenuti, poiché ognuno di quei quattordici aspetti ebbe un influsso tutto speciale, immenso, sull’uomo e la sua evoluzione sulla terra.

Devo qui indicare qualcosa di assai singolare, comunque vero. Prima, quando tutto ciò non era ancora avvenuto, quando Osiride non era ancora uscito dalla terra, l’uomo nella sua figura di luce non possedeva nemmeno in germe qualcosa che oggi è di somma importanza. Sappiamo che il midollo spinale è importantissimo; da esso si dipartono i nervi che non esistevano nemmeno in germe, prima che la luna si separasse.

Le quattordici fasi della luna, nel loro ordine di successione, furono il presupposto per cui si formassero lungo la colonna vertebrale quattordici fasci di nervi.

Le forze cosmiche agirono così che quei fasci i nervi corrispondessero alle quattordici fasi o aspetti della luna. Questo fu l’effetto dell’azione di Osiride.

Il ciclo lunare corrisponde però anche a dell’altro.

Le quattordici fasi ricordate sono solo la metà del ciclo totale. La luna ha quattordici fasi dalla luna nuova alla luna piena, ed altre quattordici da questa alla luna nuova. Durante i quattordici giorni che portano alla luna nuova, non si ha l’influenza di Osiride; allora la Luna viene illuminata dal sole in modo che essa rivolga a poco a poco alla terra la sua faccia oscura.

Anche queste quattordici fasi dalla luna piena alla luna nuova hanno il loro effetto, e gli Egizi ne prendevano coscienza per mezzo di Iside. Queste quattordici fasi venivano governate da Iside; grazie all’azione di Iside, si dipartono dal midollo spinale altri quattordici fasci di nervi. Si hanno dunque in tutto ventotto fasci di nervi corrispondenti alle diverse fasi della luna.

 

Vediamo così negli eventi cosmici l’origine di ben determinate parti dell’organismo umano. Si potrà obiettare: ma come mai si parla qui solo di ventotto fasci di nervi?

Essi sarebbero davvero solo ventotto se l’anno lunare coincidesse con l’anno solare; ma essendo questo più lungo, la differenza tra i due provocò la formazione dei fasci di nervi supplementari. Così dalla luna furono inseriti nell’organismo dell’uomo l’influsso di Iside e l’influsso di Osiride. A ciò si ricollega però ancora dell’altro.

 

Fino al momento in cui la luna cominciò ad agire da fuori, non esistevano ancora i due sessi. Vi era solo un essere umano, maschile e femminile a un tempo. I due sessi cominciarono a separarsi grazie all’azione alternata di Iside con quella di Osiride dalla luna, e l’essere umano divenne maschile e femminile a seconda che sull’organismo agissero in prevalenza i nervi di Osiride o i nervi di Iside.

Un organismo in cui domina in prevalenza l’influsso di Iside, diventa maschile, e un corpo in cui agisce soprattutto l’influsso di Osiride diventa femminile. Naturalmente, tanto le forze di Iside quanto quelle di Osiride agiscono in ogni individuo, sia uomo sia donna, ma così che nell’uomo il corpo eterico è femminile e nella donna maschile. Si ha qui un’idea de nesso meraviglioso che armonizza il singolo essere con le posizioni degli astri nel cosmo.

 

Abbiamo così trovato come non solo le forze dei corpi celesti, ma anche le loro reciproche posizioni, esercitino un influsso sull’essere umano. Sotto l’influsso dei ventotto fasci di nervi che partono dal midollo spinale si è formato tutto ciò che riguarda l’organismo maschile e femminile.

Vogliamo ora accennare a qualcosa che ci illuminerà a fondo sui rapporti del cosmo con l’evoluzione dell’uomo. Queste forze danno all’uomo la sua forma, ma egli non si indurisce in essa; viene creato un rapporto di equilibrio tra l’influsso del sole e quello della luna; dobbiamo tener presente che in quanto diremo non abbiamo a che fare con un semplice simbolismo, ma con fatti reali.

 

• Che cos’è l’Osiride originario, l’Osiride non ancora frantumato?

• che cos’è l’Osiride fatto a pezzi?

Ciò che prima era nell’uomo un’unità è ora suddiviso nei ventotto nervi; come abbiamo visto è frantumato in noi stessi, ma senza tale suddivisione non sarebbe mai sorta la forma umana.

Che cosa si formò a tutta prima sotto l’influsso di sole e luna?

L’agire congiunto di tutti i fasci di nervi non provocò soltanto la differenziazione esteriore dei sessi, ma anche nell’interiorità si produsse qualcosa per influsso dei principi maschile e femminile.

• Per l’azione interiore di Iside si produssero i polmoni; essi regolano gli influssi di Tifone o Set.

• Ciò che agisce maschilmente sull’uomo, da parte di Osiride, stimolando l’azione femminile, rende produttivi i polmoni per mezzo del respiro.

• Gli impulsi che partono dal sole e dalla luna, regolano la duplice azione del principio maschile e di quello femminile:

• in ogni essere femminile un principio maschile: la laringe;

• in ogni essere maschile, un principio femminile: i polmoni.

 

Per quanto riguarda la sua natura superiore, in ogni essere umano agiscono internamente Iside e Osiride. Così ogni essere umano partecipa dei due sessi, poiché ognuno ha polmoni e laringe, e ognuno — uomo o donna che sia — ha gli stessi nervi.

Così, dopo essersi strappati alla natura inferiore, Iside e Osiride generano un figlio, il creatore dell’uomo terrestre futuro. Insieme hanno generato Oro, il fanciullo custodito e allevato da Iside: il cuore umano, protetto dalle ali dei polmoni della madre Iside.

 

Nella concezione egizia abbiamo qualcosa che ci mostra come in quelle antiche scuole di misteri si considerasse quella che era divenuta natura superiore maschile-femminile dell’essere umano; era ciò che l’indiano conosceva come Brahma.

Già al discepolo indiano veniva mostrato nell’uomo primordiale ciò che più tardi sarebbe apparso in quella figura superiore. Gli veniva mostrato Oro, il figlio, e gli si diceva: tutto ciò è nato dal suono primordiale, dal Vha, il suono uno che si differenzia in molti suoni.

Quel che il discepolo indiano sperimentava ci è rimasto conservato in un passo singolare del Rigveda che dice: «Vengono all’uomo i sette da sotto, gli otto da sopra, i nove da dietro, i dieci dai fondamenti della cupola rocciosa, e i dieci dall’interno, mentre la madre si cura di nutrire il figlio».

 

È invero un passo singolare. Rappresentiamoci bene l’Iside che ho descritto come polmone, e l’Osiride che ho detto essere l’apparato respiratorio, e pensiamo come la voce umana si differenzi in suoni gutturali e polmonari nelle diverse lettere.

Le lettere vengono da diverse parti: sette vengono da sotto, dalla gola, e così via.

L’azione misteriosa di tutto il nostro apparato respiratorio è riassunta in quel detto.

Là dove il suono si forma e si differenzia, è la madre, in senso superiore,

il polmone che cura e protegge il fanciullo, cioè il cuore umano

formato da tante diverse influenze, donde vengono gli impulsi che animano la voce.

In tal modo si rivelava all’iniziando il lavorio misterioso nell’interno del cosmo e il suo svolgimento nel corso del tempo. Vedremo come in tutto ciò siano poi venuti a intessersi anche gli altri organi umani. Nella dottrina segreta egizia abbiamo così un capitolo dell’anatomia occulta quale veniva insegnata nelle scuole esoteriche dell’Egitto nella misura in cui si conoscevano allora i rapporti tra forze cosmiche, esseri cosmici e corpo fisico umano.