Le Guide dell’umanità

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 25.06.1909


 

Una discesa dagli Dèi,

e un volgersi di nuovo verso i medesimi per poterli gradatamente raggiungere, e riunirsi a loro:

questa è la via che l’uomo deve percorrere attraverso l’esistenza terrestre.

 

• Ma perché l’uomo potesse percorrere questa evoluzione,

era necessario che sempre alcune singole individualità umane

si evolvessero più rapidamente delle altre, che precedessero le altre, per divenire i loro maestri e le loro guide.

• Queste guide e questi maestri vivono quindi in mezzo al resto dell’umanità

e ritrovano prima degli altri, la via del ritorno verso gli Dei.

 

• Possiamo dunque pensare che in una certa epoca

gli uomini abbiano raggiunto una determinata maturità nella loro evoluzione;

allora forse intuiscono soltanto la via del ritorno verso gli Dei, ma la mèta è ancora lontana.

 

• Esiste una scintilla della divinità nell’uomo, ma nelle singole guide ne esiste di più.

• Esse stanno più vicine alla divinità che l’uomo deve di nuovo raggiungere.

• E chi ha l’occhio aperto per lo spirito vede ciò che vive nelle guide dell’umanità

come la parte più essenziale e più importante di esse.

 

Supponiamo che una grande guida dell’umanità si trovi davanti a un altro uomo il quale, sebbene non alla pari con lui, sia nondimeno superiore alla media dell’umanità. Supponiamo che quest’uomo abbia un vivente sentimento del fatto che l’altro è una grande guida e che in esso esiste già in alto grado la spiritualità che il resto dell’umanità deve acquistare. Un uomo siffatto come descriverebbe quella guida?

 

Egli direbbe press’a poco che davanti a lui sta un uomo, un uomo nel corpo fisico come gli altri. Ma il suo corpo fisico è la parte meno significativa di lui, non è ciò che in lui va considerato. Ma se volge lo sguardo spirituale verso quella guida, un essere spirituale possente, un essere divino spirituale appare unito ad essa.

 

E questo fatto è di tale importanza, da dirigere tutta la sua attenzione su quell’essere divino-spirituale e da non curarsi di ciò che in essa appare fisicamente come in qualsiasi altro uomo.

In tal modo, nella guida dell’umanità, si rivela al veggente spirituale qualcosa la cui essenza trascende tutto il resto dell’umanità; egli la dovrà descrivere in modo del tutto diverso perché descrive ciò che scorge con l’occhio spirituale.

 

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Noi sappiamo che l’umanità, per quanto riguarda la sua coscienza, è passata attraverso varie metamorfosi. Tutti gli uomini possedevano un tempo una chiaroveggenza ottusa e crepuscolare. Ancora ai tempi in cui visse il Cristo la chiaroveggenza era sviluppata fino a un dato grado; e lo era stata anche di più nei secoli precedenti, sebbene non fosse che un’ombra della chiaroveggenza del periodo atlantico e del primo periodo postatlantico.

 

La coscienza chiaroveggente degli uomini è andata sparendo gradatamente.

Vi furono però sempre dei singoli uomini che ancora la possedevano;

ancor oggi esistono persone che sono « veggenti naturali », che hanno un’ottusa chiaroveggenza,

e possono perciò distinguere l’essere spirituale dell’uomo.

 

Prendiamo l’epoca in cui il Buddha è apparso per l’antico popolo indiano.

A quell’epoca non era ancora come oggi. Oggi la comparsa di un Buddha, specialmente se avvenisse in Europa, non verrebbe rispettata in modo speciale. Ma al tempo di Buddha ciò era ben diverso, perché allora vi era ancora un gran numero di persone in grado di vedere quello che realmente succedeva: che cioè la nascita del Buddha era ben diversa da qualsiasi altra nascita.

 

Nei testi orientali, e proprio in quelli che trattano questo argomento con profonda comprensione, la nascita del Buddha viene descritta, si potrebbe dire, « in grande stile ». Ivi si narra che la regina Maya era « l’immagine della grande madre » e che le era stato predetto che avrebbe generato un essere possente.

 

Quando egli nacque, fu un parto prematuro. Questo è spesso uno dei mezzi con cui un essere importante viene inviato nel mondo : vi arriva cioè con un parto prematuro, perché allora l’essere umano, nel quale l’essere spirituale superiore deve incarnarsi, non è così radicalmente unito alla materia, come quando è arrivato a completa maturazione.

 

Viene inoltre narrato, negli importanti testi orientali, che nell’istante medesimo in cui nacque, il Buddha era illuminato e che aprì subito gli occhi volgendoli verso i quattro punti cardinali del mondo : il nord, il sud, l’oriente e l’occidente. Viene detto inoltre che egli fece subito sette passi, e che le tracce di quei sette passi sono rimaste impresse nel terreno da lui calcato. Ci viene anche detto che egli parlò subito, e che le parole dette furono : « Questa è la vita nella quale passerò da Bodhisattva a Buddha, l’ultima delle incarnazioni che devo passare sulla terra!»

 

Per quanto strana questa comunicazione possa sembrare all’uomo odierno dal pensiero materialistico, e sebbene non vada interpretata senz’altro in modo materialistico, altrettanto essa è vera per chi può guardare le cose con gli occhi dello spirito. Appunto allora vi era ancora gente che per chiaroveggenza naturale poteva vedere spiritualmente ciò che era nato col Buddha.

 

Sono strane le parole sul Buddha che ora ho riportato dai testi orientali. Oggi sono considerate come miti e leggende. Ma chi comprende queste cose, sa che in esse si cela qualcosa che di fronte al mondo spirituale corrisponde a verità.

 

Avvenimenti come quelli della nascita del Buddha non hanno significato soltanto nel circolo ristretto della personalità che nasce, ma hanno un significato per il mondo, irradiano per così dire delle forze spirituali. E coloro che vivevano ancora in tempi in cui il mondo era più ricettivo per le forze spirituali, videro che realmente alla nascita del Buddha vennero irradiate delle forze spirituali.

Sarebbe molto facile dire : « Perché ciò non avviene oggi? »

 

Vi sono anche oggi simili fatti, ma occorre un veggente per vederli, perché non basta che vi sia chi irradia le forze, ma anche la presenza di un altro che le accoglie. Nei tempi in cui gli uomini erano più spirituali, essi erano anche più ricettivi per queste irradiazioni.

 

Una profonda verità si nasconde perciò a sua volta quando ci viene detto che alla nascita del Buddha agirono delle forze risanatrici e conciliatrici. Non è semplicemente una leggenda, ma si nasconde una profonda verità in ciò che vien detto, e cioè che alla nascita del Buddha, coloro che prima si odiavano si riunirono con amore, coloro che litigavano si incontrarono con parole affettuose, e così via.

 

Se lo sguardo del veggente spazia sull’intera evoluzione dell’umanità, questa non gli appare come la vede lo storico, e cioè come una strada piana dalla quale emergono soltanto alcune personalità storiche.

 

Gli uomini non vogliono ammettere, non sopportano che vi siano anche delle alture e delle montagne. Ma chi considera il mondo con l’occhio spirituale, sa che vi sono alture importanti, possenti montagne che si ergono maestose al di sopra della via del resto dell’umanità. Sono appunto le guide dell’umanità.

 

In che cosa consiste questa direzione dell’umanità? Essa deve condurre l’uomo a superare a poco a poco i gradini che lo conducono alla vita nel mondo spirituale.