Le manifestazioni che precedono lo stato di calore di Saturno

O.O. 13 – La scienza occulta nelle sue linee generali – (IV)


 

Le manifestazioni che precedono lo stato di calore di Saturno possono essere percepite soltanto da un chiaroveggente.

 

Tre di questi possono essere indicati:

il puro calore animico che non è percettibile esteriormente,

la pura luce spirituale che esteriormente è tenebra,

• e infine l’essenza spirituale in sé completa che non ha bisogno di nessun essere esteriore per diventare cosciente di sé.

 

• Il puro calore interiore accompagna la comparsa degli « spiriti del movimento »;

• la pura luce spirituale  quella degli « spiriti della saggezza »;

• la pura essenza interiore è legata alla prima emanazione degli « spiriti della volontà ».

 

Con l’apparire del calore di Saturno la nostra evoluzione esce così per la prima volta dalla vita interiore, dalla spiritualità pura, per entrare in un’esistenza che si manifesta esteriormente.

Naturalmente è molto difficile per la coscienza odierna di rendersi conto di tutto ciò, tanto più se si aggiunge inoltre che con lo stato di calore saturnio è apparso per la prima volta quello che si chiama il « tempo ».

Vale a dire che le condizioni antecedenti nulla avevano a che fare col tempo; esse appartengono a quella regione che nella scienza dello spirito si può chiamare della « durata ». Tutto quello perciò che vien detto in questo libro riguardo alle condizioni esistenti nella « regione della durata » deve essere interpretato in modo che le espressioni che si riferiscono a condizioni di tempo s’intendano come adoperate soltanto a mo’ di paragone, per meglio chiarire il pensiero.

 

Il linguaggio umano può esprimere ciò che in certo qual modo è anteriore al « tempo » soltanto con termini che implicano l’idea del tempo.

Occorre anche rendersi conto che, sebbene la prima, la seconda e la terza condizione di Saturno non si siano affatto svolte l’una dopo l’altra nell’attuale senso della parola, non possiamo però fare altrimenti che descriverle successivamente. Invero, malgrado la loro « durata » o contemporaneità, esse sono così dipendenti l’una dall’altra, che tale dipendenza può essere paragonata a un succedersi nel tempo.

 

Queste indicazioni sulle prime condizioni dell’evoluzione di Saturno gettano luce anche sopra ogni ulteriore quesito intorno all’origine di tali condizioni. Da un punto di vista del tutto intellettuale è naturalmente possibile, quando si ricerca l’origine di qualche cosa, di voler risalire anche alla « origine di quell’origine ». Ma nel campo dei fatti ciò non è possibile. Un paragone ci aiuterà a meglio comprendere.

Se si trovano dei solchi su di una via, potremo domandare: « Da che provengono? » e avere la risposta che provengono da una carrozza. Si potrà domandare ancora: « Da dove veniva la carrozza? dove andava? ». Una risposta fondata sui fatti sarà ancora possibile. Si potrà ancora chiedere: « Chi occupava la carrozza? Quali erano le intenzioni della persona che l’occupava? ». All’ultimo però giungeremo a un punto in cui l’inchiesta basata sui fatti arriverà a una fine naturale.

 

Chi volesse ancora insistere con altre domande finirebbe per allontanarsi dal quesito originario, continuerebbe l’inchiesta, per così dire, macchinalmente. In casi simili a quello citato come esempio è facile scorgere il punto, dove i fatti richiedono l’arresto dell’indagine. Ma ciò non è altrettanto facile, quando ci si trova di fronte ai grandi problemi universali.

Un esame accurato ci mostrerà che ogni domanda sulle origini deve arrestarsi alle condizioni saturnie sopra descritte, perché abbiamo raggiunto un campo in cui esseri ed eventi trovano la loro giustificazione in sé stessi, e non possono essere giustificati per mezzo di ciò da cui derivano.