Le potenze creatrici si servono delle potenze arimaniche e luciferiche

O.O. 183 – Il divenire dell’uomo – 2.09.19


 

Possiamo suddividere l’uomo in tre parti:

• l’uomo del capo,    • l’uomo del tronco    • e l’uomo delle estremità,

del quale ultimo fa parte, appartenendogli tutto quanto rientra nelle estremità, anche tutta la componente sessuale.

 

Se suddividiamo l’uomo a questo modo e applichiamo adesso quello che già sappiamo, che cioè la conformazione della testa, la sua forma, rinvia a forze della passata incarnazione, che l’uomo delle estremità rinvia alla futura incarnazione e che solo l’uomo del tronco appartiene propriamente al presente, non troverete più tanto incomprensibile, dopo quello che ho spiegato oggi, che io vi dica che, in quanto l’uomo ha un suo capo, questo capo riporta all’incarnazione precedente, riporta al passato.

 

Nel capo agiscono forze del passato, forze arimaniche, e quel che in generale vale per le forze arimaniche vale in particolare per il capo umano. Tutto ciò che, nell’uomo, è conformazione specifica del capo non appartiene propriamente al presente, ma nel capo agiscono invece le forze dell’incarnazione precedente; e le potenze creatrici si servono delle potenze arimaniche per formare il nostro capo, per dare al nostro capo la sua specifica conformazione.

 

Se le potenze creatrici non si servissero degli spiriti arimanici per formare il nostro capo, noi tutti — scusate, ma è così — avremmo bensì un capo molto più tenero, ma avremmo anche un capo di animale: a un carattere taurino corrisponderebbe un capo di toro, a un carattere da agnello corrisponderebbe un capo di agnello e così via.

 

Dobbiamo all’influsso delle potenze arimaniche, delle quali le forze creatrici si sono servite per formarci, se questo capo di animale che altrimenti reggeremmo non ci sovrasta davvero, come si vede in molte figure disegnate dagli egizi; se non andiamo attorno come queste figure egizie, che sono certamente motivate, poiché anche nei misteri egizi si insegnavano, benché da un punto di vista atavico, le stesse cose che si possono nuovamente insegnare ai nostri giorni; se non andiamo attorno nemmeno come si vede per esempio nelle immagini dei rosacroce, dove ogni donna è raffigurata con una testa leonina e ogni uomo con una testa taurina.

 

Tale infatti è la raffigurazione rosicruciana dell’uomo. I rosacroce hanno individuato degli animali comuni e hanno imposto quindi alle donne la testa del leone, che è quello più simile alle donne, a all’uomo la testa taurina, la testa del toro, che è quello a lui più simile. Nelle figure dei rosacroce voi vedete perciò giustapposti donna e uomo: la donna con la bellissima testa leonina, l’uomo con una testa taurina. Ma questo è perfettamente giusto.

 

Il fatto che possa compiersi la metamorfosi – per dirla in termini goethiani -,

il fatto che il nostro capo, la cui forma tende all’animalità,

venga formato in modo da riuscire un capo umano, è dovuto all’influsso delle potenze arimaniche.

Se per formare il nostro capo osseo le divinità non si servissero di Arimane,

ce ne andremmo attorno con un capo di animale.

 

Ma le potenze divine si servono anche degli spiriti luciferici. Se non si servissero degli spiriti luciferici, il nostro uomo delle estremità non potrebbe a sua volta trasformarsi dall’incarnazione attuale alla prossima. Per questo sono necessarie le entità luciferiche.

 

Di nuovo, dobbiamo alle entità luciferiche se, quando moriamo, la forma che l’uomo delle estremità ancora conserva viene a poco a poco tramutata in un’altra forma, quella che avrà nella prossima incarnazione. A metà del cammino fra la morte e una nuova nascita deve poi intervenire Arimane, per assumersi l’altro compito: quello di dare correlativamente forma al capo.

 

Così come andremmo attorno con un capo di animale, se non fossimo debitori ad Arimane del fatto di ottenere una testa umana, allo stesso modo la nostra natura delle estremità non si potrebbe metamorfosare nella forma umana di lì alla successiva incarnazione, ma trapasserebbe nella forma demonica.

 

La nostra testa infatti, quella che abbiamo adesso, con la morte la perdiamo in ogni modo, non soltanto come materia che si riunisce alla Terra, ma anche come forma; la testa che avremo nella prossima incarnazione sarà divenuta tale a partire dall’uomo delle estremità. Ma diverrebbe un essere demonico se, alle potenze luciferiche che sono collegate con noi, non fossimo debitori della possibilità che abbia luogo la trasformazione per cui dal demone, che sarebbe una forma puramente spirituale-animica, si passa alla figura umana della successiva incarnazione.

 

Così, a quello che è il nostro divenire uomini devono cooperare potenze arimaniche e potenze luciferiche, né si può capire l’uomo senza chiamare in aiuto Arimane e Lucifero. All’umanità non può essere risparmiato, in vista del futuro, di comprendere realmente l’attività di Arimane e di Lucifero. La Bibbia dice a buon diritto che la divinità di cui si parla all’inizio della Bibbia stessa infuse nell’uomo il soffio vitale. Ma il soffio vitale agisce nell’uomo del tronco.

 

Quando perciò abbiamo a che fare con le entità divine che agiscono in modo normale, abbiamo a che fare solo con l’uomo del tronco. Quando abbiamo a che fare con l’uomo della testa, ci troviamo di fronte a un antagonista delle potenze jahvetiche, e con ciò anche a un antagonista del Cristo. E ci troviamo di fronte a un avversario, quello luciferico, anche quando abbiamo a che fare con l’uomo delle estremità.

 

L’uomo, dunque, lo si comprenderà soltanto rappresentandolo sotto questi tre aspetti.