Le prime 4 epoche di civiltà

O.O. 114 – Il Vangelo di Luca – 18.09.1909


 

Sappiamo che l’umanità attuale discende, attraverso varie epoche, da un’umanità primordiale che dimorava nell’antica Atlantide, e che l’umanità dell’epoca atlantica discende a sua volta dall’umanità dell’epoca lemurica. La scienza dello spirito è in grado di segnalarci anche eventi dell’evoluzione umana che non ci sono segnalati dalla scienza esteriore, fondata solo sui fenomeni esteriori. La scienza dello spirito ci dice che l’umanità ha attraversato vari periodi di civiltà: procedendo a ritroso, essa ha attraversato la civiltà greco-latina, l’egizio-caldaica, la paleo-persiana, la paleo-indiana.

 

Attraverso tutte queste civiltà, giungiamo all’immensa catastrofe che sconvolse anticamente la nostra Terra e mutò interamente il suo aspetto. Prima di quella catastrofe, un vasto continente si estendeva nelle regioni in cui oggi si estende l’Oceano Atlantico: quel continente era l’antica Atlantide. Le regioni che oggi sono abitate dai popoli europei, asiatici e africani, erano ancora in massima parte coperte dal mare.

 

A causa della grande catastrofe atlantica, a causa del diluvio avvenuto allora sulla Terra, la faccia di questa si mutò. Prima d’allora l’umanità aveva dimorato e si era sviluppata in massima parte sull’Atlantide. Essa era costituita da uomini il cui organismo era diverso dall’attuale; ne abbiamo parlato altre volte. Quando poi si avvicinò il tempo della catastrofe atlantica, i grandi sacerdoti, le guide chiaroveggenti dell’umanità la previdero; avviarono di conseguenza i popoli, parte verso oriente e parte verso occidente. I popoli che essi condussero verso occidente furono i predecessori della popolazione americana.

 

Dobbiamo dunque ricercare i progenitori della nostra umanità fra gli antichi Atlanti. Questi uomini, che dimoravano nell’Atlantide, discendevano a loro volta da una progenie di uomini più antichi, i quali erano molto diversi dagli attuali, e dimoravano in un continente situato fra l’Asia, l’Africa e l’Australia di oggi, cioè nell’antica Lemuria (si confronti la mia Scienza occulta).

 

Se per mezzo della cronaca dell’akasha risaliamo anche a tempi ancor più remoti, troveremo sempre confermato meravigliosamente tutto quanto d’altra parte ci viene narrato dalla Bibbia e da molti altri documenti religiosi; e allora soltanto impareremo a comprendere giustamente quei documenti. Quale problema è stato ad esempio, per la scienza esteriore, decidere se sia veritiero o meno ciò che nella Bibbia si legge di Adamo e di Èva, di quell’unica coppia umana da cui tutta l’umanità ha avuto origine! È stato un problema, quello, molto discusso dal punto di vista scientifico, specialmente intorno alla metà del secolo decimonono.

 

Dalla cronaca dell’akasha sappiamo che la Terra ha una lunga preistoria, e che l’epoca lemurica fu preceduta da un’altra epoca. Sappiamo che la Terra è la reincarnazione di altri stati planetari: l’antica Luna, l’antico Sole e l’antico Saturno. Sappiamo inoltre che, nella sua grandiosa evoluzione, ai tre corpi sviluppati dall’uomo nelle tre precedenti incarnazioni planetarie – il corpo fisico su Saturno, il corpo eterico sul Sole e il corpo astrale sulla Luna – la Terra aveva il compito di aggiungere, nella sua quarta incarnazione, il quarto elemento dell’entità umana: l’io. Tutto quanto precedette l’epoca lemurica non fu che una preparazione della missione terrestre.

 

Nell’epoca lemurica, l’uomo si andò formando in modo da divenire atto a sviluppare il suo quarto elemento: l’egoità. Cominciò dunque allora, nei tre corpi che già precedentemente si erano evoluti, a formarsi il primo germe per lo sviluppo dell’io. Possiamo così dire: mediante le trasformazioni avvenute sulla Terra, si esplicò sull’uomo l’influsso necessario affinché egli potesse diventare portatore di un io.

 

Anche prima dell’epoca lemurica la Terra era abitata; vi dimoravano uomini di tutt’altro aspetto, i quali però non erano ancora portatori di un io, perché in essi erano stati elaborati soltanto il corpo fisico, l’eterico e l’astrale, ereditati dalle incarnazioni di Saturno, Sole e Luna. Ci è già noto attraverso quali processi cosmici l’uomo sia stato condotto nella sua evoluzione fino a un tal grado di maturità.

 

Sappiamo che, al principio della nostra attuale incarnazione planetaria, la Terra era unita col Sole e con la Luna; e che più tardi il Sole si distaccò, lasciando dietro di sé un corpo planetario che comprendeva la Terra e la Luna attuali. Sappiamo inoltre che, se la Terra fosse rimasta unita con la Luna, tutto quanto esiste nell’uomo si sarebbe indurito, mummificato, irrigidito. Per evitarlo, dovettero venire espulse dal corpo planetario tutte le sostanze e le entità lunari. Così la forma umana fu salvata dall’irrigidimento, e fu reso possibile all’uomo di assumere la figura attuale.

 

Soltanto dopo il distacco della Luna, gli fu data la possibilità di diventare portatore di un io. Ma ciò non avvenne tutto ad un tratto. Prima, gradatamente, il Sole si separò dalla Terra. Poi, mentre la Luna era ancora congiunta con la Terra, vi fu un periodo in cui le condizioni erano tali da non permettere all’uomo un ulteriore progresso. La materia fisica andava sempre più addensandosi, e l’uomo si avviava anch’esso verso l’indurimento.

 

Le anime umane, sebbene in quell’epoca fossero a stadi inferiori di sviluppo, percorrevano già una via analoga a quella che l’anima umana percorre attualmente: passavano cioè per successive incarnazioni, abbandonando di tanto in tanto i loro corpi e vivendo per un certo tempo nel mondo spirituale, per ricomparire poi in una nuova incarnazione.

 

Ma prima che la Luna si staccasse dalla Terra, avvenne un fatto speciale per cui si rese assai difficile l’ulteriore progresso della Terra. Avvenne cioè che certe anime umane, dopo aver abbandonato il loro corpo e aver trascorso lo stadio spirituale, giunto il momento di reincarnarsi, trovavano sulla Terra una sostanza umana tanto dura, tanto irrigidita, da non potervisi incarnare. Vi fu veramente un’epoca in cui le anime che volevano ridiscendere sulla Terra non avevano più la possibilità di reincarnarsi, perché non trovavano corpi terrestri adatti.

 

Solo le anime più forti furono in grado di domare la materia e le sostanze indurite, e di incarnarsi sulla Terra. Le altre furono costrette a restare nel mondo spirituale. Ciò avvenne prima del distacco della Luna. Ma il numero delle anime forti, capaci di domare la materia e di continuare a popolare la Terra, diminuì sempre più. Vi fu dunque, prima dell’epoca lemurica, un periodo in cui la Terra diventò deserta, in cui gli uomini si fecero sempre meno numerosi, perché le anime che volevano discendervi non vi trovavano più corpi adatti.

 

Che cosa avvenne dunque delle anime che non riuscivano più a trovare corpi adatti alla loro incarnazione?

Esse furono trasportate su altri pianeti che si erano andati formando nel frattempo dalla sostanza comune. Talune furono portate su Saturno, altre su Giove, Marte, Venere o Mercurio; sicché giunse per la Terra un periodo per così dire invernale, durante il quale soltanto le anime più forti furono in grado di dimorare quaggiù. Le anime più deboli dovettero invece essere ospitate da altri pianeti appartenenti al nostro sistema solare.

 

Durante l’epoca lemurica vi fu effettivamente un periodo nel quale a un’unica coppia umana, almeno approssimativamente, a una coppia principale, era rimasta la forza di domare quella sostanza umana ribelle, e di incarnarsi sulla Terra; la forza di resistere, per così dire, durante tutto il periodo terrestre.

Appunto in questo periodo, la Luna si separò dalla Terra.

E, grazie al distacco della Luna, diventò nuovamente possibile alla materia umana di affinarsi e di accogliere le anime più deboli; sicché i discendenti di quell’unica coppia principale furono nuovamente in condizione di incarnarsi in una materia molto più molle di quella che esisteva prima della scissione della Luna.

Allora, a poco a poco, tutte le anime che erano emigrate su Marte, su Giove, su Venere, ecc., ritornarono sulla Terra; e col moltiplicarsi dei corpi umani originati dalla coppia principale, le anime che erano reduci dallo spazio cosmico ne diventarono via via i discendenti. Così la Terra si ripopolò.

 

Dall’ultimo periodo dell’epoca lemurica fino ad epoca atlantica inoltrata, continuarono a discendere sulla Terra, sempre più numerose, le anime che, nell’attesa, avevano dimorato sugli altri pianeti. La Terra si ripopolò, e prosperò su di essa la popolazione atlantica che era guidata, nei cosiddetti «oracoli», dagli iniziati atlantici.

Di questi oracoli abbiamo già parlato altre volte.

Nell’antica Atlantide esistevano dei santuari da cui si guidava l’umanità.

Erano suddivisi in modo che taluni di essi si potevano chiamare oracoli di Marte, altri oracoli di Giove, altri oracoli di Saturno, ecc.

Questi oracoli avevano forme diverse, perché gli uomini erano diversi.

Per le anime che avevano passato il loro periodo di attesa su Marte, si dovevano creare insegnamento e guida negli oracoli di Marte; per quelle che avevano passato il loro periodo di attesa su Giove, negli oracoli di Giove, e così via.

 

Solo pochi eletti, durante l’epoca atlantica, poterono essere istruiti nell’oracolo centrale, nell’oracolo solare; precisamente coloro che, per discendenza, erano più prossimi a quell’una coppia principale che aveva potuto resistere alla crisi della Terra: a quella coppia che la Bibbia ci presenta coi nomi di Adamo ed Èva.

Troviamo qui nella narrazione biblica un fatto che corrisponde perfettamente all’indagine della cronaca dell’akasha; la narrazione ci appare del tutto confermata anche nei punti apparentemente più inverosimili.

 

A capo dell’oracolo che aveva la direzione di tutti gli altri oracoli, e che è chiamato l’oracolo solare, stava il sommo iniziato della civiltà atlantica, il grande iniziato solare, il manu, la guida della popolazione atlantica.

Fu lui, all’approssimarsi della catastrofe atlantica, ad assolvere il compito di emigrare in oriente cogli uomini che gli parevano più adatti, per fondarvi il centro della civiltà postatlantica. Questo iniziato aveva sempre intorno a sé, fra i diversi uomini, dei discendenti possibilmente diretti della coppia capostipite che aveva superato il periodo invernale della Terra; aveva cioè intorno a sé i discendenti diretti di Adamo ed Èva.

 

Questi discendenti venivano particolarmente educati e curati nell’ambiente dell’oracolo solare. Tutta la loro istruzione era diretta al fine di poter far fluire influssi adeguati nel mondo, nei momenti adatti, dall’oracolo del manu che era l’iniziato solare.

Supponiamo che in un dato momento dell’evoluzione umana fosse diventato necessario ringiovanire la civiltà, dare un nuovo impulso alla tradizione ormai invecchiata dell’umanità, infondere un nuovo elemento nella civiltà umana. In tal caso i provvedimenti necessari a tutto ciò dovevano esser presi direttamente dall’iniziato dell’oracolo solare; e venivano presi nel modo più vario.

 

Nel primo periodo della civiltà postatlantica furono mandati direttamente nei vari paesi uomini preparati a portare nel mondo ciò che abbisognava ai diversi popoli. Dall’oracolo solare, nascosto in una regione dell’Asia, veniva sempre provveduto a che le singole civiltà potessero ricevere gli influssi nel modo adeguato.