Le sfere di Marte, Giove, Saturno e oltre

O.O. 140 – Ricerche occulte sulla vita fra morte e nuova nascita – 03.11.1912


 

Giungiamo poi nella sfera di Marte. Finché eravamo sotto il sole, guardavamo fuori ad esso; ora il sole si trova sotto di noi e noi guardiamo fuori alle ampiezze cosmiche. E avvertiamo questo vasto spazio cosmico per mezzo di una cosa, di cui sempre si parla ma è così poco compresa, in senso vero e proprio tramite la musica delle sfere, tramite una specie di musica spirituale.

Le visioni nelle quali siamo immersi hanno allora sempre meno significato, mentre ne acquista sempre più ciò che spiritualmente udiamo, che percepiamo acusticamente. Allora i corpi cosmici non ci appaiono così che possiamo misurare, come fanno gli astronomi terreni, se uno va più veloce o più lento: è l’accordo, più veloce o più lento, che produce il risuonare dell’armonia cosmica. E quel che l’uomo vi sperimenta interiormente è il sentire sempre più che l’unica cosa che gli rimane, in questa regione, è quanto di spirituale egli ha accolto sulla Terra. Grazie a ciò egli esplica il suo connubio con gli esseri di questa sfera, resta uno spirito socievole.

 

Gli uomini che oggi si chiudono allo spirituale – nonostante l’elemento morale, nonostante la vita religiosa –

nemmeno ci finiscono nel mondo spirituale. E non ci si può fare niente.

Naturalmente è senz’altro possibile che tali persone vi giungano nella prossima incarnazione.

Tutti quelli che hanno una disposizione materialistica

diventano eremiti quando, oltrepassato il Sole, giungono nella sfera di Marte.

Non va diversamente.

 

Per quanto a qualcuno possa forse sembrare strambo, è proprio vero: la lega dei monisti al completo non potrà continuare ad esistere una volta che i suoi aderenti siano giunti nella sfera del Sole – non vi si potranno radunare, perché ognuno sarà un eremita.

Su Marte, l’uomo che qui sulla terra abbia conseguito un intendimento spirituale farà ancora un’altra esperienza. E, dal momento che oggi parliamo fra di noi, si può dire anche quello che segue.

Proprio all’interno della nostra concezione del mondo, come noi la esplichiamo in occidente quale scienza dello spirito, può venir chiesto: cosa è accaduto di uno spirito come quello del Buddha dopo la sua ultima incarnazione sulla Terra?

 

Ho già spesso indicato come il Buddha abbia attraversato l’ultima incarnazione, col nome di Gautama, seicento anni prima di Cristo. Se avete seguito bene le mie conferenze, saprete che egli ha operato ancora una volta soltanto spiritualmente – in quanto Buddha non aveva più bisogno di incarnarsi – ha agito alla nascita del bambino Gesù di Luca. Ha influito spiritualmente sulla Terra, da sfere superiori; ma lui dov’è? Ho accennato in Svezia, a Norrkoeping, a un intervento ancora successivo del Buddha sulla Terra.

C’era nell’ottavo secolo un luogo iniziatico in Europa, sul Mar Nero.

Lì il Buddha viveva spiritualmente in un discepolo,

e cioè nel discepolo che più tardi divenne Francesco d’Assisi.

 

Nella precedente incarnazione dell’ottavo secolo, questi era dunque discepolo del Buddha e aveva accolto tutte le qualità per agire nel modo singolare in cui agì come Francesco d’Assisi. In molte cose non si riesce a distinguere la sua comunità dai seguaci del Buddha, salvo che per il fatto che gli uni erano seguaci del Buddha e gli altri erano cristiani. Questa fu una conseguenza del suo essere stato, nella vita precedente, discepolo di Buddha, del Buddha spirituale. –

 

Ma dov’è il Buddha stesso, colui che visse come Gautama?

Egli è divenuto per Marte quello che Cristo è divenuto per la Terra,

ha compiuto per Marte una specie di mistero del Golgota,

la specifica redenzione della popolazione di Marte l’ha attuata il Buddha; egli abita là, in mezzo a loro.

E per lui la giusta preparazione per redimere la gente di Marte

fu proprio la sua vita terrestre, anche se questa sua redenzione

non fu come il mistero del Golgota, ma qualcosa di diverso.

 

Spiritualmente invece l’uomo dimora nella sfera di Marte nel periodo che dicevamo, e poi di nuovo vive più oltre, si ambienta nella sfera di Giove. In questa sfera il legame con la Terra, che prima esisteva ancora un poco, diventa per l’uomo ormai del tutto privo di significato; dal Sole questo legame influiva ancora un po’ sull’essere umano, ora invece influisce possentemente su di lui il cosmo.

La cosa si presenta in questo modo: tutto agisce arrivando dall’esterno e l’uomo assorbe elementi cosmici. Il cosmo intero opera proprio tramite l’armonia delle sfere, che assume forme sempre diverse quanto più andiamo avanti nell’indagine della vita tra la morte e una nuova nascita. Questa vita, questo trasformarsi dell’armonia delle sfere è difficile da caratterizzare.

 

Dal momento che non si riescono a esprimere queste cose con parole terrene, ci si potrebbe servire di un paragone: passando da Marte a Giove, la musica delle sfere si trasforma così come, si può solo dire così, l’elemento orchestrale diviene musica cantata. Diventa sempre più un tono, diviene ciò che al contempo permea il tono come elemento pieno di significato, espressivo del proprio essere.

Quando ci rechiamo nella sfera di Giove, la musica delle sfere riceve contenuto e in seguito, nella sfera di Saturno, diventa completamente contenuto. Essa diviene espressione della parola cosmica dalla quale sono state create tutte le cose, nel senso del Vangelo di Giovanni: “In principio era la Parola”. Questa Parola è un risuonar dentro della regolarità delle leggi cosmiche e della sapienza cosmica.

 

Poi l’essere umano, quando è pronto, va in sfere ancora più lontane – l’uomo spirituale più lontano, quello non spirituale meno lontano -, ma passa ad uno stato completamente diverso da quello in cui si trovava prima.

Volendo caratterizzare questa successiva condizione, si dovrebbe dire che da lì in poi, quando l’uomo ha oltrepassato Saturno, ha inizio un sonno spirituale, mentre la realtà precedente era uno spirituale esser desti. A partire da ora la coscienza si smorza, subentra uno stordimento e l’essere stordito ora permette all’uomo di sperimentare altre cose rispetto a quelle che ha sperimentato prima.

 

Proprio come nel sonno noi eliminiamo la stanchezza e ci riforniamo di forze nuove,

così allora, grazie allo smorzarsi della coscienza,

quando siamo diventati per così dire un globo spirituale molto, molto esteso,

allora sopravviene un affluire di forze spirituali del cosmo.

• Prima lo abbiamo presagito,

• poi lo abbiamo udito come orchestra cosmica,

• poi ha cantato,

• quindi l’abbiamo sentito come parola,

• infine ci addormentiamo ed esso ci compenetra.

 

Durante quest’ultimo periodo, noi torniamo indietro attraversando tutte le sfere con la coscienza smorzata. Essa diventa sempre più ottusa, noi ci contraiamo, lentamente o velocemente a seconda del nostro karma, e durante questo contrarsi ricompaiono le forze che provengono dal sistema solare. Di sfera in sfera retrocediamo.