L’entrata in scena del guardiano della soglia come doppio.

O.O. 93a – Elementi fondamentali dell’esoterismo – 27.09.1905


 

Sommario: La vita dopo la morte. L’entrata in scena del guardiano della soglia come doppio. Il significato della morte di espiazione del Cristo. L’influsso di Ulfila sulla lingua tedesca. Il caos dell’attività nell’Ovest e la quiete della saggezza nell’Est.

 

Fra nascita e morte l’uomo si abitua ad osservare il mondo per mezzo dei suoi organi.

Dopo la morte, a poco a poco, deve liberarsi da questa abitudine.

Se vuole ancora continuare ad adoperare i suoi organi per osservare il mondo,

si trova in una condizione che si chiama kamaloka.

È una condizione in cui c’è ancora la brama di guardare per mezzo degli organi, i quali però non ci sono più.

Se l’uomo, dopo la morte, potesse dirsi di non volere più adoperare gli organi,

per lui non ci sarebbe più alcun kamaloka.

 

• Nel devachan tutto ciò che precedentemente, nella vita,

l’uomo percepiva attorno a sé per mezzo dei suoi organi ora

viene visto da dentro, senza organi.

 

Il karma, l’attività dell’uomo a mezzo del corpo astrale, è qualcosa di non pareggiato. Ma in quanto a poco a poco l’attività giunge ad uno stato di equilibrio, ne risulta un pareggio. Se si fa oscillare un pendolo, a poco a poco esso raggiunge l’equilibrio. Ogni attività non pareggiata va infine a raggiungere la quiete. Si possono osservare poche irregolarità, ma se le irregolarità sono infinitamente numerose, di nuovo si compensano. Per esempio, con uno strumento, si possono osservare le irregolarità provocate in una città dal passaggio dei tram. In una piccola città, dove il traffico tranviario non è molto intenso, lo strumento mostra continuamente forti oscillazioni, mentre in una grande città, dove il traffico è molto più intenso e frequente, lo strumento è molto più in quiete, perché le molte irregolarità si compensano. Così avviene anche con ogni irregolarità nel devachan.

Nel devachan l’uomo guarda dentro se stesso. Osserva ciò che ha percepito; deve osservarlo finché ciò che osserva raggiunge uno stato ritmico.

 

• Un colpo suscita un contraccolpo; ma il contraccolpo arriva solo attraverso molti accomodamenti. Però nel frattempo l’effetto continua. Nel devachan, la correlazione fra il colpo e il contraccolpo viene trasformata in saggezza. Quel che l’uomo ha trasformato in saggezza, nell’uomo si trasforma in ritmo, in contrapposizione all’attività. Ciò che si è trasformato in ritmo passa al corpo eterico.

 

Dopo il devachan l’uomo diventa più saggio e migliore, perché nel devachan ha rielaborato tutte le esperienze.

Quel che del corpo astrale è stato rielaborato in vibrazioni del corpo eterico, è immortale.

Quando l’uomo muore, quanto egli ha rielaborato del corpo astrale si conserva,

e del corpo eterico si conserva il pezzettino che egli ha rielaborato;

la restante parte del corpo eterico si discioglie nell’etere cosmico.

 

Nella misura in cui l’uomo ha rielaborato questo piccolo pezzetto di corpo eterico, il suo corpo eterico è immortale. Perciò al suo ritorno egli ritrova questo pezzetto di corpo eterico. Ciò che gli serve per completare questo pezzetto di corpo eterico determina la durata della sua permanenza nel devachan.

Se un uomo è così progredito da aver così trasformato tutto il suo corpo eterico, non ha più bisogno del devachan.

È questo il caso del discepolo dell’occultismo che abbia già trasformato il suo corpo eterico a tal punto che dopo la morte l’intero corpo eterico rimane e non serve che attraversi il devachan.

 

Questo si chiama “rinunciare al devachan”.

Si può far lavorare una persona al proprio corpo eterico quando si è sicuri

che essa non possa più introdurre nessun male nel resto del mondo;

altrimenti essa inserirebbe nel mondo i suoi istinti cattivi.

 

Nell’ipnosi può succedere che la persona ipnotizzata inserisca nel mondo gli istinti cattivi dell’ipnotizzatore. Nell’uomo normale il corpo fisico impedisce che si possa tirare e strattonare il corpo eterico in tutte le direzioni. Ma se il corpo fisico si trova in letargia, ci si può inserire nel corpo eterico.

 

Se si ipnotizza una persona e si inseriscono in lei cattivi istinti, questi rimangono presenti anche dopo la morte.

• Molte pratiche dei maghi neri consistevano nel crearsi in questo modo dei docili servi.

• È regola del mago bianco di non far lavorare nessuno al proprio corpo eterico

se non nella misura in cui i suoi istinti siano già passati attraverso la catarsi.

Nel corpo eterico dominano la quiete e la saggezza.

Se vi penetra qualcosa di cattivo, questo elemento cattivo giunge alla quiete e quindi permane.

 

Prima che la persona, come discepolo,

venga portata al punto da poter lavorare arbitrariamente al proprio corpo eterico,

deve trovarsi almeno in parte nella condizione di giudicare il karma, di conseguire l’autoconoscenza.

Perciò la meditazione non deve essere intrapresa senza una continua autoconoscenza, senza vedere se stessi.

In tal modo si ottiene che l’uomo veda nel momento giusto il guardiano della soglia:

il karma che egli deve ancora estinguere.

 

Quando si raggiunge questo livello in condizioni normali, non significa altro che la conoscenza del karma ancora presente.

• Se chiedo di lavorare al corpo eterico, devo prima pareggiare il karma che rimane.

Può succedere che il guardiano della soglia si presenti in modo abnorme.

• Questo avviene quando l’uomo, fra la nascita e la morte, ha una attrazione così forte per quella stessa vita

da non poter rimanere abbastanza a lungo nel devachan, a causa della ridotta misura di attività interiore.

• Se l’uomo si è troppo abituato a guardare verso fuori, non ha niente da vedere nell’interiorità.

 

Allora ritorna subito nella vita fisica.

Allora le sue brame restano presenti, il breve devachan passa presto;

e quando ritorna, il prodotto delle sue brame precedenti

è ancora presente nel kamaloka; egli lo ritrova di nuovo. Si reincarna.

Allora al suo nuovo corpo astrale si mischia quello vecchio;

questo è il karma precedente, il guardiano della soglia.

Allora egli ha continuamente davanti a sé il suo karma precedente, che diventa un tipo particolare di doppio.

 

Molti dei papi della famigerata epoca papale, come per esempio Alessandro VI, hanno avuto un doppio del genere nell’incarnazione successiva. Ci sono persone, e per dirla tutta adesso nient’affatto rare, che hanno continuamente accanto a sé la loro natura inferiore precedente. Questo è uno specifico tipo di pazzia. Diventerà sempre più forte e violenta, perché si diffonde sempre più la vita nell’elemento materiale.

 

Molte persone, che adesso si dedicano esclusivamente alla vita materiale,

nella prossima incarnazione avranno accanto a sé la forma abnorme del guardiano della soglia.

Se adesso non venisse esercitato con molta forza l’influsso spirituale,

subentrerebbe una ‘specie di visione epidemica del guardiano della soglia

come conseguenza della cultura materialistica. Ne è un annuncio la nervosità del nostro secolo.

Questa è una specie di alba alla periferia.

 

Tutte le persone nervose di oggi saranno inseguite dal guardiano della soglia nella prossima incarnazione.

Saranno spintonate ad una incarnazione troppo precoce, una specie di parto cosmico prematuro.

Quel che dobbiamo perseguire con la teosofia è un periodo sufficientemente lungo nel devachan,

per evitare queste incarnazioni premature.

 

Dobbiamo considerare da questo punto di vista l’ingresso del Cristo nella storia del mondo. Prima, chiunque volesse pervenire ad una vita in Cristo veniva portato a dover fare il suo ingresso nel Mistero. Lì il corpo fisico veniva reso letargico, e quel che ancora mancava alla sua purificazione veniva aggiunto al corpo astrale solo dai sacerdoti puri. Questa era l’iniziazione.

Ma poiché il Cristo discese nel mondo, avvenne che chi se ne sentiva attratto poteva ricevere da Lui una sostituzione [per questo vecchio tipo di iniziazione]. È sempre possibile che attraverso il legame con il Cristo si ottenga che il corpo astrale venga talmente purificato da poterlo inserire nel proprio corpo eterico senza danneggiare il mondo. Tenendo in considerazione questo fatto, la parola della morte espiatoria in funzione vicaria riceve un significato totalmente diverso. Per morte espiatoria del Cristo si intende questo.

 

Precedentemente, nei Misteri, la morte l’aveva dovuta patire chiunque volesse conseguire la purificazione.

Ora l’Uno l’ha patita per tutti, cosicché con l’iniziazione storico-mondiale

è stata data una sostituzione della vecchia iniziazione.

Per mezzo del cristianesimo è stato creato molto di comunitario, che prima non era comunitario.

 

La forza attiva si esprime col fatto che con la visione interiore, con la vera mistica, è possibile la comunione con Cristo. Ciò è stato immesso anche nel linguaggio. Il primo iniziato cristiano in Europa, Ulfila, ha inserito nella lingua tedesca la possibilità, per l’uomo, di trovare l’Io nel linguaggio. Altre lingue esprimono questo rapporto con l’Io per mezzo di una particolare forma del verbo, per esempio nel latino “amo”, ma la lingua tedesca aggiunge l’Io. “Ich” è: J. Ch. = Jesus Christus. Ciò fu immesso intenzionalmente nella lingua tedesca, non è un caso. Sono gli iniziati, che hanno fatto la lingua. Così come in sanscrito c’è la AUM per la Trinità, noi abbiamo per l’interiorità dell’uomo il segno ICH. In tal modo fu creato un punto centrale, attraverso il quale le passioni del mondo possono trasformarsi in ritmo. Devono diventare ritmo per mezzo dell’Io. Questo punto centrale è letteralmente il Cristo.