L’epoca di civiltà Lemurica

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 28.06.1909


 

Poi viene un periodo di tempo in cui la Terra è unita solamente con la Luna in cui si verifica gradatamente un progressivo inaridimento della vita terrestre.

 

Abbiamo visto ieri come le anime umane siano emigrate dalla terra, e come su di essa siano rimasti soltanto corpi umani atrofizzati.

È questo il periodo che nella scienza dello spirito si chiama «lemurico».

In esso si verifica la scissione della Luna dalla Terra, e ne risulta per quest’ultima il rifiorire di tutti i regni che vi si erano formati.

 

Al regno minerale occorse un minimo di rivivificazione; quello vegetale ne richiese già uno maggiore; ancora di più il regno animale; il genere umano ebbe bisogno delle forze più importanti e più possenti, per poter proseguire la sua evoluzione.

Questo processo vivificante incomincia con l’uscita della Luna.

Esisteva allora soltanto un piccolo numero di uomini, come abbiamo detto ieri, ed essi erano costituiti dalle tre parti che avevano acquistato durante le evoluzioni di Saturno, Sole e Luna; ad esse si era aggiunto sulla Terra il germe dell’io.

 

Ma al momento dell’uscita della Luna, l’uomo non esisteva ancora sulla terra nella sostanza carnosa in cui si presentò più tardi. Esisteva nelle materie più sottili di quei tempi.

Durante il periodo lemurico lo stato della terra era tale che molte sostanze, che per esempio oggi sono solidi minerali, erano ancora fluide, disciolte nelle altre sostanze che oggi si sono separate come liquidi, come per esempio l’acqua.

Era il periodo in cui l’aria ancora era compenetrata da densi vapori di diversissime sostanze. Aria pura, acqua pura, come le intendiamo oggi, in sostanza non esistevano a quei tempi, o per lo meno soltanto in piccolissime regioni della Terra.

 

L’uomo formò il suo corpo, tenue ed evanescente, con le più pure sostanze di quell’epoca. Se avesse formato allora il suo corpo con sostanze più grossolane, esso avrebbe assunto una forma ben delineata, una figura con linee ben definite. Tale figura sarebbe stata ereditata dai discendenti, e il genere umano sarebbe rimasto a quel punto.

L’uomo non doveva costruire la sua forma con materia grossolana; doveva invece provvedere affinché la materia della sua corporeità potesse liberamente muoversi a seconda degli impulsi dell’anima.

 

La materia nella quale il suo corpo si esprimeva era allora talmente duttile, che poteva seguire in tutte le direzioni l’impulso della volontà.

Oggi possiamo stendere la mano, ma non possiamo allungarla di tre metri mediante la volontà. Non possiamo dominare la materia, perché la forma viene ereditata, appunto come oggi è. Ma allora non era così.

L’uomo poteva venir conformato a volontà, poteva coniare la forma che l’anima sua desiderava.

 

Questa fu, per così dire, una condizione necessaria per l’ulteriore evoluzione dell’uomo: che dopo il distacco della Luna egli si incarnasse nelle sostanze più duttili, in modo che il suo corpo fosse plastico e flessibile, e potesse seguire l’anima in ogni occasione.

 

Venne poi il tempo in cui determinate parti di materia, oggi molto necessarie alla nostra vita come l’aria e l’acqua, si purificarono del loro contenuto di materie più dense; in cui per così dire si separò dall’acqua ciò che prima vi era disciolto.

 

Come nell’acqua che si raffredda le sostanze disciolte precipitano al fondo, così la materia disciolta cadde in certo qual modo sulla superficie della terra.

 

L’acqua rimase libera, la materia venne separata dall’aria: si formarono aria ed acqua.

L’uomo era in grado di adoperare queste materie raffinate per la propria costituzione.