L’epoca Lemurica

O.O. 104 – L’Apocalisse – 23.06.1908


 

Dobbiamo ora guardare con maggior precisione gli uomini lemurici per poter meglio comprendere lo scrittore dell’Apocalisse.

 

Devo soltanto accennare che nel primo periodo, appena la Luna si allontanò dalla Terra e l’uomo discese su di essa, le forze di volontà dell’uomo erano di tutt’altra natura che non in seguito.

Allora la forza di volontà dell’uomo agiva magicamente.

 

Con la sua volontà l’uomo poteva agire sulla crescita dei fiori.

Se usava la sua volontà, egli poteva rapidamente far crescere verso l’alto un fiore, aveva cioè una facoltà che oggi si consegue soltanto a mezzo di un processo evolutivo anormale.

Di conseguenza, tutta la natura circostante dipendeva allora da come la volontà dell’uomo era disposta.

 

Se era buono, egli tranquillizzava l’ondeggiare delle masse d’acqua e gli uragani di fuoco che allora imperversavano in vaste regioni, perché infatti la terra era allora in gran parte di natura vulcanica.

L’uomo agiva tranquillizzando tutto con una volontà buona, e distruggendo con una cattiva.

 

Con la volontà cattiva potevano venir distrutte isole intere, tanto la volontà umana era in corrispondenza con l’ambiente.

Le masse di terraferma, allora abitate dall’uomo, andarono in sostanza distrutte, per effetto della volontà cattiva dell’uomo stesso, e soltanto una piccola parte degli uomini di allora — e anche qui dobbiamo distinguere di nuovo fra evoluzione delle razze ed evoluzione delle anime — si salvò per l’epoca successiva che possiamo descrivere rettamente perché per essa possiamo trovare nelle nostre lingue le parole adatte a rendere la percezione chiaroveggente.

 

Dopo questa catastrofe, si giunge all’epoca atlantica in cui il genere umano si sviluppò essenzialmente su di un continente che oggi costituisce il fondo dell’oceano atlantico, fra l’Europa e l’America attuali.