Lettera introduttiva alle massime antroposofiche


 

(17 febbraio 1924)

Nel Notiziario per i soci si troveranno da ora in avanti delle Massime antroposofiche.

Esse vanno considerate nel senso che contengono consigli attorno all’indirizzo che i soci con funzioni direttive possono dare alle conferenze e alle conversazioni entro i singoli gruppi della Società Antroposofica. Con ciò si pensa solamente ad uno stimolo che dal Goetheanum si vorrebbe dare alla Società nel suo complesso. L’indipendenza nell’azione dei singoli soci aventi funzioni direttive non ne deve venir turbata. È bene che la Società si sviluppi in modo che nei singoli gruppi possa manifestarsi in maniera perfettamente libera quello che i soci con funzioni direttive hanno da dire. La vita della Società ne verrà arricchita e più variamente configurata.

 

• Tuttavia dovrebbe potersi formare in seno alla Società una coscienza unitaria.

Questo può avvenire quando dappertutto si conoscano gli impulsi che vengono dati in singoli luoghi. Perciò saranno qui riassunti in brevi frasi gli argomenti che svolgerò al Goetheanum in conferenze per i soci della Società. Penso che poi le persone che tengono conferenze o dirigono conversazioni nei vari gruppi, potranno trovare nelle Massime un filo conduttore a cui riannodarsi in piena libertà. Così, senza pensare in alcun modo ad una costrizione, si potrà contribuire a dare un carattere unitario all’azione della Società.

 

Questo provvedimento diventerà fruttuoso per la Società se esso troverà rispondenza di affetti, e se i soci con funzioni direttive informeranno anche la Presidenza del Goetheanum sul contenuto e sullo sviluppo delle loro conferenze e degli impulsi che danno.

 

• Da un caos di gruppi diversi

diventeremo così una società avente un contenuto spirituale.

Le linee direttive che qui verranno date,

in un certo senso vogliono suggerire dei temi.

• Nella letteratura antroposofica, nei libri e nei cicli di conferenze

si troveranno dappertutto dei punti di appoggio per svolgere l’argomento offerto dal tema,

in modo da poterne formare il contenuto delle conversazioni dei gruppi.

 

Anche quando idee nuove si affacciano ai soci con funzioni direttive dei singoli gruppi, potranno benissimo venir riallacciate a ciò che, nel modo indicato, il Goetheanum verrà suggerendo come cornice per l’attività spirituale della Società.

 

È certamente una verità contro la quale non si deve peccare

che l’attività spirituale può scaturire soltanto

dalla libera esplicazione delle persone attive.

 

Ma non si stima sia un peccare contro questa verità, se in seno alla Società l’uno agisce in giusto modo in armonia con l’altro. Se questo non potesse essere, l’appartenenza dei singoli o dei gruppi alla Società dovrebbe sempre rimanere qualcosa di esteriore. Tale appartenenza deve invece essere qualcosa che si sente come interiore.

 

Non può davvero essere che l’esistenza della Società Antroposofica venga solamente sfruttata da questa o quella persona come occasione per dire ciò che ognuno stima da un suo punto di vista; la Società deve essere il luogo in cui si coltiva l’antroposofia. Tutto il resto può venir coltivato anche al di fuori della sua cerchia. La Società non esiste per questo.

 

Negli ultimi anni non fu vantaggioso per la Società che singoli soci abbiano portato nel suo seno i loro desideri personali unicamente perché credevano che, ingrandendola, essa avrebbe loro offerto un campo d’azione per i loro desideri. Si potrà chiedere perché non ci si è opposti adeguatamente. Se così si fosse fatto, oggi si sentirebbe dire da ogni lato: « Se a suo tempo fossero state accettate le proposte fatte da questo o da quello, dove saremmo oggi? » Ebbene, quante cose sono state accettate che sono poi miseramente naufragate e che ci hanno fatto regredire!

 

Ma ora basta. È stata fatta la prova che singoli sperimentatori vollero dare nella Società; non occorre ripeterla all’infinito. La Presidenza del Goetheanum deve essere un corpo che vuole coltivare l’antroposofia, e la Società dovrebbe essere un’unione di persone che desiderano intendersi in modo vivo con la Presidenza intorno al modo di coltivare l’antroposofia.

 

Non si deve credere di poter raggiungere dall’oggi al domani ciò a cui si tende.

Ci vorrà tempo. E ci vorrà pazienza.

Se si crederà possibile di realizzare in un paio di settimane ciò che sta nelle intenzioni della riunione di Natale, andremo incontro a nuovi guai.