L’evento del Golgota un’iniziazione trasportata sul piano della storia

O.O. 114 – Il Vangelo di Luca – 26.09.1909


 

Nel vangelo di Luca ci viene presentato chiaramente il senso della nuova rivelazione.

Gli antichi iniziati portavano sulla fronte il segno di Giona; e, passando tra gli uomini, erano riconosciuti come coloro che dovevano annunziare i mondi spirituali. Ma solo chi fosse stato istruito in proposito sapeva quale aspetto dovessero avere tali iniziati; per comprendere il segno di Giona occorreva una speciale preparazione.

Ma una nuova preparazione occorreva, maggiore del segno di Salomone e del segno di Giona, per immergere negli uomini una nuova forma di comprensione, una nuova forma di maturazione.

 

I contemporanei del Cristo Gesù, in un primo tempo, potevano comprendere i misteri solo al modo antico. E questo modo era noto come quello di Giovanni Battista. Riusciva perciò del tutto strano alla gente che il Cristo Gesù portasse qualcosa di totalmente nuovo, che egli andasse in cerca di discepoli fra coloro che avevano un aspetto ben diverso da quello che ci si sarebbe potuto immaginare.

La gente pensava che egli avrebbe frequentato solo quelli che si coltivavano alla maniera antica; pensava che solo ad essi egli avrebbe annunziato la sua dottrina. Non potevano perciò comprendere che egli frequentasse quelli che erano considerati peccatori.

 

Ma il Cristo diceva: Se io annunciassi al modo antico ciò che di totalmente nuovo ho da dare all’umanità, se al posto della forma antica non subentrasse anche una forma del tutto nuova, sarebbe come se volessi cucire una toppa nuova sopra un abito vecchio, o se prendessi del vino nuovo per versarlo in otri vecchi. Ciò che ora deve esser dato all’umanità, ciò che è maggiore del segno di Salomone o del segno di Giona, va versato in otri nuovi, in forme nuove. E voi dovete svegliarvi al fine di comprendere la nuova rivelazione nella nuova forma (Luca 5, 36-37).

 

Chi doveva comprendere, doveva farlo in virtù del possente influsso dell’io; doveva farlo non in virtù di quanto aveva imparato, ma di quanto era penetrato in lui per la forza spirituale del Cristo. A ciò non erano eletti gli uomini preparati nel senso della dottrina antica, bensì coloro che erano passati per incarnazioni e incarnazioni, e nondimeno si presentavano come gente semplice, che era in grado di comprendere mercé la forza della fede. Davanti a tali uomini dovette perciò essere presentato un segno che valesse agli occhi di tutti.

 

Quello che per secoli e millenni si era svolto nel segreto dei templi, ossia il passaggio attraverso la morte mistica nell’iniziazione, dovette ora svolgersi sulla grande scena della storia del mondo. Tutto quanto si era compiuto segretamente nelle sedi delle iniziazioni, uscì ora alla luce del giorno e si palesò nell’evento del Golgota, unico nella storia. Ciò che prima aveva potuto svolgersi soltanto al cospetto degli iniziati, durante i tre giorni e mezzo dell’iniziazione antica, si palesò ora con somma intensità al cospetto di tutta l’umanità.

 

Perciò chi conosceva questi fatti doveva descrivere l’evento del Golgota come un’iniziazione antica trasformata in storia, trasportata sulla ribalta esteriore della storia del mondo. Ecco il senso del mistero del Golgota.

Quello che solo pochi iniziati avevano contemplato nei templi di iniziazione, durante un sonno di tre giorni e mezzo simile a morte, quello che aveva dato loro la convinzione che lo spirito vincerà sempre sulla materia e che lo spirito dell’uomo appartiene al mondo spirituale, tutto ciò ora dovette svolgersi al cospetto dell’umanità intera.

 

L’evento del Golgota un’iniziazione trasportata sul piano della storia.

Quell’iniziazione non ebbe luogo soltanto per coloro che vi assistettero allora, ma per tutta l’umanità.

Quel che fluì dalla morte sulla croce, fluì nell’umanità intera.

Dalle gocce di sangue versate sul Golgota scaturisce un fiume di vita spirituale; e questo fiume fluisce in tutta l’umanità.

 

L’antica saggezza rivelata dagli antichi maestri doveva ora penetrare nell’umanità come una forza.

Questa è la grande differenza tra il mistero del Golgota e tutte le dottrine degli altri fondatori di religioni.

Per potere afferrare il senso di quanto avvenne allora sul Golgota,

occorre una comprensione più profonda di quella a cui si è usi oggi.

 

Quando l’evoluzione della Terra ebbe inizio, l’io umano fu collegato col sangue.

Il sangue è l’espressione esteriore dell’io umano.

Gli uomini andarono sempre più rafforzando il loro io (ossia il loro sangue),

e senza la comparsa del Cristo l’umanità sarebbe caduta nell’egoismo estremo.

Da questo pericolo la preservò l’evento del Golgota.

 

Che cosa doveva essere versato?

L’eccesso dell’io: il sangue. Ecco quello che doveva essere versato sulla croce.

 

Quel che ebbe inizio sul Monte degli Ulivi,

quando le gocce di sudore del Redentore caddero a Terra simili a gocce di sangue,

dovette proseguirsi sul Golgota col sangue versato dalle ferite del Cristo Gesù.

 

Il sangue versato allora

è il segno che sta a indicare l’eccedenza dell’io nella natura umana,

l’eccedenza di egoismo che dovette venir sacrificata.