L’evoluzione cosmica secondo Giovanni

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 26.06.1909


 

Vedremo il quadro che si rivela al veggente, quando rintraccia nella cronaca dell’akasha

le immagini ancora più remote delle evoluzioni passate.

 

Guardiamo indietro all’antico stato di Saturno e diciamo che allora è stato creato il primo germe del corpo fisico umano. Ciò che oggi vediamo quale figura del corpo fisico, si formò in origine su Saturno, come dal caos cosmico.

Venne quindi lo stato solare. Alla prima figura del corpo fisico si aggiunse il corpo eterico.

 

Sull’antica Luna si aggiunse l’elemento astrale, tanto nelle figure che seguirono la loro evoluzione sulla Luna separata, quanto negli spiriti che seguirono il Sole.

Sulla Luna vivono le immagini rimaste al valore di animali; sul Sole vivono i loro archetipi spirituali.

 

Sulla Terra finalmente si è formato a poco a poco uno stato che ha reso l’uomo capace di accogliere nuovamente in sé ciò che si era evoluto come elemento astrale sul Sole, durante l’antica evoluzione lunare, e che ora agiva nell’uomo come forza.

 

Osserviamo adesso questi quattro stati, quali ci vengono descritti nel Vangelo di Giovanni.

La forza sublime, che durante l’evoluzione di Saturno

crea dal caos cosmico il germe spirituale del corpo fisico umano,

viene chiamata «Logos» dallo scrittore del Vangelo di Giovanni.

 

• Ciò che si aggiunse sul Sole e si aggregò a quanto si era formato su Saturno,

vien chiamato « vita », ed è quello che denominiamo corpo eterico o vitale.

• Ciò che si aggiunse sulla Luna viene chiamata «luce»,

perché è la luce spirituale, luce astrale.

Questa luce astrale determina 

• sulla Luna separata un indurimento,   • sul Sole invece una spiritualizzazione.

 

  Ciò che si era formato e spiritualizzato poteva ulteriormente evolversi, e infatti si evolvette. Quando il Sole si separò di nuovo durante lo stato della Terra, ciò che si era evoluto sul terzo gradino risplendette direttamente nell’uomo, ma questi non era ancora capace di vedere ciò che risplendeva in lui dal sole.

 

Ciò plasmava l’uomo, agiva in lui come forza; ma l’uomo non lo poteva vedere.

• Possiamo ora esprimere con le parole del Vangelo di Giovanni

ciò che di essenziale abbiamo compreso nell’evoluzione di Saturno: «In principio era il Logos».

 

Passiamo ora al Sole. Per esprimere i fatti, e cioè

come ciò che era stato creato su Saturno si sia ulteriormente evoluto sul Sole,

possiamo dire che venne aggiunto il corpo eterico. « E il Logos era la Vita ».

 

Sulla Luna si aggiunse l’entità astrale, tanto per la specie corporea, quanto per quella spirituale:

«Nel Logos vivificato nacque la Luce ».

 

La luce si è evoluta più oltre,

• da un lato verso la luce soprasensibile, quando il Sole si distaccò dalla Terra,

• dall’altro, con l’uomo, verso le tenebre.

Quando dovette infatti accogliere la luce, l’uomo, che era le tenebre, non comprese la luce.

 

Così, se si legge il Vangelo di Giovanni alla luce della cronaca dell’akasha,

l’evoluzione cosmica ci vien presentata nel modo seguente.

In principio, durante l’evoluzione di Saturno, tutto era sorto dal Logos.

Durante l’evoluzione solare nel Logos vi era la vita.

 

• E dal Logos vivificato, durante l’evoluzione lunare, è sorta la luce.

• E dal Logos vivificato e risplendente, durante l’evoluzione terrestre,

è sorta sul Sole la luce, in forma superiore; gli uomini invece in uno stato di tenebre.

 

Dal Sole poi gli esseri che erano progrediti, quelli che prima erano stati spiriti-toro, leone, aquila e uomo,

irradiavano la loro luce giù sulla Terra nelle figure degli uomini che si stavano formando.

• Questi però erano le tenebre, e non potevano comprendere la luce che irraggiava quaggiù

(non dobbiamo però immaginare che fosse luce fisica; era la luce, somma delle irradiazioni delle entità spirituali,

ossia degli spiriti-toro, leone, aquila e uomo, che erano la continuazione dell’evoluzione spirituale della Luna).

 

• Ciò che discendeva era la luce spirituale.

•  Gli uomini non potevano accoglierla, non la comprendevano;

l’intera loro evoluzione venne da essa aiutata, ma senza che essi ne fossero consapevoli.

«La Luce splendeva nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno compresa».

 

Così lo scrittore del Vangelo di Giovanni espone in modo lapidario queste grandi verità.

Coloro che sapevano queste cose vennero sempre chiamati

« i servi, o i sacerdoti del Logos quale era fin dal principio ».

Chi così parla è dunque uno di quei sacerdoti o servi del Logos, quale era fin dal principio.

 

Nell’introduzione del Vangelo di Luca abbiamo in ultima analisi la medesima precisa cosa.

Provate a leggere, con giusto intendimento, quello che dice lo scrittore del Vangelo di Luca.

 

Egli vuol dare notizie delle cose che sono avvenute fin dal principio:

«Come ci riferirono coloro che dall’inizio furono testimoni oculari e ministri della Parola» (Luca 1,2).

Noi crediamo che dei servi della Parola o del Logos abbiano scritto questi documenti.

 

Impariamo a credervi se a mezzo della nostra indagine spirituale vediamo come le cose siano state realmente, se vediamo come la nostra evoluzione terrestre si sia svolta attraverso quelle di Saturno, Sole e Luna.

 

Quando poi vediamo che nelle grandiose parole del Vangelo di Giovanni e nelle parole del Vangelo di Luca possiamo ritrovare gli stessi eventi indipendentemente da qualsiasi documento, impariamo ad apprezzate di nuovo questi documenti e ci diciamo che testimoniano di essere stati scritti da chi sapeva leggere nel mondo spirituale; che essi ci servono quale mezzo di comunicazione con coloro che vissero nel passato.

 

In certo qual modo noi guardiamo quegli uomini negli occhi dicendo:

«Vi riconosciamo!», in quanto ritroviamo nella scienza dello spirito ciò che essi avevano conosciuto.