L’evoluzione dell’io

O.O. 102 – L’agire di entità spirituali nell’uomo – 27.01.1908


 

Quando noi parliamo dell’uomo dal punto di vista della scienza dello spirito, diciamo: l’uomo completo, come lo abbiamo dinanzi ai nostri occhi, è una entità settemplice che consta di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, io, sé spirituale, spirito vitale ed uomo spirito.

A tutt’oggi egli non è ancora giunto a completezza, ma vi perverrà allorché le sue sette parti costitutive avranno raggiunto il pieno sviluppo.

Ma nell’ampio universo non ci sono soltanto entità quali l’uomo. Vi sono anche altre entità: ad esempio quelle di cui non si può dire che, come l’uomo odierno, posseggano un corpo fisico quale loro parte inferiore. Si tratta di entità con le quali dobbiamo fare i conti in modo diverso.

 

Potremmo descrivere gli arti dell’entità umana nel modo seguente:

7 – Uomo spirito

6 – spirito vitale

5 – sé spirituale

4 – io

3 – corpo astrale

2 – corpo eterico

1 -corpo fisico

 

• Ci sono però entità il cui arto più basso è il corpo eterico e che poiché sono anch’esse entità settemplici, posseggono un ottavo arto che sta al di sopra dell’uomo spirito. Esse iniziano con il corpo eterico, hanno poi l’astrale e così via, e terminano con un arto che sta al di sopra dell’atma, del nostro uomo spirito.

 

• Troviamo poi entità il cui arto più basso è il corpo astrale e che hanno quindi, al di sopra dell’uomo spirito, un ottavo ed un nono arto.

 

• Vi sono poi ancora altre entità il cui arto più basso è l’io.

Esse non hanno dunque alcun corpo fisico, eterico ed astrale, bensì si manifestano in modo che l’io si presenta all’esterno senza questi tre involucri; sono entità che irradiano i loro io dappertutto verso l’esterno. Hanno perciò un ottavo, un nono ed un decimo arto; sono quelle che si trovano descritte nell‘Apocalisse come “entità piene di occhi”.

 

• Ancora, vi sono entità che iniziano con il sé spirituale (manas) come arto più basso, e che hanno quindi un undicesimo arto;

 

• ed infine troviamo entità che iniziano con lo spirito vitale e che hanno quindi un dodicesimo arto.

Come l’uomo ha il corpo fisico quale arto più basso, queste entità hanno come loro arto più basso il buddhi, mentre possiamo benissimo indicare con il numero dodici il loro arto superiore. Sono esseri altissimi, sublimi, che si innalzano molto al di sopra di quanto l’uomo possa immaginare.

 

Ma come ci si può formare una rappresentazione alquanto precisa di queste alte, sublimi entità?

Se vogliamo in certo qual modo caratterizzare l’uomo,

allora egli ci si manifesta nei riguardi del mondo come un beneficiario.

 

Fuori, dappertutto intorno a voi, ci sono cose, entità; voi le percepite e su di esse vi formate dei concetti.

Pensate ora invece il mondo che vi circonda vuoto e buio: non potreste avere alcuna percezione né tantomeno potreste formarvi alcun concetto sulle cose.

Sicché, non potreste fare altro che ricevere dall’esterno i contenuti della vostra interiorità.

È una caratteristica dell’uomo in quanto essere che “accoglie”, ricevere a tutta prima dall’esterno i contenuti della propria anima, del proprio intimo, nel quale possa ritrovarli allorché vuole pervenire ad un concetto.

 

• L’uomo ha un corpo eterico conformato in modo tale che egli non potrebbe sperimentare in sé nulla,

se di quanto sperimenta, di tutto quanto si produce in lui,

egli non si riconosce debitore nei confronti dell’intero mondo che lo circonda.

 

• Le entità di cui vi ho appena accennato, e che hanno lo spirito vitale quale loro arto inferiore,

sono invece in tutt’altra condizione.

Tali entità, per quanto concerne la loro vita, non sono costrette ad accogliere dall’esterno,

bensì all’esterno donano creativamente in quanto centri di forza.

 

Dalle descrizioni che vi ho sempre fatto, sapete già che l’io lavora anche nel corpo eterico e che il buddhi altro non è se non un corpo eterico trasformato, in modo tale che anche lo spirito vitale è, in sostanza, un corpo eterico.

Dunque, il dodicesimo arto di quelle altissime, sublimi entità è anche un corpo eterico, ma un corpo eterico che emana vita, che opera nel mondo non ricevendo, bensì donando vita e che è in grado di sacrificarsi senza posa.

 

Ed ora chiediamoci: possiamo farci una rappresentazione di un essere che in qualche modo è in relazione con noi e che emana vita nel nostro universo?

Questa vita emanata è qualcosa che scorre nel mondo vivificandolo incessantemente. Possiamo farci di ciò una rappresentazione?

 

Torniamo per un attimo indietro a quanto detto all’inizio della conferenza odierna.

Abbiamo detto che ci sono forze ascendenti e forze discendenti;

forze che salgono verso lo Zodiaco e forze che ne discendono.

 

In qual modo allora l’uomo è giunto al punto che dal proprio essere, da sé stesso, possa fluire qualcosa?

Egli è pervenuto attraverso una lunghissima preparazione durante la quale il suo io è progredito sempre di più.

 

Questo io è stato preparato durante un tempo molto lungo; in fondo, a partire dallo stadio di Saturno, e poi su quello di Sole e della Luna, durante i quali vennero creati gli involucri che più tardi l’avrebbero accolto, ogni esistenza è una preparazione dell’io.

Là altre entità hanno creato la dimora dell’io.

 

Attualmente, sulla Terra, questa dimora è progredita a tal punto che l’io ha potuto prendere posto nell’uomo e, da quel momento in poi, ha cominciato a lavorare nell’interiorità umana in modo da agire sugli involucri corporei dall’interno verso l’esterno.

Il fatto che l’io può lavorare dall’interno, ha causato nel contempo il formarsi, al di sopra del punto di equilibrio, di un eccesso, di una massa sempre crescente di forze ascendenti.

 

Fintanto che l’io non potè ancora lavorare negli uomini, le forze ascendenti si svilupparono a poco a poco fin verso la metà; ed allorché l’io penetrò negli uomini esse avevano raggiunto un punto in cui si bilanciavano con le forze discendenti.

Il penetrare dell’io nella corporeità umana segnò il momento in cui le forze che salgono e quelle che scendono erano in equilibrio.

È ora compito dell’uomo fare in modo che la bilancia sposti il suo peso dalla parte giusta.

Per questo motivo gli occultisti chiamarono con il nome di Bilancia la costellazione che si stava attraversando quando l’io cominciò a discendere.

 

A dire il vero le azioni dell’io nella nostra evoluzione planetaria furono preparate già verso la fine della Vergine, ma non si era ancora pervenuti all’io.

Ora però, con l’inizio della Bilancia, l’io stesso cominciò ad agire per portare a termine un momento importante della propria evoluzione.

 

• Pensate un po’ che cosa significa che l’io sia pervenuto ad un tale stadio di evoluzione: l’io potè da quel momento in poi essere partecipe di quelle forze che appartengono allo Zodiaco; poteva agire all’interno delle forze dello Zodiaco.

E più l’io persegue la meta massima della propria evoluzione, tanto più esso è attivo all’interno dello Zodiaco.

Nulla accade nell’interiorità dell’io che non abbia una risonanza fin su nello Zodiaco.

 

Mentre l’uomo attiva realmente la disposizione ad evolvere sé e il suo io fino all’atma, fino all’uomo spirito, egli plasma sempre più quelle forze che lo mettono in condizione di influire sulla bilancia dello Zodiaco.

E su questa bilancia dello Zodiaco, allorché egli avrà condotto il suo io a diventare atma, uomo spirito, avrà conseguito il pieno potere.

 

L’uomo diverrà un essere che lascerà fluire da sé qualcosa, 

che supererà lo stadio del tempo per entrare in quello della durata, dell’eternità.

 

Mentre l’uomo percorre così il proprio cammino, ci sono però altre entità, il cui gradino di azione inferiore corrisponde a quello che per l’uomo è il gradino di azione più alto.

Cerchiamo dunque questi esseri il cui gradino di azione inferiore corrisponde a quello che per l’uomo sta nella Bilancia.

Se ci rappresentiamo l’uomo nello Zodiaco, vediamo in effetti che egli si eleva fino alla Bilancia.

 

 

L’entità che con il suo vero essere appartiene all’intero Zodiaco, le cui Forze appartengono all’intero Zodiaco, e che nella vita planetaria si manifesta solo nel suo arto inferiore, che è contrassegnato dalla Bilancia – così come per l’uomo l’arto inferiore è contrassegnato dai Pesci -, è la stessa entità che, come vedete, diffonde “vita” nell’intero Universo.

 

Così come l’uomo riceve la vita, questa entità irradia vita nel nostro intero universo.

Si tratta di quella stessa entità che potè compiere il “grande sacrificio”

e che è inscritta nello Zodiaco come “l’entità che si è sacrificata per il nostro mondo”.

 

Come l’uomo nello Zodiaco tende verso l’alto, così questa entità, dalla sfera dell’Ariete – che sta a essa come la Bilancia sta all’uomo -, ci invia giù la sua offerta sacrificale.

E come l’uomo volge il proprio io in alto verso la Bilancia, così questa entità riversa in sacrificio il proprio essere sulla nostra sfera.

 

Questa entità viene indicata come l’Agnello Mistico che si offre in sacrificio, poiché Agnello è lo stesso che Ariete; da ciò la denominazione di Agnello Sacrificale o Ariete per il Cristo.

Il Cristo viene così caratterizzato come appartenente all’intero cosmo.

Il suo io tende all’Ariete; fluisce l’io fino all’Ariete, e in tal modo diviene egli stesso il “grande sacrificio” ed entra in relazione con l’intera umanità sicché, in certo qual modo, tutte le entità e forze che agiscono sulla Terra sono sua creazione.

 

Egli sta con l’intero suo essere nel Sole,

le sue creazioni sono collegate con la Luna e la Terra, la sua forza poggia nella costellazione dell’Agnello.

Così stanno le forze, poiché questo essere potè divenire creatore nella costellazione dell’Ariete o Agnello.