L’importanza della comprensione dell’evento del Cristo per il raggiungimento della meta terrestre

O.O. 108 – Risposte a enigmi della vita – 21.11.1909


 

In quale condizione si trovano due persone di cui

una, a causa del karma che le deriva dalla precedente incarnazione, non è in grado di sviluppare la dote della chiaroveggenza e che, perciò, deve accontentarsi di acquisire delle conoscenze antroposofiche applicandosi ad uno studio diligente che le consenta di comprendere come siano da intendersi tali nozioni -,

• e l’altra ha, invece, la possibilità di sviluppare le sue doti chiaroveggenti e di entrare nel mondo spirituale?”

 

• Lo stato d’animo di questa seconda persona potrebbe essere il seguente:

“Io vedo il mondo spirituale, vedo le entità spirituali, perché dovrei allora mettermi a studiare anche dei libri?

Io so che c’è un mondo spirituale, perché dovrei studiare anche l’antroposofìa?

Non ce n’è il motivo, e poi sarebbe noioso”.

 

Accade di frequente che persone che hanno karmicamente la fortuna di essere chiaroveggenti, dicano: “Ora non vogliamo imparare più niente; perché dovremmo metterci adesso a studiare delle cose che ci vengono comunicate solo in forma di aridi concetti?”

 

• Mentre la prima persona sa applicarsi allo studio con cura ancora più sollecita ed assidua,

• l’altra disdegna lo studio, ma il suo karma è così positivo da consentirle di divenire chiaroveggente.

 

In quali condizioni vengono a trovarsi, dunque, queste persone dopo la morte?

Come si configura complessivamente la loro condizione?

 

• La persona che aveva acquisito la chiaroveggenza tra la nascita e la morte, che poteva penetrare con lo sguardo nel mondo spirituale e contemplarne vari aspetti, ma che si era rifiutata di apprendere i concetti teorici, che non aveva voluto compenetrare i dati scientifico-spirituali con il pensiero logico, ebbene, questa persona che ha disdegnato tutto ciò, dopo la morte non potrà trarre alcun benefìcio dalla sua chiaroveggenza; la sua capacità di orientarsi nel mondo spirituale non sarà migliore di quella che avrebbe avuto senza la chiaroveggenza che aveva acquisito in vita.

• In condizioni addirittura migliori verrà a trovarsi, invece, l’altra persona, quella che nella vita fisica non aveva avuto la facoltà chiaroveggente, ma che non aveva trovato alcun impedimento nell’acquisire con la lettura un concetto logico del mondo spirituale.

Questo non vuol essere certo un invito a esser pigri e a non far nulla per lo sviluppo dei sensi spirituali. Potrebbe anche darsi, infatti – ma nessuno è in grado di saperlo – che l’uomo, prima della morte, riesca ancora a sviluppare il talento della chiaroveggenza.

 

Chi ha studiato la concezione del mondo scientifìco-spirituale, sperimenta in sé la metamorfosi di tali concetti in reali visioni spirituali.

Ciò che si consegue in tal modo per mezzo dei concetti,non va più perduto, permane.

C’è un obbligo, un impegno: per quanto elevata sia l’iniziazione, per quanto alta sia la visione, non se ne potrebbe trarre alcun beneficio, se non si sapesse compenetrare di concetti la visione.

L’uomo non deve fermarsi alla visione, è suo dovere trasfondere tutto in concetti tratti dalla vita fisica.

Gli uomini sono chiamati ad accogliere realmente in sé le esperienze che possono acquisire in Terra.

Ciò che manca nel mondo spirituale va acquisito sulla Terra e poi recato in alto.

 

Quanto ho appena detto, è connesso con qualcosa di molto più significativo ed importante.

• C’è qualcosa che gli uomini non avrebbero mai potuto conoscere nel mondo spirituale. C’è un evento che non si sarebbe mai potuto conoscere nel mondo spirituale, se l’uomo non fosse stato fatto discendere sulla Terra fisica e non fosse stato condotto attraverso le incarnazioni.

• Tutte le entità spirituali che non si incarnano, non possono conoscere quell’evento che è la morte.

 

La morte non esiste nel mondo astrale, e nemmeno più in alto; in quelle sfere non è possibile farne l’esperienza.

Per questo, nella filosofia esoterica vige un antico principio: se gli dèi vogliono imparare a morire, devono andare sulla Terra.

Questa è una verità profondissima.

 

• Con la morte è inoltre connesso un altro aspetto: l’essere umano non perverrebbe mai all’autocoscienza.

Solo varcando la soglia della morte e deponendo i suoi involucri al termine di ogni incarnazione, l’uomo perviene alla vera e propria coscienza dell’io.

L’essere umano deve imparare a superare la morte.

 

Se la morte non fosse entrata nel mondo, l’uomo non avrebbe appreso l’autocoscienza.

La morte è dovuta divenire così la grande istruttrice del mondo fisico.

Ciò è connesso con un evento grandioso.

 

• Se l’uomo non fosse mai disceso sulla Terra fisica, se fosse rimasto sempre in alto nelle sfere spirituali, non sarebbe mai venuto a conoscenza di quello che è il supremo evento dell’evoluzione terrestre: il Mistero del Golgota.

L’evento del Cristo può essere conosciuto, sperimentato, solo tra nascita e morte.

E la grandiosità di questo evento consiste proprio nel fatto che un Dio è disceso da altezze celesti a condividere il destino degli uomini.

Questo mistero poteva compiersi solo sulla Terra.

Il Mistero del Golgota non si sarebbe potuto istituire mai e in nessun luogo nel mondo spirituale.

 

Per insegnare agli uomini la vittoria sulla morte fu necessario che un Dio scendesse da altezze spirituali per morire sulla Terra.

E questo evento, compreso dall’uomo sulla Terra, è il massimo tra quelli che possono fluire nell’incarnazione terrena dell’essere umano.

È quanto di più grande l’uomo possa recare con sé nel momento in cui lascia la Terra fisica varcando la soglia della morte.

L’uomo non potrebbe mai comprendere la grandezza del Cristo, se non imparasse sulla Terra chi Egli è.

Quando lo avrà appreso, potrà serbarlo e portarlo con sé nel mondo spirituale.

 

L’umanità non avrebbe mai potuto conoscere il Cristo, se non fosse discesa in Terra, se non avesse sviluppato il corpo fisico e non avesse avuto in Terra l’occasione di comprendere la morte di un Dio.

Questo evento, la cui importanza si estende a tutto il futuro, dovette necessariamente accadere.

 

L’umanità tornerà ad evolversi nel mondo spirituale.

Prima essa nulla sapeva dell’impulso del Cristo; ha dovuto apprenderlo sulla Terra, e ora esso è recato in alto, portato da tutti coloro che lo hanno compreso qui in Terra.

Con questa comprensione, che si consegue gradualmente sulla Terra, con quell’evento nell’anima l’uomo vivrà nelle incarnazioni che seguiranno, e anche nelle vite che fluiscono tra morte e nascita.

Gli uomini perverranno ad una sempre maggiore comprensione di quello che è il Golgota.

Il Cristo vivrà sempre più.

 

• E quando un giorno la Terra fisica sarà distrutta, quando saranno rimaste solo le anime, quando saranno rimasti solo gli spiriti degli uomini, essi volgeranno lo sguardo indietro all’evoluzione della Terra e diranno:

“Dovemmo compiere un’evoluzione entro un mondo in cui ci siamo preparati al Cristo.

Poi il Mistero ebbe luogo, l’evoluzione proseguì, noi comprendemmo sempre meglio l’evento di Palestina, lo elaborammo nella nostra vita tra nascita e morte, e quando la comprensione di questo grandioso evento giunse a compimento, la Terra fu matura per scomparire di nuovo, avendo noi incorporato quanto di più importante si era verificato nel corso di tutta la sua evoluzione.

Dovemmo stare sulla Terra, dovemmo percorrerne l’evoluzione per sperimentare ciò che in nessun altro luogo sarebbe potuto essere vissuto.

Ora è stato portato nel mondo spirituale, ma quello che ora è nel mondo spirituale ebbe origine laggiù”.

 

Questi saranno i sentimenti che le vostre anime proveranno quando saranno passate attraverso molte incarnazioni, quando la Terra, come pianeta fisico, sarà estinta e gli esseri umani saranno ascesi ad una nuova esistenza.

 

Qual è il retaggio più importante dell’evoluzione della Terra?

Qual é l’evento di somma importanza, che porteremo con noi e che non avremmo potuto sperimentare e vivere in altro luogo se non sulla Terra?

Il Mistero del Golgota!

 

Ora abbiamo il Cristo in noi.

• Il significato del sacrificio compiuto dal Cristo scendendo sulla Terra, per condividere quell’evento che gli uomini sperimentano come morte, consiste in questo: divenire sempre più autocoscienti, acquisire sempre più forza, al fine di accogliere in misura sempre maggiore il karma della Forza-Cristo.

Vediamo così come il karma agisca in questo caso di estrema importanza, e come la comprensione del Cristo sia connessa con tutto il karma terreno dell’umanità.

 

L’umanità ha il dovere di accogliere in sé il Cristo.

Senza la comprensione del Cristo, l’uomo non potrà portare a compimento il karma della Terra.

E il raggiungimento del fine della Terra sarà un effetto karmico dell’acquisizione della comprensione del Cristo.

Possiamo dire perciò: comprenderemo l’evento più piccolo come quello più grande, se prenderemo in considerazione la legge del karma.