L’impulso del Cristo che opera attraverso l’umanità

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 30.06.1909


 

Poiché oggi l’uomo ha il proprio corpo ereditato, oggi è soltanto capace di suscitare processi quali il rossore della vergogna, il pallore, e i fenomeni del pianto e del riso, ma più tardi egli acquisterà sempre maggior forza su questi fenomeni e, movendo dalla sua anima, spiritualizzerà le funzioni del suo corpo, situandosi nel mondo esteriore come un possente dominatore animico-spirituale. Questa sarà allora la forza del Cristo. Questo è l’impulso del Cristo che opera attraverso l’umanità. È l’impulso che già oggi, se sufficientemente rafforzato, può condurre dove conduceva l’antica iniziazione.

 

L’antica iniziazione si svolgeva nel modo seguente.

L’uomo imparava anzitutto interamente ciò che oggi impariamo nell’antroposofia. Questa era la preparazione per l’antica iniziazione. Tutto ciò veniva quindi condotto a una determinata conclusione. Questa conclusione veniva ottenuta per il fatto che l’iniziando riposava per tre giorni e mezzo in una tomba, come morto. Allora il suo corpo eterico veniva tratto fuori da quello fisico, ed egli attraversava nel suo corpo eterico i mondi spirituali, diventava testimonio dei mondi spirituali.

 

A quei tempi, nei quali l’uomo doveva prima venir iniziato nei mondi spirituali, era necessario che il corpo eterico venisse tratto fuori dal fisico, affinché l’uomo pervenisse alla visione del mondo spirituale con le forze del suo corpo eterico. Allora gli uomini, nel normale stato di coscienza diurna, non disponevano di quelle forze e dovevano quindi venir posti in uno stato di coscienza abnorme.

 

Il Cristo ha portato questa forza sulla Terra anche per l’iniziazione,

perché oggi è possibile che l’uomo diventi chiaroveggente

senza che il corpo eterico esca da quello fisico.

 

Quando l’uomo raggiunge una maturità tale da ricevere dal Cristo un impulso così forte che quell’impulso del Cristo, sia pure per breve tempo, possa influenzare la sua circolazione sanguigna, che l’influenza del Cristo si manifesti in una particolare circolazione del sangue, in un’influenza che penetra fino addentro nel fisico, allora l’uomo è in grado di venir iniziato entro il corpo fisico. L’impulso del Cristo ha questa capacità.

 

Chi è capace di immergersi realmente nei fatti di quei tempi,

nei fatti che si sono verificati mediante l’evento di Palestina e il mistero del Golgota,

di immergersi in essi con tale forza da viverli oggettivamente, da vederli spiritualmente viventi dinanzi a sé,

in modo che essi agiscano come una forza che si comunica perfino alla circolazione del sangue,

allora consegue con quest’esperienza il medesimo risultato

che prima veniva ottenuto per mezzo dell’uscita del corpo eterico.

 

Vedete dunque che con l’impulso del Cristo è venuto nel mondo qualcosa

per il cui mezzo l’uomo può influire su ciò che fa pulsare il suo sangue.

• Non occorre nessun fatto abnorme, nessuna immersione nell’acqua;

in questo caso agisce unico e solo il possente influsso dell’individualità-Cristo.

• Non si battezza con nessuna materia fisica, ma si battezza con un influsso spirituale,

senza che la quotidiana coscienza abituale subisca modificazione alcuna.

 

Per mezzo dello spirito che è fluito come impulso del Cristo, scorre nel corpo qualcosa che altrimenti può venir suscitato soltanto mediante un processo fisico-fisiologico: mediante il fuoco, il fuoco interiore che trova espressione nella circolazione del sangue.

 

Giovanni immergeva ancora gli uomini nell’acqua; allora il corpo eterico usciva, e l’uomo poteva penetrare con lo sguardo nel mondo spirituale. Ma se l’uomo fa agire in sé l’impulso del Cristo, allora questo impulso opera in modo che le esperienze del corpo astrale si riversino nel corpo eterico, e l’uomo diventi chiaroveggente.

 

Questa è la spiegazione dell’espressione «battezzare per mezzo dello spirito e del fuoco». La differenza tra il battesimo di Giovanni e il battesimo del Cristo riesce in tal modo evidente, corrispondentemente ai fatti. Così l’impulso del Cristo ha reso possibile una nuova categoria di iniziati.

 

Anticamente, fra gli uomini, alcuni singoli diventavano discepoli dei grandi maestri e venivano guidati nei misteri; ad essi veniva tratto fuori il corpo eterico, affinché potessero diventare testimoni dello spirito e presentarsi agli altri, dicendo:

«Esiste un mondo spirituale, noi stessi l’abbiamo visto!

Come voi vedete le pietre e le piante, così noi abbiamo visto il mondo spirituale».

 

Per mezzo dell’impulso del Cristo essi conobbero ciò che era noto agli antichi iniziati: l’esistenza del mondo spirituale. A loro volta essi poterono annunziare il vangelo del mondo spirituale. Per diventare dunque un iniziato e poter annunziare il vangelo del mondo spirituale nel senso nuovo, nel senso del Cristo, occorreva che la forza esistente nel Cristo fluisse come impulso in chi doveva diventare il discepolo, l’annunziatore di quella forza.

Quando si verificò per la prima volta una simile iniziazione cristiana?

 

Nel progresso dell’evoluzione, l’antico deve sempre ricollegarsi al nuovo.

Così anche il Cristo dovette condurre gradatamente l’iniziazione antica a quella nuova.

Dovette per così dire creare un passaggio.

Egli doveva tener conto di determinati processi dell’antica iniziazione,

ma in modo che tutto ciò che proveniva dagli antichi Dei venisse pervaso dall’essenza del Cristo.

 

Il Cristo procedette all’iniziazione di quello fra i suoi discepoli

che doveva poi comunicare al mondo il Vangelo del Cristo ne modo più profondo.

Tale iniziazione si cela in una narrazione del Vangelo di Giovanni, nella storia di Lazzaro.