L’impulso del Cristo, produce l’equilibrio tra l’elemento luciferico e quello arimanico

O.O. 194 – La Missione di Michele – 28.11.1919


 

La vita animica di noi uomini è come un giogo di bilancia, in cerca dell’equilibrio

tra l’elemento luciferico da un lato, e l’elemento arimanico dall’altro lato.

 

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Luciferico Arimanico

 

• L’elemento luciferico si trova nella chiarezza del nostro capo,

• l’elemento arimanico si trova sotto, nella saggezza che permea la nostra volontà.

• Tra i due dobbiamo cercare l’equilibrio in un punto che sulle prime non ci sembra permeato da qualcosa.

 

Come entra la saggezza in questa parte mediana dell’uomo? Come l’uomo si trova nel mondo, secondo la sua testa egli è retto da Lucifero, secondo la saggezza del suo ricambio e delle sue membra è retto da Arimane. Ma com’è secondo il cuore? Infatti la posizione mediana della coscienza che ho descritta è appunto dipendente dalla nostra organizzazione del cuore, dal ritmo umano; si può trovare nel mio libro Enigmi dell’anima come la nostra intellettualità sia connessa al nostro capo.

 

Ebbene, nella sfera mediana della nostra esistenza deve essere portato gradualmente un ordine così grande

come quello che è stato portato nella saggezza del capo mediante la logica

e come quello che viene portato nella nostra sapienza arimanica, mediante la matematica, la geometria,

in generale mediante l’osservazione esteriormente razionale della natura.

 

Da dove può venire nella parte mediana del nostro essere,

la logica interiore, la saggezza interiore, la capacità di orientamento?

Dall’impulso del Cristo, mediante quanto è trapassato nella civiltà terrena con il mistero del Golgota.

 

Esiste un’anatomia scientifico-spirituale che ci mostra che cosa sia la sfera del capo, che cosa sia la sfera del ricambio, che ci mostra pure la sfera organizzativa che sta tra le due, e ci indica ciò che a questa occorre. Noi uomini dobbiamo compenetrarci con l’impulso del Cristo.

Possiamo allora affermare: supponiamo ipoteticamente che il mistero del Golgota non sia entrato nell’evoluzione della Terra; ciononostante l’uomo avrebbe avuto la saggezza del capo e avrebbe pure avuto l’elemento che è entrato in lui a partire dal secolo quindicesimo, ma nella sua entità centrale sarebbe stato vuoto e deserto. Avrebbe sempre più sentito il dissidio tra le due suddette sfere interiori, senza potervi portare l’equilibrio.

 

Potremo realizzare lo stato di equilibrio solo compenetrandoci sempre di più con l’impulso del Cristo,

che produce appunto l’equilibrio tra l’elemento luciferico e quello arimanico.

Da tutto questo ci si potrà convincere del fatto che nei quattro secoli e mezzo prima di Cristo

all’uomo è toccato in sorte, come preparazione al mistero del Golgota,

l’ultimo retaggio dell’antica sapienza dei misteri

che si è fissato nel capo dell’uomo come ricordo di quella antica sapienza.

 

Nell’evo moderno, per altri quattro secoli e mezzo,

attraverso l’essere umano vi è la preparazione a un nuovo indirizzo spirituale, a un nuovo tipo di sapienza dei misteri.

• Ma affinché entrambi potessero congiungersi anche nell’evoluzione storica dell’umanità,

nell’evoluzione stessa doveva inserirsi obiettivamente il mistero del Golgota.

 

Considerandola da fuori, l’evoluzione umana procede in modo che il mistero del Golgota vi si inserisce come un dato di fatto obiettivo, ma interiormente l’evoluzione umana procede in modo che nel frattempo gli uomini crescono, finché a partire dal secolo quindicesimo ricevono quel nuovo innesto che ho testé caratterizzato come arimanico e mediante il quale essi cominciano a sentire la necessità di costruire un ponte tra i due fatti.