L’incontro con la morte e con Lucifero; trasformazione della morte in Cristo

O.O. 137 – L’uomo alla luce di Occultismo, Teosofia e Filosofia – 12.06.1912


 

Non per caso, dopo essere tornato nuovamente a spiegare ciò che per primo l’uomo incontra quando varca la soglia del mondo soprasensibile, il suo incontro cioè con la morte e con Lucifero, sono passato ad un’altra spiegazione, che vi sarà riuscita a tutta prima diffìcile da capire.

 

Ho cercato di spiegarvi il significato dell’essere del Cristo, e nel corso di questa spiegazione – che si è imposta da sé – è stato necessario accennare alla storia della tentazione nei Vangeli, alla narrazione di come Lucifero venne respinto dal Cristo, descritta nei Vangeli come “tentazione nell’eremo”, come la definiscono i Vangeli, o “tentazione nel deserto”, come spesso si dice. Dopo essermi diffuso in questa spiegazione, ho poi trattato la missione del Buddha.

Richiamiamo ora brevemente davanti alla nostra anima l’incontro con la morte e con Lucifero.

 

Presentandosi all’uomo come un’entità seducente, indipendentemente dalle sue azioni, Lucifero inizialmente appare effettivamente al discepolo dell’occultismo come l’archetipo della grandezza divina, umana e sovrumana. E il discepolo dell’occultismo viene guarito dalla sua tentazione solo quando guarda indietro su ciò che egli stesso è diventato per opera di Lucifero, quando guarda la spaventosa figura animalesca che l’uomo è diventato da incarnazione ad incarnazione, per opera della tentazione e della seduzione luciferica.

Dissi anche che al discepolo dell’occultismo contemporaneo si presenta allora l’aiuto che gli può venire dal Cristo e che l’incontro si svolge più o meno nel modo seguente.

 

Il Cristo offre il più pieno e il più grande conforto, di fronte alla spaventosa impressione provocata dall’incontro con la morte e con Lucifero e di fronte a ciò che egli stesso rappresenta, e che è il guardiano della soglia. Se quest’incontro ci ha fatto un’impressione spaventosa ciò che il Cristo può essere per noi ci dà conforto e speranza. Perché in luogo della morte, in luogo del corpo umano in frantumi, si affaccia ora un’altra immagine. Ciò che qui vi dico è assolutamente un’esperienza che si può avere. E la si ha proprio come ora ve la descrivo.

 

Al posto della morte si presenta il Cristo stesso,

e questo ci fa comprendere come l’io possa nonostante tutto essere conservato,

poiché si affaccia interiormente nella nostra coscienza

un’immagine del tutto indipendente da qualsiasi ricordo della vita materiale.

 

Sarebbe il colmo dell’assurdo parlare a questo proposito di illusione o di allucinazione, perché si potrebbe essere ciechi e sordi e privi dell’olfatto o di ogni altro senso e tuttavia si potrebbe vivere l’esperienza che si presenta a questo punto dell’iniziazione. Cristo prenderebbe ugualmente il posto della morte.

 

Che cosa si ha allora davanti a sé?

Immaginate di avere davanti a voi il Cristo, che si presenta al posto della morte, e Lucifero.

È assolutamente l’immagine che i Vangeli rappresentano con la scena della tentazione nel deserto.

 

Non è affatto necessario che ricordiate la particolare storia della tentazione dei Vangeli, perché essa si presenterebbe ugualmente davanti a voi. E vi si porrebbe davanti perché nella vostra anima avete accolto l’impulso dato dal fatto che il Cristo è stato una volta sulla Terra, è stato crocifisso e ha vinto la morte. E basta che abbia esercitato un’azione su di voi il cristianesimo paolino, non il cristianesimo dei Vangeli.

 

È dunque possibile sperimentare qualcosa che è descritto nei Vangeli, indipendentemente dai Vangeli stessi

e soprattutto indipendentemente da ogni impressione esteriore.

Sì, questo è assolutamente possibile.

 

Quando ricordate la vita ordinaria, vi dite che in essa avete un’esperienza cosciente quando le impressioni esteriori colpiscono la coscienza, quando le rappresentazioni della vostra coscienza vengono evocate da impressioni esteriori. Ora invece avete davanti a voi un’immagine che nessuna impressione esteriore può evocare, perché non si può trovare Lucifero nel mondo dei sensi. Non potrete trovarlo come impressione esteriore nel mondo fisico-sensibile.

 

A completare ciò, avete l’immagine della morte – e anche questa non può essere trovata nel mondo dei sensi – che si trasforma nel Cristo. Avete così aggiunto qualcosa che all’occorrenza potete ottenere come una reminiscenza dal mondo esteriore, ma che, quando penetrate nel mondo soprasensibile, si palesa a voi come un’immagine che può venire acquistata anche indipendentemente dal mondo esteriore. Non occorre che vi sia alcuna impressione esteriore, quando avete davanti a voi l’immagine della “tentazione” del Cristo e della “vittoria sulla morte” e di tutto ciò che Lucifero ha iniziato con gli uomini. E che tipo di coscienza è questo?

Una coscienza senza oggetto esterno.

 

Ho cercato di introdurvi a ciò che è la luce immanifesta e a ciò che è la parola impronunciabile. Ora avete ricevuto il concetto di coscienza senza oggetto esterno, di una coscienza a cui viene dato un contenuto dal suo proprio essere. È la coscienza senza oggetto esterno.

 

E successivamente le nostre osservazioni ci hanno condotto a esporre delle particolari, eppure vere, comunicazioni sul Buddha. Non è stato certo per caso. Dovevo premettere le osservazioni di ieri sull’uomo con il suo movimento interiore, per rendervi comprensibile il fatto che l’uomo può giungere a un gradino ulteriore nell’iniziazione ai mondi superiori. Ho dovuto esprimervi una verità, in un primo tempo forse di difficile comprensione, sulla quale torneremo subito: quando arriviamo a questo secondo gradino, Lucifero si presenta completamente trasformato, quale signore del regno di Venere.

 

Dissi che

• ciò che precedentemente era stato presagito come Sole onnipotente, appare ora come uno dei sette pianeti,

e il Cristo come lo spirito di questo pianeta, come un fratello dello spirito di Venere,

che è pure in una certa relazione con noi quale spirito planetario:

Cristo appare in certo qual modo come un fratello di Lucifero.

 

Ma qui abbiamo dovuto ricollegarci all’osservazione dei destini post-terrestri del Buddha, che sono stati introdotti a questo punto perché nella loro natura originaria non possono essere sperimentati nel modo in cui devono essere sperimentati, senza il secondo grado d’iniziazione che avviene come abbiamo descritto. Ma se non ci si è spinti oltre il primo incontro con la morte e con Lucifero, nel quale si vede, per esempio, la scena della “tentazione”, se non ci si è innalzati fino al successivo gradino di iniziazione, in cui compaiono i sette spiriti planetari, non si può giungere alla verità sulle sorti del Buddha così come l’abbiamo descritta ieri. Solo allora la si può acquisire; era perciò necessario che essa venisse preceduta dalle altre osservazioni.

 

Se poi chiedete se la verità sulle sorti post-terrestri del Buddha si può acquistare anche con la coscienza esteriore, rivolta alle impressioni esteriori, dovrete rispondervi che con la coscienza terrestre non è possibile fare ricerche sulla cultura di Marte. Tuttavia, dal momento in cui l’iniziazione raggiunge il gradino descritto ieri, è possibile che la coscienza senza un oggetto esteriore abbia questa esperienza per mezzo del proprio essere. Anche nei riguardi della verità sul Buddha abbiamo a che fare con una coscienza senza un oggetto esteriore. Il fatto è naturalmente esteriore: il Buddha vive realmente su Marte, ma la coscienza, quando riconosce una verità siffatta, non esce di sé, non fa agire su di sé una impressione esteriore, ed è perciò una coscienza senza un oggetto esteriore. Come vedete, vi ho condotto al terzo concetto esposto al principio delle nostre conferenze, cioè alla coscienza senza un oggetto esteriore.

 

Se osserviamo ciò che finora abbiamo esaminato, ci risultano tre stati di coscienza umana:

• la coscienza fisica abituale,

• poi quella che viene raggiunta al primo grado di iniziazione

– e come esempio di esperienza vi ho descritto l’immagine della morte e di Lucifero,

ossia di Cristo e Lucifero nella storia della “tentazione”.

 

Il gradino di coscienza successivo è quello in cui appaiono all’uomo i sette spiriti planetari.

 

E vi ho illustrato questo gradino di coscienza dimostrandovi, anche con un esempio, come in esso si sperimenti la sorte del Buddha dopo che questi è diventato buddha e non deve più ritornare sulla Terra nell’esistenza fisica.

 

Abbiamo quindi tre stati di coscienza dell’uomo:

• abbiamo la coscienza fisica,

• poi abbiamo la coscienza di mondi superiori a un primo gradino,

come ieri è stato descritto e illustrato per mezzo della storia della tentazione;

• abbiamo poi un gradino di coscienza successivo, una seconda coscienza soprasensibile.

 

E anche se sarebbe desiderato da alcuni che si accennasse a gradi di coscienza di genere ancora più elevato, ce ne manca ora il tempo. Potrò soltanto accennare al grado di coscienza che segue immediatamente, e che è di grado più elevato.

• Che cosa possiamo conoscere e sperimentare per mezzo della coscienza fisica? Tutto ciò che vi è di fisico nell’epoca attuale, tutto ciò che appare come oggetto nella nostra esistenza terrena.

• E che cosa possiamo conoscere per mezzo del secondo stato di coscienza?

 

Volendo prescindere anzitutto dall’esempio che è stato citato, cioè dal racconto della tentazione, per mezzo della coscienza superiore di questo primo gradino si può trovare anche qualcos’altro: ciò che viene abbozzato e descritto nella mia Scienza occulta, là dove si parla dello stato lunare che ha preceduto quello attuale terrestre.

 

La condizione lunare antica non esiste più, e si può descriverla

solo per mezzo di una coscienza senza un oggetto attualmente esistente.

Essa si trova conservata soltanto nei mondi superiori, nella cronaca dell’akasha.

Per il primo grado di coscienza superiore abbiamo dunque qualcos’altro,

oltre alla storia della tentazione, abbiamo cioè tutti i processi che si riferiscono all’antica Luna.

E tutto ciò che è in relazione con questa antica Luna può essere descritto per mezzo di questa coscienza.

 

Vorrei ora però richiamare la vostra attenzione sul fatto che è per una particolare ragione che, fra le varie esperienze che si possono avere, vi ho citato proprio la storia della tentazione come esempio speciale e concreto di un’esperienza che si può avere per mezzo della coscienza superiore di primo grado.

Quando si rivolge questo tipo di coscienza verso l’antica Luna, si ha una ripetizione della vicenda della tentazione. Una ripetizione per gli uomini; in realtà, tutto ciò si è svolto in un remotissimo passato.

 

Si sperimenta infatti che già nell’antica Luna il Cristo per se stesso aveva trionfato su Lucifero, e che la scena descritta nei Vangeli è il secondo fatto: la ripetizione della vittoria del Cristo su Lucifero.

Si viene dunque a sapere che il Cristo sulla Terra aveva già in precedenza respinto Lucifero.

 

Anche il Cristo infatti ha percorso una sua evoluzione.

 

Sulla Luna, Egli era meno evoluto e, per la sua totale dedizione alle potenze più elevate, ha dovuto respingere tutti gli attacchi e tutte le insidie di Lucifero, che in quell’epoca potevano ancora agire su di Lui. Lucifero dunque si contrappose al Cristo sull’antica Luna, ma sulla Terra non era più pericoloso per Lui, che lo respinse senz’altro. Sulla Luna invece il Cristo aveva dovuto valersi di tutte le forze di cui poteva disporre per respingere Lucifero. E questo è dunque ciò che si sperimenta, quando si volge indietro lo sguardo della coscienza superiore all’epoca lunare.

 

Quando si arriva al secondo grado di coscienza superiore, si acquisiscono conoscenze ulteriori che hanno importanza per la Terra, come la vicenda del Buddha, e altre ancora che si incontrano successivamente e che sono a loro volta descritte nella mia Scienza occulta, là dove si accenna alle passate incarnazioni della nostra Terra, e in particolare all’antico Sole.

 

A quell’epoca le condizioni erano essenzialmente diverse, ed è ben diffìcile – ve ne sarete già accorti dalle difficoltà che s’incontrano leggendo tale capitolo del libro – descrivere l’antica condizione solare. In quel mio scritto ho tenuto maggiormente conto dello scenario che è più vicino all’uomo: lo scenario della natura. Sarei stato poco compreso, nel movimento teosofico, se all’epoca in cui la Scienza occulta è stata scritta avessi richiamato l’attenzione piuttosto sugli aspetti morali, che pure si sperimentano quando si osserva l’antica epoca solare. In essa non si sperimenta più la storia della tentazione.

 

Guardando indietro all’epoca solare, ci si presentano

• il Sole stesso, ancora come un pianeta fra gli altri sette pianeti,

• e Venere, con Lucifero come sovrano.

Lo spirito del Sole e lo spirito di Venere

il Cristo e Lucifero – appaiono inizialmente come fratelli.

 

Bisogna applicarsi molto per scorgere una differenza fra loro.

Nell’antica epoca solare la differenza fra Lucifero e il Cristo

non risulta a tutta prima evidente dall’osservazione dei loro esseri esteriori,

ma solo quando li si osserva interiormente.

 

Ed è difficile ora, straordinariamente difficile, indicarvi la differenza con una descrizione esteriore. Vogliate considerare ciò che sto per dire come un tentativo di spiegare e di caratterizzare, per quanto mi è possibile, la differenza tra Cristo e Lucifero che si palesa alla coscienza chiaroveggente dell’antica epoca solare.

Se si volge lo sguardo da una parte sul Cristo e dall’altra su Lucifero, ci si accorge anche certamente che Lucifero, sovrano di Venere, si presenta con una figura straordinariamente luminosa (anche se qui s’intende parlare di luce spirituale).

 

Si è invasi allora dal senso che qualsiasi splendore ci possa mai pervenire dalla contemplazione di qualcosa, qualsiasi splendore possa emanare da una manifestazione di luce, non è che una meschina cosa di fronte alla maestà di Lucifero nell’antica epoca solare.

 

Ma Lucifero, se se ne approfondiscono le intenzioni, appare come uno spirito

dotato di un infinito, immenso orgoglio per tutto ciò che ha in sé,

di un orgoglio così smisurato che si può essere sedotti anche solo da esso.

 

Tutti sappiamo che le stesse cose che fino a un dato grado non sono una tentazione per l’uomo, lo diventano invece quando prendono proporzioni maestose. E l’orgoglio, nella sua maestosa grandezza, esercita pure un’azione seduttrice. Questa è la seduzione di Lucifero nella sua orgogliosa grandezza: fiero della sua figura di luce.

 

• Ciò che si può chiamare luce immanifesta,

luce che non risplende esteriormente, ma che ha in sé una forza grande e possente: ecco,

questo è ciò che Lucifero possiede in sommo grado.

• E accanto a lui, nell’antica epoca solare, vi è la figura del Cristo,

sovrano del pianeta Sole, il quale rappresenta un’immagine di completa dedizione a ciò che nel mondo l’attornia.

 

• Mentre Lucifero veramente sembra pensare soltanto a se stesso

– per tutto ciò occorre servirsi di espressioni umane, sebbene siano insufficienti -,

• il Cristo appare invece dedito a ciò che lo circonda nel vasto universo.

 

L’universo era allora diverso da quello che è oggi. Se oggi ci si trasferisse sul Sole e si volgesse lo sguardo tutt’intorno, si vedrebbero innanzitutto le dodici costellazioni dello Zodiaco. Queste a quell’epoca non esistevano come tali, esteriormente visibili, ma al loro posto vi erano dodici figure, dodici entità, le quali, poiché lo spazio esteriore non era riempito di luce, facevano risuonare le loro parole dalle profondità dell’oscurità, dalle tenebre. Che parole erano queste? Anche se il termine “parola” non è che un surrogato per indicare ciò di cui si tratta, erano parole che rivelavano epoche primordiali, già allora remotissime.

 

Erano dodici iniziatori cosmici.

Oggi, nelle direzioni dei dodici iniziatori cosmici, si incontrano i dodici segni dello Zodiaco e da essi risuona all’anima aperta al mondo la forma originaria della parola cosmica impronunciabile, che potè formarsi dalle dodici voci.

• E mentre Lucifero aveva in sé unicamente il desiderio di illuminare ogni cosa con la luce che in lui esisteva e di riconoscere tutto per mezzo di essa – devo cominciare ora a parlare figurativamente perché le parole umane appunto sono insufficienti -,

• il Cristo invece si abbandonò all’impressione di questa parola cosmica di qualità impronunciabile e l’accolse tutta, l’accolse pienamente in sé, così che quelle voci si trovarono riunite nell’anima del Cristo.

 

L’anima del Cristo divenne l’essere che in sé riuniva i grandi misteri cosmici

che in essa risuonavano mediante la parola impronunciabile.

Così ci appare l’opposizione del Cristo, accoglitore della parola impronunciabile,

all’orgoglioso Lucifero, spirito di Venere,

il quale respinge la parola cosmica e vuole comprendere ogni cosa con la propria luce.

E da ciò che Lucifero e il Cristo erano a quell’epoca deriva l’intera successiva evoluzione.

 

Infatti, ne derivò che

• l’essere del Cristo

accolse in sé la parola cosmica che tutto comprende, accolse i segreti cosmici che tutto abbracciano,

• e che l’entità di Lucifero,

per causa di ciò che posso esprimere soltanto con le parole “orgogliosa figura di luce”,

perse il suo regno, il regno di Venere.

 

Per altre cause a noi più lontane, gli altri spiriti planetari persero o anche trasformarono i loro spiriti, ma ora ciò non ci riguarda, mentre ci interessa l’opposizione fra Lucifero e il Cristo:

 

Lucifero andò sempre più perdendo la sua sovranità, il regno di Venere;

con tutta la sua luce divenne un re senza trono;

e il pianeta Venere da allora in poi dovette fare a meno di un vero sovrano

e non potè perciò percorrere che una evoluzione discendente.

 

Ma durante l’antica epoca solare il Cristo aveva accolto la parola cosmica,

che ha la qualità di accendersi nell’anima che l’ha appresa con rinnovata luce,

così che, dall’antica epoca solare in poi, la parola cosmica del Cristo è divenuta luce

e il pianeta di cui Egli era il reggente si è evoluto a centro dell’intero sistema planetario,

divenendo l’attuale Sole,

di cui gli altri pianeti sono diventati dipendenti anche rispetto ai loro reggenti spirituali.

 

Dobbiamo lasciare che questa scena eserciti il suo effetto su di noi;

troveremo allora che durante l’antica epoca solare le vie del Cristo e quelle di Lucifero si sono separate.

• La via di Lucifero è andata discendendo.

Egli dovette rimanere indietro nella sua evoluzione e ciò accadde effettivamente durante l’epoca lunare.

• La via dello spirito del Cristo, dello spirito solare, è invece ascendente.

Egli divenne uno spirito che si evolve verso il progresso

e che finalmente potè comparire sulla Terra nella forma che abbiamo ripetutamente descritto.

 

Poiché si è dedicato all’universo ed ha accolto la parola creatrice divina,

poiché si è identificato con la parola creatrice divina, con la parola impronunciabile,

ed ha respinto ogni orgoglio, dedicandosi alla parola cosmica,

il Cristo,

• da reggente planetario quale egli fu nell’antica epoca solare,

• è divenuto il sovrano degli altri pianeti con il dominio del Sole.

 

E quando sapete questo – lo dico specialmente per coloro che hanno udito le mie conferenze di Helsingfors -, non vi parrà più una contraddizione che si parli del Cristo come di uno spirito solare di carattere più elevato degli spiriti planetari, perché ciò è naturale per la condizione attuale.

 

Il Cristo è superiore agli altri spiriti planetari. È lo spirito solare.

 

Ma, volendo descrivere non solo come i rispettivi spiriti ebbero dato vita ai singoli corpi celesti, ma anche i singoli stati di coscienza,

• abbiamo dovuto chiarire come il Cristo, per virtù di una qualità speciale, si sia evoluto ed elevato,

nel corso dell’evoluzione fra l’antico Sole e l’epoca attuale,

da spirito affine agli altri spiriti planetari, quale era, a reggente di tutto il sistema planetario odierno.

Ci manca proprio il tempo per descrivere anche la terza coscienza di tipo superiore.

 

Posso solo accennare che l’antico stato di Saturno – il primo stato delle susseguentisi incarnazioni della nostra Terra che si può normalmente descrivere – può essere sperimentato con la coscienza superiore di terzo grado, in modo che possiamo indubbiamente parlare anche di una terza coscienza di genere soprasensibile. Certamente, se si volesse seguire l’iniziazione in tutto il suo svolgimento, converrebbe parlare di vette vertiginose della coscienza, ma a tutta prima sembra proprio temerario accennare a questi stati eccelsi, per i quali effettivamente inizia già l’impossibilità di servirsi di parole umane. Anche nella mia Scienza occulta si è rinunziato alla descrizione di tutto ciò che appartiene a stati di coscienza così elevati, per la semplice ragione che non li si può descrivere con parole umane.

 

Nei misteri, per descrivere questi stati superiori, si creano anzitutto dei segni simbolici speciali,

e nel parlare si fa uso di un linguaggio simbolico.

Per mezzo di un tale simbolismo gli uomini possono essere condotti anche a stati di coscienza elevatissimi,

e si può veramente parlare di una quarta e di una quinta coscienza di carattere soprasensibile.

Naturalmente, ciò può salire all’infinito

e se ne può parlare soltanto come di qualcosa che si svolge in una direzione.

 

Se teniamo in considerazione ciò, porremo davanti alla nostra anima il fatto che l’uomo con le diverse coscienze superiori schiude il suo sguardo su altri mondi oltre a quello fisico. E se riflettete sul fatto che la prima disposizione all’essere umano iniziò – come viene descritto nella Scienza occulta – già nello stadio dell’antico Saturno, vedrete nell’uomo una precisa connessione con il mondo della terza coscienza soprasensibile.

 

Ma, oltre a ciò, l’uomo è anche condotto e guidato da esseri che stanno al di sopra di lui, ed egli può riconoscere queste entità superiori che agiscono su di lui. Vi è chiaro infatti che l’essere umano, quale ci sta davanti, è creato a partire da mondi che vanno fino alla terza coscienza soprasensibile e che perciò egli vive in connessione con mondi ancora superiori.

 

Vedete, ciò che è stato descritto come raggiungibile attraverso diversi stati di coscienza può essere reso chiaro già alla persona media. Si può capire che esistano tali condizioni di coscienza. Tuttavia l’uomo non li sperimenta in maniera immediata, quale essere umano terrestre, bensì ne sperimenta le manifestazioni esteriori.

 

La coscienza fisica viene da lui sperimentata senz’altro. Della prima coscienza soprasensibile, l’uomo sperimenta un surrogato o un abbozzo in quella coscienza di sogno che non presenta immagini oniriche arbitrarie, ma si estende fino alla percezione di verità che appartengono a un mondo superiore.

 

E di fatto è necessaria solo un’educazione superiore sistematica della coscienza di sogno, perché l’uomo giunga alla prima coscienza di tipo soprasensibile; la quale già può schiudere la conoscenza di importanti connessioni che si riferiscono all’antica Luna, lo stadio passato di incarnazione terrestre.

 

Scoprirete che nelle comunicazioni occulte proprio la maggior parte delle descrizioni, accanto a quelle proprie della Terra, sono relative all’antica Luna; ma ci si ferma spesso a questa e non si riesce ad andare indietro fino all’antico Sole. E questo accade quando alla base di tali comunicazioni vi è la prima coscienza chiaroveggente, come capita più frequentemente, poiché è la più facile da raggiungere.

 

Tale coscienza, che risale fino all’antica Luna, è appunto quella dalla quale sono state attinte per la maggior parte le notizie comunicate dalla signora Helena Petrovna Blavatsky nella sua Dottrina segreta.

Per la maggior parte queste notizie – e tutti gli occultisti esperti lo sanno – provengono da questo tipo di coscienza. Perciò anche nella Dottrina segreta, fra le grandi ed ampie comunicazioni riguardanti le conoscenze arcaiche si trova ben poco intorno al passato che ha preceduto l’epoca lunare: esse trattano delle condizioni lunari che hanno preceduto l’attuale condizione terrestre.

 

Questi stati di coscienza sognante rappresentano il primissimo inizio,

una specie di surrogato che l’uomo terrestre possiede della prima coscienza soprasensibile.

Quando l’uomo dorme profondamente, la sua coscienza è oscurata,

ma non per questo si può dire che non vi sia coscienza.

Quando però la coscienza profonda di sonno si desta, quando arriva ad essere desta fuori del corpo,

si ha la seconda coscienza soprasensibile, che si estende più in alto

e che conduce indubbiamente colui che la può sperimentare fino all’antica condizione solare.

 

Se ci riflettete sopra vi direte: per mezzo della mia coscienza diurna mi aggiro con movimenti esteriori, i quali dipendono appunto dalla mia coscienza diurna, dalla mia coscienza terrena.

I movimenti che sono interiori, ad esempio i movimenti dell’uomo mediano, proseguono invece anche mentre l’uomo dorme, retti dalla cosiddetta coscienza profonda di sonno. Egli però non ne è consapevole.

 

I movimenti del cuore, della respirazione e così via sono quindi movimenti che dipendono da questa seconda coscienza e che possono venir compresi interiormente, con tutto il loro nesso con i mondi superiori, soltanto quando l’uomo si desta al di fuori del suo corpo, appunto mentre il suo corpo si trova in condizione di sonno profondo.

 

Così l’uomo, proprio per mezzo della sua ragione, può riconoscere che esistono tre siffatti stati di coscienza. Occorrerebbe troppo tempo, ora, per richiamare l’attenzione sul fatto che vi sono indubbiamente indizi che dimostrano l’esistenza di stati di coscienza anche più elevati. In ogni caso possiamo ancora dire che l’uomo, se esamina la sua vita di uomo terrestre, vi troverà per lo meno manifestazioni delle coscienze immediatamente superiori.

 

Perciò si può parlare anche all’uomo terrestre di questi stati superiori di coscienza, si può dire che l’uomo sperimenta i processi ordinari della vita terrena per mezzo della sua coscienza normale diurna, e che inoltre, se la sua coscienza di sonno venisse fortemente accresciuta, egli sperimenterebbe tutto ciò che dipende dalle leggi che nell’epoca attuale della Terra sono ancora un retaggio dell’antica Luna. E se nel sonno profondo egli si destasse indipendentemente dal suo corpo, sperimenterebbe anche le antiche condizioni solari, con quell’aspetto con cui ancora si estendono nelle condizioni terrene attuali.

 

Tutto ciò si può dunque comunicare e si può dire come si manifesta. Oggi dunque questi fatti non riescono incomprensibili e se ne può parlare.

Si può destare l’intelligenza per ciò che il discepolo dell’occultismo ricerca e che egli chiama stati diversi di coscienza, ma che in realtà sono mondi diversi.

 

E si usa dare a questi diversi stati di coscienza il nome di “piani”.

• Quello che si guarda con la coscienza fisica è il piano fisico.

• Ciò che è visibile con la prima coscienza di genere soprasensibile è il piano astrale.

• Ciò che si può vedere con la seconda coscienza di carattere soprasensibile

è il devacian inferiore, o piano mentale.

• Ciò che si può vedere con la terza coscienza di carattere soprasensibile

è il piano mentale superiore, o piano devacianico superiore.

• Dopo di questi vi è il piano del budhi, o piano del nirvana.

 

Con ciò però noi abbiamo soltanto una nuova nomenclatura per quel che si presenta sul cammino dell’evoluzione occulta. E ricorrendo a rappresentazioni più facili a formarsi che non quelle sopra i diversi stati di coscienza, si arriva a descrivere l’uomo. Perché è sempre l’uomo che opera nella sua condizione di appartenente ai diversi piani o a mondi diversi. E allora le conoscenze che costituiscono la scienza dell’uomo dal punto di vista occulto, in cui si parla di diversi stati di evoluzione della coscienza, vengono condotte al punto di vista teosofico. Mentre l’occultista parla di stati di coscienza, il teosofo parla di piani che si succedono. Vedete che in questo modo l’occultismo può venir comunicato esteriormente come sapienza divina, come teosofia.

 

Ora però si tratta del fatto che nel corso delle nostre considerazioni si sono affacciati anche degli altri punti di vista, ed è necessario che questi pure vengano esaminati a fondo. Per esempio ci è risultato che

• l’uomo, in ordine alla sua figura esteriore, è anzitutto un uomo composto da tre parti settemplici.

Veramente il tempo non è sufficiente per seguire la questione in tutti i suoi dettagli.

 

Ricordatevi di ciò che sta scritto nella Scienza occulta e cioè che l’uomo, prima di attraversare questo stato terrestre, ha attraversato tre altri stati precedenti (antica Luna, antico Sole e antico Saturno), che il primissimo germe della forma umana fìsica esteriore esisteva già durante l’antica condizione di Saturno, e che poi questo uomo fisico è stato nuovamente sempre più perfezionato.

 

Se pensate a tutto questo, direte a voi stessi:

• “ciò che oggi ci appare come un corpo così meraviglioso

ha percorso una lunghissima evoluzione attraverso tre stadi: quello di Saturno, quello del Sole e quello della Luna.

Ognuna di queste condizioni può essere suddivisa in sette,

e ogni settimo di queste condizioni ha impresso qualcosa nella figura dell’uomo, vi ha lasciato una traccia”.

Così avete le tre settemplici forze formative.

 

Ciò che non vi si può trovare è soltanto quello che l’uomo vi ha aggiunto durante l’epoca terrestre. Ma questo appunto è fragile: l’insieme dell’intera figura, che è stato spezzato da Lucifero. In modo che se si divide l’uomo in tre volte sette parti, si ottiene l’espressione dell’uomo fisico sulla Terra, ovvero di ciò che le precedenti condizioni di Saturno, Sole e Luna hanno impresso nell’uomo fisico.

 

Abbiamo qui a che fare a tutta prima con l’uomo fisico. Il discepolo della scienza occulta lo deve osservare così come in parte lo abbiamo osservato in queste conferenze, per quanto ci è stato consentito dal tempo a nostra disposizione. Ma agli studiosi della teosofia si può semplicemente indicare ciò che esiste per primo: ed è il corpo fisico dell’uomo. Se si osserva l’uomo si ha così a che fare dapprima con il suo corpo fisico: quella forma complessa che ha attraversato tante condizioni e che dispiega ancora oggi le impronte di queste numerose condizioni.

Abbiamo però osservato l’uomo anche nei suoi movimenti interni. E ricordatevi dove ciò ci abbia condotto ieri.

 

La figura si vede, i movimenti però – già ieri abbiamo dimostrato che è diffìcile riuscire a scoprire quali siano i movimenti essenziali – come tali non si vedono. Ma una peculiarità è risultata naturalmente dal nostro esame: appunto da questa capacità di movimento dell’uomo, siamo stati ricondotti indietro fino al tempo dell’antico Sole.

Ora non vi sembrerà più strano, se richiamo la vostra attenzione sul fatto che una tale interiore mobilità umana è in connessione con le esperienze che l’uomo ha attraversato durante l’antica epoca solare.

 

Mentre dunque, in quanto uomo fisico, quale lo vediamo oggi, egli porta in sé l’impronta di Saturno, Sole e Luna, così pure, in quanto uomo interiormente mobile, egli porta in sé le forze per la sua mobilità interiore dall’antica epoca solare, attraversando l’epoca solare, l’epoca lunare e l’epoca terrestre fino ai nostri giorni.

 

Ciò che non è forma, bensì è il fondamento interiore della mobilità,

lo indichiamo come il “primo uomo invisibile”.

Non lo si vede, questo uomo invisibile.

Se ne vedono soltanto le conseguenze esteriori: i movimenti.

Lo si indica come l’“uomo eterico”, il “corpo eterico”.

Il corpo eterico può essere percepito soltanto per mezzo di una coscienza superiore,

ma i suoi effetti nel mondo fisico sono i movimenti interni dell’uomo.

 

In quanto l’uomo ha dovuto attraversare tutte e tre le precedenti condizioni terrestri, egli è diventato uomo fisico. In quanto ha dovuto attraversare l’epoca solare e l’epoca lunare, è diventato uomo eterico. In quanto ha dovuto attraversare l’epoca lunare, ha potuto diventare uomo astrale. Qui ha inserito nei suoi movimenti tutto ciò che condusse al pensare, al sentire e al volere, perché questi potessero sorgere.

 

Quando prendete le mosse da ciò che è interiore, e che non è né corporeo né esteriore,

giungete all’uomo astrale, che come tale è invisibile,

ma le cui espressioni intrinseche sono il pensare, il sentire e il volere.

E infine si arriva a ciò che la Terra ha iniziato a preparare nell’uomo, e che solo in futuro porterà a termine,

ovvero la completa formazione e l’ulteriore configurazione dell’io,

che è apparso nel corso dell’evoluzione terrena e che si educherà a gradi sempre più elevati:

“sé spirituale”, “spirito vitale”, “uomo spirito” (manas, budhi, atma).

E così abbiamo diviso l’uomo nei suoi arti costitutivi.

 

Da tutto ciò si può vedere che quando si arriva a comprendere l’uomo a partire dall’intero universo, ci appaiono di conseguenza non solo i diversi stati di coscienza, che si considerano allora come mondi, ma anche delle partizioni dell’uomo stesso: corpo fisico, corpo eterico, eccetera. E ancora, con un esame razionale esteriore dell’uomo, si può arrivare all’idea seguente.

 

• Tu non vedi il corpo eterico, ma ne vedi le manifestazioni qui nel mondo fisico.

• Le manifestazioni del corpo eterico sono i movimenti nell’interno,

• le manifestazioni del corpo astrale sono il pensare, il sentire, il volere.

• L’“io” si manifesta da sé.

 

E non appena l’uomo usa la sua ragione abbastanza da capire che i movimenti che egli deve eseguire internamente non provengono dalla figura umana, che essi non possono provenire dal fisico, non appena egli si eleva all’unica idea ragionevole, cioè che tutto ciò deve provenire dal soprasensibile, egli ha anche la possibilità non soltanto di credere, bensì anche di comprendere con la ragione che esiste un corpo eterico.

 

Quando le conoscenze occulte sono da noi presentate con forme che parlano alla coscienza generale, allora l’occultismo è stato portato alla teosofia, gli si è data veste teosofica. Così come succede nella teosofia di parlare di piani, di livelli, così pure teosoficamente si parla dei diversi arti della natura umana. Tutto ciò che si può dire dell’uomo viene trovato per via occulta.

 

Quale discepolo della scienza occulta, si deve attraversare l’intero mondo,

si devono assumere i diversi stati di coscienza,

e allora si giunge a conoscere che sono solo questi diversi stati di coscienza

a spiegarci ciò che l’uomo realmente è,

di modo che nella sua essenza esso può venir compreso soltanto per mezzo dell’occultismo.

La teosofia non è che il tentativo di dare alle conoscenze occulte una veste di verità ragionevole,

perché l’uomo possa comprendere tutto da sé.