L’iniziato atlantico

O.O. 106 – Miti e misteri dell’Egitto – 04.09.1908


 

Sommario: Gli iniziati e le scuole iniziatiche. Il contenuto della meditazione era la figura umana. I pensieri trasformavano il corpo fisico.

 

Sappiamo che in tutti i tempi vi furono le cosiddette scuole di misteri dove coloro che potevano sviluppare le loro facoltà spirituali imparavano a guardare a fondo l’universo e risvegliavano le facoltà dormienti nella propria anima, per arrivare a percepire i nessi spirituali tra le cose. Da tali scuole di misteri si irradiarono per ogni dove gli impulsi spirituali delle varie civiltà.

Per intendere a fondo che cosa fossero gli iniziati, studiamo in genere quelli dell’epoca postatlantica, perché ivi la loro natura è più comprensibile; però già nell’epoca atlantica si trovano simili scuole di iniziati; per poterle studiare proprio a fondo vogliamo ora penetrare nel metodo di una tale scuola iniziatica dell’antica Atlantide.

 

Gli stati di coscienza erano allora quali li abbiamo descritti, e la forma umana era ancora tutta diversa da oggi. Se risaliamo alla prima metà dell’epoca atlantica troviamo l’uomo già costituito di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io, ma il corpo fisico appariva ancora tutt’altro dall’attuale. Possiamo forse paragonarlo ai corpi di certi animali marini trasparenti che non si vedono, ma tutt’al più si potrebbero toccare, già permeati da certe linee direttrici che risplendono.

Il corpo fisico umano era allora assai più molle, ancora privo di ossa; se già aveva i primi accenni cartilaginosi, nel complesso aveva una figura ancora del tutto diversa da quella d’oggi.

Il corpo eterico era di contro la parte costitutiva più importante dell’uomo; era molto grande, mentre la misura del corpo fisico era piuttosto piccola.

Il primo si differenziava nei singoli individui in quattro tipi fondamentali.

 

Una parte degli uomini mostrava piuttosto l’una di tali figure tipiche, un’altra parte un’altra. Noi le troviamo conservate nei nomi dei quattro animali apocalittici: Toro, Leone, Aquila e Uomo. Non dobbiamo però immaginare tali figure proprio uguali ai corrispondenti animali di oggi; solo l’impressione ch’esse facevano somigliava a quella che oggi fanno su noi quegli animali. Le immagini del leone, del toro, dell’aquila e dell’uomo, possono far comprendere le impressioni che producevano quei corpi eterici.

Gli uomini che apparivano dotati d’una forza potente di riproduzione, o di un appetito formidabile, erano paragonabili ad esempio al toro; altri vivevano già più nello spirito e si sentivano a disagio nel mondo fisico: erano gli uomini-aquila. Altri ancora, nel loro corpo eterico, erano già simili al corpo fisico attuale e mostravano una forma più umana. Naturalmente nel singolo individuo non era rappresentato solo un tipo; in ciascuno esistevano, come disposizione, tutti e quattro, ma l’uno dominava sugli altri. Tale era dunque la costituzione dei corpi eterici della popolazione atlantica.

Inoltre era molto possente, ma non ancora sviluppato, il corpo astrale, mentre l’io era ancora del tutto fuori, dell’uomo. Dunque gli uomini avevano allora un aspetto del tutto diverso da oggi; la media normale dell’umanità di allora era quale l’abbiamo descritta, eccettuati alcuni individui precoci che assunsero già prima una figura successiva.

 

Le cose stavano altrimenti per quelli più avanzati, per i discepoli dei misteri, aspiranti all’iniziazione dell’antica Atlantide. Consideriamo ora spiritualmente una di quelle scuole e cerchiamo di vedere che cosa vi insegnava il maestro, anzi che cos’era il maestro stesso.

Chi incontrasse oggi un iniziato, dal suo aspetto esteriore non potrebbe affatto riconoscerlo. Poiché infatti il corpo fisico si è evoluto sino al punto attuale, l’iniziato, che deve pur vivere in un corpo, si distingue nel fisico dagli altri uomini solo per certe differenze assai sottili. Invece allora l’iniziato differiva moltissimo dagli altri esseri umani, che avevano ancora figure più animalesche; rispetto al gigantesco corpo eterico, il loro corpo fisico era piccolo e formava una specie di goffa massa e sostanza animalesca.

L’iniziato si distingueva per la sua maggiore somiglianza fisica con la configurazione umana attuale; aveva il volto simile al nostro, e il cervello anteriore era come lo ha la media degli uomini d’oggi. Gli iniziati avevano già un cervello molto sviluppato per quei tempi, mentre negli altri uomini non lo era affatto. Secondo metodi determinati, essi dirigevano le loro scuole, dove accoglievano come discepoli coloro che si mostravano più idonei e più maturi degli altri.

 

Di qualcosa dobbiamo però tener conto, se vogliamo comprendere quel che diremo in seguito. Man mano che l’evoluzione progrediva, il dominio delle parti spirituali dell’uomo sopra il corpo fisico andò sempre più indebolendosi, fino ad essere oggi ridotto a un minimo.

Sebbene l’uomo attuale possa muovere braccia e gambe e pedalare in bicicletta, sebbene padroneggi la propria fisionomia e in certo grado anche il suo corpo, tutto ciò non è che un misero ultimo residuo del dominio sul corpo fìsico che possedeva durante l’epoca atlantica.

Il pensiero, il sentimento, esercitavano allora un influsso assai maggiore sul corpo fisico. Quel che l’uomo pensava, allora esercitava un influsso molto più intenso sul corpo fisico. Se oggi qualcuno pensa lo stesso pensiero per settimane, mesi e persino anni, tranne in pochi casi eccezionalissimi, ciò non influirà in lui che sul corpo eterico. Ad esempio sarà molto raro che con una meditazione si possa agire oggi sul corpo fisico.

 

Se oggi si riuscisse a rendere più prominente una fronte sfuggente, vale a dire a spostare le ossa frontali, sarebbe già un risultato enorme; il caso oggi sarebbe rarissimo; occorrerebbe un’energia immensa perché il pensiero possa agire sul corpo fisico. Già più facile è agire sulla circolazione del sangue e sul respiro, ma anche questo è ancora assai arduo.

Invece il pensiero può già agire sul corpo eterico, e nella prossima incarnazione tale azione sarà già tanto forte che l’aspetto del corpo si sarà mutato. Oggi si deve appunto tener presente che non si lavora per una sola incarnazione, ma per altre future: l’anima è eterna e ritorna sempre di nuovo.

 

Le condizioni erano del tutto diverse nelle antiche scuole iniziatiche. Là il dominio del pensiero influiva sul corpo fisico e lo modificava in un tempo relativamente breve. Il discepolo dei misteri elaborava la sua organizzazione in modo da farlo evolvere verso una forma sempre più umana. Si poteva scegliere un futuro discepolo anche tra gli uomini normali: bastava dargli l’impulso giusto e, senza ch’egli stesso avesse bisogno di pensare, per una specie di suggestione, si inserivano nella sua anima certi pensieri; gli si poneva dinanzi una determinata figura spirituale, una forma di pensiero che doveva sempre di nuovo approfondire. L’iniziato atlantico dava al discepolo una forma di pensiero, e in essa questi doveva entrare. Che genere di immagine era? che cosa doveva pensare il discepolo? che cosa meditava?

 

Descrivendo rapidamente l’evoluzione, abbiamo già accennato allo stato primordiale della terra e menzionata una figura luminosa proiettata nella polvere cosmica originaria. Se allora se ne fosse guardato chiaroveggentemente un atomo, se ne sarebbe vista emergere l’immagine archetipica dell’uomo attuale; non l’immagine dell’uomo antico, o dell’uomo dell’epoca atlantica, bensì di quello di oggi.

E che cosa faceva l’iniziato atlantico?

Evocava dinanzi all’anima dei suoi discepoli proprio l’archetipo umano che sorgeva dal seme primordiale, e su di esso il discepolo doveva meditare. La figura umana in forma di pensiero, con tutti gli impulsi e i sentimenti ch’essa suscitava, veniva posta come oggetto di meditazione dinanzi agli sguardi veggenti del discepolo.

 

Che questi appartenesse al tipo leone o a un altro tipo, veniva guidato a tenersi davanti l’immagine-pensiero dell’uomo quale sarebbe dovuto diventare nell’epoca postatlantica. Questa immagine di pensiero gli veniva sempre data come un ideale. Egli doveva volere questo pensiero: il mio corpo fisico deve diventare come questa immagine. Con le forze emananti da quell’immagine che il discepolo doveva apprendere, si agiva sul suo corpo in modo che finisse col differenziarsi da quello degli altri uomini; grazie a quelle forze talune parti ne venivano modificate sì che esso somigliava sempre più all’uomo odierno.

 

Così guardiamo indietro a segreti meravigliosi, ai misteri dell’epoca atlantica, e ci colpirà che, comunque gli uomini fossero costituiti, davanti alla loro anima si librasse un’immagine che già era esistita spiritualmente quando il sole era ancora unito con la terra. Sempre più tale immagine appariva come il significato della terra, come ciò che ne era spiritualmente alla base. Non era la figura particolare di questa o quella razza, ma l’ideale generale di tutta l’umanità.

 

Il sentimento che il discepolo doveva sviluppare dinanzi a quell’immagine era che i sommi esseri spirituali volevano quell’immagine, e che grazie ad essa viene stabilita l’unità nel genere umano. Quell’immagine è il significato di tutta l’evoluzione della terra; per realizzarla il sole si è separato dalla terra, e la luna si è staccata. Così l’uomo potè diventare uomo; questo doveva alla fine apparire come l’alto ideale terreno. In tale sommo ideale fluivano i sentimenti che animavano il discepolo nella sua meditazione.

 

Ciò avveniva circa alla metà dell’epoca atlantica, e dovremo studiare come tale immagine, che nella meditazione poneva dinanzi al discepolo la figura umana, si trasformasse in qualcos’altro, poi portato in salvo dopo il cataclisma atlantico. Risorse poi nell’insegnamento impartito dagli iniziati nell’India antica, e si sintetizzò nel primordiale santo nome di Brahma. Quando l’antico iniziato indiano parlava di Brahma, egli intendeva infatti il significato che la divinità universale aveva voluto dare alla terra. Da qui scaturirono più tardi l’insegnamento di Zarathustra e la saggezza egizia della quale parleremo. Domani vedremo come avvenne il passaggio da Brahma alla saggezza egizia.