L’iniziazione cristiana

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 30(p.m.).05.1908


 

La meditazione si può poi organizzare in tre diversi modi.

• Si può tener conto soprattutto dei puri elementi di pensiero, di saggezza:

è questo il caso della disciplina yoga che lavora soprattutto con l’elemento del pensiero, con la contemplazione.

Oppure si può agire piuttosto sulla sfera del sentimento,

elaborandola particolarmente,come avviene nella corrente più specificamente cristiana.

Infine si può operare mediante la combinazione del sentimento con la volontà:

è questo il metodo cristiano-rosicruciano.

 

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Studiando l’iniziazione specificamente cristiana cercheremo di comprenderne l’essenza.

Intanto occorre rendersi conto che una persona che oggi vive nella società moderna,

non potrebbe quasi certamente percorrere questa via d’iniziazione, in quanto essa esige un temporaneo isolamento.

Ma il metodo rosicruciano esiste proprio per consentire all’uomo di ascendere verso i mondi superiori,

senza venir meno ai propri doveri.

Tuttavia per quel che riguarda l’essenziale può servirci anche lo studio dell’iniziazione cristiana.

 

Questo metodo d’iniziazione lavora esclusivamente col sentimento;

e dovrò esporvi ben sette esperienze di sentimento, sette gradi del sentimento,

passando attraverso i quali il corpo astrale viene realmente modificato in tal modo

da sviluppare poi i suoi organi durante la notte.

Cerchiamo di renderci conto come debba vivere il discepolo cristiano, per salire questi gradi.

 

• Il primo grado è quello che vien chiamato « la lavanda dei piedi ».

Qui il maestro parla così al discepolo:

• « Guarda la pianta: essa ha le sue radici nel terreno, e questo terreno minerale è un essere, per così dire, inferiore alla pianta. Se la pianta fosse in grado di esprimere la propria natura, potrebbe dire al terreno: io sono bensì, di noi due, l’essere più evoluto, ma se tu non ci fossi, io non potrei sussistere; poiché da te, o terreno, io ritraggo la maggior parte del mio nutrimento. Se la pianta sapesse tradurre tutto questo in sentimenti, dovrebbe chinarsi verso la pietra, dicendo: m’inchino a te, pietra, creatura inferiore a me stessa, poiché a te debbo la mia esistenza.

 

Se adesso ci rivolgiamo all’animale, questo dovrebbe comportarsi allo stesso modo nei riguardi della pianta, dicendo: io sono bensì superiore alla pianta, ma debbo la mia esistenza a quel regno inferiore! –

E se proseguiamo a salire più in alto, pervenendo all’’uomo, qui ognuno che si trovi a un grado più elevato della scala sociale dovrebbe chinarsi verso il gradino inferiore, dicendo: io debbo la mia esistenza al gradino inferiore. –

Questo rapporto si continua sempre più in alto, fino al Cristo Gesù.

 

I dodici che lo circondano si trovano a un grado inferiore al suo; ma come la pianta si sviluppa dalla pietra,

così il Cristo Gesù dai suoi dodici. Ed Egli si china verso i dodici, dicendo: vi devo la mia esistenza!

 

Quando il maestro aveva spiegato al discepolo tutto questo, gli diceva: « Per settimane e settimane dovrai immergerti in questo sentimento cosmico, per cui ogni essere superiore s’inchina a quello inferiore; e quando avrai bene elaborato in te questo sentimento, farai l’esperienza di un sintomo interiore e di uno esteriore ».

Questi sintomi peraltro non sono affatto ciò che più importa:

essi stanno solo a dimostrare che il discepolo si è esercitato a sufficienza.

 

Quando dunque il corpo fisico era stato influenzato dall’anima per un tempo sufficiente, ciò si manifestava al discepolo nel sintomo esteriore d’una sensazione di acqua che gli lambisce i piedi. Era questa una sensazione ben reale.

 

Altrettanto reale era la formidabile visione (che gli si manifestava nella sfera astrale) della lavanda dei piedi,

del sé superiore che s’inchina al sé inferiore.

Così l’uomo sperimenta nell’astrale ciò che il vangelo di Giovanni ci racconta come fatto storico.

 

• Il secondo grado – (della « coronazione di spine ») –

consiste in quest’altro insegnamento, rivolto al discepolo:

« Devi sviluppare anche un altro sentimento in te stesso. Immagina che tutti i dolori e tutte le sofferenze del mondo si accumulino sopra di te, che tu sia esposto all’assalto d’ogni sorta di avversità; dovrai immergerti nel sentimento di saper resistere senza piegarti, anche se tutta la miseria del mondo si accostasse a te! ».

 

Se il discepolo si sarà esercitato a sufficienza, si verificheranno anche qui due sintomi:

• uno è la sensazione di venir colpito da ogni parte;

• l’altro è la visione astrale della «flagellazione».

Sto raccontando cose che sono state vissute da centinaia di persone

e grazie alle quali quelle persone poterono salire ai mondi superiori.

 

• Il terzo esercizio – ( della « coronazione di spine » )

consisteva per il discepolo nel rappresentarsi che ciò ch’egli considerava più sacro,

ciò per cui avrebbe voluto pagare di persona con tutto se stesso, veniva coperto di beffe e vituperi.

 

Doveva dirsi allora: checché avvenga, io debbo rimaner saldo e difendere ciò che mi è sacro! Immergendosi a fondo in questo stato d’animo, egli provava come delle punture nel capo e aveva la visione astrale della « coronazione di spine ».

Ancora una volta va messo in rilievo: ciò che conta, non sono questi sintomi;

essi si manifestano solo come effetti degli esercizi.

Viene anche provveduto a che non possa esservi questione di suggestione od autosuggestione.

 

• Il quarto grado – ( la « crocifissione » )

conduce il discepolo a sentire il proprio corpo come talmente estraneo,

da considerarlo un oggetto esterno, come un pezzo di legno ad esempio,

sì da non poter più dire « io » al proprio corpo.

Questo sentimento deve rafforzarsi fino al punto da poter dire: il mio corpo, io lo porto con me come porto la mia veste.

 

A questo punto il discepolo non connette più il proprio io col corpo;

e si verifica allora un’esperienza chiamata la prova del sangue.

• Ciò che in molti casi può essere espressione d’uno stato morboso,

in questo caso (poiché dev’essere di proposito eliminato tutto ciò ch’è patologico)

si manifesta come conseguenza della meditazione.

• Ai piedi, alle mani e sul lato destro del petto si mostrano le cosiddette stigmate;

e come sintomo interiore al discepolo appare, in una visione astrale, la « crocifissione ».

Possiamo descrivere solo succintamente gli ultimi tre gradi di sentimento.

 

• Il quinto grado consiste in ciò che viene chiamato la « morte mistica ».

L’esperienza che il discepolo attraversa qui, mediante i sentimenti che sono propri di questo grado, gli si rivela come se d’improvviso un velario nero si stendesse davanti a tutto ciò ch’è visibile e tutto quanto scomparisse. Questo momento è importante anche per un altro aspetto che bisogna aver provato, se si vuole conseguire l’iniziazione cristiana nel vero senso della parola.

 

 Si sperimenta allora la facoltà d’immergersi negli abissi del male, del dolore, della sofferenza;

e tutto il male che vive al fondo dell’anima umana, si può gustarlo scendendo all’inferno.

Questa è «la discesa all’inferno».

Dopo questa prova, è come se il velario si lacerasse:

e si è in grado di guardare nel mondo spirituale.

 

• La sesta tappa è quella che viene chiamata « sepoltura e risurrezione ».

È questo il grado al quale il discepolo si sente tutt’uno con l’intero corpo della Terra;

si sente come adagiato entro la compagine del nostro pianeta e ne fa parte. La sua vita si è dilatata a vita del pianeta.

 

• Il settimo sentimento –  «l’Ascensione» non può venir descritto a parole;

potrebbe farlo solo chi fosse in grado di pensare senza lo strumento del cervello fisico:

e per questa esperienza non esiste un linguaggio,

poiché il nostro linguaggio possiede solo espressioni per il piano fisico.

 

Perciò a questo gradino possiamo solo accennare di lontano.

Esso oltrepassa ogni cosa di cui abitualmente l’uomo possa farsi un’idea.

Lo si chiama «l’Ascensione», ovvero la piena assunzione entro il mondo spirituale.

 

Qui si chiude la scala dei sentimenti nei quali il discepolo deve immergersi durante lo stato di veglia,

in perfetto raccoglimento interiore.

Se il discepolo si sarà dedicato a queste esperienze, esse agiranno così profondamente sul suo corpo astrale

che durante la notte si formano plasticamente gli organi di senso interiori.

 

Nell’iniziazione rosicruciana non viene percorsa questa scala di sentimenti,

ma si verifica ugualmente l’effetto ora accennato.

 

Vedete dunque che  l’essenziale dell’iniziazione è il fatto che

attraverso le esperienze diurne il corpo astrale venga influenzato

in modo ch’esso, durante la notte, quando è del tutto libero,

si conferisca plasticamente una nuova configurazione.

 

Quando l’uomo ha dato in questo modo al proprio essere astrale una configurazione plastica,

il corpo astrale è realmente diventato un nuovo elemento costitutivo dell’uomo:

esso è allora interamente compenetrato dal sé spirituale o manas.

• Una volta che il corpo astrale si è così trasformato,

si tratta di imprimere anche nel corpo eterico ciò che si era sviluppato plasticamente nell’astrale.

Il corpo astrale deve immergersi nell’eterico e imprimervi la sua nuova conformazione,

proprio come fa un sigillo imprimendo i propri caratteri nella ceralacca.

 

L’intimo processo d’elaborazione del corpo astrale è il medesimo in tutti i metodi d’iniziazione;

questi si differenziano invece per ciò che riguarda il trasferimento sul corpo eterico.