L’iniziazione negli antichi misteri

O.O. 123 – Il Vangelo di Matteo – 07.09.1910


 

Negli antichi misteri l’evoluzione umana non era ancora progredita al punto che l’iniziazione (sia quella verso il macrocosmo, sia la discesa nel microcosmo) potesse attuarsi lasciando l’uomo interamente poggiato su se stesso.

In un’iniziazione egizia, per esempio, l’uomo veniva certo guidato entro le forze del proprio corpo fisico ed eterico, in modo che egli potesse sperimentare coscientemente le vicende di questi suoi due corpi; ma in quella condizione scaturivano dalla sua natura astrale passioni ed emozioni tremende; scaturivano mondi demoniaci, mondi diabolici.

Per questa ragione allo ierofante dei misteri egizi occorrevano degli aiutanti che accogliessero in sé ciò che in quel modo scaturiva dalla natura astrale dell’iniziando, deviandolo attraverso la loro propria natura. Ecco perché vi erano dodici assistenti dell’iniziatore, incaricati di accogliere i dèmoni che uscivano dall’iniziando.

In tal modo però l’uomo non era mai interamente libero, nell’iniziazione antica.

 

Ciò che necessariamente doveva manifestarsi in lui quando egli s’immergeva nel corpo fisico e nell’eterico, poteva infatti manifestarsi e svilupparsi solo perché aveva appunto intorno a sé i dodici assistenti i quali accoglievano i dèmoni e li domavano.

Similmente avveniva nei misteri nordici: l’iniziazione verso il macrocosmo poteva attuarsi anche qui solo grazie alla presenza di dodici assistenti dell’iniziatore, i quali trasmettevano all’iniziando le loro forze, affinché egli potesse sviluppare davvero le forze di pensiero e di sentimento necessarie per attraversare il labirinto del macrocosmo.

 

• Questa forma d’iniziazione in cui l’uomo non era assolutamente libero,

ma invece costretto ad affidarsi all’intervento degli aiutanti dell’iniziatore

per far deviare i dèmoni, dovette essere sostituita gradualmente

da un’altra iniziazione, in cui l’uomo agisce da sé.

• In quest’altra forma d’iniziazione il maestro fornisce al discepolo

soltanto i mezzi e le istruzioni necessarie perché questi possa poi orientarsi da sé.

 

Oggi non si è ancora molto progrediti su questa via;

tuttavia a poco a poco si andrà formando nell’umanità la facoltà autonoma,

sia di ascendere nel macrocosmo, sia di discendere nel microcosmo senza aiuti esterni,

e si potranno percorrere in libertà entrambe le vie all’iniziazione.

 

L’evento del Cristo ebbe luogo perché questo potesse attuarsi: esso rappresenta il punto di partenza da cui l’uomo può muovere, per discendere liberamente entro il corpo fisico e l’eterico, come pure per ascendere al macrocosmo. Occorreva che una volta si attuasse su scala universale, grazie a un’entità elevatissima qual è il Cristo Gesù, la discesa entro il corpo fisico e l’eterico, come pure l’ascesa al macrocosmo.

 

L’evento del Cristo in fondo significa proprio questo:

che l’entità cosmica del Cristo ha per così dire dato l’esempio all’umanità

di ciò che nel corso dell’evoluzione terrena potrà ora venir conseguito

almeno da un gran numero di esseri umani.

 

È stato necessario che ciò avvenisse una volta.