L’io di Zaratustra s’incarna a dodici anni nel corpo del Gesù natanico, e ne elabora le qualità animiche

O.O. 114 – Il Vangelo di Luca – 21.09.1909


 

Per certe circostanze che in parte ci si chiariranno ora,

lo sviluppo del Gesù natanico era stato alquanto accelerato ed anticipato.

Ciò era stato possibile anche perché in quei paesi la maturità sessuale avveniva prima che da noi.

 

Vi erano inoltre ragioni particolari per cui in lui si manifestò già a dodici anni ciò che normalmente avviene a quattordici; e dopo sette anni, si manifestò in lui, a diciannove anni, ciò che di solito ha luogo i ventuno; così pure ebbe luogo a ventisei e trentatré anni ciò che di solito avviene a ventotto e a trentacinque.

 

Consideriamo dunque lo sviluppo dell’essere che sta al centro della vita della Terra. (Si veda lo schema). Consideriamo che, fino ai suoi dodici anni, abbiamo dinanzi a noi corporalmente il Gesù natanico, e che, dal dodicesimo anno in avanti, nel Gesù natanico vive l’io di Zaratustra.

 

 

Che significa veramente ciò? Significa che questo io maturo elaborò dal dodicesimo anno in poi il corpo astrale, l’anima senziente e l’anima razionale del Gesù natanico; ed elaborò queste facoltà umane nel modo che era possibile soltanto ad un io così maturo, all’io di Zaratustra che era passato attraverso molte incarnazioni e molte vicende.

 

Ci sta dunque dinanzi il fatto mirabile che

l’io di Zaratustra s’incarna a dodici anni nel corpo del Gesù natanico,

e ne elabora le qualità animiche in modo quanto mai sottile.

 

• Si sviluppa in tal modo un corpo senziente che è in grado di alzare lo sguardo al cosmo,

che è in grado di sentire in sé l’essenza spirituale dell’antico Ahura Mazdao;

• si sviluppa un’anima senziente che è in grado di albergare in sé

la saggezza fluita nell’umanità mercé la dottrina di Ahura Mazdao;

• si sviluppa poi un’anima razionale che è in grado di comprendere,

e di formulare in concetti, in parole, in parole facili

ciò che prima l’umanità aveva raggiunto soltanto attraverso le rivelazioni spirituali.

• Così si sviluppò il Gesù natanico che albergava in sé l’io di Zaratustra;

e continuò a svilupparsi in tal modo fino all’approssimarsi del trentesimo anno.

 

Avvenne allora un fatto nuovo.

Si ripetè, ora però in modo più significativo e più universale,

il fenomeno che si era già presentato in certo modo nel Gesù natanico a dodici anni;

la sua interiorità fu cioè riempita da una nuova egoità.

 

Circa nel trentesimo anno l’io di Zaratustra

aveva ormai compiuto l’elaborazione dell’anima del Gesù natanico,

ne aveva sviluppato al massimo grado le facoltà.

• Egli aveva per così dire compiuto la sua missione;

aveva compenetrato quell’anima di tutto ciò che aveva conquistato nelle sue precedenti incarnazioni;

ormai poteva dire: l’opera mia è compiuta.

E l’io di Zaratustra abbandonò il corpo del Gesù natanico.

 

L’io di Zaratustra aveva vissuto dunque fino al dodicesimo anno nel corpo del Gesù salomonico. Da allora in poi, quel bambino non avrebbe più potuto continuare a svilupparsi sulla Terra. Essendo stato abbandonato dall’io di Zaratustra che aveva dimorato in lui, egli si arrestò, per così dire, al punto in cui si trovava. Albergando in sé un io così sublime, aveva raggiunto un’alta e rara maturità. Chi avesse osservato da fuori il bambino Gesù salomonico, lo avrebbe trovato straordinariamente precoce. Ma dal momento in cui l’io di Zaratustra lo abbandonò, egli si fermò e non potè più svilupparsi.

 

Giunse relativamente presto il giorno in cui la madre del Gesù natanico morì,

e i suoi elementi spirituali vennero trasportati nel mondo spirituale.

Essa prese allora con sé

quanto nel fanciullo Salomonico vi era di valore eterno e di forza plasmatrice.

Poi, anche questo fanciullo morì, circa nello stesso periodo in cui morì la madre del Gesù natanico.

Era un corpo eterico ben prezioso

quello che abbandonò allora il corpo fisico del Gesù salomonico.

 

Sappiamo che il corpo eterico dell’uomo si sviluppa in modo particolare quando il bambino ha superato circa il settimo anno, ossia fra il settimo anno e la pubertà. Si trattava in quel caso di un corpo eterico elaborato dall’io di Zaratustra.

Sappiamo inoltre che, alla morte, il corpo eterico abbandona il corpo fisico; allora, rutto ciò che non è idoneo per l’eternità viene normalmente eliminato; e soltanto una specie di estratto del corpo eterico viene introdotto nel mondo spirituale.

 

Nel Gesù salomonico la massima parte del corpo eterico era idonea per l’eternità.

E l’intero corpo eterico di quel fanciullo fu portato nel mondo spirituale dalla madre del Gesù natanico.

Sennonché il corpo eterico è l’edificatore, il plasmatore del corpo fisico umano.

 

Possiamo ben immaginarci la grande affinità che vi era fra il corpo eterico del Gesù salomonico, ora trasportato nel mondo spirituale, e l’io di Zaratustra: nel pellegrinaggio terreno infatti, fino ai dodici anni, essi erano stati uniti.

 

Quando dunque, per lo sviluppo raggiunto da Gesù di Nazaret,

l’io di Zaratustra abbandonò il suo corpo,

quando per così dire quell’io uscì dal corpo del Gesù natanico,

entrarono in azione le forze d’attrazione fra quell’io (quello di Zaratustra)

e il corpo eterico proveniente dal bambino Gesù salomonico.

Essi tornarono a unirsi e si costruirono un nuovo corpo fisico.

 

L’io di Zaratustra era tanto maturo da non aver bisogno di un ulteriore passaggio attraverso il devachan;

e fu in grado, con l’aiuto di quel corpo eterico ora caratterizzato,

di ricostruirsi un nuovo corpo fìsico dopo un periodo di tempo relativamente breve.

 

Nacque così, per la prima volta, un essere che ricomparve poi sempre di nuovo,

e sempre ad intervalli relativamente brevi fra ogni morte e ogni nascita.

 

Questo essere, quando abbandonava il corpo fisico nella morte, tornava a reincarnarsi presto sulla Terra.

• Da allora in poi questo essere,

che si era nuovamente riunito col corpo eterico poco prima deposto, accompagnò la storia dell’umanità.

• Come si può immaginare, egli diventò il più grande aiuto

per coloro che cercavano di comprendere l’evento di Palestina.

 

Questa individualità è nota sotto il nome di «maestro Gesù»,

e l’io di Zaratustra, ritrovato che ebbe il suo corpo eterico,

cominciò la sua carriera attraverso l’evoluzione umana come maestro Gesù;

da allora in poi vive sulla nostra Terra reincarnandosi sempre.

 

• È lui a guidare e a dirigere la corrente spirituale cristiana.

• È lui l’ispiratore di coloro che cercano di comprendere l’evoluzione del cristianesimo vivente;

fu lui, nelle scuole esoteriche, a ispirare coloro che avevano la missione

di continuare ad elaborare le dottrine del cristianesimo.

• È lui che sta dietro le grandi figure spirituali del cristianesimo

e che insegna il significato profondo dell’evento di Palestina.

 

Ormai l’io di Zaratustra,

che aveva vivificato il corpo del Gesù natanico dai dodici ai trent’anni, si trovava fuori di quel corpo.

Ora vi penetrò un’altra entità.

Il momento in cui ciò avvenne, in cui cioè un io sommo subentrò nel Gesù natanico all’io di Zaratustra,

questo momento ci viene descritto in tutti i Vangeli come il battesimo nel Giordano.