L’io superiore

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 24.06.1909


 

Se dirigiamo lo sguardo sulle diverse cose intorno a noi, quelle che i nostri occhi vedono e le nostre mani afferrano, vediamo che tutte nascono e periscono. Vediamo il fiore nascere ed appassire, l’intera vegetazione dell’anno crescere e deperire; e se pure vi sono nel mondo delle cose come le montagne e le rocce, che sembrano sfidare i secoli, l’anima umana ha l’intuito, come già si scorge nel proverbio gutta cavat lapidem, che perfino le rocce e le montagne maestose sono soggette alle leggi della caducità.

 

L’uomo sa che sorge e scompare quanto è formato dagli elementi,

che nasce e muore non solo quello che l’uomo chiama la propria corporeità,

ma ciò che egli chiama il suo « io transitorio ».

• Ma chi sa come si può penetrare nel mondo spirituale,

sa pure che l’uomo non penetra nel mondo spirituale mediante gli occhi e le orecchie e gli altri organi dei sensi,

ma che egli vi può arrivare attraverso la via del risveglio, della rinascita, dell’iniziazione.

E che cosa rinasce?

 

• Quando l’uomo guarda nella propria interiorità, arriva in ultimo a dire a se stesso:

«Quello che mi si presenta nella mia interiorità è quello che chiamo “io”».

• L’io si differenzia, già col proprio nome, da tutte le altre cose del mondo esteriore.

• Ad ogni altro oggetto del mondo esteriore si può assegnare un nome dall’esterno;

tutti possono dire « tavolo » al tavolo, o «orologio» all’orologio.

• Ma non potrà mai risuonare il nome «io» al nostro orecchio

quando si riferisce a noi stessi, perché l’«io» deve venir pronunziato dall’interiorità.

• Per tutti gli altri uomini noi siamo un «tu».

 

Già da questo fatto l’uomo si avvede come l’entità io si differenzi da tutto ciò che di solito vi è in lui e attorno a lui.

Ma bisogna ora aggiungere anche quello che gli occultisti in tutti i tempi hanno sempre ripetuto all’umanità

come frutto delle loro esperienze: che

• dall’interiorità di questo io ne nasce un altro, un io superiore, come un bambino nasce dalla madre.

 

Quando consideriamo l’uomo nella sua vita, possiamo dire che lo vediamo dapprima quale bambino, come guarda inesperto gli oggetti del mondo esteriore, come impara poi gradatamente a capire le cose, e a poco a poco a diventare giudizioso, cresce d’intelletto e di volontà, aumenta la sua forza e la sua energia.

 

Vi sono però uomini che non crescono soltanto in questo modo; vi sono sempre stati uomini che si elevano ad uno sviluppo superiore al normale; essi arrivano a trovare per così dire un « secondo io » capace di dire « tu » al primo io, come quest’ultimo dice « tu » al proprio corpo fisico e al mondo esteriore ; in un certo senso capace di guardare dall’alto al primo io.

 

• Questo rappresenta un ideale per l’anima umana,

e si presenta come una realtà per chi segue le indicazioni degli indagatori dello spirito, e per chi dice a se stesso:

« L’io che finora ho conosciuto prende parte a tutto il mondo esteriore ; esso è effimero come il mondo esterno.

In me è però latente un secondo io del quale gli uomini non sono consapevoli, ma del quale possono divenir coscienti;

esso è altrettanto collegato con ciò che è imperituro, come il primo io è collegato con ciò che è transitorio e perituro ».

 

Con la rinascita questo io superiore può guardare nel mondo spirituale,

come l’io inferiore, per mezzo dei sensi, occhi, orecchie e così via, può guardare nel mondo sensibile.

Ciò che si chiama appunto risveglio, rinascita, iniziazione, è il più grande evento dell’anima umana,

anche a parere di quelli che si professano seguaci della croce con le rose.

Essi sapevano che l’evento della rinascita dell’io superiore,

che può guardare giù all’io inferiore, come l’uomo guarda le figure esteriori, ha un nesso con l’evento del Cristo Gesù.

 

Cioè: come per ogni singolo uomo, nel corso della sua evoluzione, può verificarsi una rinascita,

così col Cristo Gesù una rinascita si è verificata per l’intera umanità.

• Ciò che per il singolo uomo è un avvenimento interiore, mistico spirituale,

che egli possa sperimentare la nascita del suo io superiore,

• nella storia si è verificato per l’intera umanità nel mondo esteriore con l’evento di Palestina, mediante il Cristo Gesù.