Lo strato arimanico delle forze meccaniche

O.O. 202 – Il ponte tra la spiritualità cosmica – 28.11.1920


 

Al passato ammorbamento luciferico del mondo ne sta di fronte un altro: l’arimanico.

Esso sta avvicinandosi ora, e con una forza poderosa.

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L’uomo civile e addormentato del presente non si fa facilmente un’idea con quale enorme velocità sia avvenuta negli ultimi decenni la creazione di questo mondo non-umano ed extraumano da parte dell’uomo.

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La gente assolutamente non rileva di ritrarsi in sostanza dal mondo, di avere incorporato il proprio intelletto nel mondo e di aver creato accanto a sé un mondo che è indipendente.

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Non si può arrestare la meccanizzazione, perché la civiltà deve andare in quella direzione.

La civiltà richiede l’arimanizzazione,

ma di fianco ad essa si deve porre ciò che lavora movendo dall’interiorità umana,

che crea di nuovo dall’interiorità umana saggezza, bellezza e vigore

nell’immaginazione, nell’intuizione, nell’ispirazione.

 

Infatti i mondi che sorgeranno saranno mondi dell’uomo, e saranno tali da essere di fronte a noi nello spirito, nell’anima, mentre fuori di noi vengono usate le arimaniche forze delle macchine.

 

Le forze che sorgono dall’immaginazione, dall’ispirazione, dall’intuizione, avranno il potere di dirigere ciò che altrimenti dovrebbe travolgere l’uomo nel rapido tempo dell’arimanizzazione. Quel che proviene dal mondo spirituale, da immaginazione, ispirazione e intuizione è più forte di tutti i cavalli-vapore/anno che ancora possano scaturire dalla meccanizzazione del mondo. Le forze meccaniche sopraffarebbero però l’uomo, se contro di esse egli non trovasse il contrappeso in quel che può trovare nelle rivelazioni del mondo spirituale al quale egli deve tendere.

 

Quel che si presenta con la scienza dello spirito e che tende alla conoscenza di immaginazione, ispirazione e intuizione non è qualcosa di escogitato, un ideale astratto qualsiasi, uno slogan qualsiasi, ma è qualcosa che nella sua necessità può facilmente venir dedotto dal corso dell’evoluzione umana. Si deve far rilevare che l’uomo verrebbe sopraffatto dall’elemento extraumano che lui stesso ha creato, in calcolabili cavalli-vapore/anno, nel mondo arimanizzato.

 

Quando all’uomo giungeva da fuori ciò che gli dava saggezza, bellezza e vigore, egli non aveva ancora attorno a sé il mondo arimanizzato e poteva accogliere quei doni per grazia, attraverso la grazia; sulla Terra aveva allora elaborato quello che al massimo otteneva con la forza del fuoco o con i più semplici meccanici che non aggiungevano molto alla sua forza. Solo più o meno dalla seconda metà del secolo diciannovesimo abbiamo un nuovo mondo, vorrei dire un poderoso nuovo strato geologico che ricopre la Terra. A tutti gli altri strati geologici (alluvium, diluvium) si aggiunge lo strato arimanico delle forze meccaniche che forma quasi una nuova crosta terrestre.

 

Dalle profondità sale ciò che sopraffà l’uomo, se questi non si inserisce nel mondo esterno

con l’altro mondo che gli viene dallo spirito, vale a dire da immaginazione, intuizione e ispirazione.

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Il fenomeno richiede che si faccia posto a un modo di pensare del tutto diverso.

E non si risolvono i problemi che derivano dagli eventi ricordati, senza rivolgersi alla scienza dello spirito.

Quando l’uomo meccanizza il mondo attorno a sé mediante la scienza ufficiale,

a maggior ragione deve far sorgere dalla sua interiorità una scienza interiore che di nuovo è saggezza.

Questa avrà la forza di dirigere quel che altrimenti lo sommergerebbe.