L’uomo – decima gerarchia della libertà e dell’amore

O.O. 110 – Gerarchie spirituali – 18.04.1909 sera


 

Abbiamo dunque nell’uomo un membro delle nostre gerarchie e lo vediamo differire grandemente dagli altri. Vediamo come la condizione dell’uomo sia diversa da quella dei serafini, cherubini e troni, diversa dalle dominazioni, virtù e potestà, diversa anche da quella degli spiriti della personalità o principati, degli spiriti del fuoco o arcangeli, e di una parte degli angeli.

 

Se guarda verso il futuro, l’uomo può dirsi:

io sono chiamato a cercare nella mia più profonda interiorità tutto quello che mi spinge all’azione,

e non nella vista della Divinità, come i serafini.

Il Cristo è un Dio il quale non agisce così che i suoi impulsi debbano venir assolutamente seguiti,

ma solo quando vengano riconosciuti, solo in libertà.

• Egli è perciò un Dio che non può mai ostacolare, in questa o quella direzione, l’individuale libero sviluppo dell’io.

 

Cristo potè dire nel senso più alto: « Voi riconoscerete la verità, e la verità vi farà liberi ».

E gli esseri della gerarchia più prossima a noi che ebbero la possibilità di fare il male, gli esseri luciferici,

saranno salvati, liberati mediante la forza dell’uomo.

Con ciò vediamo pure come in realtà l’evoluzione universale non si ripeta semplicemente,

ma accolga in sé del nuovo, perché un’umanità quale la vive l’uomo non era ancora mai esistita,

né fra gli angeli, né fra gli arcangeli, né fra i principati.

 

Tocca all’uomo compiere una missione completamente nuova nel mondo,

la missione che abbiamo ora caratterizzata.

Per compierla egli è disceso nel mondo terreno, e come libero aiutatore è sorto nel mondo il Cristo,

non come un Dio che agisce dall’alto, ma come il primogenito fra molti.

 

Solo così comprendiamo tutta la dignità e l’importanza dell’uomo tra i membri delle nostre gerarchie, e guardando verso lo splendore e la grandezza delle gerarchie superiori, possiamo dirci: siano esse pur grandi, siano pur sagge e buone tanto da non poter mai deviare dalla retta via, grande è pure la missione dell’uomo, poiché egli deve portare nel mondo la libertà, e con la libertà quello che si chiama amore, nel vero senso della parola.

 

Senza libertà, l’amore è impossibile.

Un essere che sia incondizionatamente costretto a seguire un impulso, lo segue senz’altro;

ma per un essere che può anche agire in modo diverso, vi può essere una sola forza motrice: l’amore.

Libertà e amore sono due poli fra loro connessi.

 

Se nel nostro cosmo doveva entrare l’amore,

ciò non poteva quindi avvenire che per mezzo della libertà,

vale a dire per mezzo di Lucifero e del suo superatore;

allo stesso tempo, per mezzo del Redentore dell’uomo, il Cristo.

 

• Perciò la Terra è il cosmo dell’amore e della libertà,

ed è essenziale che noi, senza insuperbire, impariamo a enumerare le gerarchie

nel modo in cui sempre le enumera il nostro esoterismo occidentale: serafini, cherubini, troni,

che seguono gli immediati impulsi provenienti dalla visione della Divinità;

dominazioni, virtù e potestà, ancora così avvinte alle forze superiori da dover essere comandate

in modo che l’evoluzione possa discendere fino all’uomo.

 

Ancora gli arcangeli e gli spiriti della personalità non possono errare,

non possono per libera volontà cadere in basso, nel male.

Per questo gli spiriti delle gerarchie più prossime a noi si chiamarono messaggeri ed arci-messaggeri:

per indicare che essi non eseguivano compiti propri,

ma gli incarichi ricevuti da quelli che stavano più in alto di loro.

 

• Ma nell’uomo sta maturando una gerarchia che eseguirà compiti propri.

Attraverso le evoluzioni di Giove, di Venere e di Vulcano,

l’uomo maturerà fino a divenire esecutore dei propri impulsi.

Sebbene oggi ne sia ancora ben lontano, pure egli vi giungerà un giorno.

Possiamo dunque chiedere quali siano le gerarchie.

 

Cominciamo da serafini, cherubini, troni;

poi veniamo alle dominazioni che esercitano il loro dominio

operando soltanto secondo gli impulsi che vengono loro dati dagli Dei.

Seguono le virtù che imperano solo in quanto ricevono l’impulso dall’alto; lo stesso si dica delle potestà.

Anch’esse, se vogliono diventare cattive, devono divenirlo per deliberazione divina.

 

Giungiamo agli spiriti della personalità, agli arcangeli e agli angeli;

siamo ormai discesi fino all’immediata vicinanza dell’uomo.

E che mai si dovrà dire dell’uomo se vogliamo inserirlo nelle file delle gerarchie?

Dopo gli arcangeli e gli angeli, cioè dopo gli arci-messaggeri e i messaggeri,

nella serie delle gerarchie si dovrà collocare lo spirito della libertà e dell’amore;

a cominciare dall’alto esso sarà la decima delle gerarchie

che certamente è ancora in via di evoluzione, ma che fa parte delle gerarchie spirituali.

 

Nell’universo non vi sono ripetizioni, ma ogni volta che un ciclo è compiuto,

un elemento nuovo s’introduce nell’evoluzione del mondo,

e l’introduzione dell’elemento nuovo è sempre missione della gerarchia che si trova al gradino della sua umanità.

 

Studiando il significato del nostro cosmo, abbiamo così cercato il significato dell’uomo; almeno fino a un certo grado ci siamo chiesti spiritualmente quale sia il significato dell’uomo, del punto nel centro dell’universo, secondo le indicazioni dei misteri; abbiamo cercato di spiegare l’uomo, come centro, partendo dalla circonferenza. Dalla circonferenza al punto.

 

Con ciò la nostra conoscenza si colloca nella realtà;

ed è veramente essenziale che ogni vera conoscenza scientifico-spirituale sia una conoscenza reale e concreta,

vale a dire che la conoscenza scientifico-spirituale

dia in modo immediato un’immagine del cosmo e delle gerarchie spirituali.

• Noi stiamo nel centro dell’universo.

 

Tutto quanto ci circonda perde per noi la sua importanza

perché ci diciamo che da sé il mondo esterno dei sensi non può scioglierci gli enigmi.

È come se in un punto si concentrasse il tutto.

Ma poi, quando tutto s’è accentrato, allora dalla periferia giunge la soluzione dell’enigma cosmico,

tanto vera e reale quanto la materia stessa che è un’immagine e un simbolo dello spirituale.

Essa si concentra, scompare nel punto centrale e riappare alla periferia.

 

Questa è realtà, e la nostra conoscenza è reale

quando si presenta ai nostri occhi allo stesso modo come la costruzione, come il processo di tutto il cosmo.

• Allora non è speculazione, non è elucubrazione, ma è conoscenza che nasce dal cosmo.

• Noi dobbiamo sviluppare il sentimento di ciò che la sapienza deve essere per noi:

un ideale che nasce dalla periferia del cosmo e ci riempie della forza più possente,

della forza di realizzare il nostro destino, il nostro grande ideale cosmico,

e così anche il nostro più prossimo ideale umano.