L’uomo deve sviluppare la sua vita interiore per superare se stesso ed elevarsi oltre il suo livello naturale

O.O. 106 – Miti e misteri dell’Egitto – 02.09.1908


 

Se ci chiediamo che cosa deve essere per l’uomo la scienza dello spirito, da tutto l’insieme dei sentimenti che ci siamo andati formando nel corso del nostro lavoro in questo campo, sorgerà sempre rinnovata dinanzi all’anima nostra la risposta: “La scienza dello spirito deve essere una via allo sviluppo superiore dell’essere umano, dell’elemento umano in noi”.

 

Abbiamo così indicato una mèta che sotto certi riguardi è ovvia per ogni uomo che pensa e sente; una mèta che implica il raggiungimento dei sommi ideali, e al tempo stesso lo sviluppo delle forze più significative e profonde della nostra anima. In sostanza in tutti i tempi gli uomini migliori si sono sempre posti questa domanda: come può l’uomo riuscire a sviluppare nel giusto modo ciò che è predisposto in lui? Le risposte date furono molte e varie, ma forse nessuna è più concisa ed espressiva di quella che Goethe, mosso da profonda ispirazione, ci diede nel suo poema I Segreti:

«Da quel potere che ogni essere avvince si affranca l’uomo che se stesso vince».

 

Infinitamente vasto e profondo è il senso di queste parole che ci mostrano con concisione, forza e chiarezza come l’essenziale di ogni progresso nell’evoluzione sia che l’uomo sviluppi la sua vita interiore superando se stesso, elevandosi oltre il suo livello naturale. L’anima che sa vincere se stessa trova la via per superarsi e raggiungere i valori umani supremi.

 

È lecito ricordare questa altissima mèta dell’indagine spirituale mentre ci accingiamo appunto a trattare un tema come quello che qui ci siamo proposti; trascendendo l’orizzonte dell’esistenza comune, esso ci condurrà alle questioni più alte della vita.

Trattando questo tema, dovremo abbracciare con lo sguardo migliaia e migliaia di anni, e cioè il vastissimo periodo che va dall’antico Egitto fino all’epoca nostra; ne ricaveremo qualcosa di veramente connesso con le vicende e le aspirazioni intime e profonde della nostra anima, perché è soltanto un’apparenza se talvolta può sembrare che l’uomo, aspirando alle sommità della vita, si allontani da quanto gli è direttamente dato; in realtà invece ciò lo accosta appunto alla comprensione di quanto lo occupa ogni momento.

 

L’uomo deve sapersi sollevare oltre le miserie della vita giornaliera,

per innalzare lo sguardo ai grandi eventi della storia dei popoli e del mondo;

allora soltanto trova quello che di più sacro gli vive nell’anima.

 

Potrà sembrar strano che si cerchino rapporti, intime relazioni fra il tempo nostro e l’antico Egitto, l’epoca delle gigantesche piramidi e della Sfinge; potrà meravigliare che si pretenda di poter meglio comprendere la nostra epoca, rivolgendo lo sguardo a un passato così lontano. Eppure, proprio per questo, dovremo gettare lo sguardo su epoche anche molto più remote, raggiungendo così ancor meglio il risultato che cerchiamo, cioè la possibilità di elevarci oltre noi stessi.