L’uomo diviene più indipendente nel suo corpo eterico

O.O. 130 – Cristianesimo esoterico e la guida spirituale dell’umanità – 17.09.1911


 

Talvolta, meditando sull’uomo, non può non colpirci sin dal primo momento che noi uomini vediamo il mondo ambiente attraverso i nostri sensi, che ne riceviamo delle impressioni e che poi passiamo ad una riflessione sul mondo. Queste due articolazioni dell’entità umana si ripresentano costantemente alla nostra anima. Se, ad esempio, la sera, spenta la luce, prima di addormentarci facciamo scorrere ancora una volta davanti alla nostra anima le impressioni recepite nel corso della giornata, possiamo fare questa constatazione: per tutto il giorno il mondo ha agito su di noi, ora possono ondeggiare nella nostra anima solo le immagini mnemoniche delle impressioni accolte durante il giorno. Ora – ne siamo certi – stiamo riflettendo, ora con la nostra anima siamo già entro le risonanze degli eventi che le impressioni esterne suscitano in noi.

 

• Prescindendo dagli usuali riferimenti banali, siamo soliti definire come “individuale”

ciò che si svolge nella nostra anima come ricordo della giornata.

• Solo perché siamo uomini individuali intelligenti, esseri dotati di intelletto,

siamo in grado di far scorrere in noi il mondo in immagini, come ho appena rilevato.

• Ora, per la nostra vita spirituale, questo elemento individuale è intimamente congiunto con le impressioni esterne.

 

Quando durante il giorno osserviamo il mondo, le impressioni sensoriali e i pensieri che abbiamo confluiscono incessantemente.

La sera, quando non abbiamo più le impressioni sensoriali, ma facciamo scorrere le impressioni nella nostra anima, sappiamo benissimo che sono le immagini delle nostre esperienze esteriori.

Le impressioni che abbiamo del mondo esterno confluiscono con quella che è la nostra individualità umana. Ha luogo una confluenza.

Ora, come noi tutti sappiamo, è possibile configurare questo interiore elemento individuale in noi in modo sempre più vitale, sempre più preciso.

Ciò si consegue valendosi degli strumenti a noi già noti e che trovate descritti nel mio libro L’Iniziazione. Come si conseguono conoscenze dei mondi superiori?

 

• La prima esperienza che abbiamo della nostra vita interiore è, infatti, il sentimento

che con i nostri pensieri non siamo più assolutamente dipendenti dal mondo esterno.

• Se, infatti, una persona è capace di formare dei pensieri sugli eventi accaduti su Saturno, Sole e Luna,

è questa persona stessa a concepire tali elevati pensieri.

• È ovvio, infatti, che nessuno può recepire impressioni esterne, impressioni di specie esteriore,

degli eventi avvenuti sull’antico Saturno, sull’antico Sole e sull’antica Luna.

 

Ma non è necessario andare tanto lontano.

Se in momenti di raccoglimento ci chiediamo: quanto sono cambiate le mie concezioni dagli anni della gioventù?

– questo interrogarsi è già, rispetto al mondo, un comportamento autonomo all’interno dell’elemento individuale.

 

• Formando filosofie di vita, massime,

sentiamo che con l’elemento intellettuale acquisiamo una maggiore indipendenza.

• Questo sviluppo dell’indipendenza nell’elemento intellettuale individuale è di grande importanza per l’uomo.

 

• Ma che cosa significa divenire più indipendenti?

• Che cosa significa per l’uomo l’acquisizione di massime di vita non per mezzo di insegnamenti, di teorie,

ma grazie alla propria esperienza di cose indipendenti da impressioni esterne?

• Significa che l’uomo diviene più indipendente nel suo corpo eterico.

 

Questo è il principio di un lungo processo.

All’inizio l’uomo non si accorge per nulla di stare elevando un poco il suo corpo eterico;

alla fine potrà averlo reso del tutto indipendente dal corpo fisico.

• Mentre all’inizio l’indipendenza è molto sommessa,

• alla fine il corpo eterico viene estratto interamente ed è capace di percepire.

Con il corpo eterico divenuto indipendente percepiamo l’ambiente circostante.

• È possibile disporre di questa facoltà percettiva anche se le nostre esperienze mistiche interiori non sono ancora molto progredite.

 

Possiamo comprendere questi nessi fino ad un certo grado ricordando la natura della percezione nel corpo fisico.

• Nel corpo fisico la percezione avviene per mezzo dei nostri sensi che sono dotati di autonomia.

• Sono autonomi gli occhi, le orecchie, possiamo percepire autonomamente il mondo dei colori e il mondo dei suoni.

• Non è, invece, autonoma la percezione mediante l’intelligenza, poiché in essa tutto è unità, nulla è suddiviso in ambiti delimitati.

 

Con gli occhi eterici, con le orecchie eteriche la percezione non può avvenire in singole regioni sensoriali,

percepiamo il mondo eterico in una visione generale.

 

Iniziando a parlarne un poco possiamo descrivere come l’esperienza eterica si esplichi in modo unitario e globale.

Non dico che quest’esperienza possa ampliarsi molto, voglio porre in evidenza che

l’uomo che percepisca come vengono a formazione le massime filosofiche

perviene di conseguenza a percepire alcuni elementi eterici.

• Chi vede il mondo eterico e giunge gradualmente ad avvedersi dell’esistenza di questo mondo superiore,

ha la possibilità di convincersi dall’interno che a fondamento del corpo fisico vi è un corpo eterico.

 

L’accenno all’esistenza di un cosiddetto corpo eterico impone subito la necessità di ottenere significative informazioni orientative, e anche di fare, in certo modo, personalmente delle esperienze.

Acquisita la nozione dell’esistenza di un corpo eterico che compenetra il corpo fisico, non si riterrà più incomprensibile che l’occultista ricorra alla seguente formulazione per definire a suo modo la paralisi: l’insorgenza abnorme di un evento che solitamente si verifica in conseguenza di un normale percorso educativo.

 

Può accadere che il corpo eterico si ritragga dal corpo fisico rendendolo così indipendente.

In tal caso è possibile l’insorgere di una paralisi a seguito della privazione che il corpo fisico subisce per l’assenza dell’azione vivificante del suo corpo eterico.

Ma non è necessario spingerci fino al fenomeno della paralisi per comprendere meglio la vita, anche nelle sue manifestazioni quotidiane.

 

Ad esempio, chi è un fannullone?

Fannullone è un uomo che denota un indebolimento delle forze del suo corpo eterico sin dalla nascita o a causa d’incuria.

In questo caso si interviene tentando di liberare il corpo fisico dalla sua grave pesantezza, di alleggerirlo in qualche modo.

Una vera cura, però, potrà procedere solo dal corpo astrale che con i suoi impulsi esplicherà un’azione vivificatrice sul corpo eterico.

 

Ma vi è anche un altro aspetto che occorre considerare.

• Il corpo eterico è propriamente il portatore del nostro intelletto nella sua interezza.

• La sera, quando ci addormentiamo, tutti i nostri pensieri, tutti i nostri ricordi rimangono nel corpo eterico.

• L’uomo lascia i suoi pensieri nel corpo eterico e li ritrova solo la mattina dopo.

• Quando deponiamo il corpo eterico lasciamo tutta intera la compagine delle nostre esperienze.

 

Ma la configurazione del corpo eterico ci permette anche di percepire veramente con chiarezza

– quando lo studiamo secondo la scienza dello spirito –

che le trasformazioni vissute dall’uomo sono molto, molto più numerose di quanto non si creda.

 

Sappiamo tutti – non è vero? – che l’essere umano è passato attraverso le sue incarnazioni.

Non è privo di senso il fatto che periodicamente torniamo sempre di nuovo ad incarnarci.

La visione umana è miope. Si crede che l’organismo dell’uomo sia sempre stato com’è oggi.

L’organismo umano si modifica di secolo in secolo – solo che non è possibile studiarne i cambiamenti sul piano esteriore.

 

Nel cervello anteriore è presente un organo costituito da sottili circonvoluzioni.

Esso è venuto formandosi solo dal XIV, XV secolo.

Si tratta di una struttura organica destinata alla vita puramente intellettuale di questi secoli.

 

Come si può ben immaginare, è impossibile che nel cervello si compia la mutazione di una particolarità come questa senza che muti, anche se in ridotte dimensioni, l’organismo umano nella sua interezza.

Di secolo in secolo, l’organizzazione umana evidenzia effettivamente delle metamorfosi.

 

Tuttavia, la mutazione, sotto questo rispetto, può essere constatata solo nella “cronaca dell’akasha”

ove sono proprio le trasformazioni del corpo eterico quelle che si possono seguire meglio.

Vediamo così che i Greci e gli Egizi antichi avevano corpi eterici del tutto diversi; tutte le correnti erano diverse.