L’uomo duplice – una parte bambina e una parte adulta

O.O. 114 – Il Vangelo di Luca – 26.09.1909


 

• «Mettetevi bene in mente quanto vi dico:

il Figlio dell’uomo verrà dato in balìa agli uomini»; ossia è venuto il tempo in cui quello che gli uomini devono sviluppare nella loro interiorità, per assolvere la loro missione, dovrà a poco a poco fluire in loro; è venuto il tempo in cui l’io umano deve venire consegnato all’uomo, in cui deve venire consegnato all’uomo quell’io che, nella sua forma più alta, essi dovrebbero riconoscere nel Cristo.

• « Mettetevi bene in mente quanto vi dico: il Figlio dell’uomo verrà dato in balìa agli uomini. Ma essi non ne capirono nulla. Tutto ciò era tanto oscuro per loro, che né riuscivano a capacitarsene né osavano interrogarlo» (Luca 9, 44-45).

 

Ora, quanti hanno compreso questa parola fino ad oggi?

Ma un numero sempre maggiore di uomini la comprenderà; comprenderà che in quell’epoca l’io, il «figliolo dell’uomo», dovette essere consegnato agli uomini.

 

E qui il Cristo Gesù aggiunge una spiegazione adatta per quell’epoca; dice:

L’uomo attuale, quale ci sta di fronte, è un prodotto delle antiche forze che erano attive quando ancora le entità luciferiche non avevano influito su di lui, e delle forze suscitate in lui dalle entità luciferiche che lo trascinarono in basso.

Gli influssi luciferici si sono immersi nelle facoltà umane.

Mediante tutto quanto proviene dal germe si è andato via via mescolando nella coscienza dell’uomo qualcosa che lo ha trascinato in una sfera inferiore.

 

L’uomo è un essere duplice.

Ma la forma di coscienza che finora egli ha sviluppato è interamente compenetrata da elementi antichi, dalle forze luciferiche.

Solo la sfera incosciente è quella che — ultimo retaggio delle incarnazioni di Saturno, Sole e Luna nelle quali non esistevano ancora le forze luciferiche — penetra oggi come parte virginale nell’uomo; ma collegandosi coll’uomo, essa deve unirsi con quello che quest’ultimo può sviluppare in sé mercé il principio del Cristo.

 

L’uomo, come ci sta dinanzi, è innanzitutto un risultato dell’ereditarietà; una confluenza di quanto deriva dai germi.

L’uomo è a priori un essere duplice.

Sennonché questa dualità è già intrisa di forze luciferiche.

Finché l’uomo non è illuminato dall’autocoscienza, finché non è capace di distinguere interamente, in virtù del proprio io, fra bene e male, egli mostra ancora, attraverso il velo di tutto ciò che è sopraggiunto più tardi, la sua prima natura.

 

Solo quanto nell’uomo d’oggi è ancora infantile possiede un ultimo resto della natura che l’uomo aveva prima di soggiacere all’influsso delle entità luciferiche.

 

Perciò l’uomo ci si presenta oggi con una parte bambina e una parte adulta.

La parte adulta è quella compenetrata dalle entità luciferiche; fa però valere il suo influsso fin dalla primissima formazione del germe.

Le forze luciferiche compenetrano già anche il bambino; cosicché nella vita ordinaria non può palesarsi ciò che fu immerso nell’uomo prima dell’influsso luciferico.

Spetta alla forza del Cristo risvegliarlo.

 

La forza del Cristo deve collegarsi con quelle che sono le forze migliori della natura infantile dell’uomo.

La forza del Cristo non può congiungersi con le facoltà che l’uomo ha guastato, con le facoltà che derivano dall’intelletto umano; ma deve congiungersi con quanto nell’uomo è rimasto infantile dagli antichi tempi.

Questa è la parte migliore dell’uomo.

La forza del Cristo deve rigenerarla, per poi fecondare tutte le altre parti dell’uomo.

 

• «Si diedero invece a pensare chi di essi fosse il più grande», cioè chi fosse maggiormente adatto ad accogliere il principio del Cristo.

«E Gesù, che aveva penetrato in fondo al loro cuore, preso un fanciullo, e postoselo accanto, disse: chi accoglie questo fanciullo in nome mio, accoglie me»; cioè chi, nel nome del Cristo, si collega con l’eredità dei tempi pre-luciferici, quegli riceve me.

«E chi accoglie me, accoglie chi mi ha mandato»; cioè, chi ha mandato questa parte dell’uomo sulla Terra (Luca 9,46-48).

 

• Qui ci viene mostrata tutta la grande importanza di ciò che è rimasto infantile nell’uomo, e deve venire curato e coltivato nella natura umana.

Gli uomini possono anche avere ottime disposizioni; possono darsi ogni pena per sviluppare queste disposizioni, come fanno coloro che cercano di progredire nella vita.

Ma oggi l’importante è tener conto di ciò che esiste nelle profondità dell’uomo; si dovrebbe guardare appunto a quanto è rimasto infantile in lui; infatti per tramite di questo elemento infantile, grazie al principio del Cristo, vengono ridestate anche le altre facoltà.

Dobbiamo render saggia la parte infantile dell’uomo, affinché anche le altre facoltà riacquistino saggezza.

 

Ogni uomo, sotto questo riguardo, porta in sé la natura infantile; e, quando sia attiva, essa sarà anche suscettibile di collegarsi col principio del Cristo.

Invece le forze che stanno sotto l’influsso luciferico, anche se elevatissime, quando agiscono da sole nell’uomo, non fanno che respingere e deridere la forza del Cristo che deve affermarsi sulla Terra.

Egli stesso ce lo ha predetto.