L’uomo è di fatto costituito da tre uomini settemplici

O.O. 137 – L’uomo alla luce di Occultismo, Teosofia e Filosofia – 08.06.1912


 

Vi meraviglierà, forse, che durante queste conferenze si dedichi del tempo ad abbracciare con lo sguardo la natura e la figura esteriore dell’uomo, ma chi voglia penetrare profondamente nelle conoscenze che il vero occultismo può dare deve imparare a conoscere l’uomo anche dal punto di vista dal quale lo vogliamo studiare qui. Dovete solo ricordare quanto spesso nel vostro anelito teosofico si è affacciato all’anima il pensiero che l’uomo, nella forma in cui appare nel mondo, è un tempio della divinità.

 

L’uomo è veramente un tempio della divinità anche per la sua forma. Ed è un tempio della divinità quello che sorge alla mente, quando si contemplano i fondamenti che ieri ci sono serviti come punto di partenza e di cui ci occuperemo ancora brevemente nel corso di queste conferenze. E vi si manifesteranno le conoscenze più importanti per il cuore e per l’anima umana, purché non siate pigri e vi diate la pena di ricercare già nella figura esteriore dell’uomo il mondo spirituale in esso celato. Proprio per questo abbiamo esaminato l’uomo sotto l’aspetto di dodici parti ben determinate, che ieri abbiamo elencato.

 

Queste dodici parti, nel modo in cui ci si presentano, sembrano un’unità completa. Ma in realtà non lo sono ed è importante saperlo, perché quando l’uomo comprende nel modo giusto che l’unità esteriore della figura in cui il suo corpo esteriore appare non è che illusoria, e che la stessa figura del corpo esteriore – quale appare al nostro sguardo o quale in genere può essere conosciuta dagli uomini sulla Terra – è illusoria, quando egli penetra con lo sguardo attraverso l’illusione della figura esteriore, riconosce pure quale ne sia il rapporto con il proprio io, con il punto centrale della propria coscienza.

 

• Già ieri abbiamo visto che ogni notte l’io si ritrae da noi.

• Per l’uomo esso non può dunque essere che un’immagine,

perché una realtà non può ritrarsi di notte dall’uomo.

 

Dunque, ogni notte gli viene sottratta una parte dell’io che di solito lo accompagna nella sua vita terrestre,

e proprio ciò che gli viene sottratto gli viene dato dall’ordinamento cosmico nel corpo esteriore:

viene aggiunto al corpo esteriore.

• Questo fa sì che l’uomo consideri il corpo esteriore come un’unità. In realtà esso non lo è affatto.

 

Gli elementi fondamentali che abbiamo imparato a conoscere sono connessi in modo complesso. È uno dei misteri più importanti che possano farci penetrare nei segreti primigeni dell’esistenza.

Uno di questi lo incontriamo già nel mondo esterno. Ed è importante che si percorra la via che dall’esterno conduce verso l’interno, perché la coscienza possa accogliere l’idea senza oggetto.

 

L’uomo quale ci si presenta è costituito in realtà da tre parti, ed è una mera illusione guardarle come un’unità.

Ciò che ieri ci è apparso come un complesso di dodici parti si suddivide in realtà in tre “uomini”,

e bisogna imparare a comprendere che l’uomo è di fatto costituito da tre uomini.

Vogliamo ora far scorrere questi tre “uomini” uno dopo l’altro davanti alla nostra anima.

 

……………………….

 

Quando il discepolo dell’occultismo esce dalla coscienza ordinaria,

si trova con la coscienza, con il proprio io, come scisso in tre parti,

diviso in modo che parti della sua interiorità, divenute indipendenti, lo soggiogano.

Sono           • l’anima pensante,               •  l’anima senziente                 • e l’anima volente.

 

Nella vita ordinaria il pensare, il sentire e il volere

si trovano congiunti nella natura di io dell’uomo, nella coscienza dell’io.

• E mentre nella coscienza ordinaria diurna

pensare, sentire e volere si compenetrano costantemente con la loro azione,

non appena si fa il primo passo nella coscienza superiore essi si scindono.

 

• Questo è estremamente importante, e il discepolo dell’occultismo deve tenerne conto.

• Quando oltrepassa la propria coscienza, egli si trova come scisso in tre parti

e l’unità del suo io si ritrova divisa in tre “uomini”: uno che pensa, uno che sente e uno che vuole.

Avete qui l’altra faccia del Mysterium Magnum.

 

Mentre l’uomo,

quando progredisce veramente e supera la coscienza normale, scinde l’unità del suo io in tre parti,

l’unità apparente della figura umana esteriore si suddivide a sua volta in tre uomini settemplici,

se appena si esamina il corpo più da vicino.

• Perciò, sia la nostra natura interiore dell’io, sia la nostra figura esteriore

sono veramente un’unità che va suddivisa in tre “uomini”.

 

L’uomo esteriore si divide

• nell’uomo settemplice del capo,

• nell’uomo settemplice mediano

• e nell’uomo settemplice dei piedi.

 

L’io dell’uomo, non appena muove il primo passo nella ricerca occulta, si divide in tre parti

– l’uomo pensante, l’uomo senziente e l’uomo volente

che stanno l’una di fronte all’altra e diventano indipendenti. Questa è l’altra faccia.

 

Il discepolo dell’occultismo deve coltivare in sé entrambi i pensieri.

Essi devono essere entrambi presenti nella mente del discepolo dell’occultismo,

quando egli si addentra nella coscienza superiore.

 

Così come la coscienza può essere divisa in tre parti,

si può anche, purché si proceda giustamente,

riconoscere tre uomini settemplici in ciò che appare come figura esteriore.

• Queste sono due facce di un Mysterium Magnum multiforme.

 

Parleremo in seguito di altri aspetti.

Abbiamo ora accennato ai principi iniziali più elementari del Mysterium Magnum, del grande mistero.

Ovunque, come discepoli dell’occultismo a un determinato grado di evoluzione,

vi verrà incontro in un modo o nell’altro l’espressione, la formula:

“Questo è il grande mistero: tre sono uno e l’uno è tre”.

 

Per l’occultista questa formula significa ciò che appunto ho descritto e in questo senso essa trova il suo pieno buon significato. Ma quando malintesi esteriori la riducono a un dogma materialistico essa cambia di significato.

Se invece la comprendiamo così come sopra è stato esposto, essa diventa per noi una sintesi simbolica di quanto oggi abbiamo descritto. Questa formula è allora l’espressione del Mysterium Magnum.

Se si vuole penetrare nell’occultismo, come qui per molti aspetti si cerca di fare, è necessario comprendere la formula misteriosa e in apparenza contraddittoria, che “tre sono uno e l’uno è tre”.

 

Nei fatti, al discepolo dell’occultismo medievale questo veniva sempre nuovamente ripetuto:

“Osserva anzitutto quel che viene detto, perché tu possa capire il segreto,

di come possa il tre essere uguale a uno e l’uno uguale a tre”.