L’uomo e la pianta

O.O. 100 – Evoluzione dell’Umanità e conoscenza del Cristo – 25.11.1907


 

Per il modo in cui è entrato nel mondo, l’essere umano dipende dalle piante,

le sole che possono dargli la possibilità della vita.

 

• Basterà che consideriate, per esempio, il fatto che l’uomo respira costantemente aria contenente ossigeno,

aria che poi espira carica di un contenuto di anidride carbonica.

L’uomo consuma l’ossigeno e lo trasforma in anidride carbonica.

•  L’uomo ottiene l’ossigeno – senza il quale non può vivere – esclusivamente dalle piante

che, ritrasformando in ossigeno l’anidride carbonica prodotta dall’uomo, gli rendono l’aria nuovamente respirabile.

 

La pianta trattiene per sé il carbonio che ha scisso dall’anidride carbonica

e lo rende di nuovo agli uomini millenni dopo in forma di carbon fossile.

La Terra è un organismo unitario, e se ne mancasse anche solo una parte,

la vita, com’è presente oggi, sarebbe impossibile.

 

Possiamo considerare la pianta, l’animale e l’uomo un unico essere;

se, infatti, eliminaste le piante, la vita delle altre parti costitutive non sarebbe possibile.

In un futuro molto lontano questo rapporto cambierà.

Mentre gli uomini attuali non ne hanno ancora alcuna nozione,

il chiaroveggente è in grado di vedere un tempo futuro in cui

non sarà più la pianta, ma l’uomo stesso

a trasformare in utile ossigeno la corrente dell’anidride carbonica.

 

Il grandioso ideale futuro delle scuole esoteriche

è che sia l’uomo stesso a compiere coscientemente nella sua interiorità

l’opera che oggi è la pianta ad effettuare per lui,

e che egli apprenda ad accogliere l’azione fattiva delle piante nella sua propria attività.

 

Nell’interiorità dell’essere umano sono in formazione gli organi

che gli consentiranno di compiere egli stesso la trasformazione dell’anidride carbonica.

• L’iniziato prevede che i due alberi, l’albero dell’anidride carbonica e quello dell’ossigeno,

fonderanno le loro corone.

Allora, ciò di cui è detto: «Io sono colui che era, è e sarà», vivrà nell’uomo come qualcosa di eterno.

 

Già in Adamo viveva l’Io, ma era prima necessario che venisse fecondato.

• In principio l’albero della vita doveva essere reso albero della morte.

Non era possibile donarlo insieme con l’albero della conoscenza,

per questo i due alberi erano separati: nel mezzo venne interposta la pianta.

 

La coscienza dell’eternità doveva ancora essere conquistata.

Il Cristo Gesù l’aveva in sé e la trapiantò in Terra.

I tre semi sono le tre parti divine: manas, buddhi e atma.

 

Nella tomba di Adamo venne anche immesso ciò che in tutti è eterno.

Dalla tomba viene annunciata la coscienza dell’eternità,

dalla tomba è cresciuto l’albero che presentava le parole fiammeggianti:

«Io sono colui che era, che è e che sarà».

 

Cristo insegna agli uomini ad accendere nella natura umana

questo “Io sono un essere umano individuale” con le parole:

cercate di accostarvi sempre più all’entità dell’Io sono”, e avrete ciò che vi accomuna a me.

Solo con questo “Io sono” arrivate al Padre divino, perché il Padre e io siamo uno.