L’uomo – immagine capovolta della pianta

O.O. 100 – Evoluzione dell’Umanità e conoscenza del Cristo – 22.11.1907


 

Passeremo ora a stabilire da un altro punto di vista un rapporto tra il contenuto del Vangelo di Giovanni e l’evoluzione terrena dell’umanità. In tale ambito ci richiameremo molto brevemente alla memoria un’immagine della scuola rosicruciana.

 

Al discepolo giunto ad un determinato grado di sviluppo, si rivolgono approssimativamente queste parole: Consideriamo la pianta nel suo rapporto con l’uomo: la pianta volge la radice verso il basso, in direzione del centro della Terra, che è la sede del suo Io, mentre volge castamente al Sole, alla luce, i propri organi generativi; alla luce del Sole schiude il suo fiore e fa maturare il frutto.

 

La scienza dello spirito definisce quest’azione fecondante della luce con l’espressione: il tocco della santa lancia dell’amore. È questo tocco, questo contatto della luce ad attrarre fuori il fiore e a generare fecondità nella Terra. La radice che la pianta affonda nella Terra corrisponde alla testa dell’essere umano. L’uomo volge il suo capo verso il Sole, la luce, e pudicamente verso la Terra gli organi generativi, che la pianta invece orienta alla luce.

 

L’uomo è l’immagine capovolta della pianta, e l’animale è nel mezzo.

Si disegna la pianta tracciando una linea verticale rivolta verso la Terra;

anche l’uomo si disegna in linea verticale, ma nella direzione che dalla Terra si allontana,

e l’animale con una linea orizzontale. La forma che si ottiene è quella della croce.

Platone si esprime al riguardo con queste parole: l’anima del mondo è crocifissa sull’antica croce cosmica.

 

La croce è un simbolo cosmico, posto nell’evoluzione del cosmo. Profonda commozione agitava l’animo del discepolo che perveniva alla visione del divenire dell’evoluzione cosmica. Vediamo, dunque, come anche la pianta sia da tempi remotissimi un essere fratello.

 

In origine anche l’uomo era un essere eterico costituito di sostanza vegetale.

Allora la natura dell’uomo era costituita della stessa sostanza che è ancor oggi propria dei vegetali.

Se l’essere umano non avesse trasformato la sostanza vegetale in sostanza carnosa,

sarebbe rimasto casto e puro come la pianta.

Non avrebbe conosciuto né le brame né le passioni.

 

Quella condizione, però, non poteva essere mantenuta,

perché l’uomo non si sarebbe destato all’autocoscienza,

perché sarebbe rimasto sempre nella vita onirica in cui la pianta si trova ancor oggi.

Era necessario che l’uomo venisse compenetrato da brame e passioni, che fosse condotto all’esistenza carnea.

La trasformazione della sostanza da vegetale in carnea non avvenne contemporaneamente per tutti gli organi.

 

Gli ultimi ad essere inseriti nell’evoluzione carnea furono gli organi che esprimono gli istinti più bassi. E questi organi sono già in decadenza. Gli organi riproduttivi conservarono il carattere vegetale più a lungo degli altri. Dalle saghe e dai miti antichi veniamo ancor oggi a conoscenza dell’esistenza degli ermafroditi, di quegli esseri i cui organi sessuali non erano costituiti da carne e sangue, ma da sostanza vegetale.

 

Alcuni credono che la foglia di fico che i primi uomini avevano in Paradiso, esprima la vergogna. Ma non è così. In questa narrazione è serbata memoria della natura vegetale, e non carnea, degli organi riproduttivi umani. Volgiamo ora uno sguardo al futuro. Quelli che nel corpo umano sono anche oggi organi inferiori, quelli che sono stati inseriti nella carnalità più tardi degli altri, saranno i primi a decadere, scomparire, inaridire.

 

L’uomo non si arresterà al grado attuale:

come discese dalla pura castità vegetale alla sensibilità del mondo delle brame,

così ne uscirà ascendendo di nuovo, con sostanza pura, purificata, allo stato della castità.

 

Alcuni organi del corpo umano sono in decadenza, altri si trovano al massimo livello della loro capacità evolutiva, altri ancora sono solo all’inizio del loro sviluppo. Tra i primi rientrano gli organi riproduttivi, tra i secondi, il cervello, e tra quelli che si trovano solo allo stato embrionale, il cuore e la laringe, unitamente a tutto quanto è connesso alla fonazione. Da questi trarranno forma degli organi che sostituiranno, e supereranno di gran lunga, le funzioni esplicate dagli organi riproduttivi: diverranno organi volontari nel più elevato significato del termine.

 

Quando l’uomo genererà forme nell’aria con la parola, e in futuro la parola agirà creativamente, allora sarà tornato a quella castità che la pianta ha conservato, ma sarà una castità cosciente. Per lo studioso dello spirito è all’inizio della sua evoluzione anche il cuore, che non è una pompa come, invece, la definiscono i materialisti.

 

È errato credere che sia il cuore a causare la circolazione sanguigna. Per quanto sconvolgenti possano suonare queste parole, è questo che va detto: il movimento del cuore è la conseguenza della circolazione sanguigna.

 

In futuro, quando l’uomo avrà attinto un grado evolutivo superiore,

anche il cuore sarà soggetto alla sua volontà cosciente.

La predisposizione a tale sviluppo c’è già: il cuore presenta la striatura trasversale di tutti i muscoli volontari.

Allora, mediante la parola, l’uomo creerà coscientemente il suo simile, allora la sostanza umana sarà casta e purificata.

 

Il calice vegetale che, ad un grado inferiore, veniva proteso verso il Sole e accoglieva il raggio solare come freccia dell’amore, tornerà a essere rivolto al cosmo dall’umanità del futuro, quando essa avrà raggiunto un superiore grado evolutivo, per quella che sarà la fecondazione spirituale. Questo è rappresentato nel Santo Graal, il calice splendente, la meta sublime che i cavalieri medievali desideravano ardentemente raggiungere.

 

Consideriamo ora la pianta e il suo rapporto con la Terra. Avendo la pianta solo un corpo fisico e un corpo eterico, la sola coscienza possibile per lei è simile a quella che l’uomo ha durante il sonno.

 

Mentre l’animale ha una coscienza di gruppo, la coscienza della pianta è concentrata al centro della Terra.

• L’unione delle piante con la Terra è tale da esigere che le si consideri sue parti costitutive.

• Le singole piante non hanno un corpo astrale; esse sono inserite nel corpo astrale della Terra.

 

Il corpo astrale della Terra interagisce con quello del Sole, è correlato ad esso. Anche nell’organismo superiore della Terra troviamo un processo simile a quello che nell’uomo è l’alternarsi della coscienza di veglia all’incoscienza del sonno. È da questo processo che in estate deriva la germinazione delle piante, che germogliano, crescono, fioriscono incontro al Sole.

 

Durante l’inverno, il corpo astrale del Sole si ritrae dalla Terra,

e il corpo astrale della Terra, dovendo fare affidamento sulle sue sole forze,

si ritrae al centro del pianeta inducendo in tal modo un acquietamento della vegetazione sulla Terra.

 

Il chiaroveggente è in grado di osservare con grande precisione il rapporto esistente tra i due corpi astrali. Causando questo ritrarsi del corpo astrale un arresto della vegetazione e dell’attività vitale, e di conseguenza anche un’interruzione, una sospensione della coscienza, fu necessario che l’uomo, nel corso della sua evoluzione, ricevesse un proprio corpo astrale, perché solo in questo gli sarebbe stato possibile mantenere una continuità della coscienza.