L’uomo possiede in realtà dodici sensi

O.O. 183 – Il divenire dell’uomo – 25.08.1918


 

Come alla maggior parte di voi sarà ben noto, ho affermato a suo tempo non senza motivo

– e sono poi ritornato sull’argomento nella nota posta a conclusione del mio ultimo libro Enigmi dell’anima -,

ho affermato non senza motivo che l’uomo possiede in realtà dodici sensi.

• Di questi dodici sensi dobbiamo figurarcene un certo numero rivolto al mondo sensibile,

mentre quelli che rimangono sono invece rivolti all’indietro.

• Sono rivolti, qui in basso [vedi disegno], anche alla porzione che è già rovesciata.

 

E, per la precisione, sono rivolti al mondo sensibile esteriore

• il senso dell’io,                          • il senso del pensiero,

• il senso del linguaggio,           • il senso dell’udito,

• il senso della vista,                  • il senso del gusto,                •  il senso dell’olfatto.

Questi sensi sono rivolti al mondo sensibile.

 

Gli altri sensi, a dire il vero, non affiorano alla coscienza dell’uomo,

giacché sono rivolti innanzi tutto alla sua stessa interiorità, e poi al rovescio del mondo.

 

Sono prevalentemente

• il senso del calore,                    • il senso della vita,                 • il senso dell’equilibrio,

• il senso del movimento,          • il senso del tatto.

 

In base a questo, possiamo dire che, per la coscienza ordinaria,

sette sensi sono nel chiaro [sopra]             • e cinque sensi nell’oscurità [sotto].

 

E questi ultimi cinque sensi, quelli che sono nell’oscurità,

sono rivolti all’altro lato del mondo nonché all’altro lato dell’uomo stesso [vedi disegno],

 

Possiamo ottenere di conseguenza un perfetto parallelismo fra i sensi e qualcos’altro di cui parleremo subito.

Ammettendo quindi che il nostro elenco dei sensi debba comprendere il senso dell’udito, il senso del linguaggio, il senso del pensiero, il senso dell’io, il senso del calore, il senso della vita, il senso dell’equilibrio, il senso del movimento, il senso del tatto, il senso dell’olfatto, il senso del gusto e il senso della vista, abbiamo sostanzialmente che tutto quanto va dal senso dell’io al senso dell’olfatto è nel chiaro, nell’ambito di ciò che è accessibile alla coscienza ordinaria [vedi disegno, zona tratteggiata]. E tutto quanto si distoglie dalla coscienza ordinaria, allo stesso modo che la notte volta le spalle al giorno, appartiene invece agli altri sensi.

 

Naturalmente il confine, ancora una volta, è tracciato solo schematicamente; esistono in qualche caso delle commistioni; i fatti non sono così semplici. Ma quell’articolazione dell’uomo secondo i sensi è tale per cui, anche solo nello schema, è sufficiente che al posto dei sensi mettiamo i segni zodiacali, in modo da avere:

Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia – sette segni zodiacali per la parte chiara;

e cinque per la parte scura: Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci:

giorno, notte; notte, giorno.

 

• E otteniamo così un perfetto parallelismo fra l’uomo microcosmico

– quello che è rivolto ai suoi sensi, e quello che ne è distolto, benché in realtà sia rivolto ai suoi sensi inferiori –

e ciò che, nel cosmo esteriore, è rappresentato dall’alternarsi del giorno e della notte.

 

 

 

 

Quanto si verifica nell’uomo è in certo modo identico quanto si verifica nel sistema universale.

• Nel sistema universale si alternano il giorno e la notte,

• e anche nell’uomo c’è un alternarsi di giorno e notte, vale a dire di veglia e sonno,

benché, per l’attuale ciclo della coscienza dell’uomo, si siano reciprocamente emancipati.

 

Durante il giorno l’uomo è intento ai sensi diurni; potremmo dire indifferentemente:

Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia,

oppure: senso dell’io, senso del pensiero, senso del linguaggio e così via.

• Possiamo vedere l’io di qualunque altro uomo, possiamo comprendere i pensieri dell’altro,

possiamo udire, vedere, gustare, odorare: questi sono i sensi diurni.

 

Di notte, così come la Terra è voltata dall’altra parte, l’uomo è intento agli altri sensi,

solo che questi non sono ancora pienamente sviluppati.

• Soltanto dopo l’epoca di Venere saranno sviluppati tanto da poter percepire quel che si trova dall’altra parte.

• Ancora non hanno raggiunto uno sviluppo così completo da essere in condizione di farlo.

• Sono avvolti dalla notte, così come la Terra è nella notte

quando passa attraverso le altre regioni celesti, le altre figure dello zodiaco.

 

Il passaggio dell’uomo attraverso i propri sensi va visto perfettamente in parallelo con il moto

– che a questo punto si dica del Sole intorno alla Terra o della Terra intorno al Sole

è in fin dei conti indifferente ai nostri fini; queste cose comunque sono correlate fra loro.

E i sapienti degli antichi misteri conoscevano molto bene tali correlazioni.

 

Tutto ciò a poco a poco è andato perso per la coscienza, giusto nel quarto periodo postatlantico, ma deve essere di nuovo recuperato, anche a dispetto delle resistenze che vi si oppongono, deve essere recuperato a favore della civiltà umana.

 

Nei concetti che vi possiamo attingere è contenuto infatti quello che serve per poter capire anche quanto sta succedendo nella vita sociale, nella vita storica.

 

Finché separiamo vita naturale e vita spirituale, come oggi le separa compiaciuta l’umanità moderna, non giungeremo mai a quei concetti che potrebbero avere una parte di rilievo nel divenire storico, ma ne saremo sopraffatti. Saremo sopraffatti dai concetti che hanno una parte importante nella vita storica. Gli esempi, a questo proposito, sono davvero numerosi.