L’uomo può essere paragonato all’acqua

O.O. 153 – Natura interiore dell’uomo e vita fra morte e nuova nascita – 06.04.1914


 

Sempre più viene asserito da spiriti illuminati

che, sulla base del sicuro terreno della scienza, l’uomo deve ammettere che la sua conoscenza è limitata.

 

La scienza e Kant hanno contribuito al formarsi della credenza

che le forze conoscitive dello spirito umano siano limitate,

che l’uomo non possa penetrare con la sua conoscenza nella fonte con la quale l’anima deve unirsi.

 

In questa direzione la scienza dello spirito dà pienamente ragione alla scienza.

•  Proprio per le forze spirituali e per le facoltà di conoscenza

che hanno fatto grande la scienza e sulle quali essa deve poggiare,

non vi è alcuna possibilità di penetrare nella sfera spirituale.

 

Ma nell’anima umana sono latenti altre facoltà conoscitive;

facoltà di conoscenza che non possono venir usate nella vita di tutti i giorni

e nei campi di applicazione della scienza usuale, che possono però venir suscitate nell’anima umana

e che, una volta suscitate dalle infinite profondità dell’anima umana,

fanno dell’uomo qualcosa di diverso, lo vivificano e lo rafforzano con un nuovo modo di conoscenza,

con una conoscenza che può penetrare nella sfera chiusa alla scienza usuale.

 

È una specie di chimica spirituale (e attribuisco un valore all’espressione)

attraverso la quale si può penetrare nella sfera spirituale dell’esistenza,

una chimica che assomiglia però alla chimica della scienza esteriore

soltanto per la logica sicura e per il pensare metodico.

È la chimica dell’anima stessa.

 

Per intenderci cerchiamo di portare un paragone in questa prospettiva. Se abbiamo dell’acqua dinanzi a noi, essa ha determinate caratteristiche, e il chimico ci dice che contiene idrogeno e ossigeno. Il primo brucia, è aeriforme, è qualcosa del tutto diverso dall’acqua.

 

Qualcuno che nulla sapesse di chimica e vedesse dell’acqua, potrebbe forse dire che in essa vi è dell’idrogeno?

L’acqua non brucia, spegne anzi il fuoco!

Pure viene il chimico e separa l’idrogeno dall’acqua.

L’uomo può essere paragonato all’acqua,

quale egli si presenta nella vita di tutti i giorni e quale si presenta alla scienza usuale:

• in lui si riuniscono due parti, una fisica-corporea e una spirituale-animica.

 

La scienza corrente e la concezione del mondo che vi si riallaccia ha perfettamente ragione quando dice che nell’uomo, quale ci si presenta, non si può vedere che vi sia una parte spirituale-animica.

È comprensibile che questa concezione del mondo lo neghi. Ma tale negazione è simile a quella di chi volesse negare la presenza dell’idrogeno perché vede di fronte a sé l’acqua.

 

Pure esiste la necessità di dimostrare

che la parte animica può venir considerata separatamente.

La scienza dello spirito deve dire all’umanità che esiste una simile chimica spirituale,

come la teoria copernicana aveva da dire all’umanità meravigliata

che la Terra non è ferma, ma che gira attorno al Sole a grande velocità.

 

E come fino nel secolo diciannovesimo inoltrato gli scritti di Copernico erano nell’Indice dei libri proibiti secondo la Chiesa di Roma, così in un certo senso le conoscenze della scienza dello spirito saranno per molto tempo all’indice di altre concezioni del mondo che non possono liberarsi da autorità e pregiudizi vecchi di secoli.