L’uscita della luna. L’uomo si erge. Dèi lunari e solari.

O.O. 11 – Dalla cronaca dell’akasha – (L’uscita della luna)


 

È assolutamente necessario chiarirci che l’uomo assunse la materia solida che oggi chiama sua, solamente più tardi, e anzi soltanto del tutto gradatamente.

 

Se vogliamo farci un’idea del suo corpo al grado di evoluzione di cui testé abbiamo parlato, dobbiamo rappresentarcelo come una specie di vapore acqueo o di nuvola ondeggiante nell’aria. È certo però che una simile immagine si avvicina solo assai superficialmente alla realtà, poiché quella nuvola di fuoco, «l’uomo», era interiormente vivificata e organizzata.

 

Ma in confronto a ciò che l’uomo divenne più tardi, dobbiamo rappresentarcelo a quell’epoca animicamente dormiente, in uno stato di coscienza ancora crepuscolare; egli è ancora privo di tutto ciò che chiamiamo intelligenza, raziocinio, ragione. Invece di camminare, egli si muove, librandosi per mezzo di quattro organi simili a membra, in avanti, indietro, di fianco, da tutte le parti.

 

Intorno all’anima di questi esseri abbiamo già precedentemente riferito.

Però non bisogna pensare che i movimenti e le altre manifestazioni di vita di questi esseri avvenissero senza motivo e senza regola; erano anzi perfettamente regolati.

 

Tutto quel che avveniva aveva significato e importanza;

ma la forza direttiva, l’intelligenza, non si trovava dentro gli esseri stessi;

essi venivano anzi diretti da un’intelligenza che si trovava fuori di essi,

cioè da esseri superiori e più maturi di loro i quali li circondavano e li guidavano.

 

L’importante qualità essenziale della nebbia di fuoco è che gli esseri umani, al grado di evoluzione in cui si trovavano allora, potevano incorporarvisi; ma al tempo stesso potevano in essa prender corpo anche esseri superiori, i quali venivano così a trovarsi in piena reciprocità d’azione con gli uomini.

 

L’uomo aveva sviluppato i suoi desideri, i suoi istinti, le sue passioni

al grado in cui potevano prender forma nella nebbia di fuoco.

• Ma gli altri esseri, di cui abbiamo parlato, avevano per mezzo della loro ragione,

della loro azione intelligente, la facoltà di creare entro quella nebbia di fuoco.

• E possedevano facoltà ancora superiori, mediante le quali raggiungevano regioni più alte.

 

Da queste regioni provenivano i loro impulsi, le loro determinazioni,

ma l’azione effettiva di quegli impulsi si manifestava nella nebbia di fuoco.

• Tutto ciò che succedeva sulla Terra per opera degli uomini,

proveniva dal rapporto regolato del corpo di nebbia di fuoco degli uomini con quello degli esseri superiori.

• Si può dunque dire che l’uomo tendesse con ogni sforzo all’ascesa;

nella nebbia di fuoco egli doveva sviluppare nel senso umano qualità superiori a quelle che già possedeva.

 

Invece gli altri esseri tendevano all’ingiù, verso il mondo materiale; erano avviati a manifestare le proprie forze creatrici in forme di materia sempre più dense. Per essi questo non significa affatto un abbassamento; dobbiamo appunto rendercene chiaramente conto.

Il dominare forme più dense di materia richiede forze e facoltà superiori.

 

Anche questi esseri superiori, in epoche precedenti di evoluzione, avevano avuto una forza limitata simile a quella dell’uomo attuale. Anch’essi, al pari dell’uomo attuale, ebbero potere da prima solo su ciò che avveniva nel loro intimo, mentre la grossolana materia esterna sfuggiva al loro dominio.

Ora essi tendevano verso uno stato in cui avrebbero potuto dominare e dirigere magicamente le cose esteriori. Erano dunque a quell’epoca più avanti dell’uomo.

 

L’uomo tendeva in alto, tendeva a incorporare l’intelletto in materie più sottili, affinché potesse più tardi agire verso l’esterno; essi invece avevano già accolto dentro di sé l’intelletto in epoche precedenti, e acquistavano ora forze magiche per infondere l’intelletto nel mondo circostante.

Così, durante il periodo della nebbia di fuoco, l’uomo moveva verso l’alto, mentre quegli altri esseri, durante il medesimo periodo, urgevano all’ingiù per ampliare la loro potenza.

Nella nebbia di fuoco possono agire specialmente le forze che l’uomo conosce come propri istinti e passioni inferiori.

 

• All’epoca della nebbia di fuoco, tanto l’uomo quanto gli esseri superiori si servono di queste forze.

• Sulla figura umana sopra descritta, e precisamente all’interno di esse

queste forze agiscono in modo che l’uomo può sviluppare gli organi

che lo rendono poi atto al pensare, alla formazione cioè della personalità.

 

Negli esseri superiori le stesse for agiscono, in quel medesimo periodo,

in maniera ch’essi se ne servono per creare in modo impersonale gli ordinamenti della Terra.

• Vanno così formandosi sulla Terra, per mezzo di questi esseri,

configurazioni che sono di per sé un riflesso delle regole dell’intelletto.

• Per azione delle forze passionali nell’uomo nascono dunque gli organi dell’intelletto personale;

e intorno a lui, per mezzo di quelle stesse forze, si formano organizzazioni permeate di intelligenza.

 

Cerchiamo ora di pensare questo processo un po’ più progredito; o piuttosto teniamo presente quanto è registrato nella cronaca dell’akasha, rivolgendo lo sguardo a un’epoca alquanto posteriore.

Allora la Luna si era staccata dalla Terra, il che produsse un grande sconvolgimento. Le cose che circondano l’uomo hanno perduto gran parte del loro calore, cadendo così in una materialità più grossolana e più densa. L’uomo deve ora vivere in questo ambiente raffreddato, e gli è possibile soltanto se trasforma la propria materia.

 

Ma con questo consolidarsi della materia va congiunto al tempo stesso un cambiamento di forma, perché lo stato della «nebbia di fuoco» ha ceduto il posto a un altro assai diverso. La conseguenza ne è che gli esseri superiori prima descritti non si servono più della nebbia di fuoco qual mezzo della loro, attività. Perciò non possono più esercitar la loro influenza sulle manifestazioni animiche della vita degli uomini che prima erano state il loro principale campo d’azione.

Ora essi hanno acquistato potere su quelle configurazioni dell’uomo che prima essi stessi avevano creato dalla nebbia di fuoco.

 

Tale cambiamento d’attività si compie di pari passo con una trasformazione della figura umana:

• una metà di questa, con due organi di locomozione, si è trasformata nella metà inferiore del corpo che con ciò è diventata principalmente il veicolo della nutrizione e della riproduzione.

• L’altra metà si è invece per così dire rivolta all’insù, e gli altri due organi di locomozione sono diventati embrioni di mani; altri organi che prima erano serviti anch’essi alla nutrizione e alla procreazione, si trasformano in organi della parola e del pensiero.

 

L’uomo si è eretto; questa è l’immediata conseguenza della scissione della Luna.

• E insieme alla Luna sparirono dal corpo della Terra tutte quelle forze mercé le quali l’uomo poteva ancora,

durante l’epoca della nebbia di fuoco, fecondarsi da sé e riprodurre esseri simili a lui senz’altro influsso esterno.

• Tutta la metà inferiore del corpo umano, ciò che spesso si chiama «natura inferiore»,

viene ora a trovarsi sotto la razionale influenza plasmatrice degli esseri superiori.

 

Essi devono ora organizzare, per mezzo della cooperazione dei due sessi, ciò che prima regolavano entro l’uomo stesso, allorché le forze della Luna, ora separate, si trovavano ancora congiunte con la Terra. Questo ci spiega perché gli iniziati considerino la Luna simbolo delle forze di riproduzione. Appunto con la Luna sono per così dire connesse queste forze, e gli esseri superiori hanno una relazione con la Luna; sono in certo qual modo dèi lunari. Essi agiscono entro l’uomo per mezzo delle forze della Luna prima della sua scissione; dopo invece le loro forze agiscono dal di fuori sulla procreazione umana.

 

Si può anche dire che quelle elevate forze spirituali, le quali prima agivano attraverso la nebbia di fuoco sugli istinti superiori dell’uomo, sono ora discese ad esercitare il loro potere nel campo della procreazione. Effettivamente divine forze superiori organizzano e regolano questo campo.

 

Con ciò esprimiamo una sentenza importante della scienza occulta, che suona così:

• le forze superiori divine stanno in relazione con le forze apparentemente inferiori della natura umana. La parola «apparentemente» dev’essere qui interpretata nel suo pieno significato, poiché disconosceremmo del tutto le verità occulte, se nelle forze della procreazione per se stesse vedessimo qualcosa di inferiore.

 

Solo quando l’uomo abusa di queste forze, quando le assoggetta alle sue passioni e ai suoi istinti, solo allora in queste forze vi è qualcosa di dannoso; non quando egli le nobilita, riconoscendo in esse una forza spirituale divina. In questo caso egli porrà queste sue forze di procreazione al servizio dell’evoluzione della Terra, attuando per mezzo loro le intenzioni degli esseri superiori.

 

La scienza occulta insegna a elevare e nobilitare queste forze, sottoponendole alle leggi divine, non già a soffocarle; ciò potrebbe essere soltanto la conseguenza di un’interpretazione superficiale dei princìpi occulti, travisati da un ascetismo mal compreso.

 

Vediamo che nell’altra metà, nella metà superiore,

l’uomo ha sviluppato qualcosa su cui gli esseri superiori prima descritti non hanno alcuna influenza.

• Su questa metà acquistano potere altri esseri; quelli cioè che, a gradini d’evoluzione precedenti,

hanno bensì sopravanzato gli uomini nel progresso, ma non hanno raggiunto il grado degli dèi lunari;

nella nebbia di fuoco essi non potevano esercitare ancora alcun potere.

 

Ora però (raggiunto uno stato più avanzato in cui, per mezzo della nebbia di fuoco,

si è andato formando negli organi dell’intelletto umano qualcosa ch’essi stessi,

antecedentemente, stavano per acquisire) è giunto il loro momento.

 

Gli dèi lunari avevano acquistato già prima l’intelletto ordinatore che agisce sul mondo esterno; lo possedevano già all’inizio dell’epoca della nebbia di fuoco, e potevano agire al di fuori sulle cose della Terra.

Gli esseri che abbiamo or ora menzionato non erano arrivati in tempi anteriori fino a sviluppare l’intelletto che agisce esteriormente; perciò l’epoca della nebbia di fuoco li trovò impreparati. Ora però l’intelletto è nell’uomo, ed essi s’impadroniscono di questo intelletto umano per agire per mezzo suo sulle cose della Terra.

 

Come gli dèi lunari avevano prima esercitato la loro azione su tutto l’uomo,

così agiscono ora solamente sulla sua metà inferiore; la metà superiore subisce invece l’influenza di entità inferiori.

L’uomo, in tal modo, viene a trovarsi sotto una duplice direzione:

per quanto riguarda la sua parte inferiore egli è soggetto agli dèi lunari;

per quanto riguarda la sua personalità sviluppata,

viene invece a trovarsi sotto la direzione degli esseri che dal nome della loro guida vengono chiamati «luciferici».

 

Gli dèi luciferici conducono dunque a termine la propria evoluzione servendosi delle risvegliate forze intellettuali degli uomini. Prima di allora non erano riusciti a raggiungere questo gradino. Con ciò essi danno pure all’uomo la disposizione alla libertà, al discernimento tra il bene e il male.

Sotto la sola direzione degli dèi lunari, si è sì formato l’organo dell’intelletto umano, ma questi dèi l’avrebbero lasciato inattivo, non avendo nessun interesse a servirsene, poiché erano già in possesso di forze intellettuali proprie.

 

Gli esseri luciferici avevano invece un interesse proprio a sviluppare l’intelletto umano, e rivolgerlo alle cose della Terra. Essi divennero per gli uomini i maestri di tutto ciò che si può raggiungere per mezzo dell’intelletto umano. Ma anch’essi potevano esserne solamente gli istigatori, poiché non erano in grado di sviluppare l’intelletto in se stessi, ma soltanto nell’uomo.

 

Sorse così sulla Terra una duplice tendenza dell’attività;

• l’una derivava direttamente dagli dèi lunari, ed era fin dal principio un’attività razionale, regolata da leggi.

Gli dèi lunari avevano fatto già prima il loro tirocinio: avevano ormai superato la possibilità dell’errore.

• Invece gli dèi luciferici, che lavoravano con gli uomini,

dovevano prima raggiungere essi stessi questa chiarificazione.

• Sotto la loro direzione l’uomo doveva imparare a trovare le leggi del proprio essere.

Guidato da Lucifero, doveva diventare anch’egli «uno degli dèi».

 

Si potrebbe ora domandare: «A che punto erano rimasti gli esseri luciferici, se nella loro evoluzione non erano giunti fino alla creazione permeata di intelligenza, entro la nebbia di fuoco? Che punto di evoluzione terrestre raggiunsero le loro facoltà per poter partecipare al lavoro degli dèi lunari?». La cronaca dell’akasha ce lo mostra.

Essi poterono partecipare al lavoro terrestre fino al momento in cui il Sole si staccò dalla Terra.

 

Ci si palesa il fatto che fino a quell’epoca essi avevano sì compiuto un lavoro inferiore a quello degli dèi lunari, ma ciò nonostante appartenevano alla schiera dei creatori divini.

Dopo la scissione del Sole dalla Terra ebbe principio su quest’ultima un’attività (appunto l’attività entro la nebbia di fuoco) alla quale gli dèi lunari erano preparati, non però gli spiriti luciferici. Per questi subentrò dunque un periodo di riposo, d’aspettativa.

 

Quando poi, dileguatasi la nebbia di fuoco, gli esseri umani cominciarono a lavorare alla formazione dei loro organi dell’intelletto, gli spiriti luciferici si mossero; poterono nuovamente uscire dal loro stato di riposo.

Infatti la creazione dell’intelletto sta in relazione con l’attività del Sole.

 

Il sorgere dell’intelletto nella natura umana è come il risplendere di un sole interiore.

• Questo non è detto soltanto figuratamente, ma in senso del tutto reale.

• Così questi spiriti ebbero occasione di riprendere, nell’interno dell’uomo, la loro attività che è in relazione col Sole;

e ciò avvenne allorché la nebbia di fuoco si fu dileguata dalla Terra.

• Così si spiega da dove provenga il nome di Lucifero, cioè «portatore di luce»,

e perché la scienza occulta definisca questi esseri come «dèi solari».

 

Tutto quel che segue sarà comprensibile soltanto rivolgendo lo sguardo alle epoche che precedettero l’evoluzione della Terra. Lo faremo nei prossimi capitoli. Mostreremo in essi quale evoluzione abbiano attraversato sugli altri pianeti gli esseri collegati con la Terra, prima di discendere sulla Terra stessa. Impareremo a conoscere ancor meglio la natura degli dèi lunari e solari, e al tempo stesso ci apparirà evidente l’evoluzione del regno animale, del regno vegetale e del regno minerale.