Memoria e coscienza morale

O.O. 26 – Massime antroposofiche – Lettera del 22.03.1925 – massime n° 174-176


 

Nello stato di sonno l’uomo è abbandonato al cosmo.

Egli porta incontro al cosmo ciò che, nel discendere dal mondo spirituale-animico entro il mondo terrestre,

egli ha in sé come risultato delle sue vite terrene precedenti.

• Durante la veglia l’uomo sottrae al cosmo questo contenuto del suo essere umano.

• In questo ritmo, tra l’abbandonarsi al cosmo ed il sottrarsi ad esso, scorre la vita fra nascita e morte.

 

Il sottrarsi al cosmo è in pari tempo

un assorbire l’essere spirituale-animico dell’uomo da parte dell’organizzazione nervo-sensoria.

Ai processi fisici e vitali di questa organizzazione, durante la veglia,

si unisce la parte spirituale-animica dell’uomo, per cooperare insieme in modo unitario.

 

In questa azione sono contenuti:

la percezione dei sensi, la formazione delle immagini della memoria e la vita della fantasia.

Tali attività sono legate al corpo fisico.

 

• Le rappresentazioni, l’esperienza del pensare

in cui l’uomo diviene cosciente di ciò che si svolge semicoscientemente nella percezione, nella fantasia e nella memoria,

sono legate all’organizzazione del pensare.

• Nell’organizzazione del pensare propriamente detta

vi è anche la sfera per mezzo della quale l’uomo sperimenta la sua autocoscienza.

 

L’organizzazione del pensare è un’organizzazione stellare.

Se essa si esplicasse unicamente come tale, l’uomo non porterebbe in sé un’autocoscienza, ma una coscienza divina.

• L’organizzazione del pensare è però un’organizzazione stellare,

estratta dal cosmo stellare e trasportata nelle vicende terrestri.

 

Sperimentando il mondo stellare nell’àmbito terrestre, l’uomo diventa un essere autocosciente.

Qui abbiamo dunque dinanzi a noi il campo della vita umana interiore

in cui il mondo divino-spirituale collegato all’uomo lascia andare l’uomo stesso,

affinché egli possa divenirvi uomo nel pieno significato della parola.

 

Ma nella sfera immediatamente sottostante all’organizzazione del pensare, là dove la percezione dei sensi,

la fantasia e la formazione dei ricordi si compiono, là il mondo divino-spirituale convive nella vita umana.

• Si può dire che nel dispiegarsi della memoria il divino-spirituale vive nello stato di veglia dell’uomo.

• Le altre due attività: percezione sensoria e fantasia, sono infatti

soltanto modificazioni della formazione delle immagini mnemoniche.

• Nella percezione dei sensi la formazione del contenuto della memoria è alla sua origine;

• nel contenuto della fantasia risplende nell’anima quanto di tale contenuto si conserva nell’esistenza animica.

 

Lo stato di sonno trasporta nella sfera cosmica lo spirituale-animico dell’uomo.

• Nel sonno l’attività del suo corpo astrale e del suo io si immerge nel cosmo divino-spirituale.

• L’uomo non è soltanto al di fuori del mondo fisico, ma anche al di fuori del mondo stellare.

È invece in seno agli esseri divino-spirituali da cui ha origine la sua esistenza.

 

Nel momento presente dell’evoluzione cosmica queste entità divino-spirituali operano in modo da imprimere, durante lo stato di sonno, il contenuto morale del mondo nel corpo astrale e nell’io. Ogni processo cosmico nell’uomo dormiente è un reale processo morale, non già un processo che possa anche lontanamente venir detto simile all’attività della natura.

L’uomo trasporta dallo stato di sonno a quello di veglia questo processo, con i suoi effetti postumi. Tali effetti permangono allo stato di sonno, poiché l’uomo è sveglio solamente nella vita che è rivolta alla sfera del pensiero. Quello che avviene propriamente nella sfera della sua volontà, anche durante la veglia, è ravvolto in un’ottusità pari a quella nella quale è immersa tutta la vita animica durante il sonno. Ma nella vita volitiva dormiente il divino-spirituale continua ad operare durante lo stato di veglia.

L’uomo è moralmente tanto buono o tanto cattivo, quanto può esserlo a seconda della vicinanza che nel sonno egli ha con gli esseri divino-spirituali. E se ne avvicina più o meno a seconda di come moralmente sono state le sue vite terrene precedenti.

 

Dalle profondità dell’essere animico sveglio

risuona ciò che durante il sonno, in comunione con il mondo divino-spirituale,

si è potuto innestare nell’essere animico stesso.

• Ciò che così risuona dal profondo è la voce della coscienza.

 

Si mostra così come il processo, che la concezione materialistica del mondo inclina a spiegare soltanto dal lato naturale, risulta invece un fenomeno morale alla luce della conoscenza dello spirito.

 

• Nella memoria opera in modo immediato nell’uomo sveglio l’essere divino-spirituale;

• nella coscienza morale quell’essere medesimo opera nell’uomo sveglio in modo mediato,

cioè quale effetto postumo.

• La formazione della memoria avviene nell’organizzazione nervo-sensoria;

• la formazione della coscienza morale si svolge come processo puramente animico-spirituale,

ma nell’organizzazione del ricambio e delle membra.

Fra le due sta l’organizzazione ritmica.

Essa, nella sua attività, è sviluppata verso due lati, polarmente opposti.

Come ritmo del respiro è in intima relazione con la percezione dei sensi e col pensare.

 

• Nel respiro dei polmoni il processo è allo stadio più grossolano;

ma si affina e, come respiro così affinato, diventa percezione sensoria e pensiero.

La percezione dei sensi è ancora vicinissima al respiro,

ma è un respiro attraverso gli organi dei sensi, non attraverso i polmoni.

 

Già più lontano dalla respirazione polmonare e sorretto dall’organizzazione del pensiero,

è il rappresentare, il pensare;

ciò che già confina col ritmo della circolazione sanguigna e che è già un respirare interiore,

collegato con l’organizzazione delle membra e del ricambio, si manifesta nell’attività della fantasia.

• Questa attività giunge animicamente alla sfera della volontà,

come il ritmo della circolazione giunge all’organizzazione del ricambio e delle membra.

 

Nell’attività della fantasia l’organizzazione del pensiero tende ad accostarsi all’organizzazione della volontà. È un immergersi dell’uomo nella sua sfera di volontà, dormiente durante lo stato di veglia. Nelle persone organizzate in questa maniera, i contenuti dell’anima appaiono perciò come sogni nello stato di veglia. In Goethe viveva una siffatta organizzazione umana. Di conseguenza egli diceva che Schiller gli doveva interpretare i suoi sogni poetici.

In Schiller era invece attiva l’altra organizzazione. Egli viveva attingendo a ciò che aveva portato seco dalle sue vite terrene precedenti. Doveva cercare il contenuto di fantasia adatto ad un forte volere.

 

Sugli uomini predisposti a tendere verso la sfera della fantasia, in modo che la visione della realtà sensibile si muti per loro spontaneamente in immagini di fantasia, conta la potenza arimanica nelle sue intenzioni universali. Con l’aiuto di uomini siffatti essa ritiene di poter scindere totalmente dal passato l’evoluzione dell’umanità, per condurla nella direzione da lei voluta.

Su uomini che sono organizzati verso la sfera della volontà, ma che per interiore amore verso una concezione ideale del mondo configurarono energicamente la visione sensibile in immagini dì fantasia, conta la potenza luciferica.

Mediante uomini siffatti essa vorrebbe trattenere completamente l’evoluzione dell’umanità negli impulsi del passato. Essa potrebbe così impedire all’umanità di immergersi nella sfera in cui la potenza di Arimane deve venir superata.

 

Nella vita terrena noi stiamo fra due poli opposti.

• Al di sopra sono disseminate le stelle.

Di là irradiano le forze collegate con tutto ciò che nell’esistenza terrena è regolare e calcolabile.

• L’alternarsi regolare del giorno e della notte, delle stagioni dell’anno, i periodi universali più lunghi,

sono tutti riflessi terreni di processi stellari.

 

• L’altro polo irradia dall’interno della terra. In esso vive l’irregolare.

Il vento e le intemperie, il tuono e il lampo, i terremoti e le eruzioni vulcaniche,

tutti riflettono processi interiori della terra.

 

L’uomo è l’immagine di questa natura stellare-terrestre.

Nella sua organizzazione del pensiero vive l’ordine delle stelle;

nella sua organizzazione delle membra e della volontà vive il caos della terra.

Nell’organizzazione ritmica viene sperimentato in libero equilibrio l’essere umano terrestre.

 


 

174L’uomo è organizzato, quanto allo spirito e al corpo, da due lati.

In primo luogo dal cosmo fisico-eterico.

Ciò che in questa organizzazione irradia da entità divino-spirituali nell’entità umana,

ci vive come forza della percezione, della facoltà mnemonica e dell’attività della fantasia.

 

175In secondo luogo l’uomo è organizzato

da quanto proviene dalle sue vite terrene precedenti.

Questa organizzazione è del tutto spirituale-animica

e vive nell’uomo attraverso il corpo astrale e l’io.

L’effetto delle entità divino-spirituali che penetrano in questa entità umana

risplende nell’uomo come voce della coscienza, con tutto ciò che le è affine.

 

176Nella sua organizzazione ritmica

l’uomo ha il continuo collegamento di entrambi i lati degli impulsi divino-spirituali.

Nell’esperienza del ritmo la forza della memoria è portata nell’essere della volontà,

e la potenza della coscienza morale nell’essere delle idee.