Mercurio, Venere e la terza gerarchia.

O.O. 231 – L’uomo soprasensibile alla luce dell’antroposofia – 17.11.1923 pom.


 

La successiva sfera in cui l’uomo entra è quella di Mercurio.

Qui egli ha già adeguato la propria fisionomia alle potenze e alle forze del mondo spirituale tanto, e talvolta attraverso forti sofferenze, da aver deposto la fisionomia rivelatrice di malvagità arrivando ad assomigliare alle figure degli angeli, degli arcangeli e delle archai.

Si deve però dire che per molti il conseguimento di tale somiglianza non procede molto rapido!

Comunque l’uomo entra ora nella sfera di Mercurio, e cioè nella sfera degli esseri della terza gerarchia,

deve vivere fra essi e attraversare le condizioni che ho descritte.

Questa è la sfera in cui l’uomo arriva gradualmente a capire quella che prima era stata mera percezione,

più o meno ottusa; un’ottusa percezione che aveva però agito con molta forza appunto sul campo della volontà.

Nella sfera di Mercurio si arriva a poco a poco a capire quel che prima era stato solo veduto.

Chi nel nostro tempo è in possesso di percezione immaginativa e volge lo sguardo a queste cose, ne trae delle impressioni tragiche, perché il modo in cui da morti ci si adegua alla sfera di Mercurio dipende in notevole misura dall’esser stati materialisti e avere, nel pensiero e nell’azione, respinto tutto il soprasensibile, oppure dall’aver avuto intendimento per esso.

Si rimane in alto grado privi di comprensione al cospetto degli esseri di Mercurio, se nella vita terrena si è respinto tutto ciò che trascende il campo materiale.

In tal caso si è parimenti privi di comprensione di fronte agli esseri della successiva sfera, la sfera di Venere, i quali appartengono anch’essi alla categoria degli angeli, degli arcangeli e delle archai, pur essendo più progrediti, perché nella sfera di Venere si è anche irradiati dalle forze dell’amore cosmico.

 

Chi sulla Terra non aveva conquistato la forza di poter amare, entra infatti in un mondo che gli è del tutto estraneo.

Ciò che altrimenti, se sulla Terra si fosse conquistata la capacità di amare,

irradierebbe l’uomo con forze d’amore, si trasforma in forze dell’ira in chi ha molto odiato, anche in modo inconscio.

È il segreto del soggiorno su Venere che l’uomo gravato da molti residui di odio che dominavano in lui sulla Terra si sentirà come se dal suo essere, dalla sua volontà, sorgessero le forze dell’ira e del furore, le quali sono le forze trasformate dell’amore.

L’uomo si vede allora in modo da dirsi che tutto ciò va mitigato, va posto in armonia con l’universo. In sostanza è ancor sempre la volontà che in questa sfera viene particolarmente educata, la volontà che anche nell’uomo terreno si ricollega al ricambio e agli arti motori, alla parte inferiore della persona. Ma dopo la morte appunto quella parte diviene la totalità della fisionomia, ed è pertanto la volontà che si esprime nella fisionomia.