Michele – « volto del genio solare »

O.O. 104 – L’Apocalisse – 29.06.1908


 

In un lontanissimo avvenire vediamo quindi due forze contrapporsi l’una all’altra:

• da un lato quelli che si avviano ad essere gli abitanti della grande Babilonia,

• e dall’altro quelli che si elevano al di sopra della materia,

coloro che, come uomini, si uniscono con quello che si presenta come il principio dell’Agnello.

 

Vediamo da un lato separarsi in Babilonia quanto v’è di più oscuro, guidato da tutte le forze opposte al sole, guidato da Sorat, la bestia a due corna, e dall’altro l’umanità sviluppatasi dagli eletti che si uniscono con il Cristo che appare a loro, con l’Agnello; da un lato l’unione dell’Agnello, dall’altro quella di Babilonia, della tramontante Babilonia.

 

Vediamo sprofondare nell’abisso Babilonia e, tesi all’uso delle forze della magia bianca, vediamo salire in alto gli eletti che si sono uniti all’Agnello. E poiché non soltanto riconoscono le forze spirituali, ma sanno pure usarle magicamente, essi possono preparare per la prossima incarnazione planetaria, per Giove, quello che hanno sulla Terra. Essi tracciano, per così dire, le grandi linee di quello che sarà Giove.

 

Dalle forze della magia bianca vediamo elevarsi le figure preparatrici,

quelle che passeranno a vivere quali figure della prossima incarnazione terrestre,

quella di Giove; dalla magia bianca vediamo elevarsi la nuova Gerusalemme.

Prima deve però venir espulso quello che è caratterizzato mediante Sorat, il 666.

 

Verrà espulso ciò che è soggiaciuto al principio della bestia dalle due corna

e che di conseguenza si è indurito nella bestia dalle sette teste e le dieci corna.

 

La forza con la quale il genio solare fa conseguire la vittoria su questi espulsi e li scaccia nell’abisso,

viene chiamata il « volto del genio solare ».

 

Il volto del genio solare è Michele

che, si potrebbe dire, quale rappresentante del genio solare,

vince la bestia dalle due corna, il tentatore, chiamato anche il dragone.

 

 

 

 

Tutto ciò viene rappresentato con l’immagine, che appare al veggente, di Michele avente in mano le chiavi dell’abisso e la catena, di Michele che si trova presso Dio e che ha incatenato le forze opposte. Nell’esoterismo cristiano rosicruciano vengono caratterizzate così l’eliminazione di quelli che fanno parte del 666 e la vittoria sul drago, sul tentatore.

 

Ci appare così oggi davanti agli occhi quello che lo scrittore dell’Apocalisse ha celato in un segreto, quello che si deve estrarre soltanto mediante una rivelazione e di cui egli dice: « Qui è la saggezza! Chi ha intendimento, rifletta al numero della bestia » — vale a dire della bestia a due corna — « perché quel numero è 666 » (Apoc. 13,18).