Mondo elementare e destino umano

O.O. 194 – La Missione di Michele – 06.12.1919


 

Per una reale conoscenza dell’entità umana

è necessario seguire realisticamente la sua articolazione in tre parti.

 

Entro l’entità umana sono organizzati, in modo relativamente indipendente,

il capo (parlando per grandi linee), gli organi del torace e le membra;

fra queste ultime vanno compresi molti degli organi contenuti nel tronco.

 

Da quanto ho esposto in conferenze e nel mio scritto Gli enigmi dell’anima si sarà potuto desumere che

• al capo dell’uomo è collegata la vita rappresentativa e di pensiero,

• all’attività ritmica, al sistema del torace, è collegata la sfera del sentimento,

• e alla sfera della volontà, che però rappresenta nell’uomo l’elemento

propriamente spirituale, è collegato il sistema delle membra, l’organizzazione delle membra.

 

Questi tre sistemi dell’organismo umano sono relativamente indipendenti

e, per quanto cooperanti, lo sono pure tra di loro

la vita di rappresentazione, la vita di sentimento e la vita volitiva.

 

Sappiamo già che, dal punto di vista spirituale,

possiamo comprendere nel miglior modo in che cosa i tre sistemi differiscono, se affermiamo:

durante l’abituale vita di veglia

• l’uomo è del tutto desto solo nel sistema del capo,

in tutto quanto, animicamente parlando, si connette con la vita di rappresentazione e di pensiero.

 

• Invece tutto quanto si connette con la vita di sentimento, cioè, parlando del corpo, con il sistema ritmico,

è vita di sogno che anche durante la veglia pervade la veglia stessa.

Noi conosciamo dunque quel che avviene nella sfera del nostro sentimento

per via indiretta attraverso le nostre rappresentazioni che sono deste,

ma non lo conosciamo mai direttamente attraverso i sentimenti stessi.

 

• Ancora più oscura resta la vita volitiva che, per il suo stesso contenuto,

non viene da noi altrimenti conosciuta da come conosciamo la vita di sonno.

 

Possiamo perciò dire con più precisione di quanto non si faccia di solito,

fino a che punto si trovino nell’uomo condizioni di subcoscienza al di sotto della coscienza normale:

• alla base della vita di sentimento stanno delle rappresentazioni subcoscienti

e, se posso servirmi del comparativo,

• rappresentazioni ancora più subcoscienti stanno alla base della vita di volontà.

 

È però molto importante mettere in chiaro

che veramente in ciascuno dei tre sistemi umani sono contenuti pensare, sentire e volere.

 

• Nel sistema del capo, nel sistema del pensiero,

sono in ogni caso presenti anche vita di sentimento e vita di volontà,

solo sviluppata assai più debolmente di quanto non sia la vita rappresentativa.

• Parimenti nella sfera del sentimento vi sono pensieri,

che giungono solo in forma sognante alla nostra coscienza, più deboli appunto che nella sfera del capo.

 

Ma quello che nella nostra epoca di scientificità astratta non vien preso in considerazione

è che queste parti subconscie dell’entità umana sono tanto più obiettive,

quanto meno ci vengono soggettivamente alla coscienza.

Che cosa significa? Significa che

• quelli che avvengono nella nostra vita di rappresentazione, nella vita del nostro capo o della nostra testa,

sono processi che sono relativamente nostri.

• Ciò che invece sperimentiamo nel nostro sistema ritmico, nel nostro sistema del torace,

ciò che avviene nella nostra sfera di sentimento,

non è assolutamente nostro unico possesso, ma è qualcosa che avviene in noi

e nel contenuto rappresenta un processo obiettivo universale.

 

Vale a dire che quando proviamo un sentimento, ciò è in ogni caso una esperienza in noi,

ma nello stesso tempo è un avvenimento nel mondo, di significato universale.

 

È straordinariamente interessante indagare quali processi universali stiano alla base della nostra vita di sentimento.

Supponiamo che ci capiti qualcosa che ecciti molto i nostri sentimenti, un evento che susciti in noi gioia o tristezza.

Sappiamo che possiamo suddividere la vita umana in periodi settennali: il primo dalla nascita alla seconda dentizione, il secondo fino alla maturità sessuale, il terzo fino al ventunesimo anno (tutto approssimativamente) e così di seguito: questa è una articolazione del corso della vita umana (nel disegno che segue la linea orizzontale con i segni perpendicolari).

Se prendiamo in considerazione tale articolazione, arriviamo a dei punti nodali dello sviluppo umano, che si manifestano distintamente all’inizio della vita terrena nella seconda dentizione, nella maturità sessuale e che dopo si celano più o meno, ma sono sempre evidenti per chi sa osservarli (nel disegno i tratti verticali segnati con SD e con MS). Quanto avviene nel corpo e nell’anima dell’uomo intorno al ventunesimo anno può essere infatti percepito, da chi ne ha la capacità, altrettanto distintamente quanto la maturità sessuale dalla fisiologia ufficiale; tuttavia viene di solito osservato meno. Con ciò abbiamo più che altro una articolazione generale del corso della vita umana.

 

Se ora, come ho detto prima, per esempio nel periodo tra la seconda dentizione e la maturità sessuale, si verifica qualche evento importante che ha un’azione eccitante nella sfera del sentimento (nel disegno la spirale rossa), allora ha luogo qualcosa di molto particolare che però, in quanto oggi si fanno solo osservazioni grossolane, non viene in realtà osservato affatto; ma questo evento è tuttavia presente. L’impressione in certo modo è presente, ma essa svanisce dalla coscienza.

Se tuttavia si tratta di una effettiva impressione di sentimento, qualcosa accade oggettivamente nel mondo, prescindendo da quanto avviene nella coscienza, nella vita animica. Possiamo paragonare quanto avviene nel mondo oggettivo con una specie di sollecitazione di vibrazioni che si espandono nell’universo.

 

Il fatto singolare è che non si espandono indefinitamente, ma che quando una vibrazione si è estesa a sufficienza, quando è giunta al limite della sua elasticità, rimbalza indietro (semiarco a sinistra), e nel successivo settennio appare un ritorno, come un impulso che penetra da fuori nella vita animica.

Non voglio dire, perché non sarebbe esatto, che sempre, dopo circa sette anni, ricompaia un simile evento, perché tutto dipende dalla conformazione individuale della vita, ma cade nel successivo settennio, senza che il soggetto se ne avveda.

 

Di continuo nella nostra vita animica proviamo ripercussioni che colpiscono la nostra vita di sentimento,

provenienti dall’universo e provocate da esperienze nella sfera del sentimento,

avvenute in qualche modo nel settennio precedente.

 

Dunque un evento che ci eccita in qualche modo nella vita di sentimento, risuona di nuovo nella vita della nostra anima nel successivo periodo. Di solito non vi facciamo attenzione, ma chi vuol darsene la pena può osservare tali cose anche esteriormente.

A chi infatti non è capitato di osservare, in una persona che si conosce bene, sorgere d’improvviso un malumore che non si sa donde venga: la persona si muta improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno.

 

Se si indaga (e se si ha occhio per la realtà, intendo un occhio dell’anima che permetta di inquadrare lo speciale comportamento di un uomo), se si è capaci di sentire quello che la persona in questione dice con le parole o tra le parole, ci si potrà richiamare a qualche precedente fatto di sentimento che, come ho detto prima, la ha stimolata. Nel frattempo è veramente avvenuto nell’universo qualcosa che non sarebbe avvenuto se quella persona non avesse subito quello stimolo di sentimento.

Ma tutto questo è un processo che, oltre al fatto di venir sperimentato da quella persona, accade anche obiettivamente al di fuori di lei. Possiamo vedere quante occasioni ci siano che questi fatti avvenuti mediante un uomo, si svolgano al di fuori di lui, diventando processi oggettivi nell’universo.

 

In tali avvenimenti oggettivi nell’universo si mischia ciò che avviene tra gli esseri elementari, anche tra quelli che ho ultimamente caratterizzati e che stanno al di fuori degli uomini. Li ho già connessi in un altro senso con il sistema ritmico o della respirazione. Qui li vediamo agire con il sistema ritmico per via indiretta, attraverso gli stimoli del sentimento.

 

Queste cose ci obbligano a dire, se le comprendiamo rettamente:

l’uomo genera di continuo qualcosa intorno a sé, come una grande aura,

ma nelle onde che emette si inseriscono esseri elementari i quali, a seconda di come l’uomo è,

possono influire sulla ripercussione che in lui si produce.

 

Pensiamo a come si svolge il fatto: abbiamo uno stimolo e lo irraggiamo. Quando esso ritorna non è rimasto esente da influssi, bensì nel frattempo esseri elementari si sono dati da fare con quello stimolo; quando dunque si ripercuote sull’uomo, assieme al processo che è avvenuto fuori di noi e che ci ritorna, riceviamo anche degli esseri elementari (nel disegno il semiarco a destra — così il disegno è completo).

 

 

Attraverso una specie di atmosfera spirituale da lui diffusa, l’uomo perviene a un’azione reciproca con spiriti elementari.

Tutto quel che si svolge nel corso della vita dell’uomo sul piano del suo destino è in connessione con questi fatti,

poiché abbiamo anche entro il corso della nostra vita una forma di adempimento del nostro destino.

 

Se oggi abbiamo un’esperienza qualsiasi, ciò ha un’importanza per più tardi,

ma questa è la via mediante la quale il nostro destino si costruisce effettivamente.

A tale costruzione del nostro destino partecipano quegli spiriti elementari i quali si sentono attratti dalla nostra natura.

Dove si sentono attratti, essi si uniscono nell’agire in noi.

 

In questo si può scorgere un’azione reciproca tra l’uomo e il suo ambiente,

e in un certo modo anche il giuoco di forze spirituali nell’ambiente stesso.