Natura dell’uomo

O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 19.05.1908


 

In realtà, sin dalle prime parole, il vangelo di Giovanni sfiora i più profondi misteri dell’esistenza. Ci si può rendere conto di ciò, se si considerano le verità spirituali che stanno a fondamento di quelle prime parole; e perché queste ci possano apparire nella luce giusta, occorre attingere a fondo nella conoscenza spirituale. Dovremo richiamare brevemente alla memoria diverse nozioni già familiari a chi si sia occupato da qualche tempo della concezione scientifico-spirituale del mondo; ma alcune di quelle verità elementari dovranno venire ampliate in diverse direzioni.

 

Cominciamo col richiamarci alla mente la natura dell’uomo, quale si presenta all’osservazione scientifico-spirituale durante lo stato di veglia.

• Sappiamo che l’uomo consta del corpo fisico, del corpo eterico o vitale, del corpo astrale e dell’io.

• Ma questi quattro elementi costitutivi dell’entità umana si trovano nella connessione che siamo soliti attribuire loro, appunto soltanto nello stato di veglia; è necessario tener bene presente che durante il sonno notturno l’uomo è realmente un’entità del tutto diversa, in quanto i suoi quattro costituenti si trovano allora in un rapporto differente.

 

• Quando l’uomo dorme il suo corpo fisico e quello eterico giacciono nel letto; il corpo astrale e l’io sono in certo modo sciolti dalla connessione col corpo fisico e con l’eterico, trovandosi quindi al di fuori di questi corpi, purché s’intenda quest’espressione in senso non spaziale, ma spirituale.

• Durante la notte, pertanto, l’uomo è un’entità che risulta di due parti: quella ch’è rimasta a giacere nel letto e quella che si è separata dal corpo fisico e dall’eterico.

 

Ora dobbiamo prima di tutto renderci conto chiaramente che il corpo fisico e l’eterico che durante la notte, fra l’addormentarsi e il risveglio, rimangono nel letto, non potrebbero sussistere come tali, se venissero propriamente abbandonati da ciò che li compenetra durante lo stato di veglia. È qui che dobbiamo considerare un po’ più a fondo certi misteri cosmici.

 

Quando abbiamo dinanzi a noi il corpo fisico dell’uomo, percepibile ai sensi, dobbiamo renderci conto che esso ha dietro a sé un lungo processo evolutivo, percorso durante l’intera evoluzione del nostro pianeta. È già noto a chi ha studiato un poco la scienza dello spirito che la nostra Terra è passata per diversi stadi precedenti, prima di raggiungere la sua condizione attuale: come l’uomo passa da un’incarnazione all’altra, così anche la Terra è passata per diverse condizioni, per diverse incarnazioni planetarie precedenti, analoghe, in certo modo, alle ripetute vite terrene dell’uomo.

 

Tutto, nel macrocosmo come nel microcosmo, soggiace alla legge della reincarnazione; e la nostra Terra era passata, prima di diventare Terra, attraverso uno stadio che chiamiamo « l’antica Luna », in quanto la Luna attuale è un frammento distaccato da quell’antico pianeta. Quando dunque parliamo dell’antica Luna, non intendiamo l’attuale satellite della Terra, ma un pianeta simile alla Terra attuale.

 

Ora, come esiste un intervallo di tempo fra l’una e l’altra delle incarnazioni dell’uomo, così esiste un intervallo tra l’incarnazione del nostro pianeta, la Terra odierna, e la sua incarnazione precedente, che chiamiamo appunto Luna.

Lo stesso deve dirsi per quello stadio planetario che chiamiamo Sole e che ha preceduto lo stadio lunare; e così ancora, infine, per lo stadio di Saturno che ha preceduto quello solare. Possiamo dunque riconoscere retrospettivamente tre incarnazioni precedenti della nostra Terra.

 

Il nostro corpo fisico ricevette il suo abbozzo originario sull’antico Saturno: su questo pianeta si formò un primo abbozzo del corpo fisico umano, naturalmente del tutto diverso da quello attuale. Tutto ciò che oggi costituisce l’uomo, eccettuato il corpo fisico, non esisteva ancora sull’antico Saturno.

 

Solo quando Saturno si trasformò nell’antico Sole, cioè nella seconda incarnazione del nostro pianeta terrestre, si aggiunse al corpo fisico, compenetrandolo, il corpo eterico; e quale ne fu la conseguenza? La conseguenza fu una trasformazione del corpo fisico umano, che conseguì per questo fatto un altro modo di esistenza. Così durante l’incarnazione solare della nostra Terra, il corpo fisico venne a trovarsi al secondo gradino della propria esistenza; e precisamente è causa del fatto che mentre su Saturno esso era ancora quasi un che di meccanico, di automatico, sul Sole divenne un corpo interiormente vivente. La trasformazione del corpo fisico era dovuta all’inserimento del corpo eterico.

 

• Sull’antica Luna, poi, a questo complesso di corpo fisico ed eterico si aggiunse il corpo astrale; il corpo fisico subì la sua seconda trasformazione, assunse il suo terzo aspetto, mentre l’eterico assunse il suo secondo aspetto.

• Infine, sulla Terra, al corpo fisico, all’eterico e all’astrale si aggiunse l’io, che s’introdusse in quel triplice complesso, trasformandolo ancora.

 

Il corpo fisico assunse la sua attuale, complicata struttura, riguardo all’aspetto; e non avrebbe potuto divenire così complicato, se non attraverso quella quadruplice evoluzione. Se possiamo dire del nostro attuale corpo fisico ch’esso si compone delle stesse sostanze e delle stesse forze che sono presenti nel regno minerale, dobbiamo peraltro renderci conto chiaramente che tra il corpo fisico umano e il minerale corre una differenza immensa.

 

Se vogliamo mettere in evidenza nel modo più elementare la differenza tra il corpo fisico umano

e il corpo fisico d’un minerale (poniamo d’un cristallo), possiamo esprimerla così:

• il cristallo, se non viene distrutto dall’esterno, conserva la propria forma.

• Il corpo fisico umano non è in grado di conservare da se stesso la propria forma;

esso la conserva solo finché e in quanto è compenetrato da un corpo eterico, da un corpo astrale e da un io.

 

• Dal momento in cui questi tre elementi costitutivi se ne staccano,

il corpo fisico comincia a diventare qualcosa del tutto diverso da ciò ch’era stato fra la nascita e la morte:

segue le leggi fisiche e chimiche della materia e si decompone, mentre il corpo fisico del minerale si conserva.

• Qualcosa di simile vale anche per il corpo eterico.

• Dopoché, subito dopo la morte, il corpo eterico, l’astrale e l’io si sono separati dal corpo fisico,

anche il corpo eterico si scioglie dalla connessione con l’astrale e con l’io

dissolvendosi nell’etere cosmico, come il corpo fisico si dissolve nel terreno.

 

Del corpo eterico non sussiste più altro, allora, che l’estratto

di cui abbiamo più volte parlato e che rimane collegato coll’uomo.

• Possiamo dunque affermare che il corpo fisico umano ha, in certo modo,

lo stesso valore del regno minerale circostante; ma dobbiamo pur sempre aver ben chiaro nell’anima

il grande divario esistente fra il regno minerale e il corpo fisico umano.

 

Qualcuno potrebbe obiettare: è stato affermato or ora che sull’antico Saturno il corpo fisico non era ancora compenetrato da un corpo eterico, né da un astrale, né da un io, poiché questi ultimi tre sopraggiunsero rispettivamente solo sul Sole, sulla Luna e sulla Terra. A quel tempo dunque, su Saturno, il corpo fisico dell’uomo aveva realmente il valore d’un minerale.

 

Ma noi ricordiamo di aver precisato che allo stato del corpo fisico qual era su Saturno seguirono poi tre metamorfosi del corpo fisico. Ora, neppure il minerale odierno, che pure abbiamo davanti a noi come un morto minerale, potrebbe sussistere se consistesse solo d’un corpo fisico. Ci si renda chiaramente conto che ciò che abbiamo detto, e ch’è giusto affermare, è bensì vero per questo nostro mondo fisico: qui, il minerale ha effettivamente solo un corpo fisico. Ma l’affermazione non è completamente esatta.

 

Proprio come il corpo fisico umano che ci sta di fronte racchiude in sé il proprio corpo eterico, l’astrale e l’io, così anche il minerale non possiede solo un corpo fisico, ma anche un eterico, un astrale e un io: questi suoi elementi costitutivi si trovano però in mondi superiori.

Il minerale possiede un corpo eterico, che sta nel cosiddetto mondo astrale; esso possiede un corpo astrale, che si trova nel mondo devacianico, o spirituale inferiore; e possiede un io, che esiste in un mondo spirituale ancora più elevato.

 

Così dunque il corpo fisico umano si distingue dal corpo fisico d’un minerale per il fatto di avere durante lo stato di veglia, qui nel mondo fisico, inseriti il proprio corpo eterico, il proprio astrale e il proprio io.

Il minerale, al contrario, non ha in sé i propri costituenti superiori. Sappiamo infatti che oltre al mondo fisico esistono altri mondi: il mondo che noi percepiamo coi sensi è compenetrato dal mondo astrale e questo a sua volta dal mondo spirituale (o devachanico), che si distingue in inferiore e superiore.

 

L’uomo è dunque in certo modo avvantaggiato, in confronto al minerale, per il fatto di avere inseriti entro il proprio corpo fisico i suoi elementi costitutivi superiori durante lo stato di veglia. Il minerale non li ha; dobbiamo cioè concepirlo come un’entità incompleta sul piano fisico. Pensate all’unghia d’un uomo: ammetterete che in nessun punto della natura si potrà trovare un’unghia umana come entità a sé stante; essa, per crescere, presuppone il rimanente organismo umano senza il quale non può sussistere.

S’immagini ora un minuscolo essere che abbia occhi capaci di percepire soltanto l’unghia, ma non il resto dell’organismo umano: esso non vedrebbe nulla in tutto lo spazio, eccettuata l’unghia. I minerali fisici sono, per così dire, solo le unghie; e per percepirli nella loro interezza bisogna salire nei mondi superiori, dove si trova il loro corpo eterico, l’astrale e l’io. Teniamo presente tutto questo per comprendere chiaramente che sul piano di una realtà spirituale superiore non può esistere nessuna entità che non possegga in qualche modo quegli elementi costitutivi. Nessun essere fisico può sussistere se non appartiene a un corpo eterico, a un corpo astrale e a un io.

 

Ma in tutto quanto è stato ora esposto sembra esistere una contraddizione.

S’è detto che l’uomo durante il sonno notturno è un’entità ben diversa che durante lo stato di veglia; in quest’ultimo stato l’uomo ci risulta abbastanza comprensibile, in quanto ci sta dinanzi come un’entità quadruplice.

Se osserviamo l’uomo addormentato secondo la sua entità fisica, abbiamo il suo corpo fisico e quello eterico presenti nel letto, mentre l’astrale e l’io sono fuori.

Ecco dunque la contraddizione: qui sarebbe un essere abbandonato dal proprio astrale e dall’io.

 

La pietra non dorme; il suo eterico, il suo astrale e il suo io non la compenetrano, ma rimangono con essa sempre nel medesimo rapporto.

Nell’uomo, invece, ogni notte l’astrale e l’io escono, trascurando la notte i corpi fisico ed eterico e lasciandoli a se stessi!

Questo dato di fatto non viene sempre considerato con esattezza.

Ogni notte avviene questa metamorfosi dell’uomo, il quale in quanto uomo spirituale prende congedo dai propri corpi fisico ed eterico, lasciandoli a se stessi.

 

Ma questi non possono sussistere per se stessi, come abbiamo detto; perfino la pietra dev’essere connessa con i propri elementi costitutivi superiori; a maggior ragione, si comprenderà essere impossibile che i corpi fisico ed eterico dell’uomo rimangano nel letto, durante il sonno notturno, privi di un corpo astrale e d’un io.

 

Cosa avviene allora durante la notte?

Il corpo astrale e l’io umani non sono presenti nel fisico e nell’eterico, ma in loro vece sono presenti un altro io e un altro corpo astrale.

E qui che la scienza dello spirito indirizza a un’esistenza divino-spirituale, alla presenza di entità spirituali superiori.

Mentre di notte l’io e l’astrale si trovano fuori del corpo fisico e dell’eterico,

vi sono presenti e realmente attivi l’io e l’astrale di entità divino-spirituali.

 

Osservando tutta l’evoluzione umana, da Saturno alla Terra, attraverso il Sole e la Luna, si potrebbe obiettare che sull’antico Saturno esisteva pure soltanto il corpo fisico dell’uomo, non compenetrato da un eterico, da un astrale e da un io umani. Ma come oggi la pietra non potrebbe sussistere da sola, anche allora il corpo fisico umano poteva sussistere solo in quanto compenetrato dall’eterico, dall’astrale e dall’io di entità divino-spirituali. Queste entità vi abitavano, e continuarono ad abitarvi. Quando sul Sole in quel corpo fisico penetrò un proprio corpo eterico, il piccolo corpo eterico dell’uomo non fece, per così dire, che mescolarsi al precedente corpo eterico di entità divino-spirituali. E, come abbiamo ricordato, anche sull’antico Saturno il corpo fisico era stato già compenetrato da entità divino-spirituali.

 

Se questo è stato ben compreso, si può giungere a una comprensione approfondita dell’uomo attuale; e si è allora in grado di ripetere e di meglio comprendere quanto sin dall’inizio venne insegnato nell’esoterismo cristiano. L’esoterismo cristiano è stato in ogni tempo coltivato accanto all’insegnamento esteriore. Già spesso ho ricordato che Paolo, il grande apostolo, si valse della sua ardente oratoria per predicare il cristianesimo ai popoli, ma al tempo stesso fondò una scuola esoterica, a capo della quale fu Dionisio l’Areopagita, menzionato negli atti degli Apostoli (17,34). In quella scuola cristiana esoterica, fondata in Atene da Paolo stesso, veniva insegnata la più pura scienza dello spirito; e sulla scorta di quanto abbiamo appreso dalle considerazioni che precedono, vogliamo ora esaminare ciò che in quella scuola veniva insegnato.

 

Anche lì si diceva al discepolo, sia pure usando denominazioni diverse (e non è certo questo l’essenziale): se tu osservi l’uomo nello stato di veglia, lo trovi costituito da corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io. Ma oltre a questo, si faceva notare il punto dell’evoluzione al quale l’uomo era pervenuto. Infatti l’uomo così costituito dei suoi quattro elementi non rimane inalterato, quale ci si presenta: se vogliamo trovare l’uomo puramente costituito di quei quattro elementi, non dobbiamo osservare l’uomo odierno, bensì risalire a ritroso l’evoluzione, fino all’epoca lemurica. Fu allora che l’io si inserì nell’uomo, costituito in precedenza dal corpo fisico, dall’eterico e dall’astrale. Riferendosi a quel tempo, si può veramente parlare di quella quadruplice costituzione dell’uomo. Ma nel frattempo l’uomo è passato attraverso numerose incarnazioni; e il senso di questa evoluzione attraversò le incarnazioni successive è il lavoro che l’io compie su se stesso e sugli altri costituenti dell’uomo. L’inizio di questo lavoro sta nella trasformazione del corpo astrale: nessun essere umano possiede oggi un corpo astrale che non sia diverso da com’era prima che l’io cominciasse ad elaborarlo, sin dalla prima incarnazione terrestre. Già fin da quella, l’io cominciò a modificare certe rappresentazioni, sensazioni e passioni ch’erano state date originariamente all’uomo; e da un’incarnazione all’altra aumenta sempre la parte trasformata dal lavoro dell’io.

 

Possiamo dunque affermare:

oggi l’uomo non consta solo di un corpo fisico, di un corpo eterico, d’un astrale e d’un io; egli possiede, in seno al proprio corpo astrale, una parte che è creatura dell’io, in quanto nata dal lavoro di questo: e in ogni uomo, oggi, il corpo astrale è composto di due parti, una già trasformata dall’io, l’altra non ancora. Questa elaborazione del corpo astrale continuerà sempre, finché giungerà per ogni uomo il momento in cui l’intero corpo astrale sarà divenuto una creatura del suo io.

 

La parte del corpo astrale elaborata e trasformata dall’io viene chiamata, dalla sapienza orientale, manas; noi lo chiameremo sé spirituale.

Con ciò, l’uomo consta bensì sempre dei suoi quattro elementi fondamentali; ma ora possiamo distinguere in lui cinque parti: il corpo fisico, quello eterico, l’astrale, l’io e, quinta, la parte del corpo astrale trasformata dall’io: il sé spirituale.

 

Possiamo dunque concludere che il corpo astrale d’ogni essere umano contiene in sé il sé spirituale:

e questo è opera, è prodotto dell’io.

• Ma l’uomo continuerà a lavorare su se stesso: la Terra passerà attraverso altre incarnazioni.

L’uomo conseguirà a poco a poco quella facoltà che già oggi può venir conseguita dall’iniziato:

la facoltà di lavorare anche sul proprio corpo eterico.

• Anzi, anche l’uomo medio lavora già oggi sul proprio eterico:

e quanto di questo corpo risulta trasformato dall’io, viene chiamato budhi, o spirito vitale.

• Da ultimo, l’uomo perverrà ad elaborare anche il proprio corpo fisico, con le forze del suo io;

e quanto del corpo fisico sarà stato dall’io elaborato e trasformato, lo denominiamo atma o uomo-spirito.

 

Lasciamo spaziare la vista verso un remotissimo avvenire, quando la Terra avrà attraversato altre forme di esistenza planetaria, quando essa sarà passata per le incarnazioni planetarie che la scienza dello spirito chiama gli stati di Giove, di Venere e di Vulcano.

Allora l’uomo si troverà a un grado di esistenza notevolmente più elevato e avrà trasformato in sé spirituale l’intero suo corpo astrale, in spirito vitale l’intero corpo eterico e in uomo-spirito l’intero corpo fisico.

 

Confrontiamo ora l’uomo, quale sarà alla fine dell’evoluzione terrestre, con quello che esso era agli inizi dell’evoluzione, quando dell’uomo esisteva solo il corpo fisico.

Questo corpo fisico era bensì in qualche modo compenetrato da un corpo eterico, da un astrale e da un io, i quali però vi dimoravano solamente, appartenendo essi in realtà ad entità superiori divine.

 

Alla fine dell’evoluzione terrestre l’uomo sarà compenetrato dal proprio io; il quale dimorerà esso stesso nel corpo astrale, avendolo interamente compenetrato sotto forma del manas o sé spirituale, mentre il corpo eterico sarà interamente compenetrato dal budhi o spirito vitale, e il corpo fisico interamente compenetrato dall’atma o uomo-spirito: cioè dai prodotti dell’io.

La differenza fra l’uomo agli inizi della propria evoluzione e quello giunto al suo compimento, è dunque profonda.

 

Ma proprio un’esatta considerazione di questa differenza ci renderà comprensibile lo stato di sonno che deliberatamente ho tacciato di contraddittorietà.

Tutto ci diverrà chiaro, proprio per il modo con cui l’esoterismo cristiano ha spiegato questo problema.

 

Dobbiamo conseguire chiarezza sui punti seguenti: che cos’è il corpo fisico che ci troveremo di fronte, alla fine dell’evoluzione della Terra?

È forse il corpo fisico odierno? Certamente no; bensì ciò che ne avrà fatto l’io.

Quel corpo fisico sarà interamente spiritualizzato, e altrettanto lo saranno i corpi eterico e astrale.

 

 

 

 

Abbiamo però visto che i tre corpi dell’uomo erano già compenetrati di spirito

anche prima che l’uomo cominciasse a spiritualizzarli, partendo dal proprio io.

Abbiamo ricordato come perfino il minerale odierno sia compenetrato spiritualmente,

da parte dei corpi eterico ed astrale e dell’io che, pur dimorando in mondi superiori, appartengono al minerale stesso.

 

Comprenderemo dunque come l’esoterismo cristiano insegni: ciò che oggi abbiamo davanti a noi, quale corpo fisico umano, l’uomo non è ancora in grado di dominarlo, in quanto non è ancora giunto a quella mèta della propria evoluzione, quando sarà in grado appunto di elaborare anche il corpo fisico con le forze dell’io.

E anche il proprio corpo eterico, l’uomo non è ancora in grado di dominarlo; dovrà giungere, per questo fino allo stadio planetario di Venere.

 

Con le forze del proprio io, l’uomo non è dunque ancora in grado di dominare i suoi corpi fisico ed eterico;

dovrà attendere di aver elaborato lo spirito vitale e l’uomo-spirito.

Eppure, il corpo fisico e quello eterico debbono venir dominati in modo spirituale;

sin d’ora, deve venire a trovarsi in essi ciò che un giorno l’uomo stesso sarà in grado di immettervi.

 

Già oggi debbono trovarsi, nei corpi fisico ed eterico, le parti spirituali che un giorno verranno offerte dall’io; quelle parti spirituali ch’erano già presenti quando l’uomo si trovava sull’antico Saturno e poi sul Sole, e che in lui sono rimaste.

Così l’esoterismo cristiano dice con ragione: nel corpo fisico umano si trova già oggi ciò che sarà in lui quando l’uomo sarà pervenuto al vertice della propria evoluzione: ma si tratta, oggi, di un atma divino, di un’entità divino-spirituale.

 

Nel corpo eterico è già presente lo spirito vitale,

ma si tratta, anche qui, di un’entità divino-spirituale, di un budhi divino.

Quanto al corpo astrale, abbiamo già visto che esso consta, oggi, di due parti:

quella che l’uomo già domina e quella ch’egli non domina ancora.

 

E che cosa si trova in quest’ultima parte, non ancora dominata dall’uomo?

Vi si trova pure un sé spirituale, ma di natura divina.

Solo in quella parte del corpo astrale in cui l’io è stato attivo sin dalla prima sua incarnazione,

si svolge la vera e propria vita spirituale dell’uomo odierno.

Così ci si presenta l’uomo.

 

Osserviamolo ora nello stato di veglia: cosa potremo dirne?

Il corpo fisico, quale ci appare, non è che la facciata esterna; interiormente, esso è ciò che può venir chiamato entità atmica, cioè è di natura superiore, divino-spirituale: esso è permeato di sostanza divino-spirituale.

Lo stesso vale per il corpo eterico, il quale, esteriormente, è ciò che tiene insieme il corpo fisico, ma interiormente è spirito vitale divino.

Perfino il corpo astrale è permeato di sé spirituale divino; solo la parte già trasformata del corpo astrale è qualcosa che l’io ha già conquistato per sé, da tutto questo complesso.

 

Vediamo ora l’uomo addormentato: in lui, questa contraddizione cessa di colpo.

Scorgiamo qui, nell’uomo addormentato, che il corpo astrale e l’io sono usciti; ogni notte l’uomo abbandona tranquillamente i propri corpi fisico ed eterico.

S’egli abbandonasse il corpo fisico, senza che ne prendesse cura un’entità divino-spirituale, ritroverebbe al mattino il proprio corpo fisico distrutto.

 

Ma sappiamo che vi dimora un fisico divino-spirituale e un eterico divino-spirituale, ed essi continuano a dimorarvi quando il corpo fisico e l’eterico giacciono nel letto, abbandonati dall’astrale e dall’Io. Il corpo fisico e il corpo eterico sono permeati da entità atmiche divine e da entità budhiche divine.

 

Volgiamoci ora indietro, agli albori della nostra evoluzione terrestre, quando nulla era ancora stato conquistato dall’io nell’uomo.

Quando l’uomo si trovava alla soglia della sua prima incarnazione,

l’io non era ancora congiunto con gli altri tre elementi costitutivi, corpo fisico, eterico e astrale.

 

Questi provenivano dalla Luna, mentre l’io si unì a loro solo sulla Terra;

essi però erano permeati da un io divino

e non avrebbero potuto sussistere se non ne fossero stati così interamente compenetrati.

 

Il corpo astrale, poi, era compenetrato da un sé spirituale divino,

il corpo eterico da uno spirito vitale divino

e il corpo fisico da un atma, o uomo-spirito divino.

 

Ed ora riguardiamo ancora più indietro, all’evoluzione lunare, solare e saturnia.

• Sull’antico Saturno

lo spirito vitale divino (quello che anche oggi abita nell’uomo che dorme)

plasmò il corpo fisico dell’uomo come qualcosa di minerale;

• nello stadio del Sole, lo plasmò come un essere vegetale,

• sulla Luna come un essere capace di provare piacere e dolore, ma non ancora di dire « io » a se stesso.

 

Questi furono i gradi attraversati; ed ora giungiamo all’incarnazione planetaria della Terra stessa.

Qui il corpo fisico umano doveva ulteriormente perfezionarsi, grazie a una successiva trasformazione.

In precedenza di che cosa non era stato capace? Che cosa gli era del tutto estraneo?

Che cosa aveva ancora trattenuto presso di sé lo spirito divino,

che cosa non era stato ancora per nulla affidato al corpo umano?

• Si tratta della facoltà di far risuonare all’esterno, dall’intimo, la propria sfera animica:

il corpo fisico umano che si trovava sulla Luna al grado animale era muto.

 

La facoltà di far risuonare l’intimo all’esterno era ancora presso Dio, non era ancora stata affidata all’essere umano. Se anche esistono oggi degli animali capaci di emettere dei suoni, si tratta di un fatto del tutto diverso: essi si trovano in condizioni ancora differenti da quelle accennate; emettono sì dei suoni, ma è la divinità che risuona in loro. La facoltà di esprimere l’intimo dell’anima in parole fu concessa agli uomini solo sulla Terra; prima, essi erano muti.

 

Se adesso osserviamo complessivamente tutto ciò che oggi ci siamo richiamati davanti alla mente, possiamo dire:

l’evoluzione complessiva venne diretta in modo

che la facoltà di parlare, la parola, si trovava originariamente presso Dio

e che Dio creò dapprima le premesse,

perché l’apparato fisico divenisse capace di far risuonare la parola dall’intimo all’esterno.

 

Tutto è stato guidato e diretto in tal modo.

• Come il fiore si trova nel suo seme, così l’uomo parlante, l’uomo dotato del Logos, della parola,

si trovava in germe già su Saturno.

•Ma il suono era nascosto nel germe e doveva svilupparsi da quello,

come la pianta intera sta nascosta nel seme e se ne sviluppa.

 

• E ancora una volta, guardiamo indietro al corpo fisico umano, quale esisteva già su Saturno, e chiediamoci:

donde proviene questo corpo fisico umano, qual è la sua origine prima?

• Ciò, senza di cui non avrebbe mai potuto percorrere tutta la sua evoluzione?

•Esso proviene dal Logos, dalla parola;

poiché già allora, su Saturno, il corpo fisico umano venne diretto

in modo da divenire, più tardi, un essere parlante, un « testimonio del Logos ».

 

• Il fatto che questo nostro corpo umano abbia la sua forma attuale

deriva dal fatto che la « parola » fu posta alla base dell’intero piano della creazione.

•Tutto il corpo umano fu preordinato in funzione della parola

ed esso fu predisposto sin dall’origine affinché un giorno ne potesse scaturire la parola.

• Quando pertanto il cristiano esoterico contempla il corpo umano,

chiedendosi quale ne sia l’archetipo e quale l’immagine, può dire a se stesso:

il corpo fisico umano ha il proprio archetipo nella parola, o Logos;

il Logos agì sin dall’inizio nel corpo fisico dell’uomo, e vi agisce ancor oggi.

 

• Quando il corpo fisico giace nel sonno, abbandonato dal proprio io,

il Verbo divino opera nei corpi abbandonati dall’uomo.

• Se dunque ci domandiamo quale sia l’origine prima del corpo fisico, dobbiamo rispondere che è il Logos, la parola.

 

Procediamo ora nell’evoluzione: a Saturno fece seguito lo stato solare, durante il quale al corpo fisico umano si aggiunse il corpo eterico. Ma cosa dovette accadere perché lo sviluppo procedesse come appunto è proceduto?

 

• Mentre su Saturno il corpo fisico era una specie di macchina, un automa,

sebbene interamente permeato e conservato dal Logos,

• sul Sole vi s’inserì un corpo eterico, in cui agiva lo spirito vitale divino.

• Diremo dunque che su Saturno il corpo umano era espressione del Logos.

• Dopo Saturno quel corpo umano riappare sul Sole,

dove gli s’inserisce un corpo eterico, compenetrato dallo spirito vitale.

 

• Il Logos divenne vita sul Sole, in quanto portò l’uomo a un gradino superiore.

• Il Logos dunque divenne vita sul Sole!

• E procediamo oltre: sulla Luna s’inserì nell’uomo il corpo astrale.

• Ma che cos’è il corpo astrale?

• Esso appare anche oggi alla coscienza chiaroveggente come un’aura che circonda l’uomo; esso è un corpo di luce,

che solamente non può venir percepito dalla coscienza normale odierna.

 

Ma visto nella coscienza chiaroveggente esso è luce, una luce spirituale;

e la nostra luce fisica non è che luce spirituale trasformata.

Anche la luce solare fisica è la corporeità della luce aurica cosmica, di natura divino-spirituale.

Quest’ultima sta alla base della luce solare fisica.

Nel mondo odierno esiste una luce che giunge all’uomo dal Sole.

Ma esiste pure un’altra luce che promana dalla sua luce interiore: sull’antica Luna

il corpo astrale dell’uomo risplendeva ancora, per gli esseri che lo circondavano.

 

Così dunque sulla Luna il corpo di luce, il corpo astrale, si aggiunse ai corpi fisico ed eterico.

Ora contempliamo di nuovo l’intero corso dell’evoluzione.

• Su Saturno troviamo il corpo fisico quale espressione del Logos;

• sul Sole vi si aggiunge il corpo eterico, come espressione dello spirito vitale: il Logos divenne vita.

•Sulla Luna s’inserì il corpo astrale di luce: la vita divenne luce.

Così ci si presenta il corso dell’evoluzione del corpo umano.

 

Quando l’uomo si trovò sulla Terra, era una creatura delle entità divino-spirituali.

Esso esisteva in quanto nei suoi corpi fisico, eterico e astrale viveva il Logos ch’era vita e che divenne luce.

 

Ed ora, sulla Terra, che accadde?

Per l’uomo e nell’uomo venne ad aggiungersi l’io.

Per l’aggiunta dell’io, l’uomo acquistò la facoltà non solo di vivere nella luce, nella vita,

ma di osservare tutto ciò dall’esterno, di contrapporsi al Logos, alla vita, alla luce.

Per mezzo di ciò, tutto questo divenne per lui materiale, conseguì esistenza materiale.

 

Se avremo condotto il nostro pensiero fin qui, avremo fissato a un dipresso il punto dal quale prenderemo le mosse nella prossima conferenza, per mostrare come dall’uomo nato dalla divinità sia poi realmente provenuto l’uomo attuale, dotato dell’io, poiché abbiamo visto che prima dell’attuale uomo dotato d’un io, esistette il pre-uomo divino.

 

Ciò che l’uomo si è conquistato grazie al suo io, egli lo sottrae ogni notte al corpo fisico e all’eterico;

ciò ch’è sempre stato in lui vi permane e provvede al corpo fisico e al corpo eterico,

mentre l’uomo li abbandona e non si cura di loro; quell’entità divino-spirituale originaria vi permane.

 

Tutto ciò che abbiamo così cercato di esporre come un profondo mistero dell’esistenza, usando i termini dell’esoterismo cristiano, era ben noto a coloro che furono nei primi tempi « servitori del Logos »; e tutto ciò viene espresso dal vangelo di Giovanni in termini non equivoci, e in modo grandioso e lapidario. Occorre solo tradurre con esattezza, secondo il loro vero senso, quelle prime parole del vangelo. Così tradotte, quelle parole presentano i dati di fatto che abbiamo appena esposto. Per comprenderne appieno il significato, vogliamo richiamarci ancora una volta all’anima quei dati di fatto.

 

In principio era il Logos, come archetipo del corpo fisico umano; ed esso stava a fondamento di ogni cosa.

Tutti gli animali, le piante, i minerali ebbero origine più tardi:

su Saturno, di tutto questo, non esisteva veramente altro che l’uomo.

• Sul Sole vi s’aggiunse il regno animale,   • sulla Luna il regno vegetale,   • sulla Terra quello minerale.

 

Son dunque lapidarie e, diranno molti, difficili, queste prime parole del vangelo di Giovanni. Ma poteva forse venir espresso in parole volgari quanto vi è di più profondo al mondo? Non è ben strana opinione, non è quasi sacrilega, quella che sostiene che per comprendere un comune orologio occorra penetrarvi a fondo con l’intelletto, ma che per afferrare il divino nel mondo debba bastare il semplice, l’umile, il più ingenuo buon senso? È ben grave per l’umanità odierna che si sia giunti a sostenere, quando si tratta dei più profondi testi religiosi: ma perché tutte queste complicate spiegazioni? Tutto questo dev’essere schietto e semplice! Ma nessuno, che non abbia la seria intenzione e la buona volontà di approfondire i grandi fatti cosmici, può penetrare il recondito senso di parole come quelle che si trovano all’inizio del più profondo dei vangeli, nel vangelo di Giovanni; quelle parole che sono un compendio della scienza dello spirito.

 

Ed ora traduciamo quelle parole iniziali:

«In principio era il Verbo

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era un Dio (ovvero: divino).

Esso era in principio presso Dio.

Tutto ebbe origine per mezzo di esso

e senza di esso non ebbe origine nulla di quanto esiste.

In esso era la vita e la vita divenne la luce degli uomini.

E la luce splendette nelle tenebre,

ma le tenebre non l’hanno compresa».

Nel seguito del vangelo di Giovanni vien detto

come, a poco a poco, le tenebre giungano a comprendere.