Necessaria comprensione del Guardiano della soglia per l’individuo e per l’umanità

O.O. 202 – La ricerca della Nuova Iside – 25.12.1920


 

L’uomo di oggi, per illuminazione interiore, non percepisce altro che elementi matematico-meccanici. Solo spiriti eletti, come per esempio Novalis, si innalzano a sentire e anche ad esprimere poeticamente gli elementi di fantasia e di poesia esistenti nella matematica e nella meccanica, come egli ha cantato tanto bene, in modo addirittura armonico. Quello che Novalis canta, per la gente normale di oggi è il mondo arido del triangolo, del quadrangolo, il mondo arido dei quadrati, delle somme e delle differenze, per la gente comune è il mondo nel quale enunciamo che la risultante di due forze si manifesta nel parallelogramma.

 

La gente comune è prosaica a sufficienza per sentire questo mondo come arido, e non lo ama. L’eletto Novalis invece lo canta, perché in lui vive ancora qualcosa, vive un’eco di ciò che era questo mondo, quando ancora non si era ritirato nell’interiorità. Allora era un mondo dal quale venivano percepiti gli spiriti di Giove e di Saturno, dell’Ariete, del Toro e dei Gemelli. Era l’antico mondo stellare riempito di luce, il mondo che si è ritirato e che ora, nel primo stadio del suo ritirarsi, è il mondo apparentemente arido della meccanica e della matematica.

 

Quella che dall’altra parte si è intensificata nei pastori sui campi nel percepire la voce dell’angelo delle altezze è diventata in noi la percezione del mondo sensorio esterno, anche se arida, fredda, sbiadita. Attraverso di essa noi percepiamo oggi i minerali, le piante e le stelle, mentre con l’altra percepivamo intuitivamente le profondità della Terra o il mondo umano e animale. Ma quello che oggi, indebolito, è il mondo matematico-meccanico-cinematico, quella che un tempo fu l’astrologia, per l’antica conoscenza aveva in sé una forza tale da rivelare ai magi il Cristo quale essere celeste.

 

La profonda influenza sulla Terra, tutta la potenza con la quale il Cristo doveva agire nella Terra, non mediante ciò che oggi è la nostra usuale conoscenza sensoria, per il cui mezzo noi non vediamo altro che la superficie verde di un prato o il mantello bruno di un animale, ma attraverso la conoscenza che era ancora nell’interiorità, che non era ancora salita ai soli occhi o alla sola pelle, annunciò ai pastori dei campi quello che il Cristo doveva essere per la Terra.

 

Noi dobbiamo ritrovare di nuovo la via,

dobbiamo ritrovare la possibilità che l’interiorità, oggi solo arida matematica, si intensifichi nell’immaginazione.

• Dobbiamo imparare a comprendere l’immaginazione che ci propone la scienza dell’iniziazione.

Che cosa è infatti contenuto nelle immaginazioni?

• Esse sono la continuazione di ciò attraverso cui i magi dell’oriente riconobbero l’avvicinarsi del Cristo.

Le immaginazioni sono i germogli, la continuazione di quello che gli antichi vedevano

nelle costellazioni, nelle immagini stellari, nelle immaginazioni minerali, nell’oro, nell’argento, nel rame.

 

Così vedevano gli antichi in immaginazioni corrispondenti, e la continuazione di tutto ciò è oggi la capacità matematica. Le capacità matematiche diventano oggi le capacità che comprendono le immaginazioni, e così dobbiamo cercare la comprensione dell’entità del Cristo nella formazione dell’interiorità.

 

• Però deve essere approfondita anche la percezione esteriore.

La percezione esteriore è essa stessa la discendente

di quelle che un tempo erano le esperienze interiori, la natura istintiva.

 

Oggi è solo negli occhi, nelle orecchie la forza che i pastori dell’annuncio avevano nell’interiorità, nel cuore.

Tale forza si è trasferita del tutto verso il lato esterno dell’uomo,

e di conseguenza percepiamo solo il mondo esterno, il tappeto dei sensi.

 

L’uomo deve però andare ancora più verso l’esterno,

ma a questo scopo deve abbandonare il proprio corpo e diventare capace dell’ispirazione.

Allora l’ispirazione, vale a dire quella che oggi è la percezione volta all’esterno,

sulla base della scienza dell’iniziazione potrà dare di nuovo ciò che fu dato attraverso l’annunzio

all’ingenua conoscenza interiore dei pastori sui campi.

 

Se come un tempo l’astrologia presso i magi e la veggenza del cuore presso i pastori dei campi

collaboreranno nell’uomo moderno

mediante l’immaginazione e l’ispirazione provenienti dalla scienza dell’iniziazione,

l’uomo si eleverà di nuovo alla comprensione spirituale del Cristo vivente

attraverso le conoscenze dell’immaginazione e dell’ispirazione.

 

Bisogna comprendere come Iside, la vivente e divina « Sofia » dovette andar perduta per l’evoluzione che ha spinto, che ha introdotto l’astrologia nella matematica, nella geometria, nella meccanica. Si dovrà anche comprendere che da questo campo di cadaveri, da matematica, cinematica e geometria si risveglierà l’immaginazione vivente, e che questo significa trovare Iside,

trovare la nuova Iside, la divina « Sofia »;

l’uomo la deve trovare se la forza del Cristo, che egli ha dal mistero del Golgota in poi,

deve diventare vivente, del tutto vivente, vale a dire compenetrata di luce.

Noi siamo appunto a questa svolta dei tempi.

 

La Terra non darà più all’uomo i beni che nell’epoca moderna egli si è abituato a pretendere. I grandi conflitti che hanno suscitato le spaventose catastrofi degli ultimi anni hanno già trasformato una gran parte della Terra stessa in un campo di macerie della civiltà. Altri conflitti seguiranno.

Gli uomini si preparano per la prossima grande guerra mondiale. In modo ancora più vasto la civiltà verrà ridotta a macerie. Non si potrà più ricavare direttamente nulla da ciò che proprio all’umanità moderna è apparso come l’elemento più prezioso per la conoscenza e la volontà.

Scomparirà l’esistenza terrestre esteriore, in quanto risultato di epoche precedenti, e spera inutilmente chi crede di poter continuare le antiche abitudini di pensiero e di volontà.

 

Dovrà sorgere una nuova conoscenza e una nuova volontà in ogni campo.

Noi dobbiamo prendere atto del pensiero che una forma di civiltà tramonta,

ma dobbiamo anche guardare nel cuore umano, nello spirito che vive nell’uomo.

• Dobbiamo aver fiducia nel cuore e nello spirito umani che vivono in noi,

affinché sorgano nuove strutture, strutture veramente nuove

attraverso tutto ciò che noi possiamo fare entro la distruzione della vecchia civiltà.

Tali nuove strutture però non sorgeranno, se non ci preoccupiamo davvero sul serio

di capire che cosa deve necessariamente accadere per l’umanità.

 

Nel mio libro L’iniziazione è descritto come l’uomo, se vuole pervenire a conoscenze superiori, deve sviluppare innanzi tutto una comprensione per quello che si chiama l’incontro con il Guardiano della soglia. Vi è anche detto come l’incontro con il Guardiano della soglia significhi che volere, sentire e pensare si devono separare, che deve sorgere una trinità dalla caotica unità umana.

Questa comprensione, che per il discepolo della scienza spirituale deve avvenire quando gli si chiarisce chi è il Guardiano della soglia, deve realizzarsi anche per tutta l’umanità moderna riguardo al corso della civiltà.

 

• Anche se non per la coscienza esterna,

• per le esperienze interiori l’umanità attraversa un campo

che si può chiamare il campo del Guardiano della soglia.

 

L’umanità moderna passa una soglia dinanzi alla quale sta un importante guardiano, un serio guardiano.

Egli dice soprattutto:

• «Non rimanete legati a ciò che si è tramandato dai tempi antichi.

Guardate nei vostri cuori, guardate nelle vostre anime e fate in modo di poter creare nuove strutture!

Le potrete creare solo avendo la fiducia

che dal mondo spirituale possano giungere le forze conoscitive e le forze di volontà adatte a tali nuove strutture».

 

Quello che per il singolo, nell’entrare nei mondi superiori della conoscenza deve essere un evento di particolare intensità, in un certo senso avviene incoscientemente per tutta l’umanità del presente.

Chi poi si è unito con la comunità antroposofica deve vedere che è assolutamente necessario portare gli uomini alla comprensione di questo passaggio della soglia.

 

• Come l’uomo, in quanto capace di conoscenza,

deve capire che le sue attività di pensiero, sentimento e volontà

devono in certo modo separarsi, ed egli deve tenerle unite in un senso superiore,

• così all’umanità moderna occorre far comprendere

che vita spirituale, vita giuridica o statale, e vita economica devono separarsi fra loro,

e che deve venir creata una forma superiore di collaborazione, diversa da quella esistente negli Stati attuali.

 

Non sono programmi, idee o anche ideologie che devono portare i singoli

a riconoscere la necessità della triarticolazione dell’organismo sociale,

ma è la profonda conoscenza del progresso dell’umanità a mostrarci

che l’evoluzione è giunta a una soglia dinanzi alla quale si trova un serio guardiano

che, come richiede al singolo aspirante a una conoscenza superiore

di sopportare la separazione di pensare, sentire e volere,

così richiede per tutta l’umanità di separare le attività

che fino ad oggi erano intrecciate in caotica unione nell’idolo-Stato,

di separarle  in un campo spirituale, in un campo giuridico-statale e in un campo economico.

 

In caso diverso l’umanità non va avanti, si spezza l’antico caos.

Allora però, se il caos si spezzerà, non assumerà la figura necessaria per l’umanità,

ma ne assumerà una arimanica o luciferica;

può invece dar forma al caos solo una struttura adatta al Cristo

con la conoscenza del passaggio della soglia nel presente che deriva dalla scienza dello spirito.

 

Se comprendiamo giustamente l’antroposofia, ciò è qualcosa che dobbiamo dirci anche ora, nel periodo natalizio. Per noi il Bambino nella mangiatoia deve essere il Bambino dell’evoluzione spirituale in un avvenire umano. Come i pastori dei campi si incamminarono dopo l’annuncio, come i magi dell’oriente si incamminarono dopo l’annuncio per vedere il Bambino che era apparso al fine di portare avanti il mondo umano, così il mondo umano moderno deve incamminarsi verso la scienza dell’iniziazione per percepire da questa, vorrei dire nella figura del Bambino, che cosa deve diventare per l’avvenire l’organismo sociaIe triarticolato proposto dalla scienza dello spirito.

 

La forma antica dello Stato si dovrebbe spezzare,

se l’uomo non la portasse a una diversa articolazione, si spezzerebbe da sola,

• sviluppando da un lato un settore spirituale (però molto caotico e con tratti del tutto arimanici e luciferici)

• e dall’altro lato un settore economico, anche con tratti luciferici e arimanici;

entrambi tirerebbero a sé brandelli della struttura statale.

 

In oriente si svilupperebbero maggiormente Stati spirituali arimanico-luciferici,

in occidente più Stati economici arimanico-luciferici,

se l’uomo, attraverso la cristianizzazione del suo essere, non capisce come egli possa evitarlo,

come, in base alla sua conoscenza e alla sua volontà,

egli possa proporsi la triarticolazione di ciò che da sé tende a separarsi.

 

Sarà questa la conoscenza umana cristianizzata, sarà questa la volontà umana cristianizzata;

esse non potranno manifestarsi in altro modo se non separando I’idolo dello Stato unitario nelle sue tre diverse sfere.

 

Chi sarà allora inserito giustamente nella vita spirituale riconoscerà, come i pastori dei campi,

che cosa la Terra sperimenta attraverso l’essere del Cristo.

Chi invece sarà giustamente inserito nella vita economica, nelle associazioni economiche,

svilupperà nel senso giusto una volontà apportatrice di un ordine sociale cristianizzato.