Negare Dio è malattia, negare il Cristo è disgrazia, negare lo Spirito è ottundimento dell’anima

O.O. 182 – Che cosa fa l’Angelo – Come posso Io trovare il Cristo – 16.10.1918


 

….L‘uomo ha un’inclinazione a conoscere quel che si può chiamare il divino in genere.

• Ha una seconda inclinazione (si parla qui, naturalmente, dell’uomo nell’attuale ciclo di evoluzione)

a conoscere il Cristo.

• E una terza inclinazione a conoscere quel che comunemente si chiama lo spirito, o anche lo Spirito Santo.

 

In merito a tutt’e tre queste inclinazioni, sappiamo benissimo che molti le smentiscono.

Si è visto abbastanza (giusto nel corso del secolo XIX, durante il quale, se non altro, le cose si sono spinte all’estremo nell’ambito della cultura europea) che la gente ha negato in genere il divino nel mondo.

Ora, in sede scientifico-spirituale (dato che nell’antroposofia non vi può essere dubbio circa il divino che dimora nel soprasensibile), è lecito far questa domanda: che cosa induce l’uomo a negare in genere il divino, quello che nella Trinità si chiama il Dio Padre?

 

La scienza dello spirito ci mostra che, ogni qualvolta l’uomo nega il Dio Padre, cioè il divino in genere nel mondo, quel divino, per esempio, ch’è riconosciuto anche nella religione ebraica, ha luogo nel corpo umano un autentico difetto fisico, una malattia.

 

Essere ateo vuol dire, per l’antroposofia,

essere in qualche modo malato di una malattia che i medici, naturalmente, non curano;

ne sono spesso affetti a loro volta.

 

Non è riconosciuta come tale dalla medicina d’oggi, ma è una malattia che la scienza dello spirito riscontra nell’uomo, quando questi nega ciò che oggi dovrebbe sentire non già con la propria costituzione animica, bensì con la propria costituzione fisica. Se nega ciò che gli dà un sano senso del corpo, ossia il fatto che la Divinità permea il mondo, egli è, secondo i concetti antroposofici, malato, fisicamente malato.

 

Ci sono poi moltissimi uomini che negano il Cristo.

La negazione del Cristo dev’esser riguardata dall’antroposofia

come qualcosa ch’è propriamente una questione di destino, e che concerne la vita animica dell’uomo.

È una disgrazia.

 

Negare Dio è una malattia, negare il Cristo è una disgrazia.

 

Il poter trovare il Cristo

è in certo modo cosa del destino, è un fatto che ha da interferire in certo modo nel destino o karma umano.

Il non aver alcun rapporto col Cristo è una disgrazia.

 

Negare lo spirito, o lo Spirito Santo,

significa un’ottusità del nostro proprio spirito.

 

Infatti, l’uomo consta di corpo, anima e spirito.

Rispetto a tutt’e tre egli può esser difettoso.

 

• Nell’ateismo si ha un autentico difetto fisico, una malattia.

• Il non trovare nella vita quel nesso col mondo che ci fa conoscere il Cristo, è una disgrazia.

• Il non poter trovare lo spirito nella propria interiorità è un’ottusità, è in certo senso un idiotismo,

benché pure non appariscente né ammesso come tale.