Nel nostro sistema muscolare è cristallizzato il nostro destino

O.O. 153 – Natura interiore dell’uomo e vita fra morte e nuova nascita – 09.04.1914


 

Fuori del corpo fisico ci si sperimenta nel proprio corpo astrale

in modo che ora sorge come contenuto

ciò in cui prima ci si sentiva soltanto inseriti (contenuti).

 

Se adesso volgiamo lo sguardo su ciò che prima vedevamo di noi stessi,

su ciò che prima è stato descritto come mondo esterno,

ossia su quel corpo luminoso pervaso dall’oscura circolazione dei pensieri del corpo eterico,

allora, nel mondo in cui appunto ci si concentra sull’astrale stando fuori del corpo,

nel momento in cui ci si concentra sulla vita stellare del corpo astrale,

allora ci appare diverso ciò che si è abbandonato, il nostro corpo abbandonato.

 

Ora si può osservare esattamente tale differenza e la si può esprimere nel modo seguente:

Tu puoi concentrarti su te stesso e vedere il tuo corpo luminoso e il tuo corpo eterico di pensieri;

ti puoi però concentrare su te stesso in modo che si esplichi in te un mondo stellare interiore che tu sai di riempire;

se guardi al corpo fisico che hai abbandonato, allora lo splendore può cessare,

la circolazione di pensieri può cessare.

 

In un certo senso lo si può fare volontariamente.

Al suo posto subentra allora un’immagine della propria entità

che ci appare, non si può veramente dire altrimenti, come il nostro karma personificato.

Quel che portiamo in noi in quanto uomini e per cui ci prepariamo i nostri diversi destini è, per così dire, tutto avvoltolato.

 

Il nostro karma, il nostro destino personificato ci sta davanti.

Guardandolo, sappiamo di essere noi stessi, come siamo effettivamente nella nostra entità morale interiore,

di essere noi stessi, come siamo nel mondo in quanto individualità, di essere interamente noi stessi.

Sorge anche un’altra coscienza che porta con sé qualcosa di molto deprimente.

 

Si scorge cioè il proprio destino del tutto personificato,

in modo che lo si sente in intimo rapporto con la propria corporeità, con l’uomo lasciato sulla Terra.

Si ha così la diretta conoscenza che il modo in cui sono configurati nel nostro corpo terreno i nostri muscoli,

tutto il sistema muscolare, è una creazione del nostro destino, del nostro karma.

 

Giunge ora il momento in cui si avverte quanto sia diversa talvolta la maya dalla verità.

Finché stiamo sul piano fisico noi crediamo infatti

che la nostra struttura muscolare sia fatta appunto di muscoli carnosi;

invece i muscoli carnosi sono in realtà il karma cristallizzato;

sono formati nell’uomo, sono cristallizzati in modo che

fin nella più sottile combinazione chimica del suo sistema muscolare

l’uomo porta il proprio karma cristallizzato.

 

Lo porta talmente in sé che il veggente dello spirito si rende chiaramente conto che, quando per esempio un uomo mette in moto i suoi muscoli per recarsi in un luogo dove gli succederà una disgrazia, ciò è avvenuto perché nei suoi muscoli vi era già la forza spirituale che per virtù propria lo spingeva verso il luogo dove doveva capitargli la disgrazia.

 

L’ordinamento cosmico ha cristallizzato il nostro destino nel nostro sistema muscolare.

• Nel nostro sistema muscolare vive lo spirito, cristallizzato per il piano esteriore fisico;

vive lo spirito che senza nostra coscienza manifesta, ci conduce là dove dobbiamo arrivare,

dove è necessario che giungiamo per poterci davvero adeguare al nostro karma.