Nel punto più basso dell’evoluzione compare il Cristo fisico sulla terra perché l’uomo riprenda la via dello spirito.

O.O. 106 – Miti e misteri dell’Egitto – 11.09.1908


 

Il punto più alto ( dell’evoluzione umana) si ebbe durante la civiltà indiana;

l’indiano si librava ancora nelle altezze dello spirito, nel punto più alto.

• Poi l’uomo, nella seconda civiltà, la paleo-persiana, cominciò a discendere.

• Ancor più discese nella terza civiltà, quella egizia,

• e nella quarta discese del tutto sul piano fisico, nella materia.

Allora vi fu un punto in cui l’uomo si trovò al bivio: o continuare ancora e sempre più nella sua discesa,

oppure da quel punto più basso acquistare la possibilità di risalire, di ritrovare la via verso i mondi spirituali.

 

Ma per poterlo fare occorreva che un impulso spirituale discendesse fino allo stesso piano fisico,

occorreva una spinta tanto poderosa da poter ricondurre l’uomo al mondo spirituale.

Quella poderosa spinta venne data con l’apparire sulla terra del Cristo Gesù.

 

Il Cristo divino-spirituale dovette venire fra gli uomini, incarnato in un corpo umano,

e passare per l’esistenza fisica nel mondo fisico.

Ora che l’uomo era del tutto disceso nel mondo fisico, il Dio dovette discendere fino a lui,

affinché egli ritrovasse la via per risalire al mondo spirituale. Prima non sarebbe stato possibile.

 

Abbiamo così seguito l’evoluzione delle civiltà dell’epoca postatlantica fino al loro punto più basso,

e accennato come in quel punto sia intervenuto l’impulso spirituale dato dal Cristo.

Ora l’uomo, spiritualizzato e pervaso dall’impulso del Cristo, deve risalire.

Vedremo così come ad esempio la civiltà egizia riappaia nel nostro tempo, ma permeata dall’impulso del Cristo.