Nel sangue abbiamo qualcosa che ha sofferto l’influsso luciferico immediatamente, come materia stessa.

O.O. 134 – Il Mondo dei sensi e il mondo dello spirito – 12.1911


 

Abbiamo infatti già veduto

che il modo in cui agirebbero l’uno nell’altro il corpo fisico, il corpo eterico e il corpo astrale,

sarebbe diverso se non fosse avvenuto l’influsso luciferico;

ma qui, sotto un certo rapporto, abbiamo a che fare con una specie di elementi soprasensibili

che poi, a loro volta, accolgono la materia

e che dunque soltanto per mezzo dell’influsso luciferico operano sulla materia, in modo che essa diventi tale.

 

Sostanze nervose, muscolari e ossee si sono formate perché i corpi dell’uomo sono connessi irregolarmente;

su queste sostanze, come tali, Lucifero non ha influenza,

perché le sostanze nascono soltanto in seguito al fatto che in certo modo egli ha spostato i corpi.

Dunque, dove egli si è accostato all’uomo, ha prodotto lo spostamento.

Ma sul sangue egli ha un influsso diretto, in quanto materia, in quanto sostanza.

 

Il sangue è l’unico succo, e perciò è così peculiare, nel quale nella materia, nella sostanza materiale stessa,

si mostra immediatamente che nell’uomo terreno attuale il sangue stesso non è quale era stato preordinato,

se l’influsso luciferico non fosse intervenuto.

Il sangue è divenuto del tutto diverso da ciò che sarebbe dovuto divenire.

 

Anche questo è molto strano, ma è proprio così. Si rammenti ciò che abbiamo detto ieri sul modo in cui in genere si produce la materia. Abbiamo detto: la materia nasce per il fatto che la forma spirituale giunge fino a un certo limite e poi si frantuma, di modo che questa forma polverizzata rappresenta la materia. Questa è la vera e propria materia terrestre. Veramente solo nel minerale essa si presenta immediatamente così, perché le altre sostanze vengono trasformate per il fatto che subiscono altri influssi.

Ma la sostanza sanguigna, come tale, è una sostanza tutta speciale.

 

Originariamente, dunque, la sostanza sanguigna come tale

aveva anch’essa la disposizione a giungere, fino a un certo limite della forma.

• Si pensi che vi fossero dei raggi di forma, puramente spirituali, della sostanza sanguigna (a),

e che nel punto b la loro forza fosse esaurita

 

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Per sua originaria disposizione

il sangue non avrebbe dovuto frantumarsi in modo da polverizzarsi nello spazio,

ma proprio al limite (b) avrebbe dovuto diventare materiale solo un poco,

poi rimbalzare in se stesso (punti verso l’alto), e ritornare nuovamente e immediatamente nello spirito.

Così sarebbe dovuto diventare il sangue.

 

Per esprimermi all’ingrosso,

il sangue sarebbe dovuto giungere solo fino alla formazione di una sottile pellicola,

fino all’inizio della formazione materiale, in modo da uscire dallo spirito

sempre solo per un diventare materia solo un poco, fino ad essere percepibile,

e poi ritornare nello spirito e venirne nuovamente accolto.

 

Il sangue sarebbe dovuto diventare un continuo fluttuare fuori e ritornare nello spinto.

• Questa sarebbe stata la sua disposizione.

Il sangue avrebbe dovuto solo accendersi e risplendere nella materia,

ma avrebbe dovuto veramente essere qualcosa del tutto spirituale.

• Così sarebbe avvenuto se gli uomini, al principio della loro evoluzione terrestre,

avessero ricevuto il loro io soltanto dagli spiriti della forma;

in tal caso gli uomini sentirebbero il loro io per la resistenza prodotta da quel momentaneo accendersi del sangue.

 

Nell’accendersi del sangue l’uomo avrebbe sentito il suo « io sono »,

e questo sarebbe stato l’organo della sua percezione dell’io.

 

Questa sarebbe stata l’unica percezione sensoria che l’uomo avrebbe avuto;

le altre non sarebbero esistite, se tutto si fosse svolto senza l’influsso luciferico.

Sarebbe stato un convivere con la volontà operante.

 

L’unica percezione sensoria che era stata preordinata per l’uomo

era quella di percepire il suo io nell’accendersi della sostanza del sangue

e nell’immediato ritornare di essa nello spirito.

• Invece di vedere colori, sentire suoni, percepire sapori, come l’uomo fa ora,

egli avrebbe dovuto veramente vivere nella volontà operante,

avrebbe dovuto come nuotare nella volontà operante.

 

L’uomo era stato formato in modo che, dall’universo spirituale

nel quale era posto come semplice immaginazione, ispirazione, intuizione,

avrebbe dovuto guardar giù sulla terra o nell’atmosfera della terra

ad un essere del quale non avrebbe dovuto sentire: «Io sono racchiuso là dentro»,

ma avrebbe dovuto sentire: «Io guardo giù a quell’essere, esso appartiene a me;

là mi risplende incontro, come unico elemento materiale, il sangue spirituale

che diventa materiale, e in quello percepisco il mio io ».

 

L’unica percezione sensoria che avrebbe dovuto prodursi, sarebbe stata la percezione dell’io,

e l’unica sostanza nel mondo materiale, che l’uomo avrebbe dovuto avere,

sarebbe stato il sangue nella forma del suo momentaneo accendersi.

• Di modo che l’uomo, se fosse diventato così, se fosse rimasto uomo paradisiaco,

avrebbe dovuto guardar giù dall’universo

a ciò che era destinato a simbolizzarlo su questa terra, e a dargli la coscienza dell’io:

un essere puramente spirituale consistente di immaginazioni, intuizioni, ispirazioni,

nelle quali sorge l’io nel tentativo di accendersi dentro di esse.

 

In questo accendersi l’uomo avrebbe potuto dire: •  «Io sono; poiché io produco ciò che di me è laggiù».

È strano, ma va proprio detto che in realtà

l’uomo era destinato a vivere nell’ambiente circostante la terra.

 

Se dunque un uomo (a) vivesse nell’ambiente circostante,

dovrebbe produrre sulla terra stessa la sua immagine riflessa (b),

e solo grazie a questo accendersi dovrebbe rilucergli incontro il suo io;

egli potrebbe allora dire che giù vi è il segno della sua esistenza.

 

L’uomo non avrebbe dovuto portare con sé la sua persona costituita di ossa, muscoli, nervi, ghiandole,

pronunciando inoltre continuamente il grottesco giudizi : « Questo sono io ».

Le cose sarebbero però dovute andare diversamente.

 

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L’uomo avrebbe dovuto vivere nell’ambiente circostante il pianeta terrestre,

e incidere un segno nella terra, per mezzo dell’accesa forma del sangue, e dire:

• « Qui infiggo il mio palo, il mio sigillo, e il mio segno, che mi fa acquistare la coscienza del mio io, poiché

con quel ch’io sono divenuto attraverso l’esistenza di Saturno, Sole e Luna, io ondeggio fuori nell’universo.

Basta che vi aggiunga l’io; lo percepisco per il fatto che incido il mio segno laggiù,

e posso continuamente leggere ciò ch’io sono nel sangue che si accende ».

 

Originariamente non saremmo dunque stati destinati, come uomini,

a muoverci entro corpi di carne e di ossa come facciamo ora,

bensì a girare intorno alla terra incidendo su questa i nostri segni,

riconoscendo che quelli siamo noi, che noi siamo un io.

Chi non tiene conto di ciò non conosce l’essenza dell’uomo.

 

Ma Lucifero intervenne e fece sì che l’uomo

non avesse soltanto il suo io come percezione sensoria, ma sentisse come suo io

anche tutto ciò ch’egli aveva già avuto sulla Luna quale corpo astrale: pensare, sentire e volere.

L’io venne mescolato con tutto ciò, e ne derivò la necessità che l’uomo cadesse nella materia.

La cacciata dal paradiso è la caduta nella materia.

 

Prima di tutto avvenne quel mutamento nel sangue dell’uomo

per il fatto che il sangue non si accese più solo per un momento, per venir subito riaccolto nella spiritualità,

bensì la sostanza del sangue andò effettivamente più oltre

ed acquistò la disposizione a polverizzarsi, come oggi si polverizza.

• Di modo che la sostanza del sangue, che veramente dovrebbe ritornare nello spirito,

mentre sta per diventare materiale, si sparge invece entro il rimanente dell’uomo,

e riempie il rimanente del suo organismo, adattandosi alle forze dell’organismo stesso.

 

A seconda che penetri, diciamo, nella preponderanza del corpo fisico sopra il corpo eterico,

o del corpo eterico sopra il corpo astrale, e così via, essa diventa sostanza nervosa, muscolare, ecc.

Così Lucifero spinse il sangue alla sua grossolana materialità.

Mentre il sangue era destinato semplicemente a spargersi e, come materia, a riscomparire immediatamente,

Lucifero fece invece penetrare il sangue nella materialità più grossolana.

• Questa è l’azione immediata che Lucifero compì nella materia:

egli fabbricò il sangue, qual è come materia, mentre nelle altre cose introdusse soltanto del disordine.

 

Il sangue non esisterebbe affatto qual è, ma esisterebbe solo nella sua spiritualità

che arriverebbe solo fino al limite della materialità, fino allo status nascendi, e poi tornerebbe subito indietro.

• Il sangue, come sostanza materiale, è creazione luciferica;

in quanto l’uomo ha nel sangue al tempo stesso l’espressione fisica del suo io,

su questa terra egli è legato col suo io alla creazione di Lucifero;

e poiché Arimane si è accostato a sua volta all’uomo

per il fatto che Lucifero lo precedette, possiamo dire che il sangue

è ciò che Lucifero ha gettato là affinché Arimane potesse raccoglierlo;

così che entrambi possono ora accostarsi all’uomo.

 

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Dobbiamo ancora meravigliarci che, secondo un sentimento antichissimo, Lucifero-Arimane consideri il sangue come sua proprietà terrena? Dobbiamo meravigliarci che egli faccia scrivere i suoi patti col sangue, che egli tenga a che Faust gli firmi il patto col suo proprio sangue? È appunto ciò che gli compete; tutto il resto contiene, sotto certi riguardi, un elemento divino, e questo dà un senso di disagio; anche l’inchiostro, per Lucifero, è più divino del sangue che è propriamente il suo elemento.

 

Vediamo così come l’uomo abbia in sé queste due « persone »: quella dei sensi, delle ghiandole e della digestione, e quella di nervi, muscoli ed ossa; e vediamo come entrambe, nella loro grossolana materialità, con la quale vengono riversate le forze corrispondenti di quelle due « persone », vengano alimentate da ciò che il sangue è divenuto in virtù dell’influsso luciferico.

Può infatti esser riconosciuto facilmente anche dalla scienza esteriore che l’uomo, in quanto è un essere materiale, è totalmente un prodotto del suo sangue.

 

Tutto ciò che nell’uomo è materia viene alimentato dal sangue,

è veramente sangue trasformato; dal punto di vista della materia,

ossa, nervi, muscoli, ghiandole, sono così sangue trasformato.

L’uomo è veramente sangue; e in quanto è sangue,

è Lucifero-Arimane stesso che viene continuamente portato in giro da lui.

 

Solo in quanto l’uomo, dietro a questa materialità, ha ciò che dal sangue viene versato nella materia,

egli appartiene ai mondi spirituali, alla evoluzione progressiva che non rappresenta un elemento rimasto indietro.

Lucifero è penetrato nel mondo per il fatto d’essere rimasto indietro a dati gradini dell’evoluzione,

e così pure Arimane.

 

Se teniamo conto di ciò che abbiamo descritto sin qui, diremo che evidentemente gli uomini, dall’origine dell’evoluzione terrestre, avevano qualcosa di comune. Avevano anzitutto qualcosa di molto comune nel sangue, e cioè il fatto che, se fosse rimasto quale era destinato nell’uomo, il sangue sarebbe rimasto una pura emanazione degli spiriti della forma; nel sangue originario sarebbero vissuti in noi gli spiriti della forma.

 

Questi spiriti, come già sappiamo, non sono altro che i sette Elohim della Bibbia.

Per vederlo basta sfogliare il ciclo di Monaco sulla Genesi.

• Se l’uomo avesse conservato ciò che il suo sangue avrebbe dovuto essere originariamente,

sarebbe stato tale da sentire in sé i sette Elohim; vale a dire, avrebbe sentito il suo io come una settemplice entità,

di cui un elemento sarebbe stato l’arto principale che corrisponde a Jahve o Jehova,

e gli altri sei sarebbero stati anzitutto arti secondari per l’uomo.

• Tale settemplicità, che l’uomo avrebbe sentito come suo io,

come un immettersi dei sette Elohim o spiriti della forma,

avrebbe dato originariamente all’uomo, se il suo sangue non fosse stato guastato da Lucifero,

ciò che oggi nuovamente con grande fatica ci appropriamo come conoscenza della settemplice natura umana.

 

L’umanità, a cagione del suo sangue guastato,

ha dovuto attendere a conoscere che in fondo una settemplicità opera in lei,

finché in senso inverso, attraverso sufficienti irradiazioni

di sostanza intuitiva, ispirativa ed immaginativa da parte di nervi, muscoli ed ossa,

fosse divenuta matura ad accogliere nuovamente tale settemplice natura umana.

• Ciò appunto facciamo oggi indicando, da prima in forma astratta,

la natura dell’uomo che agisce nell’io dal corpo fisico e dal corpo eterico,

che agisce dal corpo astrale e da se stessa (Jahve o Jehova),

che agisce dal manas o sé spirituale, dal buhdi o spirito vitale, e dall’atma o uomo-spirito.

 

Ma l’uomo non sarebbe potuto giungere ad uno speciale oscuramento delle altre sei parti costitutive e ad una speciale chiarezza di una delle parti, dell’io, se nel corso dell’evoluzione del mondo non ne fosse stato dato il relativo comando a Lucifero.

Il fatto che al principio dell’evoluzione terrena siano state particolarmente oscurate le altre parti costitutive e reso particolarmente chiaro l’io, cioè illuminato da una più chiara egoità, è avvenuto materialmente con l’immergere l’io nella materia densa, affinché potesse meglio giungere alla sua propria coscienza come singolo, come unità; altrimenti, fin dal principio, si sarebbe sentito come una settemplicità.

 

Vediamo così da un lato che l’uomo, se il suo sangue fosse rimasto qual era, sarebbe giunto ad un io che, fin da principio, avrebbe avuto il carattere di essere diviso in sette.

Per il fatto che Lucifero è stato dato come compagno all’uomo, questo ha acquistato il carattere unitario dell’io, è giunto a sentire e a conoscere l’io come il centro del suo essere.

 

Possiamo quindi comprendere che in sostanza,

• dato che gli stessi sette Elohim si sono dovuti da principio manifestare attraverso ogni io umano, in ciò per cui era stata data la disposizione originaria al sangue, vi era qualcosa che univa gli uomini, che li metteva in comunione, qualcosa per cui gli uomini si sarebbero sentiti come un genere umano comune.

• Invece in ciò che è stato dato all’uomo da Lucifero sta il fatto che l’uomo si senta come singolo io, come speciale individualità, e si stacchi nella sua autonomia dal genere umano universale.

 

Quindi vediamo pure che il processo universale sulla terra si svolge in modo che

• da Lucifero l’uomo viene spinto a diventare sempre più indipendente,

• mentre i sette Elohim lo portano a sentirsi sempre più come parte dell’umanità intera.