Nel sangue in cui doveva vivere l’io che fu poi Gesù di Nazaret viveva lo spirito del cosmo intero

O.O. 123 – Il Vangelo di Matteo – 04.09.1910


 

Nella serie delle generazioni che si trovano esposte nel vangelo di Matteo

esiste un determinato ordine.

 

L’evangelista accenna al modo particolare in cui è stato preparato il sangue

di quel corpo destinato ad accogliere, in un primo tempo, l’individualità di Zaratustra,

perché questa potesse a sua volta preparare la manifestazione del Cristo sulla Terra.

• Che cosa era stato dunque ottenuto per mezzo delle quarantadue generazioni

che vanno da Abramo fino a Giuseppe?

• Era stato ottenuto che in quell’ultimo discendente si fosse realizzata una miscela di sangue

conforme alle leggi del mondo stellare, conforme alle leggi dei sacri misteri.

 

In tale miscela di sangue, necessaria all’individualità di Zaratustra per poter compiere la sua alta missione, operava un ordine interiore, un’armonia corrispondente ad uno dei più mirabili e significativi ordinamenti del mondo stellare.

La miscela del sangue trovata da Zaratustra alla sua incarnazione era un’immagine dell’universo intero; il sangue fluito attraverso le generazioni corrispondeva nella sua composizione all’ordinamento cosmico.

 

Tutto questo si trova a fondamento del testo tanto importante, anche se attenuato nella sua espressione formale, che ritroviamo nel vangelo di Matteo: si tratta del profondo mistero nascosto nella vicenda di un popolo che riproduce il divenire del cosmo.

Questi sentimenti provavano coloro che per primi vennero a conoscenza del grande mistero del Cristo. Essi sentivano che il cosmo, lo spirito che opera nell’universo intero, si rispecchiava già nel sangue stesso di quel Gesù di Nazaret del quale ci parla Matteo.

 

Ed esprimevano questo mistero dicendo che

nel sangue in cui doveva vivere l’io che fu poi Gesù di Nazaret viveva lo spirito del cosmo intero.

Perché potesse nascere quel corpo fisico, occorreva che esso fosse una riproduzione dello spirito dell’universo,

dello spirito che domina nell’universo.

 

La formula originaria era questa:

• la forza che stava alla base del sangue che fu quello di Zaratustra, cioè di Gesù di Nazaret, è propriamente lo spirito del nostro universo, quello spirito che in origine, dopo la separazione del Sole dalla nostra Terra, compenetrò di calore il corpo planetario che si era venuto formando nel corso dell’evoluzione.

 

È già stato esposto nel mio ciclo di conferenze su La Genesi che le prime parole della Bibbia non vanno tradotte come si fa abitualmente. L’antico significato di quel B’erescit barà Elohim et hasciamaim w’et ha’ arez (Gen. 1,1) dovrebbe essere reso così:

• «In quello che era provenuto dall’esistenza di Saturno, del Sole e dell’antica Luna,

gli Elohim concepirono nella loro attività cosmica

un principio che si manifesta verso l’esterno     • e uno che si agita nell’interno.

E le tenebre oscure dominavano sopra ed entro a ciò che si agitava nell’interno;

ma lo spirito creatore degli Elohim (‘Ruach-Elohim’) si diffuse ovunque là dentro,

compenetrando tutto di calore, (quasi covandolo, come la gallina cova l’uovo)».

• Lo spirito che in tal modo «covava»

è esattamente lo stesso che determinò gli ordinamenti che si esprimono nei moti e nei rapporti fra gli astri.

 

Gli iniziati originari del mistero del Cristo sentivano che la miscela del sangue di Gesù di Nazaret

era un riflesso di quanto Ruach-Elohim operava nell’esisteva universale.

• Perciò essi chiamarono quel sangue, che in tal modo era stato preparato per il grande evento,

«creato dallo spirito dell’esistenza universale»,

da quello stesso spirito che nelle significative parole dell’inizio della Genesi viene chiamato Ruach.

 

Questo sacro significato, certamente più alto di qualsiasi altro significato superficiale,

sta in realtà alla base di ciò che viene chiamata «la concezione ad opera dello Spirito Santo».

Ed è questo che vogliono esprimere le parole

«colei che doveva partorire questo essere era ripiena della forza dello spirito dell’universo» (Matt. 1,18).

 

• Occorre sentire tutta la grandezza di un tale mistero, per comprendere che questo modo di esporlo è infinitamente superiore a tutto quanto è contenuto nel concetto exoterico della cosiddetta immacolata concezione.

• Per riconoscere la vera intenzione del Vangelo in proposito, liberandosi dalle interpretazioni superficiali della immacolata concezione, è sufficiente considerare due aspetti del testo scritturale.

 

• Il primo è questo: a che scopo l’autore del vangelo di Matteo avrebbe enumerato tutte le generazioni da Abramo fino a Giuseppe, se avesse voluto sostenere che la nascita di Gesù non ha nulla a che vedere con quella serie di generazioni?

Egli espone con cura come il sangue sia disceso da Abramo fino a Giuseppe, e poi si pretenderebbe che secondo lui il sangue di Gesù di Nazaret non ha in realtà alcun rapporto con quella discendenza.

 

• L’altro fatto è il seguente: il termine «Ruach-Elohim», che nel Nuovo Testamento vien chiamato lo Spirito Santo, nella lingua ebraica è di genere femminile, e anche questo elemento possiede pure una sua importanza nella questione.