Nel sesto periodo si celebreranno le grandiose Nozze dell’umanità mediante l’unione del Sé Spirituale con lo Spirito Vitale

O.O. 100 – Evoluzione dell’Umanità e conoscenza del Cristo – 25.11.1907


 

Richiamandoci ancora una volta alla mente i cinque periodi di civiltà,

l’indiano, il persiano, l’egizio, il greco-latino e l’europeo,

vediamo come nel terzo periodo siano state gettate le basi per la forza del Cristo

che diverrà feconda per tutta l’umanità.

 

Ciò che è stato infuso nell’evoluzione dell’umanità, emergerà alla vita solo nel sesto periodo,

quando il Sé Spirituale sviluppato dall’anima cosciente si unirà allo Spirito Vitale.

 

La forza del Cristo s’illumina profeticamente nel terzo-quarto periodo di civiltà,

nel sesto periodo si celebreranno le grandiose Nozze dell’umanità

mediante l’unione del Sé Spirituale con lo Spirito Vitale.

 

Allora l’umanità verrà unita nella grandiosa fratellanza, e Io sarà accanto ad Io, fratello accanto a fratello, in quella fraterna alleanza preannunciata nella narrazione della Nozze di Cana in Galilea.

Quelle Nozze non sono solo un fatto storico, ma anche la rappresentazione simbolica del sublime sposalizio che nel sesto periodo di civiltà congiungerà i Figli dell’uomo in un’unione fraterna che abbraccerà l’intera umanità.

 

Dal terzo periodo a quell’evento futuro devono trascorrere altre tre civiltà, la terza, la quarta e la quinta; nell’ambito dell’esoterismo, un periodo di civiltà viene chiamato un “giorno”, ecco perché all’inizio del secondo capitolo è detto: «E il terzo giorno ci fu uno sposalizio a Cana».

Queste parole stanno ad indicare che nella seguente narrazione delle Nozze di Cana è accennato un evento che accadrà nel futuro.

 

Allo Sposalizio è presente la madre di Gesù, l’anima cosciente.

Cristo le dice: «Che cosa va da me a te? La mia ora non è ancora venuta». Qui è detto chiaramente che le Nozze di Cana indicano un evento che avrà luogo solo nel futuro. Come agisce, allora, il Cristo, non essendo ancora venuta la Sua ora? Trasforma l’acqua in vino!

 

Secondo una spiegazione di questo passo, tanto ripetutamente addotta, quest’azione indicherebbe la volontà di infondere novello fuoco, nuova forza vitale all’ebraismo caduto in decadenza, trasformando l’acqua insipida in vino ardente. Verrebbe da pensare che ad escogitare questa spiegazione siano stati i bevitori di vino, ansiosi di giustificare le loro abitudini.

 

Arrivando, però, a comprendere l’importanza, il significato di tale opera, il nostro sguardo penetrerà in profondità nella grandiosa evoluzione cosmica.

L’alcol non è sempre stato connesso con l’umanità.

 

Tutto lo spirituale che si sviluppa ha nella materia la sua espressione conforme, e, inversamente, anche tutta la materia ha il suo riscontro nell’elemento spirituale.

 

Il vino, l’alcol, è comparso solo in un’epoca ben precisa nella storia del mondo e dell’umanità.

E come vi è comparso, così scomparirà di nuovo.

Vediamo qui la profonda verità delle ricerche occulte.

L’alcol è stato il ponte che dall’Io di specie, dall’Io di gruppo ha condotto all’Io autonomo, individuale.

 

Senza l’azione materiale dell’alcol,

l’uomo non avrebbe mai trovato il passaggio dall’Io di gruppo all’Io individuale.

È stato l’alcol a generare nell’uomo la coscienza individuale, personale.

Quando l’umanità avrà conseguito questa meta,

non avrà più bisogno dell’alcol, che allora scomparirà dal mondo fisico.

 

Come vedete, tutto ciò che accade, ha il suo significato nella saggia guida dell’evoluzione dell’umanità. Per questo, se oggi, per un verso, non si devono contestare le persone che bevono alcol, per l’altro, dovrebbero evitarne il consumo coloro che hanno anticipato il resto dell’umanità e hanno promosso la loro evoluzione al punto da non averne più bisogno.

 

Cristo appare per donare all’umanità delle forze

che nella sesta epoca potranno permetterle di pervenire alla suprema coscienza dell’Io.

Egli vuole preparare gli uomini a quell'”epoca che non è ancora venuta”.

Se Egli non avesse compiuto la trasformazione dell’acqua,

l’umanità non sarebbe mai riuscita a pervenire all’Io individuale.

 

La trasformazione dell’acqua significa l’elevazione dell’uomo a essere individuale.

Nel corso della sua evoluzione, l’umanità era arrivata ad un punto in cui il vino le era necessario.

Per questo, Cristo trasforma l’acqua in vino.

Quando sarà giunta l’epoca in cui l’essere umano non avrà più bisogno del vino,

Cristo trasformerà il vino nuovamente in acqua.

 

Com’è stato possibile che in Cristo si manifestasse quella forza con cui poté operare la trasformazione dell’acqua in vino? È stato possibile perché il corpo di Cristo è la Terra stessa, e, per questo, Egli poté rendere attive in Sé le forze terrestri. Nella Terra l’acqua si trasforma in vino fluendo nella vite.

 

Cristo, in quanto personalità, poté eseguire in Sé il processo che si svolge nella Terra, perché dal momento in cui essa è divenuta il Suo corpo ed è animata dal Suo corpo astrale, sono necessariamente presenti in Lui tutte le forze della Terra.

 

Che cosa fa la Terra con le sue forze?

Un seme posto nella Terra, si schiude e reca frutti; esso si moltiplica, un seme dà origine a molti altri semi.

Anche l’animale si moltiplica con la riproduzione.

Questa forza moltiplicatrice agisce anche in Cristo,

è quella accennata nella moltiplicazione dei pani e dei pesci per la nutrizione dei cinquemila.

 

Cristo ha la forza della moltiplicazione dei semi intrinseca alla Terra.

Se teniamo ben presente il pensiero “il corpo di Cristo è la Terra con le sue forze”

e lo applichiamo alle comunicazioni contenute nel Vangelo di Giovanni, comprenderemo molti particolari.